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Autore: RoxxHarry    17/10/2012    1 recensioni
SSalve directioner c:
allora questa one shot parla di una ragazza che farà di tutto per vedere i suoi idoli, e si come è difficile la sua vita senza incontrarli, penso sia un po' quello che sentiamo tutte, mia farebe piacere se arrivasgte fino in fondo e recensiste.
grazie in anticipo
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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*angolo autrice*
Salve a tutte rachazze! :3
Scusatemi se metto un angolo autrice all’inizio, ma penso che sia necessario perché voglio invitarvi davvero ad arrivare fino in fondo in questa one shot, perché penso che sia come io, e credo molte altre directioners, si sentano.
Bhe, leggete e scoprirete il resto J
 
Salve a tutti, mi chiamo Lorenza e ho sedici anni.
Vivo a Massa Lubrenze, un paesino in provincia di Napoli sconosciuto al resto del mondo.
Frequento il terzo liceo, e sono una ragazza del ceto medio, né popolare, né sfigata, né ricca, né povera, né grassa, né magra, né alta, né bassa, con banali occhi verdi e capelli scuri ricci che mi circondano il viso ovale, con labbra rosee e zigomi alti.
Insomma, una persona normale.
Almeno io la credevo così, ma gli altri no. Mi vedevano diversa, non so perché.
Non avevo molti amici, anzi quasi nessuno, compagni di classe, conoscenti, ma nessuno in particolare.
La mia migliore amica abitava in un paesino non lontano dal mio, ma non riuscivamo a vederci molto spesso.
Così ero costretta a passare la giornata in compagnia di quattro mura ed un computer… e ah già, dimenticavo, le mie sorelle.
Due pesti terrificanti, piccole e malvagie che si alleavano contro di me e spifferavano a mia madre qualunque cosa facessi.
L’ultima volta ero finita in punizione perché il sabato avevo fatto mezz’ora più tardi del coprifuoco.
Ero riuscita a sfuggire alle grinfie di mia madre, quando mia sorella uscì dalla sua stanza e svegliò mia madre comunicandole che ero appena arrivata… vabbè, che nervi!
Tornando a noi… i miei genitori sono separati e vivo con mia madre. Mio padre si è trasferito in un’altra città, per cui lo vedo molto poco.
Quando lo vedo mi porta sempre dei regali strepitosi. Viaggia molto, e forse con i regali che mi dà crede di ricolmare il vuoto affettivo causato dalla sua assenza.
Il regalo più bello che io abbia mai avuto, infatti, è proprio un pupazzetto di foca che mio padre mi ha portato dopo il suo viaggio in Irlanda.
L’ultimo regalo che mi ha fatto è stato un libro di narrativa. Io amo leggere e scrivere, e la mia fonte di ispirazione è tutto ciò che mi circonda, ma soprattutto loro, i miei idoli.
 
Molti mi giudicano perché ascolto i One direction o Justin Bieber,  ma se ognuno smettesse di fare quello che fa perché viene giudicato adesso chissà che mondo orribile sarebbe, ancora peggio di quello di adesso, dove tutti fumano, si drogano, si ubriacano e scopano dalla mattina alla sera.
Ma a me non importava nulla di tutto questo, certo, ogni tanto degnavo qualche ragazzo di qualche attenzione, o uscivo e mi prendevo qualcosa di poco alcolico, ma nulla di più.

Se da questo pensate che però non ho una mente perversa, mi dispiace, ma avete sbagliato palazzo.
Non pensate male adesso, ma a sedici anni è normale farsi qualche pensierino su qualche ragazzo carino.
 
Beh, io me li facevo sui One direction. Era il mio sogno poterli abbracciare, baciare, sentire la loro voce, il loro respiro, anche solo una stretta di mano, uno sguardo di sfuggita, ma non era mai stato possibile dato che io vivevo in questo posto di merda, Narnia, dove non so era mai visto qualcuno di famoso, e neanche qualche ragazzo carino.
O almeno ragazzo carino che sia fattibile sì, perché qualcuno ce n’è, ma sono tutti occupati con le troiette del posto, tutti impegnati a fare a gara a quante ragazze si scopano, e quindi non è cosa.
Preferisco passare le giornate a scrivere e ad ascoltare “save you tonghit” sperando che Louis Tomlinson, vestito da Superman, entri dalla finestra della mia camera e mi porti via da questo posto schifoso.
 
Tutte le mattine andavo puntualmente a scuola con la circumvesuviana. Frequentavo un liceo classico a Sorrento. Tutte le mattine la mia colonna sonora era il Cd up all night, anzi, direi che Up all night era la colonna sonora della mia intera vita.
E pensare che non avrei mai potuto sentire i miei idoli cantare una canzone di quel cd mi faceva stare maledettamente male.
Mi faceva stare maledettamente triste.
Quanto mi sentivo male quando vedevo quelle americane del cazzo che li avevano rivisti mille e mille volte farsi foto con loro, e io dovevo stare qui, a piangerli dietro uno schermo, a donare tutto il mio amore a dei pezzi di carta attaccati alle pareti.
 
Ormai il mio compagno di banco aveva fatto l’abitudine a me che durante le lezioni mi nascondevo le cuffie dietro i capelli e canticchiavo il nuovo singolo “Live while we’re young”.
Diciamo che quella canzone era un po’ la mia droga, la mia forza che mi faceva andare avanti ogni giorno, e qualche volta mi faceva anche sclerare come i sedicenni normali.
 
Ormai io e le mie cuffiette eravamo una cosa sola, eravamo entrate in simbiosi.
L’altro giorno la professoressa di chimica mi stava per sgamare mentre ascoltavo “I wish”,  me la sono cavata per un pelo.
 
A volte la gente mi chiedeva perché ascoltassi quel genere di musica, mi diceva che non era musica vera, mi accusava di essere una bambina, li insultava.. Io facevo finta di non sentire niente.
Perché tanto, se non hai un idolo non potrai mai capire cosa si prova.
Una relazione idolo-fan è qualcosa di inspiegabile, è come avere un dio, un migliore amico, un marito, una mante, un fidanzato, un superman, un peter pan, tutti racchiusi in un solo gruppo o in una sola persona.
 
Nel mio paese non c’era nessuna ragazza che avesse i miei stessi gusti musicali, e se esisteva desideravo conoscerla dato che ancora non conoscevo l’esistenza di questo essere che condivideva le passioni con me.
 
L’altro giorno stavo facendo zapping tra i canali, quando casualmente passai su Mtv, stavano facendo un concerto di Madonna. Mi soffermai dato che lei non mi dispiaceva affatto.
Quasi verso la fine del concerto lei urlò “Italians do it better”,  che in italiano vuol dire “gli italiani lo fanno meglio”.
Non pensate male, perché se fraintendete avete esattamente capito. “gli italiani fanno sesso meglio di tutti”.
Io non lo so, perché non lo ho ancora provato con nessuno, ma in quel momento mi sono giurata, che anche Harry Styles, dopo avermi incontrata avrebbe potuto gridare “le italiane lo fanno meglio”. 
Finalmente qualche giorno fa, quel bastardo di Marco Morini-il ragazzo che odio più sulla faccia della terra- ha dato la notizia sul fottuto ritorno dei ragazzi in Italia. Saranno in Italia il primo novembre ad x-factor, e non solo non potrò vederli perché il pubblico deve essere maggiorenni, ma il primo novembre mia madre farà la sua festa di compleanno e quindi non portò nemmeno vederli in diretta TV.
 
Adesso no, spiegatemi una cosa..  Marco Morini ci ha tanto fatto illudere “sta per succeDere” per succedere cosa? che vengono per mezza giornata in un programma dove ci saranno solo vecchi decrepiti che non sapranno manco chi sono. Giusto per fare un’altra figura di merda tipo San Remo.
 Ma vabè, la vita continua e avrò altre occasioni per vederli.. forse.
 
Questo era quello che pensavo fino all’altra sera, quando decisi di telefonare mio padre.
Gli chiesi di procurarmi due biglietti aerei per Milano, e dato che lui non sapeva che il giorno in cui ci sarei andata c’era la festa di mia mamma non c’erano problemi.
 
Chiamai poi la mia zia che viveva a Milano, per chiederle se poteva ospitarmi una notte.
Fortunatamente era sempre molto disponibile con me.
Così, il primo novembre invece di dirigermi verso scuola mi diressi verso Napoli per poi chiamare un tassì che mi portò all’aeroporto.
Come al solito passai un paio d’ore al gate per poi decollare e arrivare a Milano un’ora e mezza dopo.
 
Sbarcai e mi diressi subito verso i tabelloni.
Sapevo già dove andare, dato che ero già stata all’aeroporto quando andai a trovare mia zia l’anno scorso.
Il treno da Londra sarebbe arrivato tra due ore.
MI diressi già verso l’uscita del volo e vidi una distesa di fans che stavano impazzendo.
Io non riuscivo ad essere felice come loro, perché avevo capito che c’erano talmente tante ragazze che  avrebbero aperto un uscita secondaria solo per i ragazzi.
Quindi non solo mia madre mi avrebbe messo in punizione per la vita, ma io avrei rischiato tutto questo per niente.
 
Ero afflitta. Così mi diressi verso un bar per prendere una pizzetta, poi mi sedetti su una panchina di fronte alla porta del bagno.
Mi chiusi in me stessa ed iniziai a pensare alle conseguenze di quello che avevo combinato e che se non li avessi incontrati adesso mia madre non mi avrebbe mai più lasciato vederli.
Le lacrime mi solcarono il viso e rimasi a riflettere su quello che avevo combinato.
Stavo sfilando il telefono dalla mia tasca, per chiamare mia madre e chiederle scusa e dirle che avrei preso il prossimo volo quando dalla porta che credevo fosse del bagno vidi spuntare cinque facce conosciute seguite da qualche guardia del corpo.
Rimisi il mio cellulare in tasca e mi fiondai tra le braccia del biondo per stingerlo così forte che messuno mi avrebbe mai potuto separare da lui.
Un uomo della sicurity si avventò su di me tirandomi via dai miei idoli.
Io iniziai ad urlare ad agitarmi implorando di darmi cinque minuti.
Non vollero sentire ragioni.
Stavo per andarmene con la coda tra le gambe quando Niall intervenne dicendo di farmi restare.
Mi fiondai nuovamente tra le braccia del biondino per poi passare agli altri quattro, Harry per ultimo.
Era in quel momento in cui mi sentii per la prima volta casa, per la prima volta accettata, per la prima volta con la mia famiglia, per la prima volta con me stessa.
Avevo le guance rosse, le lacrime agli occhi, il cuore che batteva all’impazzata, un nodo alla gola, gli ormoni scombussolati.
Avrei avuto mille cose da dirgli, ma l’unica cosa che seppi dire fu “thanks for everything guys, you’re my world, and I’ll always love you, you are my idol”
Le parole mi uscirono a stento, le lacrime e i singhiozzi mi bloccavano.
Strinsi forte a me i ragazzi ancora una volta.
Presi l’Iphone e dopo le dovute fotografie feci partire un video chiedendo i ragazzi di fare gli auguri a mia madre, forse mi avrebbe dato una punizione meno pensante.  Infine mi avvicinai ad Harry e gli chiesi “ Can I kiss you?”  Ero fermamente convinta in un no, o al massimo in un bacio sulla guancia quando la sue labbra sfiorarono appena le mie ed io mi sentii al settimo cielo.
Non sapevo cosa dire. Scoppiai in lacrime e li abbracciai sussurrando le note di “more than this” Cantarono con me, piansi ancora di più.
Mi sentivo la ragazza più felice del mondo e vi assicuro che quei prossimi mesi di punizione sarebbero valsi tutto questo.
Qualunque cosa per realizzare il mio sogno, sulle orme dei One direction.
 
 
*secondoangoloautrice*
Salve.. allora, grazie se siete arrivate fino a qui.
Bhe, sappiate che a me non è mai successo quello che c’è scritto, non li ho ancora mai incontrati, ho solo immaginato.
Spero vi sia piaciuta, perché è quello che sento veramente.
Mi farebbe piacere se lasciaste un commento.
Grazie <3 
 

  
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