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Autore: thescarletgirl    18/10/2012    0 recensioni
Questa non è una storia come le altre.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il mio nome è Shana, significa "raggio di luna".
Il mio nome è l'unica cosa che conferma la mia esistenza.
Sono circa l'una di notte. Sto nel mio letto, sotto le coperte e guardo fisso il soffitto.

Vi racconterò una storia, perchè vi serva da lezione. Il mondo è una bugia. L'infinito non esiste.
La felicità non esiste. Il cielo sereno non tornerà più dopo la tempesta. 
Per errore l'uomo ha inventato tutto, anche se stesso. Se non vuoi crederci fa niente.
Ho avvisato, questa non è una storia come le altre. Magari non ha una fine, magari ce l'ha.
Può avere un lieto fine, o può rispecchiare la realtà. Ho scelto la seconda opzione, perchè la mia non è una storia fantasy.
È la mattina del 25 Dicembre.
Avevo 8 anni e credevo nelle favole che mi raccontavano e che tutto fosse possibile, che per tutto ci fosse un lieto fine.
Nessuno voleva infrangere i miei sogni, era troppo presto per svegliarsi.
Mi ero svegliata presto, perchè non vedevo l'ora di andare in salotto e trovare quei famosi "pacchetti" sotto l'albero.
Ogni anno era lo stesso, mi svegliavo aprivo i regali e mettevo con mia madre Gesù bambino nel presepe. Era un rito, e mi andava bene così.  Eppure quell'anno accadde qualcosa. Corsi in salotto, ma nessun regalo c'era sotto l'albero.
C'era al posto un foglio accartocciato buttato per terra.
Ormai ero grande abbastanza per saper leggere bene.
Non tornerò più, ora sarai contenta
Ti ho lasciato dei soldi per non avervi sulla coscienza nel comodino in camera da letto. Addio. Tuo marito.

Quel natale fu l'ultimo per cui mi alzai presto.
Torniamo a due mesi prima di quel natale. Ero in camera mia per punizione, siccome quella mattina a scuola avevo picchiato un ragazzino e la maestra aveva richiamato i miei  genitori per il mio comportamento non adatto. Ma nessuno mi aveva ascoltata, che ne potevano sapere loro che quello era lo stesso ragazzino che insultava ogni bambina dicendogli "che brutta, che grassa, che stupida".
Forse pensavano non fosse importante. Niente per loro era importante
. Fatto sta che quella sera, mentre piangevo per la mia  innocenza, sentivo le grida dei miei genitori.
Non capivo per quale motivo, ma non era la prima volta. Oggi so che mia madre veniva ogni giorno violentata.
La prima volta in cui mi innamorai avevo 14 anni, era il mio compagno di scuola. Era il solito tipo che piaceva a tutte, bello e irragiungibile.
Ogni mattina, mi alzavo alle 6 e mezza  solo per prepararmi  e arrivare a scuola alle 7.45 così da poter vederlo prima di tutti, siccome arrivava sempre presto
Ricordo il suo sorriso, i suoi occhi, le sue facce buffe e l'atmosfera che creava in classe. Era fondamentale per tutti la sua presenza.
Saltiamo, saltiamo e arriviamo a quando compio 16 anni.  Sono in terzo superiore, mi sono integrata perfettamente in classe con tutti, sono ancora innamorata dello stesso ragazzo di due anni prima, Stefano. Finalmente sono riuscita a dirgli i miei sentimenti e sembra che lui  li abbia accettati, infatti usciamo insieme. Ha detto che gli piacciono i miei capelli chiari e i miei occhi grigi. Sembra che adesso finalmente abbia raggiunto la felicità. La mia vita sembra perfetta.

Stop.

Ferma tutto.

Questa non è la mia vita.

Ti prego.

Perdonami
.
Dammi un'altra possibilità.


La verità è che quella che ho appena raccontato non è la mia vita.
La verità è che quella era la vita di mia sorella, Licia prima che morisse.  
La verità è che mia sorella è morta per colpa mia.
Non sono nient'altro che un fantasma invisibile.
Non vi ho detto che adesso sono in ospedale, sono nata e vissuta qui dentro.
Tutta la mia vita era la vita di mia sorella. Tutto ciò che ho raccontato era quello che mia sorella mi aveva raccontato.
Sono nata paralizzata, sono solo in grado di pensare e ascoltare.
E la verità è che mia sorella è morta per difendermi da chi mi insultavano. È stata stuprata da dei mostri a causa mia.
Mia sorella è morta. Io sono nata morta.

Scusami mamma.

Scusami Licia.

Scusami Shana.
  
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