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Autore: Zonzi_Kuchiki    20/10/2012    1 recensioni
Una ragazza e il suo sogno. Una fine, o forse un inizio? Non è facile combattere con la morte, non ci è concesso, ma forse lei avrà una possibilità per cambiare la sua vita, e non solo.
Un nuovo paese, nuove emozioni, nuove scelte. Quale sarà la sua?
Genere: Angst, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Violenza
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Per sempre?
Si ripeteva quel discorso da una mezz'oretta buona, da quando il sole aveva fatto capolino illuminando leggermente la stanza, riflettendo i suoi raggi sulle coperte disfatte.
Fey si era svegliata con un'emicrania che le martellava in testa e si mise a sedere guardandosi attorno e cercando di scacciare quel sogno così reale che l'aveva fatta svegliare di soprassalto alle prime luci dell'alba.
Si alzò dal letto, ormai certa che non sarebbe più riuscita a chiudere occhio. Andò in cucina a prendere un bicchiere d'acqua e sentiva che c'era qualcosa che non andava, si sentiva diversa. La casa era deserta, non si sentiva alcun rumore, neppure il canto degli uccelli che ogni mattina rallegravano la giornata con le loro melodie. Quel giorno era vuoto.
Iniziò a girottare per la casa svogliata e si diresse verso la camera di sua madre, ma non c'era. La chiamò ma non ci fu nessuna risposta.
Corse in camera e si cambiò in fretta e furia, si girò verso lo specchio per mettersi un po' di blush nelle guance e dare un po' di colorito a quella sua carnagione troppo chiara che spesso detestava.
-Ali?..-

Indietreggiò turbata da quello che aveva visto riflesso, erano ali quelle? Scosse la testa, probabilemente era solo la stanchezza e quell'incubo, che ancora le ronzava in testa, non aveva fatto altro che alimentare lo stress che aveva in corpo.
Uscì di casa e iniziò a dirigersi verso l’ospedale, non sapeva il perché, ma era sicura che sua madre fosse li. La gente del vicinato piangeva davanti alle porte delle case, cani che abbaiavano in continuazione e sentiva voci di persone che in quel momento non pronunciavano neanche una sillaba.
Decise di avvicinarsi per chiedere cosa fosse successo. La signora Margaret, una donna un po' in carne coi capelli corti neri era disperata appoggiata al cancelletto della sua casa, qualche metro più avanti della casa di Fey. Le chiese perché stesse piangendo, cosa stesse succedendo ma non rispose, continuava a piangere e guardava da un’altra parte. Cercò di mettersi davanti a lei ma questa non rispose. Fece così ad altri, ma nessuno le diede una risposta... era come se nessuno la vedesse, come se fosse invisibile.
-Mamma, mamma! Guarda! E’ un angelo!

A quelle parole si bloccò di scatto scandalizzata, solo una bambina che avrà avuto intorno ai 6, 7 anni riusciva a vederla e l'aveva definita un angelo.
Scappò, corse via. L’incidente era un sogno? Cos’erano quelle ali? Si chiedeva perché  nessuno riuscisse a vederla, perchè quel giorno era iniziato in quel modo. Non capiva ma sapeva che la risposta si trovava lì, dentro quella struttura bianca che tra poco cadeva a pezzi.

Percorse il lungo corridoio azzurro, quell’odore di igienizzato le faceva venire la nausea e non riusciva a trovare suamadre, chiedere era inutile.
Poi la vide, era stremata. Seduta su una misera sedia di plastica che piangeva con le mani al volto. Suo padre, un uomo alto sulla sessantina, in piedi che guardava il battiscopa con uno sguardo assente. Fey cercò di farsi largo tra i medici e vide se stessa, sdraiata sul lettino, senza vita. In quel momento le passò l’incidente davanti agli occhi. Nessuno la vedeva, aveva delle ali, il suo corpo era disteso davanti a sè... Solo allora si rese conto davvero di essere morta.
Vide sua  madre e suo padre avvicinarsi per un’ultima volta al corpo prima di tornare a casa.
Entrò prima lei; si inginocchiò e le prese la mano, portandola al viso. Guardava la figlia con uno sguardo di assoluta tenerezza e piano piano le spostava via i capelli dal viso. Fey non sopportava rimanere li senza fare nulla, sarebbe voluta andare la e dirle: Mamma! Sono qui! Non mi vedi? Sono accanto a te!
Lei non riusciva a vederla, lei non riusciva a sentirla, la piccola Fey per loro non c’era più. Quella ragazza sempre col sorriso sulle labbra che se avesse potuto avrebbe aiutato il mondo intero, che con quegli occhi di quel colore così inusuale riusciva ad incantare chiunque.
La donna uscì e lasciò un po’ di tempo al padre. Rimase a fissarla per qualche istante, poi le baciò la mano e pianse. Fey non l'aveva mai visto piangere e in quel momento avrebbe pianto anche lei, se solo avesse potuto farlo, ma dai suoi occhi non uscivano lacrime, non ne aveva più la possibilità. Sentiva la sua sofferenza attraversarla e questo faceva più male di qualsiasi incidente. Si avvicinò e lo abbracciò anche se lui non sentiva.
Si scostò dal corpo e se ne andò, lasciandola li assieme a sè stessa e ai suoi ricordi, che erano le uniche cose che le rimanevano.
  
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