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Autore: Ron96    19/10/2012    4 recensioni
E' notte.
Lascio la sua camera.
Mi volto e la guardo ancora una volta, riempiendo i miei occhi di lei.
E' distesa sul letto. Dorme.
Sul petto, un fiore rosso sta sbocciando.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cammino.
I miei passi rimbombano nella notte.

L'aria è impregnata dell'odore della pioggia.

Nascondo le mani nel mio lungo mantello nero, nascondendo il sangue.
Passo di fianco ad un ubriaco accasciato sul marciapiede.

Cammino.

Sono calmo. Sono sereno. Sono commosso.

Mio nonno canticchiava spesso alcune parole dette da Aida, angosciata per la sorte dell'amante.

Ma adesso mi sfuggono.

Tutto attorno a me sta diventando meno definito, nebuloso.

Scuoto la testa per dissipare, almeno per qualche secondo, l'immagine del mio coltello che le penetra la carne.

Cosa dicevano?

Canticchio: "Amore... Amore... gaudio, tormento... soave ebbrezza!... ansia crudel! Ne' tuoi dolori, la vita io sento! Un tuo sorriso, mi schiude il ciel!"
Amore... L'amore fa fare cose orribili. Aida si uccise. Come anche Liù, Gilda...

Ma sono solo storie. Stupide storie. Così frivole, così lontane dalla realtà.

L'opera interpreta tutto in modo negativo.

No... io sono felice. Sono contento di ciò che ho fatto.

Troppo a lungo si soffre. Troppo a lungo si spasima.

Certo... ero stato così felice...

Le poche volte in cui mi ha rivolto un sorriso, o che mia aveva rivolto la parola... Per me era stato meraviglioso! Anche solo sapere che per lei non ero invisibile mi faceva sentire meravigliosamente.
Non sono mai riuscito a rivolgerle la parola per primo. Mi piaceva troppo guardarla essere felice.

Pregavo intere notti per la sua felicità, perché mai un dolore le intralciasse la strada. Perché fosse felice, anche a costo di distruggere me stesso.
Sapevo che senza di me era felice. Quindi le stavo lontano. Non volevo incrinare la sua gioia.

Ma oggi è cambiato tutto. Sono semplicemente crollato.

Non fa niente. Non importa. Ora sono libero. E lo è anche lei, grazie a me.

Mi fermo.

Sono arrivato.

La Luna risplende. Le nuvole sono scomparse.

Tutto è argentato.

E' meraviglioso.

Scavalco il parapetto del ponte.

Sotto di me l'acqua scorre. Vorticose scaglie d'argento mi incantano, mi invitano.

Mi lascio andare.

Arrivo.

Staremo insieme.

Per sempre.


Note autore:

Okok.. è uno schifo. L'ho scritta di getto. 
Allora... grazie a chi si è fermato a leggere fino in fondo. Grazie a chi ne ha letto tre righe per poi uscire di corsa cercando qualcosa di meglio. Grazie a chi ha cliccato su questa storia per sbaglio. Grazie a chi recensirà (se qualcuno avrà voglia di farlo...)!

A presto!

Ron96
  
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