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Autore: Delena85    20/10/2012    6 recensioni
"sono passati molti giorni da quando Elena si è trasformata e Stefan, sta provando ad insegnarle a controllarsi, ma le cose non vanno come vorrebbe tutto è più complicato di come si aspettava, e l'indifferenza di Damon a tutto ciò non le è di aiuto."
ho provato ad immaginare i primi episodi della stagione quattro, naturalmente secondo il mio punto di vista, spero che vi piaccia e che commenterete in tanti. vi dico da subito che questa è la mia prima storia quindi se potete siate magnanimi. (Vi sono alcuni spoiler riguardanti la stagione 4, tutti di carattere generale.)
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: Lime, Otherverse | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Damon entrò senza bussare, avrei dovuto aspettarmelo ma nonostante tutto rimasi sorpresa, i nostri sguardi si incatenarono sostenendosi l'un l'altro. Mi sentivo intorpidita ero ancora furente ma vederlo piombare nella mia stanza in quel modo, lo sguardo preoccupato gli occhi inquisitori, mi avevano fatto dimenticare per un attimo la mia rabbia. Ma la tregua non era durata che pochi secondi, una meravigliosa ragazza bionda dagli occhi blu profondi come il mare d’inverno era tornata  a farsi strada nella mia mente togliendomi anche l’ultima speranza di dimenticare quella scena e archiviarla come un semplice incidente di percorso.
Mi voltai dall'altra parte per evitare di dover sostenere ancora il suo sguardo
“Che ci fai qui?”  la voce tagliente, il volto contratto
“Che ci facevi tu al grill?” mi fece eco “Non avevi detto che non ti andava di uscire?”
“Ho cambiato idea” risposi continuando a guardare altrove.
Andai a sedermi al tavolo da toletta e iniziai a spazzolarmi i capelli con veemenza
“Ora se non ti dispiace vorrei cambiarmi”
In qualsiasi altra occasione avrei liquidato la cosa in quel modo, invitandolo semplicemente ad andarsene, ma non questa volta, infatti meravigliandomi di me stessa continuai
“E poi la tua biondina ti starà ancora aspettando, era così attratta da te”
E chi non lo sarebbe stata lui era semplicemente bellissimo, e aveva gli occhi più belli che avessi mai visto in tutta la mia vita. I miei pensieri mi stavano tradendo ancora una volta, li ricacciai indietro con violenza.
Damon mi rivolse un soriso sardonico 
“Ti meraviglierà sapere che ci sono ragazze che trovano piacevole la mia compagnia”
“L’unica cosa che non torna e il motivo per cui sei qui?” improvvisai ancora scossa dai miei pensieri
Ma lui non aveva alcuna intenzione di rendermi le cose facili, Si mise dietro di me e mi fissò attraverso lo specchio
“No Elena, l’unica cosa che non torna è il motivo per cui Tu sei qui, per cui tu sei andata via in quel modo?”
Lo disse piano con dolcezza….questo era veramente troppo, fino a qualche minuto prima ci stava provando con una altra e ora era dolce con me, no non potevo sopportarlo.
La mia rabbia venne fuori in tutta la sua furia
“Ma chi diavolo ti credi di essere?” scattai alzandomi dalla sedia e fissandolo negli occhi “Pensi di potertene andare in giro a flirtare con chi ti pare e poi tornare da me e pretendere che io ti accolga a braccia aperte?”
Era confuso non riusciva a capire da dove venisse tutto quel rancore
“Si può sapere di che diavolo stai parlando? Non mi pare che nelle clausole di un rapporto  di AMICIZIA ci sia anche la parola  fedeltà”  calcò deliberatamente ogni singola parola e io capii che aveva ascolta la conversazione che avevo avuto con Stefan, e con Caroline e  mi maledissi per aver pronunciato quelle frasi.
Era questo quindi, voleva punirmi?
Senza che me ne rendessi conto quel pensiero venne fuori contro la mia volontà prendendo voce
“Stai ancora cercando di punirmi, come quando sei andato a letto con Rebekah?”chiesi incerta, quasi con disperazione
“Io non sto punendo proprio nessuno, ti sto aiutando se non sbaglio e penso sia un mio diritto prendermi una libera uscita di tanto in tanto” il sarcasmo nella sua voce era palpabile e mi ferì come uno schiaffo in pieno viso
“Libera uscita??....ma tu mi hai detto che mi Amavi” urlai in preda alla frustrazione
“E tu mi hai sempre detto che non ti interessava”
“Questo non è vero” risposi confusa
“Dannazione Elena, hai scelto Stefan” sbottò esasperato
“Ma l’ho anche lasciato, e tu lo sai”
“Ma lo ami!” urlò
“Sì ma…”le parole mi morirono sulle labbra.
Come facevo a spiegare qualcosa  che nemmeno io riuscivo a capire, non sapevo nemmeno perché stavo facendo tutta quella scenata, a rigor di logica era assurda ma allora perché non riuscivo a calmarmi, perché non riuscivo a lasciar correre?
“Ma cosa?” mi incalzò
Non risposi, presa com'ero nel cercare di dare un senso a tutta quella situazione
“Mi dispiace Elena ma questo è quello che succede quando non si ha il coraggio di chiamare le cose con il loro nome…comunque non è un problema mio se sei gelosa!!!” usò un tono deliberatamente noncurante.
Come se la mia mente stesse seguendo un percorso già definito gli risposi senza nemmeno pensare a cosa stavo dicendo
"Non sono affatto gelosa, per me puoi andare a letto con chi vuoi”
Non appena fini di pronunciare quelle parole mi morsi la lingua esterrefatta, non potevo credere di averlo detto realmente
“Ah davvero!?!” mi derise 
Nonostante tutto continuai a seguire quella linea con ostinazione, ormai il danno era fatto tantovaleva preservare almeno il mio orgoglio intatto
“Certo. E' solo che non sopporto che tu mi prenda in giro”
“Prenderti in giro?” era scioccato da quello che stava sentendo “Elena una volta tanto scendi dal tuo piedistallo e guardati intorno, se c’è qualcuno che prende in giro gli altri e anche se stessa di certo non sono io” i suoi occhi fiammeggiavano di rabbia
“Cosa vorresti dire?”
“Che non sai cosa vuoi, perché hai paura di porti le giuste domande”
“Ma almeno sono sempre stata sincera con voi, non vi ho mai mentito ”
“No Elena non lo sei stata affatto, sei solo una ragazzina egoista, incapace di fare le sue scelte e subirne le conseguenze”
“Egoista io” come si permetteva, la mia voce era tesa come una corda di violino “detto dalla persona più egoista che io abbia mai incontrato, direi che è un complimento”
Eravamo a meno di un metro l’uno dall'altra ma un baratro senza fine ci separava, entrambi intrappolati nelle nostre convinzioni, incastrati nella fitta rete di sentimenti e frasi non dette che per mesi avevamo ignorato accuratamente e che ora venivano fuori scoppiando come pustole sanguinolente piene di rancore. Ma io non ero ancora disposta a cedere
“Comunque Damon non importa, sei libero di credere quello che vuoi e di tornare ai tuoi giochetti”
Era incredulo
“Come diavolo devo dirtelo che non mi interessa di quella ragazza, e nemmeno di tutte le altre....mi interessa solo di te”
“Se fosse stato vero sta sera non ti saresti comportato come un maledetto Don Giovanni con la prima ragazza che ti è capitata a tiro”
“E se tu non fossi stata gelosa ora non staremmo qui a discuterne”
Abbassai lo sguardo e continuai senza prestargli ascolto
“Stefan…non lo avrebbe mai fatto”
Quelle parole lo ferirono profondamente e un lampo di rabbia gli attraversò  gli occhi
“Certo Stefan…il dolce caro sensibile e affidabile Stefan” mi canzonò
“Almeno lui non ha bisogno di soggiogare le persone per avere un briciolo di affetto”
Le parole mi uscirono fuori con un disprezzo tale che se fossero state fluide avrebbero incenerito qualunque cosa avessero toccato, come acido puro.
Mi guardò con uno sguardo bruciante, era furibondo, senza preavviso mi afferrò  per le spalle, e mi strattonò con tanta forza che temetti mi spezzasse in due. Ero disorientata, ma mi ci volle un attimo per riprendermi. Gli sferrai un sonoro schiaffo sul viso, e lo avrei fatto di nuovo se non mi avesse afferrato il polso. Lo stringeva così forte che quasi non sentivo più la mano, eravamo così vicini da sfiorarci, occhi negli occhi.
Quegli occhi….perché mi guardavano in quel modo? due pozze d’acqua in un mare di incomprensioni, era bello anche in quel momento, meraviglioso nella sua furia.  
“Non farlo mai più” scandì ogni singola parola, la voce tesa il viso contratto in una smorfia rabbiosa.
Il temporale imperversava fuori dalle finestre e dentro i nostri cuori. Un lampo squarciò il cielo e il tuono che ne seguì mi sorprese spingendomi tra le sue braccia, senza rendermene conto mi avventai sulle sue labbra come fossero l’unica cosa che potesse tenermi in vita. Lo baciai con un  trasporto di cui non mi credevo capace, insaziabile. Le nostre bocche si cercavano con frenesia, con un desiderio troppo a lungo nascosto. Mi fece roteare il braccio, che ancora teneva stretto, dietro la schiena incollando il suo corpo al mio,  e intrecciò l’altra mano tra i miei capelli. Sempre più vicini, sempre più una cosa sola, il mio mondo sbandò con violenza sotto quell'assalto, mi aggrappai alle sue spalle come ad uno scoglio, nella speranza di ritrovare un po’ di equilibrio. Ma più tentavo di tornare padrona di me stessa più mi perdevo in quella passione che dilagava intorno a noi come miele fuso. Non capivo perché con lui era sempre così, perché perdevo ogni contatto con la realtà e una volta abbassata la guardia, non riuscivo più a fermarmi senza che qualcun altro si intromettesse. Questa volta però eravamo soli, nessuno avrebbe interrotto quel momento, e ne ero felice, non volevo fermarmi, non volevo che lui si fermasse, era mio e lo desideravo come non avrei mai desiderato nessun altro.
La disarmante  sincerità di quel pensiero mi fece tremare, lo amavo…. con tutta me stessa, con tutti i suoi difetti, non era perfetto ma era reale e mi era entrato dentro scalciando e urlando, e io ormai non avrei più potuto mandarlo via.
La morsa in cui teneva ancora la mia mano si allentò fino a che la lasciò libera, mi spinse con dolcezza sul letto e io mi strinsi ancora più vicino a lui, si staccò dalle mie labbra e mi fissò per un attimo che a me sembrò eterno, non avrebbe fatto nulla che io non avessi voluto. Lo afferrai per il colletto e lo baciai ancora sbottonando ad uno ad uno i bottoni della sua camicia, accarezzandolo risalii dai fianchi fino al petto e gliela feci scivolare dalle spalle, accompagnando con le mani il suo percorso. Volevo toccare ogni centimetro del suo corpo, non volevo perdermi nulla di quel momento. Sentii i muscoli della sua schiena flettersi sotto le mie mani e la mia pelle accendersi sotto i suoi baci.
Mi sentivo viva, ed era una sensazione intensa , travolgente. Tutta la rabbia e le incomprensioni si erano dissolte lasciando il posto alla passione.
Facemmo l’amore con tenerezza, senza fretta è fu meraviglioso.
Rimase disteso sopra di me guardandomi negli occhi, confuso da tutto quel desiderio, in fondo all’anima gli leggevo solo paura, paura che fosse stato solo un attimo di debolezza, paura che ancora una volta sarei andata via lasciandolo solo a raccogliere i pezzi del suo cuore spezzato.
Gli accarezzai le palpebre per scacciare quella visione ma c’era solo una cosa in grado di cancellare tutte le sue paure
“Chiedimi cosa voglio Damon” dissi con dolcezza
La sua espressione non cambiò ma vidi un accenno di speranza nascere nei suoi occhi
“Cosa vuoi Elena?” 
“Voglio un amore che mi divori, voglio passione, avventura e un pizzico di pericolo”
Sgranò gli occhi per la sorpresa 
“E voglio te Damon” continuai “Perché sei tutto questo,
Perché ti amo come non pensavo fosse possibile.
Perché amo la tua follia, la tua impulsività e il modo in cui mi metti alla prova ogni giorno,
perché mi sfidi e mi costringi ad affrontare tutte le mie paure.
Perché mi sostieni, mi proteggi e mi impedisci di essere schiava di me stessa.
Perché mi sei entrato sotto pelle  facendomi sentire viva.
Perché mi consumi e mi completi allo stesso tempo.
Perché sei tu amore mio e tu soltanto!!!”
Dissi queste parole con una voce che a stento mi sembrò la mia, cosa mi aveva fatto quest’uomo?
Non parlò ancora ma la sua espressione era cambiata, era felice per la prima volta da quando lo conoscevo, ed era merito mio. Questa consapevolezza mi riscaldò il cuore, mi baciò ancora con trasporto e fummo di nuovo una cosa sola, la passione e il desiderio di questo nuovo amplesso eclissarono quello precedente, e io mi persi di nuovo in quell'oceano di emozioni che era Damon.
Eravamo distesi l’uno nelle braccia dell’altra, le gambe intrecciate, ascoltando i nostri respiri confondersi, gli accarezzai il petto e lo sentii sussurrare
“Ti amo Elena”
Con il sorriso sulle labbra mi addormentai beata, ormai libera da tutte quelle catene che fino a quel momento mi avevano impedito di essere realmente felice.
   
 
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