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Autore: sku    02/05/2007    5 recensioni
E' passato circa un anno da quando Hotchner ha conosciuto Liliana e tutto sembra andare per il meglio. Sembra...
E' il seguito di "Incontri fortuiti"
"Ciao, se hai fame, c'è un piatto di pasta..."
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aaron Hotchner, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. tristezza e gioia Aaron guardò attraverso la porta e la vide, il camice bianco macchiato su un gomito, le mani guantate che si muovevano veloci tra provette e centrifuga. Sotto indossava un completo blu; era strano per lui vederla senza jeans e scarpe da ginnastica. Liliana si era fermata davanti ad un computer e digitava qualcosa sulla tastiera. Non l’aveva mai vista al lavoro, così concentrata e professionale, sembrava qualcosa di diverso dalla Liliana che era abituato a vedere. La donna aveva preso un foglio e lo leggeva giocherellando coi suoi capelli, un vizio che l’uomo aveva già notato altre volte in lei. La sentì canticchiare sottovoce in italiano. Sembrava molto presa, non aveva il coraggio di disturbarla, così decise che l’avrebbe aspettata nel parco. Ma qualcuno si oppose al suo piano.
- Agente Hotchner, a cosa dobbiamo questa visita? - lo chiamò Mary.
- Mary, sempre onorato di vederti. Immagino che con la tua arguzia, tu abbia già capito il motivo della mia presenza. - le rispose l’uomo girandosi nella sua direzione.
- C’è un assassino in circolazione? - ironizzò la farmacologa.
- Esatto, sto cercando di convincerlo a ucciderti. -
- Spiritoso, ho scoperto un altro dei tuoi talenti nascosti. Liliana è in laboratorio, te la chiamo? - gli chiese.
- Lo so, l’ho vista. Non vorrei disturbarla, sembra molto impegnata. -
- Hai detto bene, sembra. Oggi non abbiamo fatto niente per via dei finanziatori, sta solo preparando gli esperimenti per gli studenti nei minimi particolari, è troppo pignola la tua donna, lo sai? -
- Non me n’ero accorto assolutamente. Quindi se la porto via adesso non crollerà il laboratorio, come cerca sempre di farmi credere? -
- Mmh, forse no. Trascinala via di qua, che ieri era tutta esaltata perché saresti tornato. - gli disse spingendolo dentro il laboratorio.
“Era esaltata per il mio ritorno?" pensò l’uomo con piacere. La cosa lo stupiva, lo faceva sentire amato e desiderato. Era una sensazione gratificante e lo rendeva felice.
- Aaron, cosa ci fai qui? - esclamò Liliana sorpresa vedendolo entrare.
- Ti stava spiando perché crede che tu lo tradisca con le cavie. Certo che anche tu fai delle domande idiote. - le rispose Mary al posto dell’uomo, sbucando da dietro la sua schiena - Adesso tu e lui ve ne andate, cosicché io possa concupire uno dei finanziatori mostrandogli la nuova HPLC che abbiamo comprato coi suoi preziosissimi soldi. -

Aaron e Liliana camminavano senza parlare costeggiando il lago del parco cittadino, lui aveva il braccio posato sulle sue spalle mentre lei gli cingeva la vita.
- Grazie per la pasta e la torta. Ma soprattutto grazie per tutti i tuoi post-it. - disse l’uomo dopo un po’. Lei annuì, rimanendo sempre in silenzio.
- C’è qualcosa che non va? - le chiese sospettoso. Non era da lei non parlare, ogni volta che tornava lo assediava con domande minuziose sui posti che aveva visto, sui suoi colleghi o gli descriveva nei minimi dettagli le sue giornate facendole sembrare avventure straordinarie. Avrebbe detto che qualcosa la preoccupasse e che non lo stesse ascoltando. Non sapeva quale ipotesi era più terrificante per lui.
- No, niente, solo sciocchezze. Mi ha fatto piacere che tu sia venuto a prendermi, non l’avevi mai fatto. - disse per cambiare discorso.
Aaron si fermò e si appoggiò alla ringhiera guardando il laghetto per qualche minuto, poi si voltò verso di lei e prese il suo viso tra le mani e le baciò la punta del naso ricoperto di efelidi.
- Ti manca una vita “normale”, vero? - le domandò con gentilezza. Liliana non rispose e abbassò gli occhi.
“Dalla padella alla brace, non potevo parlare del tempo?” pensò lei. “Adesso crede che mi stia lamentando…”
- Lil… -
- Un po’. Non fraintendermi, adoro stare con te, sei fantastico e i momenti che passiamo insieme sono meravigliosi e non posso lamentarmi…- disse concitata.
- Ma? -
- Non c’è nessun ma. No, non è vero. Mi mancano le piccole cose, mi manca la ruotine... ma non ascoltarmi, è solo un momento di malinconia. -
- Ti capisco, anche io vorrei svegliarmi tutte le mattine al tuo fianco, non dover partire all’improvviso senza poterti salutare, non dovermi accontentare dei tuoi deliziosi messaggi scritti quando torno… -
- Mi sento così egoista quando faccio questi pensieri, ho più di quanto possa sperare e non mi accontento. -
- Sono felice che io non ti basti mai! - disse lui scacciando la tristezza del momento.
- Adesso non montarti la testa! - Si alzò in punta di piedi e lo baciò. - Portami a casa e vediamo se riesci a saziarmi… - replicò poi maliziosa.
- E’ una sfida? -
Lei non rispose ma lo guardò con gli occhi bicolori carichi di promesse.
- Accetto la sfida, allora. - le sussurrò nell’orecchio prima di mordicchiarne il lobo.

Liliana si rotolò sul letto finché non riuscì a guardare attraverso la porta aperta del bagno. Aaron si stava facendo la doccia e lei poteva vederlo attraverso il vetro traslucido del box. Aveva un  fisico asciutto e atletico. Le piaceva accarezzarlo e sentire i suoi muscoli che si tendevano sotto la pelle, le piaceva sentirlo sul suo corpo quando facevano l’amore e poter annusare il suo odore che le rimaneva sulle mani. Lui uscì dalla doccia, le gocce d’acqua cadevano dai capelli neri sulle ampie spalle scivolando poi lungo il suo torace. La guardò.
- Ti stai godendo lo spettacolo? E’ di tuo gradimento? -
- Decisamente. - rispose mordicchiandosi il labbro inferiore.
Aaron si avvolse nell’accappatoio e a piedi nudi la raggiunse.
- Vai ad asciugarti che ti ammali. - lo rimproverò.
- Meglio, avrei una scusa per poter stare a letto. Poi tu, quale genio della farmacologia, potresti curarmi. -
Dicendo questo Aaron tirò il lenzuolo verso di sé scoprendo in parte il corpo formoso e nudo della donna.  
- Aaron! - urlò lei fintamente arrabbiata.
Lui lo tirò ancora, scoprendola del tutto. - Adesso è il mio turno per guardare… -
Con una mossa imprevista lei gli fece perdere l’equilibrio e lo fece cadere sul letto, poi si mise cavalcioni su di lui e gli bloccò le mani sopra la testa.
- E adesso? - lo sfidò nuovamente.
- Adesso sono in tuo potere e sarò costretto a fare qualsiasi cosa tu voglia. - replicò lui.
- Qualsiasi? - chiese lei baciandolo sul collo. Aaron gemette di piacere.
- Lo prenderò per un sì. - sussurrò lei lasciandogli le mani che corsero ad accarezzarla.

Aaron si svegliò. Era mattina presto. Liliana era addormentata all’estremità opposta del letto ma con un piede gli toccava il polpaccio. Cercava sempre un contatto con lui, anche quando dormivano lontani per il caldo. Si alzò cercando di fare meno rumore possibile e scese in cucina a preparare un’abbondante colazione per entrambi.

Il trillo del cellulare interruppe il dormiveglia di Liliana, voltandosi verso Aaron non lo trovò così si sporse verso il comodino dell’uomo e rispose.
- Pronto? - disse con voce impastata dal sonno.
All’altro capo ci fu un silenzio imbarazzato - Sono Reid, chi parla? - disse poi.
- Ciao, sono Liliana. Adesso chiamo Aaron, aspetta un momento. - La donna si svegliò del tutto. "Chi dovrebbe parlare secondo te?"
Scese in cucina dove l’uomo in pantaloni del pigiama la accolse con un sorriso.
- Buongiorno fiore, ti stavo… - Le parole gli morirono in gola quando vide il cellulare nelle mani della donna. – E’ Reid. - gli disse consegnandoglielo. Poi si sedette su uno sgabello aspettando che finisse di parlare.
- Ok, sarò lì al più presto. - mormorò l’uomo, poi chiuse la comunicazione e la guardò sconsolato.
- Non preoccuparti, ho capito. Però portami a casa prima di andare a Quantico. Dove devi andare? -
- Idaho. -
- Chiama appena lo avete arrestato e portami un souvenir. -
- Mi dispiace. - Aveva la faccia da cena bastonato.
- A me no, così stasera esco con Mary e Judith e tu soffrirai di gelosia a distanza. - lo rassicurò avvicinandosi a lui e abbracciandolo.
- Ti amo Lil. -
- Lo so. Anch’io. -

L’uomo era seduto su una panchina e vide la macchina accostarsi al marciapiede. Riconobbe l’uomo al volante e lo vide baciare la donna seduta di lato a lui. Poi lei scese e guardò l’auto allontanarsi prima di girarsi con un’espressione triste negli occhi ed entrare nel portone.
“Bene, bene…  Così sarà ancora più divertente.” L’uomo aspettò fermo ancora qualche minuto poi calcandosi il cappello in testa si allontanò.


“ Felicità è amore, nient’altro.”
                              Herman Hesse

HPLC: Cromatografia liquida ad alta risoluzione, strumento per l’analisi dei componenti chimici di una miscela e la determinazione della loro quantità.

Grazie a tutte per avermi accolto così calorosamente, sono commossa! E ben ritrovati a tutti!
Non pensavo che l'idea dei post-it risultasse così apprezzata!
Allora cosa ne pensate di questo secondo capitolo? Anche questo è un po' introduttivo ma qualcosa sta per succedere, non disperate!
Ringraziamenti:
Kley: sono contenta della tua contentezza! E sono felice che ti piaccia l'idea della doppia lingua, a dir la verità è stata l'idea da cui è partita tutta la ff. Grazie per i tuoi complimenti (anche per quelli per l'esame) che sono sempre graditissimi!
LubyLover: evidentemente la disintossicazione che ti ho pagato la ff scorsa non è servita a nulla! Comunque la battuta non era così terribile, le mie possono essere molto peggio! Mary non poteva cambiare, è troppo assurda per farlo! Sono lusingata che le mie idee ti piacciano tanto!
jaja_thrill: alcuni capitoli sono stati ispirati da alcuni aforismi, per altri ho dovuto fare un luuungo lavoro di ricerca su web e libri per trovare quella più adatta, a volte penso sia stata la parte più difficile da scrivere! 
Minerva McGranitt: spero sia abbastanza presto per te! Grazie mille per aver detto che è fantastica!
hikary: grazie per la tua gioia nel ritrovarmi!
sakura_kinomoto: lo so nei riassunti faccio decisamente pena, è un po' un limite! E lo so il capitolo 2 è nc-17, quindi spero che al momento giusto tu abbia chiuso gli occhi! Non temere ho qualcosa in serbo per Mary. Giuro che non mi lamenterò mai più (per in quella su capitan tsubasa sono solo tre... scherzo!)
Grazie anche a chi legge senza recensire.
Alla prossima,
sku.

  
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