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Autore: assasymphonie_    20/10/2012    0 recensioni
L'amico si lasciò sfuggire un sorrisino talmente leggero che la ragazza credette di averlo immaginato. Stavano davvero parlando di Supernatural e cibo spazzatura parcheggiati su una stradina secondaria da qualche parte in Gibilterra, loro, gli alberi spogli ed il fast food puzzolente?
Certo che sì, poteva forse essere altrimenti?
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Premessa;

Forever Ocs. Roxanne mia. Maximilian di Kiku.
Migliori amici. Strega e mago in giro per il mondo, yoh.

 

If I told you the reasons why, would you leave your life and ride?

 

Roxanne odiava mangiare in macchina; la puzza di patatine fritte permeava l'aria per settimane e di certo quegli schifosi hamburger che lei e Max seguitavano ad ingurgitare da giorni, non giovavano affatto alla sua dieta.
In quel momento, il suo adorato compagno di viaggio, giaceva addormentato sul sedile alla sua destra, le labbra appena socchiuse in un muto russare, il viso provato dal precedente turno di guida. Purtroppo per lui, la delicatezza, e cose carine affini, non erano mai state il forte di Rox in pressochè nessuna occasione. Difatti la ragazza, rientrando sul loro adorato modello di Impala del '68 con le braccia cariche di buste take-away, non si fece alcun problema a sbattere la portiera talmente forte da indurre a pensare che ne valesse della sua stessa vita.
Gli occhi di Maximilian Baumgarter si agitarono per qualche momento dietro le palpebre serrate, prima di spalancarsi del tutto, rivelandosi in tutto il loro contrariato color cioccolato.
L'amica si limitò a fissarlo, deglutendo in fretta un boccone di un doppio cheeseburger mentre gli porgeva la sua cena, sapientemente avvolta in una busta di carta unta.

-Non so davvero come faccia Dean Winchester a mangiare questa roba a tutte le ore ed essere ancora vivo- esordì, fissando sospettosa il resti del suo pasto all'insegna dell'obesità.
Max si lasciò sfuggire un lungo sospiro, prima di rizzarsi su a sedere, sfregandosi stancamente le mani sul viso.
-Beh, lui e suo fratello fanno fuori mostri ogni giorno, lo considererei un allenamento notevole- constatò, infilando distrattamente la cannuccia nella sua lattina di CocaCola.
Roxanne scrollò leggermente il capo mentre il viso assumeva un cipiglio risoluto.
-Anche noi due abbiamo fatto fuori un paio di troll insieme. Ma vallo a spiegare al mio metabolismo-
L'amico si lasciò sfuggire un sorrisino talmente leggero che la ragazza credette di averlo immaginato. Stavano davvero parlando di Supernatural e cibo spazzatura parcheggiati su una stradina secondaria da qualche parte in Gibilterra, loro, gli alberi spogli ed il fast food puzzolente?
Certo che sì, poteva forse essere altrimenti?
-Beh, non credo che Dean Wincester possa fare testo, visto che è andato e tornato dall'inferno- ribattè tranquillo, raschiando il fondo del bicchiere di carta con la cannuccia multi colore.
Roxanne gesticolò livemente, agitando per aria il pane morbido ancora gocciolante di ketchup.

-Forse hai ragione ma pensavo comunque che l'aver steso quei troll faccia di noi delle sottospecie di cacciatori-
Il tono della voce era talmente pratico che non era affatto facile capire se stesse scherzando o meno, d'altronde anche la maschera impassibile sfoggiata da Max era tutt'altro che decifrabile.
-Ed il fatto che li abbiamo uccisi insieme, farebbe di te mia sorella?- domandò, alzando impercettibilente il sopracciglio sinistro mentre allungava una delle gambe fasciate dai jeans sul cruscotto metalizzato. La giovane strega inclinò la testa di lato, stringendosi nelle spalle.
-Scommetto che a Fab non dispiacerebbe- mugugnò, passandosi distratta un dito sulle labbra per eliminare i residui di salsa.
Il tentativo dell'altro di smorzare una risata si concluse in un altrettanto rumoroso ribollire della bevenda che teneva stretta tra le mani, quando si costrinse a stringere le labbra sulla cannuccia di plastica.
-Certo, credici- esclamò divertito, immaginando per un secondo di dover vivere nella stessa casa con il fratello e quella specie di psicopatica affianco a lui.
Di certo non si sarebbe annoiato.
Roxanne lo fulminò con lo sguardò, sporgendosi verso di lui, le ciocche rosse che apparivano quasi più luminose del solito nella penombra della sera.

-Cosa stai insinuando?!-
Max le portò due dita alla fronte, spingendola leggermente indietro.
-Nulla, Miss SonoUnoSteccoSebbeneContinuiASfondarmiAiFastFood- dichiarò tranquillo, accartocciando il bicchiere ormai vuoto prima di lanciarlo fuori dal finestrino, in direzione del secchio poco lontano.
Centro perfetto.
Ma non ebbe tempo neanche per un borbottio soddisfatto visto che la compagna di viaggio tornò all'attacco, afferrandolo per la maglietta e costringendolo a voltarsi.
-Ma senti senti! Di chi è stata l'idea di girare l'Europa in macchina limitando l'utilizzo della magia alle emergenze?- chiese, premendogli l'indice sottile al centro del petto.
Il ragazzo la fissò tranquillo, facendo spallucce.

-Tua?- rispose semplicemente.
Rox lo strattonò piano, mentre le labbra tinte di rosso si storcevano in una piccola smorfia.
-Esatto! E di chi è stata l'idea di seguirmi?-
Maximilian stavolta non potè trattenersi e si lasciò andare in una risata leggera, allontanando delicatamente i polsi dell'amica dalla presa sulla sua t-shirt e reclinando il capo all'indietro.
-Stai dicendo che saresti partita anche da sola?! L'Europa non sa da cosa l'ho salvata, allora- esclamò con un'alzata di sopracciglia ed un sogghigno che non voleva abbandonare le sue labbra.
Era strano per lui, ridere a quel modo. Totalmente fuori dagli schemi, dalle abitudini; insomma, non era un'azione che lo si vedeva spesso compiere soprattutto considerando che in teoria gli rimaneva difficile anche il solo sorridere. Ma non ci poteva fare niente, l'effetto che Roxanne aveva su di lui non riusciva neanche ad esprimerlo a parole. Era semplicemente qualcosa di diverso che non aveva niente a che vedere con quelle stronzate stile "Mi ha cambiato. Mi ha salvato". Anzi, lo stare insieme a lei aggiungeva semplicemente al suo essere nuove sensazioni e forse anche un po' di velata serenità.
Erano in viaggio da mesi ed anche se non l'avrebbero mai ammesso, entrambi non avrebbero voluto accanto nessun altro.
All'ennesima provocazione da parte dell'amico, Rox si concesse un sorriso malizioso, mollandogli una gomitata senza metterci davvero alcun impegno.

-Sei solo restio ad ammettere che senza di me non sai stare- mormorò, gettando con nochalance i resti della cena sui sedili posteriori.
Maximilian fissò lo sguardo sul paesaggio di ombre scure fuori da finestrino, ostentando indifferenza.
-Come ti pare- concluse lapidario.
La strega continuò a sorridere mentre allungava una mano per girare le chiavi della toppa e riprendere quel folle viaggio nella notte incalzante.
-Cosa credi di fare?!-
Il rimprovero la fece sobbalzare leggermente. Si voltò stupita verso Max, fissandolo interrogativa, gli occhi ornati di matita scura spalancati in una tacita domanda che trovò presto la sua via tra le labbra sottili.
-Cosa?- chiese confusa.
Max tirò giù entrambi i piedi dal cruscotto e prese a spintonarla lievemente verso la sua portiera.
-E' il mio turno al volante, o sbaglio? Forza, sciò, cambio posto- brontolò prima di uscire dall'auto con una certa fretta.
Dopo un momento di divertito sgomento, Roxanne lo seguì con una risata.
L'aria era fredda e gli alberi proiettavano ombre sinistre sull'asfalto malamente illuminato da sparuti lampioni al neon. Rox si strinse di più nella sua stretta giacca di pelle, calcandosi con decisione il basco di lana sin sopra le orecchie; Max, al contrario, sembrava perfettamente a suo agio avvolto solo nella sua felpa grigio scuro con il cappuccio di stoffa tirato sul capo senza troppa convinzione.
Respirarono entrambi a fondo l'aria salata, tacita spia delle onde dell'Atlantico che probabilmente li attendevano qualche chilometro più avanti.
C'era una piacevole pace lì, una pace che probabilmente avrebbe inquietato chiunque altro ma i due maghi sapevano bene che non c'era nulla da temere, soprattutto ora che si trovavano entrambi lì.
Qualsiasi cosa si potesse nascondere nel buio, l'avrebbero affrontata e l'avrebbero fatto insieme

-Allora Miss, intendi darmi le chiavi o restiamo qui a congelarci le chiappe?-
La voce ironica di Maximilian fendette il silenzio, riportando l'attenzione di Roxanne su di lui e sulla sua mano tesa verso di lei. Gliele porse con un sospiro e l'altro la superò con passo svelto, in realtà stava già per infilarsi nel sedile del guidatore quando la voce dell'amica lo bloccò con una gamba ancora incastrata tra la portiera e gli interni in pelle.
-Ehi Maxxie!-
L'ex Nettunus si trattenne dal tirarle un oggetto contundente contro, al suono di quel nomignolo ma alzò comunque il capo.
-Mh?-
Il sorriso che Roxanne gli rivolse questa volta era uno dei più dolci che avesse mai visto. Abituato a convivere quotidianamente con il suo lato da perfetta rompiballe, aveva quasi dimenticato come era in grado di farlo sentire amato quando se ne usciva così, mostrando al mondo lo sconfinato affetto che era in grado di donare a chi lo meritasse. Le parole che pronunciò subito dopo non fecero che confermare la sua idea.
-Ti voglio bene. Ricordatelo nei momenti di noia-
Ci fu un attimo di pausa in cui Rox credette addirittura di riuscire a sentire le onde del mare infrangersi su scogli sconosciuti, in lontananza. Poi Max sbuffò leggermente, sorridendo appena.

-Entra in macchina scema, prima che rifletta seriamente sulla possibilità di lasciarti a piedi- borbottò, scomparendo definitivamente sotto il tettuccio verniciato di nero.
La giovane strega rise nuovamente, di rimando, affrettandosi a raggiungere la postazione accanto a quella dell'amico.
Un ultimo fruscio di capelli, una portiera che sbatte, il motore che si avvia, lo stridio lieve delle gomme sull'asfalto ed erano di nuovo entrambi fuori a vivere.

  
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