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Autore: assasymphonie_    20/10/2012    0 recensioni
Ma la figura del moro continuava a muoversi, in questo scenario di cupo presentimento.
La guardia di Akira si alzò, le labbra si curvarono nuovamente, andando a formare una seriosa linea retta, il blu oltremare degli occhi sfavillò ancora ed ancora mentre la luce silenziosa di un lampo inesistente lo attraversava.
Cominciò a fare freddo.
Genere: Angst, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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chapter two; abyss



Era una situazione surreale.
La luna faceva timidamente capolino tra le nuvole sfilacciate, illuminando cupamente i corpi senza vita degli hunter. L'odore penetrante del sangue s'insinuò crudele nelle narici di Misha, i cui muscoli erano scossi da continui spasmi, mentre il vampiro tentava invano di alzarsi in piedi. L'uomo davanti a lui gli aveva allontanato la pistola dal mento ed ora fissava lo spadaccino con occhi che brillavano di furore misto a sconcerto.
Ma durò un attimo.

-Misha, sono sorpreso- esclamò, mentre il suo volto si distendeva nuovamente in un sorriso sornione. Le iridi vagamente oblique presero a fissare Hiro parecchio divertite, come se la rabbia fosse stata improvvisamente sostituita da una qualche idea immensamente esilarante.
-Non avrei mai creduto che saresti riuscito a farti un amico- continuò, spostando nuovamente lo sguardo sul vampiro ancora accasciato contro le pareti scivolose, che per tutta risposta gli sputò un miscuglio di sangue e saliva sulle scarpe lucide.
-Amico? Vi state sbagliando, signore-
La voce serena dello spadaccino spezzò la tensione.
Sia Misha che la figura ammantata di nero si voltarono quasi contemporaneamente verso di lui, notando immediatamente che il sorriso non era ancora scomparso.
La lama di Akira scintillò in modo sinistro, mentre il ragazzo muoveva qualche passo nella loro direzione. Mar'yan lo fissava sgomento. Quello che ora gli si presentava di fronte era un volto sconosciuto dello stesso Hiro che andava professando di conoscere così bene.
Era davvero quel ... cretino?
Vi erano sì, quelle familiari labbra piegate all'insù e quell'andatura impercettibilmente barcollante tipica delle persone prive d'intelligenza, eppure qualcosa stonava. Che ci azzeccavano quell'inquietante luce negli occhi oltremare ed il sordo sgocciolio del sangue ancora denso sulla lama ora tinta di scarlatto?
Il profilo che si stagliava in quell'istante sotto la luce lunare, era quello di un freddo assassino dalla mente d'acciaio, cresciuto in strada, tra fango e polvere.
E furono proprio le parole di quel quasi sconosciuto a riscuotere Misha dal suo torpore.

-Amico?- ripetè nuovamente Hiro, ormai a pochi passi da loro.
Akira ondeggiò.

-Mi spiace per voi, signore, ma siete in errore. Messer Romanov non mi può sopportare-
Provate ad indovinare come pronunciò quest'ultima frase. Esatto. Sorridendo.
Il capo inclinato, nel suo usuale modo di porsi come se nulla fosse.
Ci fu un attimo di silenzio, nè Misha nè l'uomo osavano parlare.
Passò qualche istante, la pioggia continua a scendere silenziosa, creando ombre danzanti tutt'intorno. Lo spadaccino avanzò di qualche passo, ormai vicinissimo, la lama di Akira dondolava al suo fianco ed i capelli corvini gli ricadevano bagnati sulla fronte ma il ragazzo non sembrava curarsene.

-Se non ci crede chieda a lui- esclamò, rompendo di nuovo il silenzio.
Si voltò poi verso Misha con una piroetta, mentre le suole bagnate delle scarpe da ginnastica producevano un sordo stridio sul terreno umido.

-Nee, Micchan?- sussurrò, con voce morbida, fissando gli occhi sfavillanti in quelli socchiusi del vampiro.
Mar'yan sentì le guance imporporarsi di rabbia ed imbarazzo, mormorò un "
tch" a fior di labbra, subito prima di chinare nuovamente il capo, incapace di sostenere ancora quello sguardo colmo di sott'intesi.
-Non ti azzardare mai più a chiamarmi in quel modo- sibilò tentando con tutte le sue forze di non balbettare e maledicendo fino alla nausea gli zigomi che continuavano a bruciare.
La profonda risata di Hiro colmò l'aria densa, mentre lo spadaccino cambiava impercettibilmente posizione, ponendosi con tranquillità tra i vampiro poggiato al muro e l'uomo dagli occhi socchiusi.

-Visto? - esclamò, le guance leggermente contratte, indicando con il pollice Misha alle sue spalle.
Ed eccolo, il momento di vuoto.
Vuoto nel vero senso della parola. Per una manciata d'interminabili secondi, Mar'yan avvertì il tempo fermarsi, l'aria smettere di riempirgli i polmoni e le gocce di pioggia parvero cristallizzarsi nel bel mezzo della loro caduta.
Ma la figura del moro continuava a muoversi, in questo scenario di cupo presentimento.
La guardia di Akira si alzò, le labbra si curvarono nuovamente, andando a formare una seriosa linea retta, il blu oltremare degli occhi sfavillò ancora ed ancora mentre la luce silenziosa di un lampo inesistente lo attraversava.
Cominciò a fare
freddo.
-Ma d'altro canto- aggiunse subito dopo, Mar'yan continuava a fissarlo.
Lampo.
Fulmine.

-Non posso certo permettere a un verme come te di portarmelo via-
T U O N O.
I secondi ripresero improvvisamente a scorrere, riversando sullo spazio angusto del vicolo tutta la loro fretta. La pioggia scrosciava violenta e l'aria che Misha tornò improvvisamente a respirare, odorava di erba umida. Ma il vampiro al momento era troppo impegnato a tener a bada il cervello con ben altri pensieri.
Il tono. Cristo, quel fottutissimo tono.
Perchè era cambiato così all'improvviso? Perchè era divenuto profondo e tagliente tutto d'un tratto? Perchè quelle labbra sempre curvate verso l'alto avevano pronunciato quelle, invece, parole così minacciose?
Se anche non fosse stato per il veleno che continuava a bruciarli le vene, dubitava che avrebbe avuto il coraggio di alzarsi e posare lo sguardo su quel viso ora così trasformato.
Aveva paura. Cazzo gente, Mar'yan Petrovic aveva paura di cosa avrebbe potuto leggere in quell'espressione.
Fanculo. Quell'umano gli aveva decisamente rovinato la vita.
Si udì uno schiocco secco risuonare nel buio, quando l'uomo difronte a loro prese a battere sistematicamente i palmi guantati.

-Ah, non mi sono mai divertito tanto in vita mia- esclamò in preda ad un'isterica risata.
Gli occhi scarlatti si mossero in direzione del vampiro, senza però perdere di vista la lama di Akira, pericolosamente immobile a pochi passi da lui.

-Complimenti davvero Misha, te lo sei scelto proprio bene- ghignò.
Mar'yan fece uno scatto in avanti, artigliando il terreno sporco, mentre l'ennesimo fiotto di sangue caldo gl'insozzava le vesti.

-Io non ho scelto proprio un bel niente!- ringhiò, aspettandosi una risposta petulante da parte dello spadaccino, ma questi si limitò a sorridere amaramente, senza muoversi di un millimetro.
La figura scura lo ignorò, mentre indiettreggiava lentamente, alzando due dita verso il cielo plumbeo.

-Vediamo se è bravo solo a parole o c'è anche un po' di sostanza in cotal sfrontatezza-
Le falangi si piegarono fulminee, ed un istante più tardi una decina di Hunter armati di tutto punto, cirondarono Hiro.
Il ragazzo non fece una piega, mentre gli si gettavano contro, brandendo le armi avvelenate.
Il suo sguardo era solo freddamente deciso, mentre li faceva fuori, uno ad uno, non lasciandoli minimamente avvicinare al luogo dove stanziava Misha.
Il sangue rese scivoloso il terreno, ma i corpi che continuavano a cadere sotto la lama di Akira, sembravano infiniti. Per ogni Hunter che stramazzava in terra, ve ne era un altro pronto a prendere il suo posto.
Mar'yan osservava Hiro battersi con una precisione unica, gli occhi argentei seguivano la traiettoria dei suoi colpi mortali con malcelato stupore. Ancora una volta, il giovane gli apparve come un estraneo.
Gli assassini parevano moltiplicarsi e questo compiaque l'uomo poco lontano, intento ad osservare a braccia conserte la scena di morte, senza preoccuparsi minimamente dei suoi uomini ridotti ormai puntaspilli.
Finchè ...
Lo spadaccino si bloccò, tendendo la lama di Akira verso il cielo.

-Sai- iniziò -Ti è andata male-
Il tono non era cambiato. Freddo. Gelido.
Il blu oltremare delle iridi parve ridere per lui.

-Scommetto che non sapevi che io e la pioggia ...-
Alzò di scatto la testa, mentre la spada veniva avvolta da una splendente aura di gocce.
-Siamo una cosa sola-
L'acqua schizzò impazzita in tutte le direzioni, mentre Hiro danzava con lei in avanti, muovendosi rapidissimo tra i corpi ammassati degli assassini.
-Ame no hāto!- gridò e la pioggia si mosse con lui.
Passarono attimi che parvero interminabili, gli uomini continuavano a cadere ma per quanti ne morissero, il loro numero rimaneva invariato.
Lo spadaccino era affaticato, l'uso dell' Ame no hāto esauriva quasi del tutto le sue energie ma non aveva la minima intenzione di mollare. La rabbia nei suoi occhi era palesemente incontrollata.

-Bastardi, non vi permetterò di toccare Misha neanche con un dito!- gridò, per poi lanciarsi ancora una volta all'attacco.
Ma erano troppi.
Una lama lo ferì di striscio al fianco, mentre un'altra gli si conficcava nella spalla con un rumore sordo. Fu questione di secondi, si udì uno sparo provenire da un punto imprecisato e Akira scivolò lontano.
Mar'yan ebbe un sobbalzo mentre vedeva quel suo non richiesto salvatore, crollare a terra, gli occhi appena socchiusi ed il sangue colargli da ogni dove. Il cuore accellerò, ma lo sapeva.
Lo sapeva che non poteva fare assolutamente niente per lui.
Ed un unico pensiero gli riempì in quel momento la mente
"Cazzo. Cazzo, non crepare"

  
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