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Autore: Benve    17/10/2012    8 recensioni
In questa storia ho voluto utilizzare Niall Horan, sconvolgendo un po' la sua persona.
Avrà anche delle PARTI ROSSE, avverto!
Spero vi piaccia! Un bacio!
Dal testo:
Dov’era finita l’intelligenza? E la cortesia? E la dolcezza?
Genere: Erotico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il problema era che l’estetica era tutto.
Dov’era finita l’intelligenza? E la cortesia? E la dolcezza?
Queste caratteristiche non facevano più parte del mondo dei ragazzi.
Questo era ciò che si poteva ben vedere nella sua scuola.
Francesca, diciassette anni, nata e cresciuta a Londra.
Francesca era bionda, i capelli le cadevano a boccoli sulle spalle e avevano un taglio medio. La sua carnagione era fondamentalmente normale, ma ciò che era tanto adorato dai suoi genitori erano i suoi occhi. Color azzurro cielo, che diventavano grigi quando si arrabbiava o quando era triste.
Non era magrissima e aveva lottato con la sua corporatura per quasi tutta l’adolescenza trascorsa.
Lei aveva un carattere forte, era decisa e non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, specialmente dai ragazzi. Dentro però era fragile, sensibile e di lacrima facile, anche se non lo dava a vedere. La sua più grande passione? Il canto. Pochi sapevano che aveva una voce straordinaria.
A scuola c’erano rispettivamente 3 gruppi. Partendo dal basso della scala gerarchica, il primo gruppo comprendeva i secchioni, quelli che non se li cagava nessuno, erano snobbati dai bulli e usati dalle oche per i compiti a casa. Il secondo gruppo comprendeva quelli “normali” come Francesca che se ne stavano sulle proprie, a scuola se la cavavano bene e non avevano paura di quell’atmosfera e di quel regime di dittatura al quale erano spesso messi alla prova. Il primo gruppo era composto da diversi sotto gruppetti: i bulli che rompevano sempre le scatole a tutti, le cheerleaders che si credevano Cleopatra con tutti quei trucchi e quelle gonnelline raso-figa, che passavano le loro giornate a sbavare e a farsi toccare da /farsi i rispettivi dell’ultimo gruppetto. Quest’ultima categoria, appunto, era la categoria dei bomber, quel gruppo di 15-20 ragazzi tutti con la rispettiva giacca di pelle, jeans stretti e Supra ai piedi. Ecco, per soffermarci su questo gruppo, c’era da tirare in ballo il capogruppo: NiallSonoIlDioScesoInTerra Horan. Francesca lo odiava. Era sempre stato uno stupido, donnaiolo, sciupa femmine, pervertito, porco, maniaco, e chi più ne ha più ne metta. Da piccolo era stato viziato in tutto e trattava le ragazze come materia usa e getta. Arrivava davanti, ovviamente sempre in cima al gruppo, sovrastando tutto e tutti, seguito dalla sua schiera di amici: Harry, Louis, Zayn e Liam. Niall Horan era un bel ragazzo, da mozzare il fiato.
Alto, ben messo e labbra piene. Aveva una pelle chiara, capelli biondi sorretti da un tubetto di gelatina e occhi verde oceano. Ahimè, quegli occhi che ti facevano cadere in tentazione, ai quali era difficile resistere. Francesca quando lo vedeva si girava dall’altra parte e lui, con i suoi occhiali da sole rigorosamente Rayban nuovo modello, camminava per i corridoi con passi decisi, guardandosi a destra e a sinistra con fare deciso. Dietro l’orecchio la fidata sigaretta.
La scuola si trovava a dieci minuti da casa e ogni mattina aspettava il Bus che la avrebbe portata a destinazione.
Quella mattina si era alzata in ritardo, come sempre. Si preparò pensando che quella mattina probabilmente avrebbe perso il Bus e correndo giù per le scale prese un biscotto alla marmellata. Prese poi lo zaino e sbatté la porta. Dopo una corsa arrivò alla fermata appena in tempo e frettolosamente salì sul Bus.
Londra era sempre stata cupa e il tempo di certo non metteva di buon umore. Francesca era distratta dalle cuffie che trasmettevano in quel momento la sua canzone preferita, Some Nights dei Fun., i suoi occhi si muovevano verso i passanti e in pochi minuti arrivò a destinazione. Un’altra giornata con le stesse facce, un’interrogazione di spagnolo alla prima ora e la voglia di stare tra quelle quattro mura pari a zero.
Si affrettò ad entrare in classe, quando le si pararono davanti quei cinque imbecilli.
‘Ciao bella, la lezione non è ancora cominciata, dove credi di andare?’ le si parò davanti con quell’aria perversa il riccio, che le dava sui nervi.
‘Spostati Styles.’ disse seccata, dandogli una leggera spinta per passare.
‘Come siamo scorbutiche, stai scialla tesoro.’ Parlò Niall che la guardò nella stessa maniera dell’amico.
Francesca lo squadrò da capo a piedi, poi gli rispose. ‘Ma per favore.’ Il ragazzo sorrise agli amici. Stizzita entrò in classe e stanca poggiò le sue cose sul banco.
Tutti presero posto e dopo dieci minuti arrivò il professor Collins, facendo sì che la lezione iniziasse.
‘Bene ragazzi. Vi siete preparati per l’interrogazione? Vediamo subito.’ disse l’uomo sulla trenta cinquina. Scorrendo con un dito sul registro di classe arrivò a destinazione.
‘Horan, alla lavagna.’ Disse infilandosi gli occhiali da vista. Una risatina partì dai banchi dietro ma Francesca non ci fece molto caso. Il ragazzo dopo aver tolto gli occhiali da sole si alzò dalla sedia e controvoglia si avvicinò alla cattedra. Prese un gesso e fece un sorrisino beffardo al professore.
L’interrogazione si svolse e fu una vera e propria merda colossale. Dire che l’uomo era arrabbiato era dire poco.
‘Possibile che il tuo rendimento sia così basso Horan? Non ti applichi, pensi solo a metterti tutta quella gelatina, tra dieci anni sarai calvo!’ disse l’uomo accigliato. Il ragazzo aveva un’aria menefreghista.
‘Posso andare a posto?’ disse indifferente.
‘Allora non hai capito! Ti devi mettere a studiare ed ecco perché ho deciso che la signorina Felling ti darà ripetizioni di spagnolo.’
Francesca, che fino a un attimo prima si stava facendo i fatti propri, alzò di colpo la testa, sgranando gli occhi.
‘Sta scherzando. Io non voglio avere a che fare con questo individuo, non se ne parla proprio!’ disse lievemente scossa.
‘Cosa? Dovresti essere onorata di potermi frequentare. Casomai sono io che non voglio avere a che fare con te, le santarelline non te la danno.’ Disse tranquillo il biondo.
Prima che la bionda potesse controbattere il professore li zittì e il ragazzo tornò a sedersi.
Non ci poteva credere, perché proprio a lei? C’erano tante ragazze brave in spagnolo, e poi quel pomeriggio avrebbe dovuto vedersi con Rebecca per andare a fare shopping. Porca carota!
Le altre ore di lezione passarono velocemente e all’ultima campanella, mentre il ragazzo stava chiacchierando con gli altri a proposito di una mora tutta tette e culo vicino a loro, gli passò accanto e freddamente gli disse: ‘Alle tre e mezza da me, Quattordicesima, Wall Street. Puntuale che ho da fare.’
Senza che Niall potesse rispondere girò i tacchi e si diresse verso la fermata, pensando a come avrebbe potuto sopportare un individuo del genere per due ore.
Aprì la porta di casa esausta e stravaccandosi sul divano pensò di nuovo, perché a me?



EHILA'!!!!
Ciao a tutte quelle che hanno appena letto questo capitolo.
Era un po' di tempo che volevo scrivere una fan fiction che avesse come protagonista maschile Niall Horan.
Lui è tutto. Cioè, sono follemente persa per il mio furby. Muoio per quegli occhi e per quel sorriso. *.*
Tornando a noi, mi farebbe tanto piacere sapere che cosa ne pensate di questo primo capitolo, che ho scritto con tanto amore per me e per voi.
Dovete dirmi se devo continuare a scrivere o è una cacchetta inutile e devo cancellare tutto da subito. (?)
Ditemi cosa ne pensate in una recensioncina! :D
Un abbraccio forte forte,
Benve!
PS: Vi aspetto in tante. <3
  
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