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Autore: anonimaG    18/10/2012    2 recensioni
Avete presente come si sono formati gli SHINee?
Dimenticate tutto, pensate agli SHINee come un gruppo che non c'è, che ancora deve nascere.
Gli SHINee come quei cinque ragazzi che vogliono realizzare i loro sogni.
Quei sogni che, quando possono finalmente incontrarsi, diventano uno solo.
Pensate gli SHINee, e ad una nuova storia.
Scusate, mi sono divertita a creare una mia versione, naturalmente è tutta fantasia! Spero vi piaccia davvero... E mi raccomando, ditemi cosa ne pensate! ^^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo Personaggio, Quasi tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Noona noemu yeppeo

   Onew non riusciva a credere a ciò che stava leggendo, aveva l’occasione davanti agli occhi.
Quel foglio significava tanto, la SM voleva dare una gara di talenti in quel locale spazioso, e sarebbe stato tra un mese, non avrebbero nemmeno potuto perdere tempo.
Controllava ogni singola parola, un mese preciso, a partire da oggi.
Un gruppo? Beh, chiaro che lo stava creando.
Un gruppo, quattro talenti.
Lui, Taemin, Kibum e Jonghyun.
Non sapeva se quelle quattro voci, insieme, potevano essere invincibili, ma sapeva che avrebbe fatto di tutto pur di renderlo possibile.
Prese il cellulare, di nuovo, per chiamare Taemin, ma come lo sfilò dalla tasca, cadde a terra.
Si piegò, tentando di riprenderlo, ma delle scarpe col tacco, vicine all’aggeggio elettronico, lo bloccarono.
Salì con lo sguardo, imbambolato da quel corpo che si ritrovava davanti, e quel viso che si rivelò alla fine.
Una ragazza dai tratti occidentali e dai capelli rossi gli sorrideva, un sorriso caloroso.
Ricambiò anche lui il sorriso, contento di averla vista, anche se non aveva nemmeno idea di chi fosse.
Sapeva solo che quella bellezza lo incantava, non riusciva a levare gli occhi dai suoi.
Quella ragazza dagli occhi verdi e i ricci rossi.
-Salve-. Iniziò lei, sfilando il foglio dalla mano a Onew.
-Mmh…-. Il castano si riprese, afferrò il cellulare e tornò ad osservarla.
L’altra gli si sedette accanto.
-Ho visto che ti interessa la sfida della SM-. Sorrise, divertita.
-S-si, volevo iscrivermi ma non sapevo come fare…
-Devi parlare con me-. Rise e gli porse la mano:-Piacere, Victoria.
-On… Ehm, Jinki, ma mi faccio chiamare Onew-. Le strinse la mano, senza sapere più che dire o fare.
La ragazza tirò fuori la penna e un’agenda dalla borsa, si guardò intorno e poi tornò al ragazzo, annotando il suo nome.
-Quindi parteciperai solo tu?
-N-no… Siamo in quattro…
-Ooh, una band, e come vi chiamate?
Onew si bloccò, come se avessero messo la pausa ad un film.
Già, come si chiamavano? Non aveva chiesto il permesso a nessuno per l’iscrizione alla gara, figuriamoci per il nome della band.
Un gioco di parole iniziò a saltargli in mente, che lo perseguitava da un po’, sapeva che era scorretto decidere il nome da solo, ma in quel momento non poteva di certo dirgli “No, scusa Victoria. Non lo so, non so che cosa faremo, cosa porteremo e dove fare le prove per una futura e possibile canzone che ancora non è nemmeno nata. Non sono nemmeno sicuro che ci sarò, ma voglio tenere occupato il posto, chissà.”.
-SHINee, si, ci chiamiamo SHINee-. Buttò su quel gioco di parole da cui lavorara già da tempo e che aveva tenuto segreto a tutti.
-Interessante…-. Sorrise di nuovo la ragazza, e ad ogni suo sorriso, Onew si sentiva andare praticamente in paradiso.
-C-comunque…-. Continuò impacciato il ragazzo:-Ho ventiquattro anni-. Annunciò, quando si assicurò che la ragazza ebbe preso tutti i dati necessari.
-Davvero? Pensavo fossi più piccolo.
-Più piccolo?
-Mmh, si, io ne ho ventisette, piacere, piccolino-. Gli scompigliò i capelli divertita:-Dongsaeng, mmh.
-Noona?
-Va bene, chiamami pure noona!-. I due cominciarono a scherzare, senza fare più caso al tempo che passava.
 
   Era mattina, e Kibum stava girando per Seul, un po’ per esplorazione, continuando a pensare ad un lavoro temporaneo e una casa dove stare.
Non si faceva molto il complesso, anche perché aveva dei soldi da parte che gli sarebbero potuti bastare almeno per il primo mese nella città.
Girava spensierato, osservando i negozietti che passava con molto interesse, memorizzando i particolari, ricordando le vie, gli incroci, insomma, un po’ di tutto.
E poteva essere una mattinata spensierata, finché non si soffermò fuori da quella parrucchieria.
Cosa ci faceva Jonghyun là? Perché proprio là? Perché proprio quella mattina?
Posò le mani sul vetro, avvicinandosi sempre di più col viso, e guardando meglio, incredulo di ciò che i suoi occhi vedevano.
Un’allucinazione? Eppure non ne aveva mai avute.
Sbatté le palpebre ripetutamente, cercando di comprendere.
Quasi come se fosse uno dei problemi più essenziali, anche perché non provava molta simpatia verso il ragazzo.
Improvvisamente Jong si voltò verso di lui, scoppiando a ridere e Kibum fu costretto a dare le spalle alla vetrina, arrossendo imbarazzato.
Passò qualche secondo e sentì l’impulso di voltarsi di nuovo, per gli occhi addosso, ormai rosso come un pomodoro.
Quando si voltò, Jonghyun non era più dentro il negozio.
“M-ma dov’è finito adesso?” pensò, esplorando con lo sguardo tutta la parrucchieria.
-Sai che faccio acconciature solo per donne, vero?-. Il ragazzo era fuori dalla porta del negozio, dietro di lui, che lo aspettava con un cappotto addosso.
-Y-yaah-. Si voltò Kibum, imbarazzato, verso di lui:-Torna a lavorare!-. Rispose sgarbato, facendo per andarsene.
-Come posso tornare a lavorare se mi spii?-. Domandò l’altro, afferrandolo per la mano e sorridendo per tranquillizzarlo da quell’imbarazzo che gli era preso:-Su, andiamo a fare un giro.
-E il lavoro?-. Si voltò verso il negozio, perplesso.
-Ho finito il turno-. Rise e lo trascinò per la mano.
-Yaaah, dove mi stai portando?-. Chiese preoccupato:-Cosa vuoi fare? Dove vuoi andare? Che ore sono? Forse dovrei tornare a casa, e anche tu dovresti…
-Aah, sta zitto ‘Bummie.
-‘Bummie? Quasi nessuno mi chiama così-. Si lasciò scappare irritato.
-Ma non c’è un momento in cui riesci a non parlare? Adesso andiamo a mangiare in un ristorante, è ora di pranzo.
Kibum abbassò lo sguardo e annuì, rimanendo in silenzio.
   Pochi minuti dopo si ritrovarono in un ristorante, tutti e due avevano ordinato del riso e kimichi e si guardavano intorno, nessuno dei due c’era mai stato.
-Sei un tipo curioso, sai?-. Notò Jonghyun, portando i gomiti sul tavolo e una mano sulla sua bocca.
-Curioso?
-Si, hai dei comportamenti strani, almeno con me…
I piatti arrivarono a tavola, e l’altro ignorò l’affermazione del ragazzo, iniziando a mangiare.
-Mmh, non capisco, mi stai solo antipatico-. Fece spallucce, tra un boccone e l’altro.
-Io dico che ti piaccio-. Rise, mangiando il riso con più calma.
-Cosa?-. Iniziò a tossire, per un boccone che gli andò di traverso:-Stai scherzando, vero?-. Poso la ciotola di riso sul tavolo e le mani.
-Kibum-. Gli sfiorò la mano, ridendo:-Non è che ti piacciono i ragazzi?
Il giovane sgranò gli occhi, per poi guardarlo e fare un’espressione incredula.
Qualche secondo di silenzio imbarazzante, bloccò i due ragazzi, finché quest’ultimo non gli tirò uno schiaffo che lo prese dritto dritto nella guancia e gli lasciò un segno rosso.
Jonghyun si toccò la guancia, sbalordito dal gesto del ragazzo, che subito dopo si alzò e gli voltò le spalle, correndo fuori dal ristorante.
Kibum sinceramente non lo sapeva, non aveva mai pensato alle ragazze, ma nemmeno ai ragazzi.
In tutto questo tempo aveva avuto tanti interessi come cucinare, ballare, cantare, nello stile, ma mai e poi mai si era fermato a pensare a queste cose.
E non sapendo che rispondere, si sentiva anche un po’ ferito nell’orgoglio, decise di andarsene.
E ce l’avrebbe fatta, se non fosse arrivato un messaggio a tutti e due i ragazzi nello stesso tempo.
Era da Onew.
“Ritroviamoci di nuovo al parco, vi devo dare due notizie”
Kibum tornò a guardare Jonghyun, alzando un sopracciglio, e Jonghyun fece lo stesso e si alzò per raggiungerlo.
-Secondo te cosa vorrà?
-Ah, non ne ho idea…
   
 
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