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Autore: Hazza_Boo    18/10/2012    2 recensioni
Larry... si stanno avvicinando gli EMA e ho scritto ciò che vorrei che accadesse. Vi immaginate se quel giorno Louis e Harry fanno coming out? beh, io l'ho immaginato:
''Harry abbassò il microfono, con una mano avvicinò a sé Louis, immobile, con gli occhi spalancati, senza sapere come reagire, le gambe che avrebbero potuto cedere da un momento all’altro… e lo baciò.
Tutto ciò che avevano creato avrebbe potuto crollare per un bacio… di fronte a milioni di persone.
Le telecamere erano su di loro, ogni sguardo, tutti quegli occhi e quelle persone che li stavano seguendo, che li amavano per le loro canzoni… li avrebbero amati in qualsiasi modo?''
buona lettura :) x
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Coming-out

 
Se c’era una cosa che Louis non voleva in assoluto era ritrovarsi sotto l’albero di Natale un giornale di gossip, con la scritta spessa in prima pagina che gridava forte “Harry Styles e Louis Tomlinson amore segreto… e bacio pubblico” , oppure tutti i siti e i social network pieni di “Louis e Harry stavano insieme, dunque?” con tutte le fan che protestavano con grossi “No, che schifo! Non posso più seguire quei gay…”, ma c’erano anche la fan che li sostenevano “Ho sempre creduto nel Larry Stylinson. Finalmente hanno fatto coming-out”.
No, Louis non aveva mai desiderato una cosa del genere. Ma c’era quella fastidiosa parte di sé, che tanto detestava, che gli stava gridando di farla finita.
Perché era stanco anche lui di quel nascondersi, di quel continuare a fingere e tenere tutti quei segreti, sussurrati nelle orecchie di Harry durante un concerto o una foto, o in un altro qualsiasi momento in pubblico. Era stanco di sussurrargli “ti amo”, adesso voleva gridarlo.
E non gli importava nulla di quello che pensava la gente… oh, ehm, no. A lui importava molto ciò che gli altri pensavano di loro, e non poteva rischiare di rovinare la loro immagine – e quella di tutto l’intero gruppo- .
Harry, al contrario, era sfacciato e coraggioso. Non aveva paura di rivelare tutto e, infatti, stava iniziando a farlo. Implicitamente, ovvio. Magari con qualche tatuaggio particolare, unico modo per cercare di farsi capire. Sinceramente, però, domare Harry Styles è complicato e stava iniziando ad imparare a sfuggire al controllo dei manager e di Louis, perché era anche Louis a tenerlo buono e zitto.
Così, grazie all’irrequietezza di Harry, quel Natale Louis avrebbe ricevuto proprio un bel regalo! La sua foto e quella di Harry in prima pagina, su un giornale di gossip o anche no. E quelle scritte, quei commenti, quegli sguardi… tutti su di loro.
Tremando, Louis, si coprì il volto con le mani mentre la folla urlava, mentre tutti li osservavano perplessi, stupiti, sconvolti… alcune persone, invece, sorridevano e gridavano felici – ma erano la minoranza, purtroppo-.
Cercando di non scappare e resistere Louis chiuse gli occhi, prese un profondo respiro mentre l’intero mondo lo osservava, lo minacciava con lo sguardo. Sentiva tutto su di sé, un grosso peso che… si era tolto. Per quanto ci stesse male, per quanto ora avesse paura delle conseguenze e per quanto volesse uccidere il suo Harry – anche se l’amava più della sua stessa vita adesso lo voleva appendere al soffitto, con una corda intorno al collo e lasciarlo a penzoloni -, sentiva che si era liberato da un peso, da una sofferenza e da un segreto che per troppo tempo si era portato dietro.
E mentre cadeva a pezzi, provando a farsi forza e fingere che andasse tutto bene, davanti al mondo intero, sentì quella mano… una soffice carezza sulla spalla, una mano famigliare, calda, morbida e sicura. Bastava un solo tocco che subito si sentiva meglio.
Volse lo sguardo alla sua destra, incontrando gli occhi di Harry. Si sorrisero e si presero per mano.
Fanculo gli altri.
 

Quella mattina

 
L’agitazione era tanta che si poteva tagliare con un coltello. Sembrava che anche la città ed il cielo avvertissero quella tensione.
Francoforte era piena di grigiore, nuvole, pioggia e nebbia. L’aria era invernale, una di quelle che punge sulla pelle anche se non c’è nemmeno un po’ di vento. Era fastidiosa, metteva ancora più ansia in tutti i cinque ragazzi che, proprio in quel momento, si trovavano all’interno di un bel furgoncino nero, dai vetri oscurati, diretti verso chissà dove. Il loro compito era vincere gli EMA, farsi notare, essere gli idoli delle ragazzine, tutto il resto non importava.
Liam, seduto accanto alla guida, canticchiava una canzoncina per calmarsi. Zayn e Niall cercavano di ridere e divertirsi tra di loro, per alleggerire la tensione anche se, dopo aver vinto già parecchi premi, non si sentivano così stressati come gli altri nell’attendere di essere chiamati, di vincere o perdere. A differenza di Harry.
Louis, di tanto in tanto, provava a parlare con Liam o con gli altri ma la sua attenzione era tutta sul suo ricciolino. Quella mattina si erano svegliati nello stesso letto d’Hotel, dopo che Harry, la sera prima, aveva avuto un incubo e, correndo nella stanza di Louis, si era fatto… “consolare”. Ma fin dalla mattina il riccio era stato strano, come se qualche oscuro pensiero lo turbasse. Nei suoi grandi occhi verdi si rifletteva del dubbio, dell’ansia, dell’incertezza.
«Ehi, Hazza, posso finire la tua colazione?» domandò Niall seduto sugli ultimi sedili. Solo sentendosi nominare Harry sussultò, come se si fosse appena svegliato da un sogno. Si guardò intorno cercando di capire chi avesse parlato e, quando si capì che si trattava di Niall, si sforzò di annuire anche se non aveva nemmeno capito cosa gli avesse chiesto.
«Grazie, Harry. Mi ricorderò di questo tuo raro gesto di gentilezza» ridacchiò Niall sporgendosi in avanti, infilandosi tra il sedile di Harry e quello di Louis. Sul grembo del riccio si trovava un invitante croissant che subito le mani di Niall afferrarono, portandosela via con sé. Zayn e il biondo tornarono a parlare tra di loro di varie cose, tra cui ciò che li aspettava quella sera: gli EMA 2012 di Francoforte, città che proprio in quel momento stavano attraversando per andare a provare la loro nuova canzone sul palco, per prepararsi e quant’altro.
Harry non aveva mangiato nulla quella mattina, non aveva nemmeno parlato tanto, solo aveva risposto quando gli erano state porse delle domande. Per il resto del tempo si era chiuso in se stesso, sommerso dai suoi pensieri. Parlarci, o meglio, creare una conversazione con lui, anche se eri Louis, era impossibile.
E proprio Louis stava ancora provando a parlargli, a estorcergli i suoi pensieri e qualche parola di bocca.
«Sei ansioso, babycake?» domandò di nuovo Louis, sorridendo dolcemente. Osservò attentamente Harry ma nulla. Se ne stava contro il finestrino del furgoncino, ad osservare fuori la città, e le gocce della pioggia che scivolavano lunga la superficie fredda del vetro. Fu come se non l’avesse sentito, l’aveva completamente ignorato così come stava facendo con il resto del mondo reale e circostante.
Le parole non servivano, quindi. Intuendo ciò Louis provò un’altra volta, posando una mano sulla sua coscia, coperta dai jeans, e disegnò dei piccoli cerchi con l’indice sulla stoffa. Lo osservò ancora, analizzò l’espressione del volto ed ogni movimento… ma ancora nulla. Harry sembrava addormentato nei suoi pensieri, nei suoi dubbi…
Era quella la cosa che più infastidiva Louis: a cosa stava pensando Harry? E gli dava fastidio non riuscire a capirlo. C’era qualcosa che gli teneva nascosto, qualcosa che stava pensando di fare… ma cosa? E perché?
«C’è qualcosa che non va Harry? Ti vedo… silenzioso» asserì Louis muovendo la sua mano verso quella di Harry, posata sul ginocchio. Lentamente gli sfiorò il dorso, sentì la sua pelle bruciare a quel contatto. Poi posò la sua mano su quella del riccio e strinse appena, cercando di donargli forza e calore.
Solo allora, finalmente, Harry si riprese leggermente. Scuotendo la testa lasciò scorrere gli occhi verdi dal paesaggio fuori il finestrino a quelli di Louis, e gli sorrise – un sorriso sforzato e pessimo, che, secondo Louis, avrebbe anche potuto risparmiarsi -.
«Va tutto bene, Louis»
Louis? E da quando lo chiamava Louis in privato?
Oh, Dio… no, ti prego, no!
Pensò allarmato Louis cercando di non dare a vedere la sua ansia ed il suo timore. Il furgoncino sobbalzò, avendo preso una buca profonda, fece trasalire il riccio, che allontanò la sua mano da quella del maggiore, per chiuderla in pugno.
Louis era troppo sconvolto per poter badare a ciò che accadeva all’esterno della sua mente. Harry che lo chiamava per nome, Harry che era distratto e assorto nei suoi pensieri… ciò significava solo che Harry aveva in mente qualcosa che avrebbe potuto avere conseguenze disastrose. A che diavolo stava pensando? Che voleva fare?
Il castano chiuse gli occhi, buttò la testa all’indietro, fingendo di addormentarsi, mentre, con la memoria, andava indietro nel tempo cercando, tra ogni ricordo con Harry, qualcosa che potesse rivelargli che cosa avesse in mente il riccio.
Andò dai ricordi più recenti fino a quelli più lontani: quella mattina quando si erano svegliati e Harry lo aveva baciato sulle labbra; quella notte di passione, bella come tutte le altre precedenti; il giorno prima, quando a tavola Harry aveva preparato da mangiare rischiando di incendiare la cucina del loro appartamento; due settimana prima mentre si facevano la doccia insieme, e Harry gli aveva rivelato che, prima o poi, avrebbe trovato la circostanza giusta per gridare al mondo quanto si amassero; un anno prima quando Louis gli aveva regalato l’anello e…
Un momento…
Le palpebre di Louis si alzarono all’improvviso, scoprendo le iridi azzurre dalla pupilla contratta. Voltò lo sguardo verso Harry e aprì la bocca, pronto per gridargli in faccia qualche raccomandazione e qualche rimprovero ma, proprio quando aveva emesso il primo suono, il furgoncino si fermò. Di scatto e velocemente si aprirono tutte le portiere. Gli uomini della sicurezza erano già pronti a prendere fuori i ragazzi, fare loro attraversare la folla di fan per farli entrare all’interno dell’edificio. Fu tutto veloce e confuso che Louis perse di vista Harry e gli altri. Un bodyguard lo prese, lo trascinò fuori dall’auto e tra le fan. I suoi piedi si muovevano ma la sua testa era solo su Harry… aveva capito cosa voleva fare, ne era più che sicuro…
La folla urlava e spingeva per abbracciare i ragazzi, Louis vedeva mille volti diversi, combatteva contro la paura e l’ansia, correva verso il dentro dell’edificio dove, con più calma, avrebbe potuto prendere Harry e fargli un bel discorsetto.
Senza accorgersene il bodyguard lo condusse verso una porta anti-incendio, il retro dell’edificio, aprì e lo fece entrare con poca grazia. Quando Louis sentì le grida della fan lontane e attutite dai muri si guardò intorno e sospirò sollevato. Era ancora vivo, era all’interno della struttura e c’erano solo bodyguard, manager, cantanti, attori e altra gente che provava, con tutto lo stuff.
Spaventato iniziò a cercare Harry e lo trovò subito accanto sé. Si rilassò appena, gli prese il polso e lo fece voltare verso di sé.
«Che c’è?» chiese perplesso Harry, corrugando la fronte e osservando il ragazzo confuso.
«So che…»
«Bene, eccovi arrivati!» esclamò una voce… una voce che a Louis non piaceva per niente. Si voltò verso chi aveva parlato e, come si era aspettato, si ritrovò di fronte Nick Grimshaw. Gli lanciò uno sguardo seccato, prima che Liam potesse aprire bocca per salutarlo Louis cacciò un lamento incomprensibile. Per poi aggiungere: «Scusaci, Nick, ma devo parlare con Harry…» afferrò il polso del riccio, che in volto aveva un piccolo sorrisino, e cercò di trascinarlo via. «… urgentemente» sottolineò duro e freddo, bisbigliando tra i denti con uno sguardo serio e minaccioso, rivolto verso l’amico.
Harry scrollò di dosso la presa del castano e salutò allegro Nick, seguito da Zayn, Liam e Niall.
«Siete ansiosi, ragazzi?» domandò Nick rivolgendosi, prevalentemente, verso Harry con uno guardo ambiguo. Louis incrociò le braccia sul petto, sbuffò e distolse lo sguardo, battendo nervosamente il piede.
«Un po’» ammise tranquillamente Liam con uno splendido sorriso sulle labbra. «ma ci siamo abituati»
«Già, non vediamo l’ora di vincere!» seguì Niall allegro, quasi salterellando.
«Siete così sicuri di vincere?» chiese Nick ridacchiando
«Certo! Noi siamo gli One Direction!»
Niall era un cucciolo, un bambino. Il suo modo di fare, leggermente infantile, fece sorridere Zayn che gli cinse le spalle mentre Liam gli accarezzava la chioma bionda.
«Oh, chiaro» sussurrò Nick tra sé e sé. Calò un breve silenzio nel quale Louis decise di approfittarsi di quella pausa per parlare a Harry. Il destino sembrava avverso, però… o forse era fatto di proposito? Come se Harry e Nick gli stessero impedendo di venire a conoscenza di qualcosa?
Perché, in quel preciso momento, Nick avanzò verso il riccio, gli cinse le spalle con un braccio e iniziarono a camminare vicini, lontani dagli altri.
«Allora, come andiamo, campione?» domandò tranquillamente Nick, scompigliando i riccioli del ragazzo affettuosamente.
Louis non ci poteva credere: Quel Grimmy che gli portava via il suo – suo!- Harry per parlare? E lui? Anche lui doveva cercare di capire cosa avesse in mente il suo – suo!- amante, ma forse aveva già capito e, se era ciò che pensava, doveva trovare il modo per fermarlo.
«Tutto okay, Lou?»
Il castano sussultò e si voltò di scatto, sentendo una mano premere sulla sua spalla. Liam lo guardava perplesso e premuroso.
«Sì, certo. Perché? C’è qualcosa che non dovrebbe andare?»
Forse era stato troppo aggressivo ma Liam, da buon’anima paziente qual era, sorrise dolcemente, accarezzando la schiena del ragazzo.
«No, era solo per chiedere. Anch’ io ho notato che Harry ha qualcosa di strano…»
«Strano?» sbottò Louis infastidito. Scosse le spalle e tolse la mano dell’amico. «No, non vedo nulla di strano in Harry. Oh, forse sì, invece! E’ Nick… il suo nuovo amore!»
E mentre ancora la lamentala di Louis andava avanti scoppiò una risata. Il castano si voltò con un’espressione ben poco rassicurante in volto.
Liam rideva divertito e, alle sue spalle, Niall e Zayn si limitavano a sorridere per non beccarsi la sgridata da Louis.
«Che c’è da ridere, eh?»
«Louis… tu, tu sei… geloso!» spiegò Liam cercando di calmare le risate. Già, c’era proprio da ridere. Di solito Louis non era geloso e, se lo era, lo nascondeva alla perfezione ma forse quel giorno l’agitazione era troppa anche per lui.
«Cosa?» osservò gli amici di sottecchi.
«Un po’ lo sei, Lou» concordò Zayn a bassa voce. Harry se n’era andato con Nick e aveva in mente chissà cosa – anche se Louis lo stava già intuendo – e adesso doveva perfino preoccuparsi dei suoi amici che gli davano del geloso?
Con uno sbuffo scosse la testa, alzò gli occhi al cielo e disse solo: «Come volete. Io vado a sentire com’è il programme e quando possiamo iniziare le prove». Si voltò ed iniziò a camminare più veloce possibile, cercando di smaltire la rabbia, la gelosia e qualsiasi altra emozione negativa che aveva in corpo. Dietro di sé riuscì a sentire il sussurro di Zayn: «E’ geloso, molto geloso» seguito dalla risata infantile e divertita di Niall.
 
Stavano tutti facendo il conto alla rovescia. Mancava pochissimo e poi avrebbero chiamato il vincitore della categoria “Best New”, nella quale erano nominati gli One Direction. Eppure Louis non pensava se avrebbero vinto o no… pensava a Harry e alla conversazione avvenuta meno di un’ora prima, in un bagno poco prima dell’inizio dello spettacolo.
Chiusi negli camerini Louis, che si era cambiato più in fretta possibile, aveva preso da parte Harry, l’aveva portato in bagno e, assicuratosi che non ci fosse nessuno, gli aveva finalmente parlato.
«Harry, so che hai qualcosa per la testa… e non mi piace per niente.» gli aveva detto chiaro e tondo, senza giri di parole, diretto… come piaceva a Harry.
Ma il riccio aveva risposto sorridendo, come per confortarlo - anche se non ci era riuscito-  gli aveva posato una mano sulla guancia e, dopo una breve e fredda carezza, gli aveva spiegato che non c’era nulla di cui preoccuparsi.
«Tranquillo, Louis. Sono solo in ansia e spero che… beh, spero di vincere altri premi.»
«Sì, ma… insomma, io, tu… e…» aveva allora balbettato insicuro Louis.
«Andrà tutto bene, Lou.» si era limitato a rispondere Harry, come se potesse tranquillizzare l’amante. Poi, sistemandogli la cravatta nera, gli aveva dato un piccolo e dolce bacio sulla fronte. «Dai, adesso finisco di cambiarmi» aveva concluso uscendo dal bagno e tornando in camerino, per finire di vestirsi.
Louis si stava grattando il mento, nervosamente e ansioso. Accanto a sé Harry era tranquillo, parlava sottovoce con Zayn, rideva e sorrideva come se fosse tutto okay, era completamente tornato l’Harry che il mondo conosceva, tranquillo, sfacciato, sorridente e normale.
Erano tutti seduti in seconda fila, riuscivano a vedere chiunque salisse sul palco perfettamente, ed erano pronti a scattare in piedi nel caso fossero stati chiamati.
In quel momento, al centro della scena, sotto gli occhi del mondo, si trovava Rihanna, con il suo bel vestito bianco e lungo, pieno di brillanti che, illuminati dai riflettori, riflettevano luce. In una mano reggeva un microfono, nell’altra aveva una busta. Guardava la folla di fronte a sé, gli occhi scuri erano colmi di una luce brillante e meravigliosa, felice di annunciare il vincitore di quella categoria.
Dietro di lei passavano le immagini dei vari video musicali, e dei cantanti, nominati. Il tempo passava, l’agitazione aumentava, anche Harry e Zayn avevano smesso di parlare, il cuore di Louis scoppiava nel petto e gli faceva mancare il respiro.
All’improvviso gli tornò in mente di due settimane prima quando lui e Harry si trovavano nella vasca del loro bagno, coperti dalla schiuma, sapone e vapore. Immersi nell’acqua e nei loro baci, vicini e abbracciati. Harry gli aveva sussurrato all’orecchio che, prima o poi, avrebbe trovato il momento giusto per rivelare la loro relazione segreta. E Louis aveva ridacchiato, ribattendo con un scherzoso ed ironico: «Sì, certo, Hazz. Solo quando saremo morti scopriranno che noi stavamo insieme» E la cosa non l’aveva preoccupato molto perché il suo dolce amante aveva riso di gusto, e la conversazione si era spenta lasciando spazio ai baci, alle carezze e all’amore. Louis, fino a qualche ora prima, aveva sempre pensato che quel giorno stesse scherzando. E nei giorni a venire il suo riccio aveva iniziato ad uscire con Nick, a nascondere qualcosa, a comportarsi in modo strano, ansioso e dubbioso.
Il castano fece di tutto, si sforzò di capire cosa Harry gli nascondesse ed era così preoccupato per ciò che nemmeno fece caso alla voce di Rihanna. Il microfono alle labbra dal rossetto rosso sangue, gli occhi felici, la busta aperta e lo sguardo che cadeva sopra, leggendo ciò che vi era scritto.
«E il vincitore della categoria Best New è…»
Ecco il solito silenzio stressante, quello che ti mettono per farti morire dalla curiosità e dall’ansia. Louis guardò Liam, il suo volto era serio e preoccupato, poi passò a Zayn, impassabile e freddo, e Niall, con le dita intrecciate, il volto che sperava ardentemente di vincere. Infine fissò Harry… sorrideva tra sé e sé a labbra socchiuse, non distoglieva lo sguardo dall’incantevole Rihanna, aspettava paziente e si preparava a qualcosa. Sembrava che stesse aspettando quel momento da sempre, si era preparato a lungo per ciò.
Louis provò a rilassarsi, chiuse gli occhi e scrollò le spalle. Dietro di lui sentì la mano di Eleanor, sì, era venuta anche lei per augurare loro buona fortuna ma, meglio per lei, era stata messa dietro di loro e non accanto. Louis non l’avrebbe sopportata per tutta la serata di fianco a sé.
«Il vincitore degli EMA 2012 di Francoforte, nella categoria Best New è…»
Agitazione, ansia, spavento, attesa e speranza.
«…Gli One Direction!» esclamò Rihanna. Louis non ebbe nemmeno tempo di realizzare cosa fosse successo che tutti iniziarono ad applaudire e ad urlare, che i riflettori vennero puntati su di loro e furono costretti a far funzionare i loro cervelli, ad alzarsi e abbracciarsi. Senza nemmeno rendersene conto Louis venne sommerso dagli abbracci dei suoi compagni di band.
Sentì Liam stritolarlo, Zayn buttarsi su di loro e avvolgerli tutti in un mega abbraccione di gruppo, Niall gridare felice e Harry cingere i fianchi  di Louis.
«Venite sul palco, ragazzi!» li chiamò Rihanna «Su, un bel applauso!» disse rivolta alla folla e tutti l’ascoltarono. Applaudirono, se possibile, ancora di più e felici. E Louis poté immaginarsi tutte le loro fans, che in quel momento, davanti allo schermo della tv, stavano saltando per tutta la casa, piangendo, gridando o sorridendo allegre. Quel pensiero lo calmava e lo confortava, era ciò che aveva sempre desiderato: rendere fiero qualcuno di ciò che era. Quelle fan che l’avrebbero sempre amato anche se la sua relazione con Harry fosse stata rivelata? Su quello aveva ancora dei dubbi, ma voleva evitare di arrivare a scoprire cosa sarebbe potuto succedere se tutto fosse stato svelato.
I bodyguard muscolosi e vestiti di nero li condussero fino al palcoscenico, evitando che fan o la folla li schiacciasse. Salirono in fila indiana, fermandosi accanto a Rihanna, felice e sorridente. I suoi capelli erano ricresciuti dall’ultima volta, adesso aveva un grazioso caschetto, del suo colore naturale. Il largo sorriso in volto indicava che anche lei era soddisfatta del bel lavoro che quei ragazzi avevano fatto.
Nonostante le difficoltà, il destino avverso, nonostante la fatica e tutti gli alti e bassi i cinque ragazzi erano ancora insieme, erano arrivati così in cima, tenendosi sempre per mano per tutti quei pochi anni insieme, e ne avrebbero fatta ancora molta di strada. Per ora si accontentavano di essere la band di maggior successo in tutto il globo.
«Questo premio è tutto per voi!» Rihanna passò felice il piccolo premio in mano a Liam, che sorrideva raggiante. Zayn e Niall sembravano non crederci, come se fosse un sogno. Louis era quello che sapeva mantenere meglio la calma, infatti se ne stava tranquillo, a guardare la platea stracolma che si estendeva ai suoi piedi, e sorrideva soddisfatto e orgoglioso della sua band. Harry, gli stava vicino…molto vicino, sembrava ansioso, anche se si sforzava di sorridere.
«Dio, non so proprio che dire» sussurrò incredulo Liam al microfono. Si levò qualche grido e degli applausi da parte della folla. Il premio passò nelle mani di Niall, che lo guardò con gli occhi lucidi, poi lo alzò per mostrarlo al mondo intero.
«Beh, ecco, io dovrei dire qualcosa» disse Harry serio. Fin troppo serio. Ciò fece preoccupare tutti, e lo si capì quando calò appena appena del silenzio nella platea. Rihanna si spostò di lato, per lasciare spazio ai ragazzi. Liam e gli altri si voltarono verso il riccio, lo guardarono perplessi e Louis esaminò la sua espressione: seria, preoccupata, tesa… doveva dire qualcosa di importante, era chiaro.
«Oh, allora prendi» mormorò Liam passando il microfono a Zayn che lo porse a Harry. Il riccio lo prese in mano, come se fosse un pericoloso serpente e volesse ferirlo. Si respirava nell’aria la tensione, c’erano piccoli bisbigli tra la folla, gli amici erano tranquilli e pronti ad ascoltare ciò che il loro compagno aveva da dire.
Louis osservò Harry, gli posò una mano sulla spalla e gli sorrise. Voleva ringraziare le sue fan… oh, adorava quel suo lato dolce e gentile! Louis sapeva che a Harry piaceva tutta quell’attenzione e quella premura da parte delle loro fans, e come potevano non ringraziarle?
Tranquillamente Louis fece l’occhiolino al riccio, come se volesse incitarlo a parlare. Ma lui non reagiva. Aveva il microfono in mano, davanti alle labbra, i suoi occhi verdi e luminosi scrutavano la folla, si guardavano intorno. E l’amico iniziò a preoccuparsi… arricciò le labbra e gli si fece più vicino, premendo di più la mano sulla spalla.
«Harry?» mormorò perplesso, cercando di svegliarlo. Era come se, improvvisamente, gli fosse presa la paura del palcoscenico. Liam e Zayn si scambiarono sguardi confusi, Niall si osservò intorno preoccupato. Harry doveva dire qualcosa, tutti stavano aspettando che parlasse, la folla aveva smesso di fare rumore, Louis sentiva il cuore scoppiare nel petto per l’agitazione.
Gli tremavano le mani, aveva voglia di prendere quel microfono e dire qualcosa di insensato pur di interrompere quel silenzio imbarazzante.
«Io…» quando, miracolosamente, Harry parlò la sua voce era incrinata, spaventata. A quel punto lo sguardo freddo di Zayn si trasformò in preoccupazione. Liam e Niall aspettarono che continuasse tranne Louis. Fissava il riccio pensieroso e, ovviamente, confuso e ansioso. Harry si fece forza, si schiarì la gola e rivolse uno sguardo fugace a Louis, che rimase immobile ad aspettare qualsiasi cosa…l’importante era non fare figuracce o qualsiasi cosa di cui poi si sarebbero pentiti.
«Io v-vorrei» il riccio deglutì rumorosamente, chinando il volto e chiudendo gli occhi. Andava tutto bene? Aveva bisogno di prendere una boccata d’aria? Louis provò a farlo rilassare accarezzandogli la schiena, perché se Harry stava male stava male pure lui. E non potevano permetterselo, in quel momento.
«Va tutto bene, Harry?» mormorò Liam muovendosi veloce sul palco, e avvicinandosi al riccio. Questo alzò lo sguardo e prese un profondo respiro.
«Sì, certo. Dovevo solo…» si fermò per fare una breve pausa, i suoi occhi pensarono velocemente e poi, senza preavviso, si voltò verso Louis, gli sorrise e riprese la forza. «…ho solo qualcosa da dire, tutto qua.»
Le gambe di Louis erano gelatina, le sue mani tremavano spaventante. Sentiva l’intestino contorcersi, sul petto aveva una specie di masso che gli bloccava il respiro. Deglutì e respirò piano, lentamente, mantenendo la calma. Cosa stava succedendo? Perché sentiva che qualcosa non andava? Cosa aveva intenzione di fare Harry? E perché in quel momento lo stava guardando, gli sorrideva dolce e felice, lo fissava negli occhi…
Oh, quegli occhi verdi lo distraevano da tutto. Gli facevano dimenticare ogni cosa, cedeva sotto la loro bellezza.
Tutto era in silenzio, tutti si stavano chiedendo “cosa vuole dire Harry Styles?” e tutti aspettavano, compreso Louis.
«Ho aspettato per troppo, Louis…» mormorò Harry, il suo debole sibilo sfiorò appena il microfono, perché si era già allontanato dalle sue labbra.
Louis spalancò gli occhi, smise di respirare. Si portò, d’istinto, una mano sul petto come per non svenire. Si sentiva girare la testa, non riusciva a muoversi… ormai aveva capito, dagli occhi dell’amante, ogni cosa. Fu tutto veloce, una frazione di secondo. Nessuno se lo aspettava, Louis l’aveva capito per davvero solo in quel preciso momento.
Harry abbassò il microfono, con una mano avvicinò a sé Louis, immobile, con gli occhi spalancati, senza sapere come reagire, le gambe che avrebbero potuto cedere da un momento all’altro… e lo baciò.
Tutto ciò che avevano creato avrebbe potuto crollare per un bacio… di fronte a milioni di persone.
Le telecamere erano su di loro, ogni sguardo, tutti quegli occhi e quelle persone che li stavano seguendo, che li amavano per le loro canzoni… li avrebbero amati in qualsiasi modo?
Se non ci fosse stato il braccio di Harry a cingergli i fianchi sarebbe crollato a terra. Louis sentiva il suo cuore martellare tra le costole, percepiva le sue labbra tremanti contro quelle del riccio, si sentiva a pezzi, distrutto, come se stesse rovinando la sua torta di compleanno, che tanto amava… tutti l’avrebbero odiato ora, avevano distrutto la loro immagine, tutti avrebbero parlato di loro e delle loro relazione… cosa sarebbe successo? Era così confuso Louis, non riusciva nemmeno ad allontanarsi, a ribellarsi. Restava lì, a lasciare che Harry lo baciasse sulle labbra, un bacio che, sicuramente, sarebbe stato presto censurato dai manager.
La folla, ovvio, era incredula. Rihanna teneva occhi e bocca spalancati, Liam e Zayn scuotevano la testa… anche loro avevano capito che era la fine della loro avventura? Adesso tutti li avrebbero guardati in modo diverso. Niall, invece, provava a non fare cadere il premio per lo stupore. Non si aspettava che rivelassero la loro relazione… così. Tutti erano sconvolti.
Louis, chissà quale neurone gliel’aveva permesso, riuscì a portare una mano sul petto di Harry e, con le poche forze che aveva in corpo, lo spinse appena, allontanandolo. Quando le loro labbra si staccarono, gli occhi azzurri di Louis volarono sul pavimento, chinò la testa e provò a riprendere fiato, cercò di non crollare davanti a tutti. Harry, a differenza, guardò la platea senza parole… alcuni applaudivano, altri gridavano, altri bisbigliavano. Alcuni erano disgustati, altri felici, altri commossi e altri ancora sconvolti. Lui, però, sorrideva… come se non fosse successo nulla di strano.
«Oh… mio…Dio» esclamò stupita Rihanna.
Niall si avvicinò a Harry prima che Zayn potesse prenderlo a botte per… quella mossa patetica e autolesionista per il gruppo.
«Harry, ma che…?»
Il riccio non lo ascoltò. Ignorò la folla, le facce sconvolte, le luci puntante su di loro… semplicemente cinse le spalle di Louis e gli sorrise.
«Ti ho sconvolto, eh?»
Louis avrebbe dovuto credergli quando, settimane prima, gli aveva detto che avrebbe trovato l’occasione giusta per rivelarsi… ma non avrebbe mai pensato che fosse quella “l’occasione adatta” per dire tutto. E ora? Insomma, perché non aveva pensato alle conseguenze?
Ora non c’era più nulla da fare, non si poteva più mentire, come Louis era sempre stato bravo a fare. Era finita, avevano rovinato tutto… l’unica cosa che era rimasta da fare era chinare il volto, nasconderlo tra le mani e sospirare distrutto, mentre tutto il mondo li stava osservando e… chissà cosa pensavano! Chissà quante fan sarebbero rimaste con loro! E chissà cosa gli avrebbero detto i manager…
«Ehi, sei rimasto traumatizzato?» continuava a ripetere Harry, ridacchiando, felice e sorridente. Louis, però, riusciva a sentire i suoi muscoli tesi, le sue mani fredde e tremanti, ciò indicava che anche lui aveva paura. Eppure ora il mondo sapeva che erano gay, che stavano insieme e che quel tanto discusso Larry Stylinson era vero.
Liam provava a parlare, a spiegare ma non c’era più nulla da fare. E Harry continuava a giocare, a sorridere felice.
«Era da tanto tempo che desideravo farlo. Louis,» disse il riccio rimpossessandosi del microfono. Puntò gli occhi sul ragazzo, gli mise una mano sulla spalla e questo alzò lo sguardo. D’istinto si sorrisero, per darsi forza. «Non mi importa di quello che succederà, okay?»
Il mondo non esisteva più, non c’erano le fan, non c’erano conseguenze. Quando Louis e Harry si guardavano negli occhi, come in quel momento, esistevano solo loro. E Louis riuscì a trovare di nuovo la forza, si sentì sollevato dallo sguardo dolce e sincero dell’amante.
«Nick, in questi giorni, mi ha aiutato molto. Mi ha detto che era la cosa giusta da fare» disse sincero, poi, tra la platea, cercò con lo sguardo Nick e, trovandolo, gli sorrise dolce. «Grazie, Grimmy!» esclamò.
Ecco perché avevano passato così tanto tempo insieme… tra tutto quel grigiore Louis ci vide un po’ di speranza. Beh, la cosa positiva era che il suo ragazzo non l’aveva tradito, e non c’era bisogno di essere gelosi. Oh, ma la cosa negativa era che ora il mondo intero sapeva della loro relazione.
«Louis, non voglio più avere paura… non c’è bisogno nemmeno di vergognarsi. Voglio solo… stare con te. Tenerti per mano in pubblico, vivere come una coppia normale. Voglio vivere questa vita con te»
Dalla platea si levarono dei bisbigli di approvazione, degli “oooh, che dolce” di qualche ragazzina romantica.
Louis era ancora stordito. Descrivere ciò che provava gli era impossibile. Si sentiva semplicemente fuori dal suo corpo, distante anni luce… voleva rifugiarsi negli occhi verdi di Harry, nel suo petto ampio e cado, chiudere gli occhi e fare finta che fosse tutto un sogno.
«Mi dispiace se ho rovinato tutto, però sono stanco di non potere dirti quanto ti amo davanti a tutti.» 
«H-Harry…» provò a fermarlo ma la sua voce si spense, gli occhi gli si riempirono di lacrime, che provò a nascondere. Harry gli si fece vicino, gli sfiorò la guancia con una mano e gli sorrise.
Poi Louis capì una cosa: che non importava nulla. Non bisognava né piangere, né avere paura e nemmeno vergognarsi. Loro erano così, loro si amavano ed erano stanchi di nasconderlo. Le fan vere avrebbero capito e li avrebbero continuati a seguire, il mondo ed i manager si sarebbero abituati a vederli insieme. Tutto sarebbe andato per il verso giusto fino a quando sarebbero stati insieme. Niall, Zayn e Liam non avevano mai avuto problemi con la loro relazione, niente sarebbe cambiato per loro.
«Louis, io ti amo» sussurrò Harry, vero, sincero, sicuro. Quello era il più bel segreto che avessero mai avuto il coraggio di rivelare. Così Louis, confortato da quella dolce e calda carezza sulla sua guancia, commosso nel vedere quegli occhi verdi incrociarsi con i suoi, e sicuro di potercela fare solo con Harry al suo fianco, raddrizzò le spalle, alzò il volto, fissò il ragazzo in volto e mormorò: «Ti amo anch’io, Harry»
Si sorrisero, con gli occhi lucidi, si presero per mano e andarono incontro al loro destino.
 
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Ignorate i miei scleri ma avevo bisogno di scriverlo. Insomma, spero davvero che agli EMA succeda una cosa del genere. Sarà impossibile, immagino. Vi è piaciuto? Anche voi volete che succeda una cosa del genere tra quei due?
Scusate per gli errori ma sono esausta e non mi va di correggere. Fatemi sapere che ve ne pare in una recensione. Grazie.
Ciao ciao :) x 
  
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