Si lasciò andare contro la portone di casa, stanco del suo lottare : ormai sapeva cosa era successo quella notte e che si era, praticamente, scavato la fossa.
Ora si che si sentiva una ragazzina!
Sul pavimento, per un idiota “ palestrato ” !
E poi, nessun dubbio sulla friendzone : con chi si va a fare due tiri al campo? Con un amico!!
Chi non segui dopo esserti dichiarato? Un amico!!
Sospirò tra il silenzio della casa e il silenzio interiore, in fondo se lo aspettava; non aveva mai preteso che lo amasse davvero o cose simili, ma umiliarlo così, non era nemmeno nel suo carattere!
Quanti punti esclamativi dolorosi...
Tornò a premere il viso contro le ginocchia, incapace persino di essere totalmente la ragazzina che si sentiva : avrebbe dovuto alzarsi, prendere del gelato e piazzarsi davanti la tv, piangendo!
Ma no, non era nemmeno abbastanza ragazza per farlo...
Il lieve bussare lo distrasse da quei pensieri un po' logoranti che si auto-infliggeva.
“ Chi è? ” - borbottò esausto.
“ Yamamoto... Dobbiamo parlare! Non posso credere che te ne sia andato così! ”
“ Non posso credere che tu mi abbia fatto sfiancare in quel modo! Solo per farmi capire che mi consideri un ottimo amico! ” - urlò di rimando l'altro.
“ Oh! … Ohhhh! È questo che hai capito? ” - la pausa che seguì non fece altro che inabissare Gokudera nei suoi loschi pensieri : ora avrebbe cercato di smorzare i toni, di calmarlo.
Oh no! No no no!
“ Gokudera, dobbiamo parlare, fammi entrare per favore ...”
Eccolo il tono del '' mi-dispiace-non-volevo-farti-soffrire! '' .
“ Non abbiamo nulla da dirci, sei già stato molto chiaro. ”
“ Non ti voglio bene come amico, ti amo, solo che non vuoi accettarlo : la vita non è solo sofferenza, nonostante tu abbia provato quella per gran parte della tua vita. ”
Il bombarolo, infuriato, spalancò la porta : il volto era terribilmente piatto e calmo, gli occhi grigi ormai neri.
“ Che cosa ne sai tu della mia vita? ”- ogni parola scandita con odio e malinconia.
Il giocatore di baseball indugiò, indeciso se rischiare o meno, poi si avvicinò e tentò di abbracciarlo, con qualche difficoltà : parecchi graffi e manate dopo, il ragazzo dai capelli argentei riuscì ad assestargli un pugno.
“ IDIOTA! ” - la porta si riuchiuse, con un soffio violento quasi come uno schiaffo.
“Vero. È vero che non so nulla-- ”
“ Smettila... SMETTILA! ” - abbassò lo sguardo, strinse i pugni .
L'altro si limitò ad avvicinarsi alla porta e rispondere : “ Io non so cos'hai passato, ma il dolore che ti vedo mi è sufficiente! Vorrei vederti ridere, solo questo!! ”
Percepì il fastidioso sorriso idiota contro la porta e gli venne voglia di picchiarlo di nuovo; pensava fosse facile, cancellare il passato con le parole e farlo ridere come se nulla fosse!
“ Mph! ”
“ E poi, Gokudera, non ho ancora sentito la tua risposta...”
Ah, era così? Era questo il gioco che voleva giocare? Bene!
“ Quale risposta? Non mi hai domandato proprio nulla!! ”
Avrebbe negato, come da copione.