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Autore: lunatica365    20/10/2012    0 recensioni
Ad un certo punto cominciò a piovere e Alessia, in piedi alla fermata dell’autobus, disgraziatamente sprovvista di tettoia per riparare dalla pioggia, non vedeva l’ora di tornare a casa.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ad un certo punto cominciò a piovere e Alessia, in piedi alla fermata dell’autobus, disgraziatamente sprovvista di tettoia per riparare dalla pioggia, non vedeva l’ora di tornare a casa.
Era stata una giornata stancante quella, ma dopotutto lo era sempre, come ogni altro lunedì. Sveglia alle 6 e mezza, per non arrivare in ritardo a scuola, 5 ore di lezione (di cui 2, e dico 2, ore di greco), pranzo veloce, al sacco, seduta su una panchina della scuola, mentre i ragazzi e le ragazze che le passavano, o la ignoravano bellamente (come al solito del resto) o la guardavano come fosse una barbona. E dopo l’allegro pranzetto, via! Di corsa alla palestra non molto distante dal liceo, dove avrebbe fatto 2 ore estremamente liberatorie di attrezzi vari.
La ragazza si stiracchiò i muscoli indolenziti e pensò con gioia che il giorno successivo non avrebbero avuto lezione, perché sarebbero andati a visitare una mostra, quindi avrebbe potuto tranquillamente passare la serata a leggere il libro che era rimasto troppo tempo sul suo comodino a prendere la polvere, in attesa di essere finito.
Finalmente l’autobus passò e Alessia, ormai già mezza bagnata, vi salì dentro in fretta e una volta seduta prese le sue amate cuffie verdi e le collegò al cellulare.
La musica le rimbombava assordante nelle orecchie, tanto alta da coprire qualsiasi altro suono, persino il fastidiosissimo fischio che i freni facevano ogni qual volta l’autobus si fermava.
Dopo una mezzoretta Alessia pigiò il pulsante per richiedere la fermata.
Per sua fortuna quella era esattamente di fronte a casa sua, perché con tutta la pioggia che cadeva in quel momento se anche avesse dovuto camminare solo per un paio di minuti si sarebbe ritrovata fradicia.
Scese dall’autobus e percorse in fretta il breve vialetto che precedeva l’ingresso di casa sua, un piccolo villino dall’aria consumata quasi, ma che lei amava tantissimo, con le sue finestre istoriate, i muri di mattoni a vista e i mobili di legno.
Le aprì la madre, che a giudicare dalla maglietta sporca di farina, aveva già iniziato a cucinare, nonostante fossero solo le diciassette circa.
- Com’è andata la giornata? - le chiese la madre con un sorriso.
- Bene, dai. Adesso però sono stanca, quindi credo che andrò a farmi una doccia. - le rispose lei mentre si sfilava le scarpe e poggiava a terra lo zaino e il borsone.
E mentre saliva lentamente le scale urlò a sua madre, che intanto era tornata in cucina, di chiamarla se avesse avuto bisogno di una mano per la cena.
Non attese una risposta e dopo essere entrata un attimo in bagno per mettere a scorrere l’acqua, andò in camera sua a prendere un paio di pantaloni della tuta e una felpa.
Si fece una doccia veloce e poi, dopo essersi cambiata, non avendo voglia di asciugarsi i capelli, li passò semplicemente con l’asciugamano, lasciandoli umidicci.
Poi andò in camera sua, prese il libro e scese in soggiorno dove, dopo essersi stravaccata sul divano, iniziò a leggere.
Dylan si tormentava le mani, nervoso.
La vedeva spesso a scuola, sull’autobus, a volte la incontrava anche per caso, in giro per la loro città.
Ma quel giorno non era andato a scuola perché era ammalato. Sua madre lo aveva obbligato a rimanere a casa e lui non faceva altro che tormentarsi e stare peggio all’idea di non vederla.
E fu così che decise.
Andò a mettersi le scarpe e prese una giacca. Sua madre, dal soggiorno, quando lo sentì aprire la porta, gli chiese
- Dove credi di andare?! - il ragazzo sbuffò e prima di chiudersi la porta dietro le spalle rispose
- A fare una passeggiata. -
Si tirò il cappuccio sui capelli cortissimo mentre imboccava la strada che  avrebbe portato a casa della ragazza che occupava sempre i suoi pensieri.
Arrivò di fronte al piccolo villino ed entrò nel giardino. Vide che la luce del soggiorno era accesa, così si diresse il quella direzione.
Quando la vide gli mancò il fiato. Dietro quella finestra istoriata sembrava quasi una visione.
Possibile che fosse così bella anche con i pantaloni della tuta, la felpa e i capelli bagnati?



Saaaaaaaalve 
allora questo sostanzialmente è il tema che ho scritto stamattina XD ne ero particolarmente orgogliosa, così ho deciso di pubblicarlo :)
la traccia era "Scrivi un racconto con la tecnica del mise en abyme che inizi così: Ad un certo punto cominciò a piovere..."
Sostanzialmente, anche se credo che si possa intuire dalla storia, la tecnica del mise en abyme consiste nell'inserire una storia all'interno di un'altra storia :)
spero che vi sia piaciuta! se avete voglia le recensioni sono sempre gradite 

lunatica365
  
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