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Autore: Withoutdreams    19/10/2012    1 recensioni
- Soul Eater Evans certi pensieri smielati non sono da te – si rimproverò mentre aspettava che Maka tornasse con le pizze, aveva dimenticato di ordinarla per Blair ora che ci pensava.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Walking on a wire

 - Che ci fai in camera mia? – chiese irritata Maka fulminandolo con lo sguardo il ragazzo dalla criniera argentea disteso supino sul suo letto.
Soul fissava assorto il soffitto, respirava a pieni polmoni il profumo di Maka del quale erano impregnate le coperte e non smetteva di chiedersi quando la ragazza sarebbe tornata, era talmente perso nei suoi pensieri che non sentì né la voce di Maka né il letto piegarsi sotto il suo peso.
- C’è un letto anche in camera tua, quindi vai in quello. Ho sonno e voglio dormire – sostenne acida cercando di spingerlo giù dal letto.
Le mani fredde di Maka lo riportarono alla realtà in modo brusco, le sue mani fredde gli fecero venire i brividi nonostante indossasse la felpa.
- Che stai facendo? Mi stai violentando? Guarda che non si fa così – le disse con aria saccente mentre la costringeva sdraiata sul letto. Le avvolse le mani attorno ai polsi e con le ginocchia puntate sul letto le bloccò le cosce leggermente scoperte a causa della gonna scozzese che le era salita un po’.
- Che diavolo stai facendo?! Togliti! – sbraitò Maka rossa in viso.
Soul avvicinò il volto a quello della ragazza sperando di riuscire a capire se il suo rossore fosse dovuto all’imbarazzo o all’ira; a giudicare dalla luce omicida che le illuminava gli occhi smeraldo, era più probabile la seconda ipotesi. Si lasciò sfuggire un sospiro deluso: in quella ragazza non riusciva proprio a suscitare nessun sentimento oltre all’ira, era ingiusto. Ormai da un anno ogni volta che la vedeva si sentiva impacciato, anche se non lo dava a vedere, non sarebbe stato cool, il respiro gli diventava irregolare e il cuore gli batteva talmente sonoramente in petto che temeva che Maka potesse sentirlo. Era imbarazzante e non l’avrebbe mai detto a nessuno, ma nel profondo accettava quelle emozioni; lo facevano sentire vivo, no, era Maka che lo faceva sentire vivo.
Ringhiando come un animale in trappola Maka cercava di divincolarsi dalla presa di Soul. Non riusciva a muovere le braccia e le gambe erano bloccate da quelle del ragazzo, l’unica cosa che riusciva a muovere era la testa.
- Pensavo di sentire l’eco dello scontro, razza di testa vuota – lo schernì Maka mentre rapida si allontanava dal letto, da lui.
- Sei la persona più violenta che abbia mai conosciuto! – si lagnò Soul strofinandosi la parte lesa, tutta la fronte gli doleva, ma era felice perché in quel momento i loro visi erano stati più vicini che mai. La guardò appoggiarsi con la schiena alla porta e lasciarsi cadere a terra portando le gambe al petto, dall’alto del letto riusciva a intravederle gli slip bianchi.
- Che ti ridi adesso? Sei un maniaco, Soul. Sparisci da camera mia e vai a importunare Blair! – soffiò adirata dal pavimento.
Sarebbero potuti passare secoli e mai sarebbe riuscito a capire quella pazza ragazza. Prima lo riempiva di Maka-chop perché Blair lo tormentava, poi lo spingeva a fare la medesima cosa. Si passò una mano tra i capelli, cosa ci trovava in quella stupida secchiona? Perché era così attratto da quella violenta ragazzina con i codini e senza tette o qualsivoglia curva, anziché da ragazze come Tsubaki o Liz o Blair?
- Ma io non voglio importunare Blair, lei non m’interessa – affermò veloce mentre pigramente scendeva dal letto. Si fermò a pochi centimetri dalla rannicchiata figura di Maka e guardandola fisso negli occhi posò la mano affusolata sulla maniglia.
- Perché eri in camera mia? – chiese Maka non accennando a spostarsi dalla porta.
Soul sbuffò e si piegò sulle ginocchia per arrivare all’incirca alla stessa altezza di Maka. Lo guardava con aria interrogativa e le labbra tirate in un sorriso irritato, aspettava ansiosa la risposta, non vedeva l’ora di cacciarlo dalla stanza e gettarsi tra le braccia di Morfeo, ma prima voleva sapere cosa aveva spinto Soul a entrare in camera sua.
La mano di Soul le scivolò rapida sulla sua nuca ed esercitando una leggera pressione fece si che i loro volti si avvicinassero e che le loro labbra premettero una sopra l’altra. La prima cosa che Maka riuscì a pensare fu che i baci erano umidi, la seconda fu che doveva trovarsi un nuovo coinquilino, che possibilmente non fosse un maniaco, e la terza fu che le labbra di Soul erano davvero morbide.
Pochi istanti prima che le loro labbra s’incontrassero Soul aveva socchiuso gli occhi, mentre i suoi non riuscivano a chiudersi, restavano spalancati persi a fissare le palpebre del ragazzo.
La mano di Soul smise di premerle la nuca e il calore del respiro del ragazzo si fece sempre più debole, fino a risultare impercettibile. Gli occhi carmini del ragazzo la fissavano attentamente, alla ricerca di una qualche emozione diversa dallo stupore. Soul notò che le gote di Maka si erano leggermente imporporate e che le labbra gonfie e rosee tremavano debolmente. Non riuscì a nascondere la delusione e lo scontento nel vedere la misera reazione di Maka e per non darlo a vedere si alzò e triò violentemente la porta che spinse in avanti la ragazza.
- Voi uomini siete tutti uguali, - affermò seria tirandosi in piedi e lisciandosi la gonna – avete in testa solo quello e appena potete ne approfittate – continuò certa di quello che stava dicendo, come se avesse alle spalle una grande esperienza in fatto di uomini.
Stava perdendo l’equilibrio, faticava a rimanere su quel sottile filo che rappresentava la loro complessa relazione. Entrambi camminavano sul filo, andavano l’uno incontro all’altra cercando di coordinare i movimenti, le loro emozioni, ma in quel momento Maka si era girata in modo brusco, aveva cambiato direzione senza preoccuparsi del fatto che il filo dondolava pericolosamente sotto i suoi piedi.
- Sì, siamo tutti uguali – concordò più triste che sarcastico Soul mentre apriva la porta di fronte a se. Era stanco di essere l’unico a tentare di approfondire la loro relazione, di camminare su quel dannato filo. Se lei faceva per scendere, l’avrebbe fatto anche lui, in un modo o nell’altro.
Anche dopo che Soul ebbe chiuso la porta dietro di se, Maka continuò a fissare quel parallelepipedo di legno che aveva inghiottito il ragazzo. Sentiva le gambe e le braccia pesanti che doloranti imploravano il riposo, ma il suo cervello non riusciva a smettere di pensare a Soul, a quello che aveva fatto e detto.
Si lasciò cadere di peso sul letto, proprio dove prima era sdraiato l’albino, si mise su un fianco e affondò il viso nel cuscino. Flebile, quasi irrilevante c’era ancora il profumo di Soul, muschio bianco. Sentì le labbra stendersi in un largo sorriso e le palpebre chiudersi; Maka si addormentò con in sottofondo il battito veloce e irregolare del suo cuore.
Aprì gli occhi e guardò l’orologio; aveva dormito di un sonno senza sogni per poco, infatti, si sentiva ancora stanca, ma non assonnata. Si girò in direzione della porta e vide Soul seduto a terra con le spalle appoggiate alla porta che la guardava con il volto serio e gli occhi illuminati da una luce che Maka, arrossendo, riconobbe come dolcezza. Non era brava a capire le emozioni delle persone solo guardandole in faccia, soprattutto quando si trattava di Soul, eppure era certa di aver compreso bene il sentimento che albergava negli occhi del ragazzo.
- Hai dormito poco – constatò Soul guardando l’orologio che aveva al polso.
- Di nuovo qui? Mi devo preoccupare? – chiese la ragazza stropicciandosi gli occhi.
Com’era buffa Maka, a diciassette anni sembrava ancora una bambina. Il suo sorriso scomparve rimpiazzato dalla consapevolezza che quello era forse uno degli aspetti che più amava di lei: appariva fragile e infantile nonostante la sua vita fosse già stata segnata dall’infimità della natura dell’uomo, di suo padre, così piccola e così seria, gli faceva venir voglia di proteggerla.
- Ho ordinato la pizza per cena – la informò tirandosi in piedi aiutandosi con le mani.
- Per me l’hai presa ai funghi? – chiese Maka preoccupata che il ragazzo avesse sbagliato l’ordine per lei, a parlare di cibo si accorse di avere una gran fame.
Soul si avvicinò al letto, ma non vi si sedette, rimase in piedi accanto a lei fissandola, Maka lo fissava a sua volta.
- Non hai freddo? La coperta mi sembra un po’ troppo leggera – butto giù Soul sfiorando con le punte della dita la coperta verde di Maka.
- No, sto bene così. E se anche fosse, cosa dovrei fare? Verresti a scaldarmi tu? – chiese Maka sarcastica.
Soul drizzò la schiena e prese a camminare attorno al letto, fino ad arrivare al lato vuoto, sollevò le coperte e vi s’infilò sotto. Si avvicino il più possibile a Maka che era rimasta pietrificata nella sua posizione, era su un gomito con il busto rivolto dalla parte opposta di Soul. Posò una mano sul suo fianco e allungando il collo le sussurrò nell’orecchio: - Ti avrei consigliato di prendere una coperta più pesante, ma se preferisci così, per me va bene -.
Il campanello suonò ed entrambi i ragazzi si guardarono negli occhi.
- Io non vado, sono ancora stanca – disse Maka lasciandosi cadere sul letto e dimenticando la fame.
- Andrà Blair – predette Soul sistemandosi accanto alla ragazza.
Di nuovo il campanello suonò, segui una terza volta e una voce roca e maschile che chiedeva se qualcuno era in casa.
- Vabbè, vado io, tu l’hai ordinata – sbuffò Maka stanca di tutto quel rumore.
Stavano ancora camminando su un filo, ma almeno erano insieme, tanto vicini l’uno all’altra da sfiorarsi e prima o poi sarebbero scesi, non da soli, non un dopo l’altra, ma insieme, mano nella mano.
- Soul Eater Evans certi pensieri smielati non sono da te – si rimproverò mentre aspettava che Maka tornasse con le pizze, aveva dimenticato di ordinarla per Blair ora che ci pensava.
 




Angolo dell'autrice
Smetterò mai di torturarvi con queste scontate e sdolcinate storie?
Molto probabilemnte no!
Ma ho altro da fare oltre che stare al computer a scrivere?
In teoria sì, ma non molta volgia di dedicarmi ai radicali *maledice chi li ha inventati*
La pianti di scrivere sto cacchio di angolo dell'idiota e lasci in pace i poveri malcapitati che hanno aperto questa roba?
E va bene, non ti agitare! Adesso me ne vado!
maka_evans97
  
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