Sospiro
lentamente, lasciando fluire l’aria a pieno
nei miei polmoni nel tentativo di fermare la valanga di pensieri che si
è
accalcata nella mia mente, inspiro ed espiro ad occhi chiusi
lasciandomi
cullare dal ritmato suono delle onde che si infrangono sul bagnasciuga.
Schiudo
lentamente le palpebre facendo filtrare la luce del tramonto, sono
giunta fino al mare per rilassarmi, per lasciarmi scivolare di dosso
tutto
quello schifo che, nell’ultima notte dell’anno mi
è apparsa la mia vita, sono
venuta a cercare la mia rinascita, sono
venuta a cercare te!!!
Chiudo
nuovamente gli occhi, finalmente posso
sentirti vicina!
Il
suono argenteo della tua risata riempie l’aria
facendo vibrare di gioia il mio cuore, i tuoi capelli rossi
scompigliati dal
vento, le tue guance rosse per il freddo, i tuoi occhi verdi e grossi
sempre
fissi su di me, quegli occhi che sapevano vedermi come io non ero mai
stata in
grado di fare, le tue mani strette nelle mie. La
tua malattia. La mia triste malinconia.
“Chiudi
gli occhi, Izzie. – la tua voce, chiara,
adesso come allora – devi imparare ad ascoltare il mare. Devi
ascoltare il
calore del sole! Devi imparare ad ascoltare quello che ti circonda,
così
riuscirai ad ascoltare anche me quando sarò andata via. Ti
sembrerò lontana, ma
sarò sempre qui. Dovrai solo imparare ad ascoltare la mia
voce.”
Calde
lacrime bagnano il mio viso. Adesso, come
allora. Non apro gli occhi. Non sono ancora pronta a perderti. Non lo
sono mai
stata. Mi lascio cullare dal dolce ricordo di quell’ultimo
pomeriggio passato
qui, lo stesso freddo tramonto di oggi a fare dal scenario al nostro
addio.
Sapevi di non avere più tempo, con feroce
crudeltà quella malattia che credevi
di aver sconfitto era venuta a reclamare il suo tributo. Sapevi che non
ero
pronta a perderti, non ero capace a camminare da sola sulle mie gambe,
non ero
pronta ad affrontare la vita senza di te, la mia più cara
amica, la sorella che
non avevo mai avuto. La metà della mia stessa anima.
La
tua mano si stringe attorno alla mia, adesso,
come allora, mentre raccolgo un po’ di sabbia, stringo forte
per non perdere
neanche un solo granello e l’avvicino alle mie labbra.
“Sarò
come questa sabbia. Minuta e fragile, cullata
dal vento che mi porterà via, verso nuove avventure
– i tuoi occhi brillanti di
amare lacrime - fino
a quando un
bambino, un innamorato, un sognatore, alla luce del tramonto
continuerà a
soffiarmi via. Volerò sui mari più azzurri, nei
cieli più sconfinati. Ma
tornerò sempre da te, Izzie. Ci sarò sempre per
te, ma devi lasciarmi andare
ora!”
Un
soffio leggero e la sabbia vola via dalle mie
mani, stai volando nuovamente via da me.
Buon
viaggio, amica mia.