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Autore: JoJo    17/10/2012    1 recensioni
Castiel non c’era più.
L’ultima speranza per il Paradiso era sparita con un semplice schiocco di dita, così come aveva fatto Gabriel poco dopo di lui.
Gli angeli tornarono in cielo subito dopo, incapaci di rimanere in quel mondo pieno di malignità troppo a lungo e i demoni di Lucifero si sparpagliarono, cercando di ritrovare la creatura tanto ambita dal loro signore.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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La ballerina ammiccava, le labbra tinteggiate di vermiglio piegate all’insù in un ghigno seducente, i lunghi capelli biondi che le ricadevano sulle spalle e sventolavano qua e là come una bandiera ogni volta che faceva ondeggiare i fianchi in modo sinuoso.
Piegò la testa all’indietro, la bocca aperta a formare una ‘O’ e poi si aggrappò nuovamente al palo, dandosi slancio con le gambe lunghe fasciate da calze a rete nere e cominciando a girarvi intorno in maniera provocante, il tutto senza mai spostare lo sguardo da lui.
Nonostante la luce soffusa, il leggero fumo che si diffondeva nell’aria e la musica che scandiva con un ritmo serrato i movimenti della giovane ballerina, Dean Winchester era  certo di non trovarsi in uno strip club.
Non ne visitava uno da un po’ di tempo, troppo impegnato a vagare su e giù per gli Stati Uniti con suo fratello Sam in un periodo che, sfortunatamente per loro, sembrava essere caratterizzato da un’intensa attività soprannaturale. Tuttavia, nelle ultime settimane i casi si erano radicalmente ridotti, fatta eccezione per le sporadiche segnalazioni di fantasmi, e i due fratelli Winchester non poterono far altro che pensare che quell’improvvisa scomparsa dei demoni non potesse che essere il preludio per qualcosa di ben peggiore.
Dean sapeva di non essere in un vero strip club, perché a Sioux Falls, dove si trovava la casa di Bobby Singer e dove loro si erano recati per compiere delle ricerche riguardo a quanto stava succedendo nel mondo demoniaco, non c’erano strip club.
Quindi, l’unica conclusione possibile era che si stava godendo finalmente, dopo settimane di insonnia e incubi terribili, un sogno che lo avrebbe lasciato, al mattino, riposato e sereno.
O, perlomeno, questo era quello che pensava, finché una voce dal forte accento inglese non lo raggiunse.
“Carino qui. Anche se sono abituato ad ambienti con più classe.”
Dean si ritrovò ad alzarsi dalla poltroncina di velluto rosso su cui era seduto e, con uno scatto agile, si voltò verso la sua destra, dove aveva sentito provenire quelle parole.
Proprio di fianco a lui c’era un uomo, così alto e magro da sembrare uno spaventapasseri, i capelli di un biondo sporco e corti erano leggermente spettinati, e i suoi occhi azzurro ghiaccio pungenti e penetranti.
“Tu chi diavolo sei?” domandò, più confuso che spaventato per quell’improvviso cambio di programma nel suo sogno.
“Non ha importanza- disse l’altro, e con uno schiocco di dita fece sparire il locale notturno, facendo ritrovare entrambi in un capannone abbandonato- Non abbiamo troppo tempo per parlare.”
Dean si osservò intorno guardingo. Non aveva mai ricevuto visite nei propri sogni, ma era piuttosto certo che non fosse una cosa positiva. Forse, pensò, poteva trattarsi di un qualche tipo di demone.
“Non sono un demone.- dichiarò l’altro, come se gli avesse letto nel pensiero- Mi chiamo Balthazar.”
Quella nuova informazione non lo calmò per niente “E che diavolo vuoi da me?”
Balthazar lo fissò con occhi seri e al cacciatore parve anche di notare una certa disperazione su quel volto spigoloso “Devi promettermi che tu e tuo fratello vi prenderete cura di lui.”
“Cosa?- domandò Dean, aggrottando la fronte- Di che cosa stai parlando?”
“Devi prometterlo!- ribadì l’altro con forza- Sfortunatamente voi due siete l’unica speranza che lui ha per sopravvivere e…”
Il maggiore dei fratelli Winchester sembrò ancora più confuso “Lui chi?”
Balthazar non rispose, alzando gli occhi e guardandosi poi intorno come se si aspettasse che qualcuno arrivasse a prenderlo da un momento all’altro “Non abbiamo molto tempo. Prometti! Prometti che gli insegnerai quello che sai, che lo aiuterai a…”
“A fare cosa?” ringhiò Dean, l’irritazione che si faceva sentire sempre più.
“Non posso restare oltre.- sbottò quindi l’altro, mettendogli le mani sulle spalle e scuotendolo come se in questo modo potesse fargli capire l’importanza di ciò di cui stava parlando- Devi prometterlo. Sei l’unica speranza, non capisci? Per noi, per l’umanità. Devi tenerlo al sicuro e insegnarli a difendersi. Devi prometterlo!”
Dean conosceva la disperazione. Quella vera, profonda, che ti strappa in due l’anima e non ti permette di respirare. Ed era quel tipo di disperazione quella che si ritrovava di fronte in quel momento. Quindi, quando si ritrovò più tardi a pensare a quello strano sogno, che probabilmente non era solo materia onirica, si disse che era per via di quella disperazione che quelle parole uscirono dalle sue labbra.
“D’accordo.- si era ritrovato ad annuire, confuso- D’accordo, lo prometto! Ma potresti almeno spiegarmi di cosa…”
Ma Balthazar scomparve in quel momento, improvvisamente come era arrivato. E lui, pochi istanti dopo, si ritrovò sdraiato nella stanza degli ospiti di Bobby, un leggero sudore a imperlargli la fronte e la tremenda sensazione che qualcosa di spiacevole stesse per accadere.

 

Come spesso capitava, i brutti presentimenti di Dean Winchester si ritrovarono fondati.
Il ragazzo aveva riappoggiato la testa sul cuscino da pochi minuti quando una luce accecante si fece strada nella casa addormentata, trovando accesso tramite le fessure lasciate aperte dalle persiane ormai irrimediabilmente vecchie e, pochi attimi dopo, un enorme boato scalfì la tranquillità muta della notte.
“Che diavolo era quello?” domandò Bobby, fra le mani il suo fucile ben carico, mentre i due fratelli Winchester lo raggiungevano alla porta, pronti ad andare a verificare di persona di che cosa si potesse trattare.
“Non ne ho idea.- rispose Sam, la fronte corrucciata- Avete visto quella luce?”
Dean storse la bocca in una smorfia “Un po’ difficile non notarla.”
“Veniva dal retro dell’autorimessa.” borbottò di nuovo Bobby ed era strano vederlo così perché, nella fretta di passare dal relax di un riposo meritato indotto anche da una cospicua quantità di alcool, all’essere completamente sveglio e guardingo, in perfetta modalità ‘cacciatore di creature maligne’, si era dimenticato di indossare il suo inseparabile berretto da baseball.
I tre cacciatori si addentrarono piano in quello che sembrava a tutti gli effetti un cimitero di auto e furgoni. Nella notte, con la leggera nebbia provocata dall’umidità e la consapevolezza che qualcosa di soprannaturale era appena accaduto, quelle lapidi di metallo avevano l’aria decisamente meno amichevole rispetto a quando si trovavano sotto la luce del sole.
Dean avanzava lentamente, i piedi leggeri nel tentativo di rendere i suoi passi il meno rumorosi possibile, seguito da Sam e da Bobby, che copriva loro le spalle con risolutezza.
“Che diavolo…” iniziò a parlare il minore dei fratelli Winchester, quando iniziò a vedere qualcosa che, poca luce o no, non avrebbe dovuto trovarsi lì.
Si fermarono di botto tutti e tre, fissando con occhi spalancati e stupiti l’immenso cratere che aveva risucchiato gran parte del terreno di Bobby.
“Questo è…Un cratere. Un maledetto cratere come se un maledetto meteorite fosse appena precipitato sulla mia proprietà!” sbottò il cacciatore più anziano, puntando il fucile verso l’enorme buco che si trovavano di fronte.
“Già. Solo che quello non è un meteorite.” Sottolineò Dean, indicando una figura accartocciata all’interno di quella conca.
E, infatti, non era un meteorite.
Sembrava un essere umano.
Ma, ciò che tutti e tre gli uomini sapevano per certo, era che dei semplici ed innocenti esseri umani non piovevano semplicemente dal cielo, non di certo sopravvivendo all’impatto e polverizzando ogni cosa su cui si ritrovassero ad atterrare.
Quello era un essere soprannaturale e, quando gli diceva l’esperienza, era che niente di ciò che è soprannaturale porta a qualcosa di buono.
Era del tutto logico, quindi, che Dean alzasse la mano con cui impugnava l’arma per sparare su quella creatura di origine indefinita.
Solo che, quando stava per premere il grilletto, qualcosa, o qualcuno, lo fermò.
Ricorda, Dean Winchester intimò una voce dallo spiccato accento inglese nella sua testa l’hai promesso.





Hej!So che il capitolo è un po' cortino ma sono a corto di tempo, fatico perfino a trovare la forza di cucinarmi qualcosa e spesso, nonostante abbia milioni di idee che mi vorticano in testa, non riesco materialmente a mettermi davanti al pc e scrivere qualcosa. Quindi ho pensato: un capitolo corto è comunque meglio di niente, no? Oh, perlomeno, è quello che continuo a ripetermi!Eheheh. 
Grazie mille a chi ha recensito (vi risponderò al più presto, lo giuro, ma sappiate che mi ha fatto molto piacere leggere i vostri commenti) e anche a chi ha messo la storia fra preferite/seguite/ricordate. O anche a chi si è fermato per una breve lettura. Spero che mi farete sapere cosa ne pensate e prometto che aggiornerò non appena mi sarà possibile. Croce sul cuore.
Kisses, JoJo

   
 
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