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Autore: Arglist    19/10/2012    2 recensioni
Una FanFiction sull'amore di May Chang e Alphonse Elric, missing moments sul continuo del anime/manga brotherhood. Prima FF da parte mia, articolata in più capitoli. Piccolo spezzone:
Al non potè trattenere una risata fragorosa, e i tre risero per alcuni secondi, tornando poi seri.
La conversazione stava per concludersi lì quando Jelso, inspiegabilmente, parlò.
- Al - chiese con estrema lentezza - che cosa hai provato quando hai visto quella ragazza?
Eh, se lo sapessi te lo direi...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alphonse Elric, May Chang
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dopo mesi di lunga assenza termino qua la mia prima storia, probabilmente una fine non sentita e arrivata di sorpresa. Compio questa brutta azione perché ultimamente riesco a stare sempre meno sul pc, non vorrei perdere anche quei pochi recensori affezionati. 

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Stava piovendo a Rasembool, un temporale inaspettato che aveva lasciato tutti chiusi in casa e fatto rinunciare ai bei pic-nic nei parchi e alle vacanze al lago. Dall'interno della casetta a doppia falda di casa Rockbell il temporale sembrava ancor più noioso di quanto in realtà non fosse, la pioggia e il suo picchiettare sulle finestre rendevano vano ogni tentativo di distrarsi dei due coinquilini. Edward stava leggendo il giornale; cosa che faceva di rado dato che non si parlava d'altro oltre alla fine dell'età militare di Amestris, dei rapporti commerciali e di altre notizie poco interessanti, ma ben più rassicuranti -  mentre Winry stava cucendo una presina da cucina in lana grossa, intrecciando i fili rossi e gialli di cotone grosso. Il tutto si stava svolgendo nel più rituale dei silenzi, con il ticchettio dei ferri da cucito di Winry e lo sfogliare pigro di Edward che interrompevano il ticchettio della pioggia. 
Edward mugugnò qualcosa sfogliando la solita pagina sportiva; Winry alzò leggermente la testa come se avesse già capito che Lui voleva richiamare la sua attenzione.
- Pensi che dovrei chiamarlo? - disse lui, gli occhi ancora incollati al giornale.
Winry riabbassò leggermente lo sguardo, osservando vagamente ciò che stava facendo e continuando a sferruzzare.
- Beh, non sarebbe male – disse lei dopo alcuni secondi. Forse proprio per dare ad Edward l'impressione di una scelta difficile. 
Lui alzò finalmente lo sguardo, mostrando occhi, prima privi di qualunque interesse, accendersi dall'emozione.

Probabilmente ci avrà pensato tutta notte, ma non voleva sembrare una femminuccia - pensò tra sè la ragazza bionda - Naah, che sto pensando. Probabilmente non sa come iniziare il discorso, o ha paura di dire qualcosa di sbagliato.
Sferruzzò ancora. Volerlo di nuovo qui dopo due settimane dalla sua partenza sarebbe come forzare il suo ritorno. Sono sicura che non vuole farlo. 

Edward si alzò lasciando la pagina del giornale aperta sul tavolo - un nuovo ristorante aveva subito una rapina di svariati beni - e, pigramente, trascinò le sue gambe fino alla cornetta nera del telefono. Spinse pazientemente i tasti del telefono. Winry seguì il ragazzo di sottecchi dopodiché, una volta che Ed ebbe preso la cornetta in mano, alzò il viso, appoggiando i ferri e la presina sulle ginocchia. La stanza, illuminata dalla luce gialla del lampadario, dava al mobilio un tocco leggermente vintage. I due divanetti bordeaux spento, il tavolino ovale in legno di frassino tra i due, il parquet un po' rovinato dalle continue cadute dei pezzi di metallo, sembrava che tutto fosse rimasto uguale dalla partenza di Al. In realtà Ed si era dato da fare, risistemando man mano tutti i mobili, riverniciando le pareti esterne e riparando gli scuri che ormai stavano nei cardini per grazia divina.

Edward rimase in attesa con la cornetta leggermente staccata dall'orecchio, con una mano che tamburellava sul'angolo del muro.

La pioggia fuori, sempre presente, sembrava anch'essa in ascolto.


 

***


Alphonse Elric si alzò violentemente dal suo cuscinetto, sul quale era inginocchiato. Abbandonò la zuppa di Miso con ancora il cucchiaio immerso al suo interno, il vapore caldo seguì la sua scia fino a diventare tutt'uno con l'aria tiepida della stanza. May Chang rimase con mezza bacchetta di legno in bocca, osservando Al che si muoveva come un fulmine imbrigliato verso il telefono a parete. Persino lo Zio si era spaventato a quella razione, rovesciando accidentalmente un po' di sake oltre la tazzina di porcellana verde fantasia ( si era ripreso subito dopo, borbottando qualcosa e appoggiando la brocchetta al tavolo ).

E' Edward, ne sono sicurissimo.

Alzò la cornetta telefonica beige e appoggiò l'orecchio all'apparecchio. May Chang lo osservò attenta. Il suo viso si dipinse di felicità. Probabilmente era suo fratello. Ascoltò la voce di Al incrinarsi leggermente, dopodiché tornò a dedicarsi alla zuppa che aveva lasciato a metà il suo fidanzato. Si gustò i cubetti di Miso, mentre con un orecchio stava ad ascoltare, discreta, la conversazione al telefono. Dopo alcuni minuti Alphonse tornò a sedersi, emettendo un tonfo nel momento nel quale le sue ginocchia toccarono il pavimento. Riprese a mangiare felice come un bambino al quale è appena stato dato un lecca-lecca. Dopo che il primo boccone di pollo sparì tra i suoi denti, la sua fidanzata ruppe il silenzio. 
- Allora, chi era? - disse nascondendo male la curiosità, trasformatasi in entusiasmo puro. 

 

***
 

Edward Elric appoggiò la cornetta al supporto dopodiché sospirò e, con passo egualmente pigro a quello della partenza, tornò a sedersi sul divano bordeaux davanti alla sua fidanzata. Piegò la schiena in avanti e riprese a fogliare il giornale. Winry aspettò che la prima pagina fu sfogliata per cominciare a parlare, lasciando i ferretti sulle sue ginocchia e chinandosi leggermente in avanti.
- Allora, che ti ha detto? - disse calma e dolce.
- Naah, nulla. - fece vago lui. 
Winry attese un attimo, sostenendo lo sguardo sul capo di Ed, sicura che prima o poi avrebbe ceduto e gli avrebbe raccontato tutto. E così fu. Si potevano dire un sacco di cose su Edward, ma non che poteva resistere agli sguardi di Winry. 
- Ha trovato May Chang - disse dopo un lungo silenzio, con lo sguardo basso - E sta imparando l'alkhanestry - concluse alzando lo sguardo. Il tempo di reazione di Edward fu inferiore al millesimo di secondo. Vide gli occhi di lei, ingoiò la saliva che si stava raggruppando nella bocca in attesa di quel momento e disse a l'inquisitrice Winry tutto ciò che voleva sapere, tra urletti entusiasti che riecheggiavano da fuori la casa. 
 

***
 

Mi spiace molto terminare in modo così strano la mia prima parte di storia, anche perché son consapevole di aver lasciato molti interrogativi che si andranno via via a terminare nella seconda parte.
Faccio questa scelta perchè mi risulta molto difficile scrivere in questi momenti, tra l'università e tutto. Spero non dispiaccia troppo.
Grazie per aver seguito questa storia. Yari "Arglist"

  
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