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Autore: V@le    01/05/2007    1 recensioni
E se Ramon Victorino fosse un campione di calcio argentino e migliore amico di Juan Diaz? E se avesse una sorella per cui Juan ha una particolare attenzione? Leggete e scoprite... N.d.A. Il titolo è tratto da un verso della canzone "Hermanita" degli Aventura ULTIMO CAPITOLO
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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ayer...


CAPITOLO 6
 
Ingrid aprì lentamentre gli occhi, per poi richiuderli stiracchiandosi. Sbadigliando, ripensò al sogno che aveva fatto: lei e Juan, l'una tra le braccia dell'altro, sul masso, avvolti dal buio...
Si alzò, strofinandosi le mani sul viso per svegliarsi. Poi con un dito si sfiorò le labbra. Sorrise.
Non era stato un sogno. Si vestì serenamente, per poi raggiungere i genitori già svegli in cucina.
-Buongiorno cara- la salutò amabilmente la madre.
-Buongiorno!- esclamò lei prima di darle un bacio sulla guancia -Buongiorno papà!- disse poi abbracciando da dietro il genitore seduto.
-Buongiorno piccola. Sei proprio di buon umore stamattina.
La ragazza gli sorrise mettendosi a tavola.
-Oggi devo andare nel paese qui vicino a prendere un po' di cose da tuo zio. Vorrei che mi accompagnassi.
-Va bene. Mamma, se passa Alan per gli esercizi glielo dici tu che sono via?
-Certo, cara.
-Bene- concluse il capofamiglia -appena finita la colazione andiamo.
Terminato il pasto, uscirono.
Appena la porta si chiuse dietro di loro, Ramon entrò lentamente nella stanza sbadigliando.
-'Giorno, mamma.
-Buongiorno, caro- rispose lei mentre gli serviva la colazione in tavola.
-Papà dov'è?
-Lui e Ingrid sono andati da vostro zio per andare a prendere certe cose.
-Ah- sbuffò disinteressato cominciando a mangiare.
-Ingrid per caso ti ha detto di cosa ha parlato con la sua amica Nelly ieri?
-Huando sci hono harhate?
-Inghiottisci prima di parlare, per favore.
Il ragazzo deglutì.
-Quando si sono parlate?
-Ieri al telefono.
-Ah. Comunque no, non mi pare mi abbia detto niente. Perché?
-Stamattina è allegra come una pasqua, pensavo fosse per qualcosa che si sono dette... ieri sera era così pimpante?
-No, non mi pare.
-Oh, beh, tanto meglio se si diverte qui.
 
La mattinata era passata velocemente. Forse perché era contenta di aver rivisto lo zio e i cugini, o semplicemente perché non pensava ad altro che alla notte precedente.
Era pomeriggio e Ingrid stava tornando a casa col padre. Che sembrava voler dire qualcosa. Lei aspettava; non aveva fretta di sapere. In ogni caso la spiegazione arrivò presto.
-Ingrid.
-Sì?
-Vorrei discutere con te di una cosa.
-Va bene.
-Io mi rendo conto che sei ancora giovane e comunque tanto impegnata per pensarci, ma vorrei parlartene lo stesso.
-Ok.
-Io ti considero una ragazza matura e responsabile e in questi giorni mi sto rendendo conto che lo sei. Quindi nel caso tu trovassi qualcuno mentre stai in compagnia, io mi fiderei, nel senso che so che non ti andresti a mettere con un ragazzaccio.
-Certo.
-Ma quando comincerà a trattarsi di storie più serie, sì insomma, che potrebbero andare a sfociare in...
-...matrimonio?
-Esatto. In quel caso, io sinceramente preferirei vederti con uno dei nostri, con un argentino intendo. Ancora meglio, uno che conosciamo.
-Tipo?
-Tipo...non lo so...qualcuno tipo Juan Diaz. Ecco: lui è un bravo ragazzo che sicuramente ha una carriera davanti. Qualcuno come lui: bravo e in grado di poterti garantire sicurezza per il futuro.
-E' un po' presto per parlare di matrimonio, non ti pare?
-Sì, ma a settembre ritornerai dal fratello di tua madre e non so quando avremo l'occasione di parlare ancora di queste cose.
-Capisco. Non ti preoccupare. Ne terrò conto.
-Grazie, piccola.
La ragazza sorrise davanti alla preoccupaione del padre. Certo, sarebbe stato davvero difficile ripartire.
 
-Non ci posso credere.
Alan fissava la faccia contrariata di Ramon per nulla turbato.
-Ma andiamo, lo sapevamo tutti e due che prima o poi sarebbe successo- cercò di calmarlo -anzi, ha avuto un bel coraggio Juan a raccontartelo.
-Sì, proprio un bel coraggio. Sai cosa gli avrei fatto a tutti e due se l'avessi visti?
-Un bel niente. Senti, si piacciono, lo sanno tutti i ragazzi del paese. E' normale che vogliano provare a stare insieme.
-Alan, ma non capisci!- Victorino cominciava a scaldarsi -Ingrid deve ritornare in compagnia a settembre: cosa faranno?
-Ma questo è un problema loro. E poi che ne sai che non possa funzionare come storia a distanza?
-Non funzionerà perché se uno diventa calciatore e l'altra cantante, non so chi dei due farà prima le corna.
-Certo che hai una stima per tua sorella e per il tuo migliore amico...
-E' una di quelle storielle adolescenziali che finirà in un mare di lacrime e io non voglio vedere Ingrid soffrire.
-Ma chi ti dice che soffrirà...
Pascal si zittì vedendo arrivare l'oggetto della discussione.
-Ciao ragazzi.
-Ciao Ingrid- rispose Ramon scuro.
-Che c'è?
-Ecco- iniziò Alan cercando il modo migliore per non far litigare nessuno -Juan ci ha detto, generalmente eh, quello che è successo ieri notte.
Per un attimo la ragazza rimase a bocca aperta.
-Oh...bene- disse poi -è giusto che ve ne abbia parlato. Ma che cos'hai allora tu?- chiese al fratello.
-Non gli sta bene- spiegò Alan.
-Ramon- sospirò lei -cosa c'è che non va? Perché non ti sta bene?
-Perché tu riparti a fine estate.
-Uffa! Guarda che lo so, non c'è bisogno che me lo ricordi, ma non è una scadenza. Potrebbe anche durare.
Ramon si allontanò.
-Certo; e per quanto? Due, tre mesi? Già sei triste di non poter restare in Argentina: se finisse, ti butteresti giù, e io non voglio vederti in quello stato.
Passò un momento di silenzio, poi Ingrid si piazzò davanti al fartello, prendendogli un braccio.
-Ramon...
Lui si voltò da un'altra parte.
-Anch'io ho paura che non funzioni, ma se non proviamo non lo sapremo mai. Che dici?
Il ragazzo non si mosse. Le dita della ragazza si strinsero leggermente intorno all'arto.
Alan assisteva alla scena tranquillamente, quando si voltò nella direzione in cui aveva sentito calciare un pallone, trovando Juan.
Anche gli altri due si accorsero.
-Promettimi che starai attenta- disse all'improvviso Ramon dopo un lungo attimo di calma.
Al momento Ingrid interpretò quelle parole, poi gli sorrise e lo abbracciò.
-Grazie, grazie, grazie!
-Promettimelo.
-Te lo prometto- disse frettolosamente sciogliendo l'abbraccio e dandogli un bacio sulla guancia.
Poi si diresse verso Juan.
Alan e Ramon videro parlare lei, poi lui a testa bassa mentre si rotolava la palla tra i piedi, poi ancora lei con un mano che torturava l'altra, di nuovo lui che si voltava da una parte e infine lei che, dopo quelle ultime parole che da lontano avevano l'aria di un ultimatum anche se non udite, si allontanava.
I due ragazzi videro Juan guardarli con l'espressione di chi non sa che fare.
 
Erano passati tipo venti minuti. No, forse di più. Forse una buona mezz'ora.
Le parole della ragazza gli rimbombavano in testa.
-Io ci voglio provare, Juan. Pensaci.
Ecco cosa gli aveva detto. Avevano paura tutti e due che non andasse bene, eppure lei voleva tentare. Non rinunciava per il problema della distanza, anche se non era un problema trascurabile.
Voleva dire che lei ci teneva. E tanto.
E lui, quanto ci teneva?
Era questa la domanda a cui aveva cercato di rispondere in quei trenta minuti, non trovando risposta. Ma almeno una decisione l'aveva presa.
Trovò finalmente Ingrid. Si era andata a sedere dietro una piccola collina e faceva quel gioco a lei congeniale di strappare l'erba e lasciare i fili al vento.
Con cautela le si sedette accanto. Lei neanche lo guardò, fingendosi troppo impegnata a giocare.
Juan si rotolava il pallone tra le mani, fissandolo come se quell'oggetto così prezioso per lui potesse aiutarlo anche in quella situazione.
Fece un respiro profondo e finalmente parlò.
-Ci voglio provare anch'io, Ingrid.
Per un attimo tutto fu calmo, poi la ragazza si alzò e se ne andò nella direzione in cui erano rivolte le sue spalle.
Accidenti. Adesso che aveva fatto di male?
Sbuffò.
Stava pensando di andare a fare qualche altro tiro con lapalla, quando si sentì abbracciare da dietro.
-Lo sapevo che avresti detto di sì!- esclamò Ingrid dopo averlo baciato sulla guancia.
Juan rise senza farsi vedere, per poi trascinarla per un braccio sulle sue gambe e abbracciarla.
Ne avrebbero viste di belle quell'estate.
 
continua...
 
  
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