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Autore: heseret    30/04/2007    4 recensioni
salve!questa è la mia prima ff!ancora è in via di sviluppo quindi non so darvi anticipazioni..
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Bianco e nero Hermione si stropicciò gli occhi. La lettura notturna le stava guastando la vista, come Ron non le mancò di far notare quando, la sera prima, l’amica si abbandonò ad un commento adorante sul corpo di Krum. -Sei matta? Cos’ha di speciale quel grugno zoticone?- Il tenero ricordo della gelosia dell’amico la fece sorridere e, una volta terminato il capoverso sulla rivolta dei maghi indiani del 1348, chiuse con una mossa decisa il grosso volume e lo strinse a se quale appoggio per il sonno. Il treno passava veloce l’interminabile pianura danubiana, monotona e triste con i suoi aridi arbusti; lo sferragliare delle rotaie accompagnò ovattato il sonno dei tre amici, ciascuno con i propri pensieri e le proprie pulsioni. L’ “Internazionale della Magia” stava per riunirsi a Sofia, inaspettatamente dopo circa 20 anni di silenzio dovuti ai dissidi interni agli stati circa il ritorno di Lord Voldemort. Tuttavia, le nuove circostanze avevano implicato una seduta straordinaria: l’intero corpo dei maghi avrebbe dovuto portare il proprio aiuto. Ciò comportava, però, un notevole margine di rischio di tradimento. Hermione non smetteva di parlare d ‘altro da settimane e Harry e Ron si erano rassegnati alle sue lezioni di storia già a Novembre, poco dopo l’annuncio di Silente, tetro nelle motivazioni, ma speranzoso per l’avvenire. L’iniziale entusiasmo di Ron per l’imminente partenza svanì avendo preso consapevolezza che Bulgaria significava Viktor Krum e che quel grandioso cercatore avrebbe di certo riconquistato Hermione. Questa a sua volta non stava nella pelle per l’opportunità eccezionale sia dal punto di vista scolastico che sentimentale: difficilmente, infatti, aveva cercato di dimenticare lo sguardo imperioso del grosso bulgaro. Harry, dimentico del triangolo degli amici, si era perso in congetture circa le possibili intenzioni del Ministero. Perché chiamare a raccolta l’intera compagine dei maghi quando era risaputo che Voldemort cercava solo lui? Lo sbatacchiare della porta di servizio annunciò l’arrivo nella capitale Bulgara, luminosa nelle vetrate della stazione rifrangenti mille colori. - Buongiorno!- urlò Hermione, fin troppo eccitata per suoi modi abituali. - Cos’hai da urlare a quest’ora?!- cominciò Ron ancora disteso.- E’ ora! E’ ora! Siamo arrivati a Sofia!- riprese lo squittio della ragazza. - -Ron! Guarda fuori!- si intromise Harry con lo sguardo perso in un punto lontano del finestrino. Quel che videro tormentò la loro immaginazione per giorni. Un’immensa cattedrale nera si stagliava a poche centinaia di metri dal treno: migliaia di corvi erano imbalsamati sopra altrettanti lampioni disposti ordinatamente lungo un sentiero che conduceva all’entrata del mostro di pietra. Scesi dal treno, si incamminarono anch’essi lungo il percorso, ostacolati da un nugolo di farfalle bianche, inspiegabilmente accanite contro le ragazze. - E’ il profumo della giovine donna a torturarre loro sensi- Hermione si sentì scavata dentro; riconosceva quella voce profonda, quell’accento sbilenco; si voltò. Aggiunse Krum, - sono invi-d-diose di tua viva bellezza, loro dannate dee bulgare- Si abbracciarono a lungo, incespicando nelle parole, nei capelli di Hermione, nonché nelle viscere di Ron.
  
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