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Autore: Mosa    03/05/2007    4 recensioni
Lettere di un pavido innamorato a colei che non saprà mai di essere diventata per lui il più grande amore della sua vita
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok ascolta.

Tu non sai chi sono. Né il mio nome, né da dove vengo. Non sai che aspetto io abbia, se sia bello o brutto, alto o basso, magro o grasso,biondo o moro e chi più ne ha più ne metta.

Non sai niente di me. E forse è un bene che sia così

Ma io so chi sei.

Io ti conosco.

 

Conosco il tuo viso, il tuo corpo, la tua figura…Come ti muovi, parli e cammini

Sono riuscito anche ad ascoltare il tuo nome senza che tu mi notassi.

A sapere quanti anni hai, che scuola frequenti e persino dove di solito esci il sabato sera.

Origliando ovviamente. Perché non ho mai avuto il coraggio di venirti vicino

A volte mi domando perchè una persona riesca a metterci così tremendamente in soggezione…Eppure anche tu sei un essere umano come me, no?

Ma no, non lo sei. Sei molto , molto di più

E non riesco a dimenticarti.

Ho incrociato il tuo sguardo pochi giorni fa, a quella stupida fiera.

Indossavi un costume rosso e una parrucca bionda.

E quella maschera di il trucco pesante, cipria, mascara, ombretto e lucidalabbra a me sembrarono calzarti meglio del tuo vero viso

Mi mancò il respiro nel vederti arrivare in quel vestito da bambola, mentre camminavi con ai piedi un paio di scarpe troppo alte e troppo pesanti perché potessero essere indossate nella vita di tutti i giorni

Sembravi risplendere di non so quale luce, una luce forte e misteriosa, oscura, brutale e profonda, rossa come il tuo vestito.

Amo il colore rosso sai? Il colore del sangue e delle rose, del fuoco e delle mele. E il mio colore preferito ed è allo stesso tempo quello che odio di più in assoluto

E chissà , forse piace anche a te…

Mi passasti di fianco, senza notarmi. E ti ringrazio. Se mi avessi notato, se avessi ricambiato il mio sguardo credo che sarei potuto morire nello stesso istante in cui i tuoi occhi si fossero posati su di me

I tuoi occhi già….azzurri, limpidi e bellissimi. Non che gli occhi debbano essere per forza azzurri per essere belli…Ma i tuoi lo erano.

Dio quanto darei per poter essere guardato da te, almeno una volta

Mi passasti di fianco dicevo. E ci vollero almeno una decina di secondi perché io avessi la forza di riuscire a voltarmi

La tua esile figura si allontanava passettino dopo passettino, e ad ogni "tap" della suola delle tue scarpe mi sono sentito morire. Avrei voluto correrti dietro,metterti una mano sulla spalla e fermarti. Ma rimasi immobile

Sono un vigliacco, è questa la verità. Ma non dare a me tutta la colpa, mia piccola e crudele bambola di porcellana. La colpa è anche tua, che sei così dannatamente bella.

La forza di muovermi mi tornò solo quando ti vidi girare l’angolo e sparire.

Ma è sbagliato anche chiamarla forza…era disperazione. Tremavo al pensiero di non vederti mai più Non volevo che ti dissolvessi così...

Corsi

Corsi con tutte le mie forze, anche se a separarci erano solamente pochi metri. Svoltai di nuovo l’angolo

E tu eri ancora lì

Non avevo sognato allora. Non TI avevo sognato. Eri reale, come il sangue che mi scorre dentro, come l’inchiostro su questa pagina bianca, come il dolore, la passione e l’amore. Eri reale mia bambola crudele. Reale

Mi davi ancora le spalle. Non ti eri nemmeno accorta di quello stupido ragazzo che aveva corso tanto affannosamente per starti dietro non è vero?

Ma non te ne faccio una colpa, anzi. La tua arrogante superbia ti rende ai miei occhi ancora più irresistibile

A ognuno il proprio ruolo. Tu camminavi avanti…io seguivo

Era giusto così

Passarono minuti, ore…e io continuavo a fissarti

A volte ti fermavi a scambiare un saluto…

A volte ti fermavi sulla scalinata…

A volte ti affacciavi a una finestra…

Ti arrabbiavi, innervosivi, agitavi, sorridevi. Ti passavi una mano tra quei tuoi finti capelli biondi (che per me erano veri) e poggiavi la testa sull’altra. Sbuffavi. E a volte facevi una piccola smorfia con la bocca

Perché dovevi essere così bella…?.perché…?

A volte guardavi anche nella mia direzione, facendomi sobbalzare.

Mi avevi visto forse?

Ma poi continuavi a rimanere nel tuo piccolo mondo di sogno, senza sapere del mondo che io mi portavo dentro

Arrivò la sera infine. Dovevi andare via. E io ancora non ero riuscito a parlarti.

Provavo invano a farmi coraggio, a darmi forza…

Ma mi conoscevo troppo bene…non ti avrei parlato, neanche se avessi avuto tutto il tempo del mondo

Così andai via, prima di te.

Non volevo vederti senza quel costume…anzi non volevo vederti indossare quello squallido costume che ti era stato imposto dalla quotidianietà. Quello era il vero costume.

Volevo ricordarti per come eri, vestita di rosso.

Volevo ricordarti per come ti avevo sognata.

Ho immaginato tante volte di riuscire finalmente a parlare con te. E quante volte ho sognato che, una volta trovato il coraggio di proferire parola, tu ,con voce timida e impacciata, mi avessi risposto che eri spaventata tanto quanto me. Che desideravi parlarmi, ma che non eri riuscita a farlo. Che volevi conoscermi, come io volevo conoscere te

E ho sognato che da quella volta in poi, io e te fossimo diventati inseparabili. Che mi avresti rivelato tutto, che mi avresti concesso di conoscere ogni singola sfaccettatura dell’iridiscente prisma della tua anima. Che mi avresti confidato i tuoi sogni, le tue paure, le tue vittorie, le tue delusioni, ciò che speri e ciò che sai non si realizzerà mai.

 

Ho sognato di fare l’amore con te

 

E che ci innamorassimo l’uno dell’altra.

 

E credimi quando ti dico che persino nei miei sogni, dove sono io a muovere i tuoi invisibili fili di bambola, tu eri capace di mozzarmi il fiato, di strangolare coi tuoi capelli biondi ogni singola, futile parola che aveva l’ardire di uscire dalle mie labbra.

 

Ma bisogna stare attenti a ciò che si desidera…se si avverasse anche solo un millesimo di quello che ti ho descritto, di quello che porto nel cuore, credo che morirei.

Mio Dio morirei anche se solo mi rivolgessi la parola, no, nemmeno la parola, un misero accenno di saluto con la tua piccola mano…

Figurati se potessi davvero fare l’amore con te…

Non basterebbe l’eternità per tutte le volte che in quei momenti, col tuo corpo, mi avresti fatto morire e rinascere

Quindi ti scrivo. Perché è l’unico modo che conosco, l’unico modo di amare senza rompere l’incanto che sei riuscita a creare. E perché, credo, queste mie parole siano l’unica cosa che io sia in grado di offrirti

E so che rispetto alla tua sola presenza che tu, così inconsapevolmente mi hai regalato, siano niente

Ma voglio che tu sappia questo, dato che il coraggio riesco a trovarlo solo davanti a un pezzo di carta

Anche se non mi conosci, anche se non mi hai mai visto, anche se forse non saprai mai quale aspetto abbia il mio viso…

Voglio che tu sappia…

 

….che io ti amo…

…E che ti amerò sempre, anche se il destino non vorrà essere così magnanimo da darmi una seconda occasione

Non so se mai ti raggiungeranno queste mie parole, e da una parte spero che non lo facciano.

Eppure sono l’unico modo affinchè tu prenda coscienza della mia esistenza

Quindi ti ho scritto.

Ora ridi se vuoi.

Ma sai qual è la cosa triste?

È che anche questa tua ultima risata di derisione…io non riuscirò mai a sentirla…

 

 

Fedele a Te fino alla Fine

………..xxx………..

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Dedico questa piccola one-shot a tutti i timidi, gli insicuri e gli indecisi. Quelli che proprio non ci riescono ad afferrare la vita e a cogliere al volo le opportunità. Quelli che il Carpe Diem non sanno neanche dove sta di casa. Quelli che incontrano l’amore della loro vita seduto su una panchina del parco, in metropolitana, sull’autobus, al bar o semplicemente la incrociano per strada e non hanno il coraggio di farsi conoscere. A quelli che vivono di rimpianti, piuttosto che di rimorsi. Ai pavidi. Ai vigliacchi. Ma a quelli che alla fine sono gli unici che ancora sono in grado di fantasticare su un impossibile amore.

 

E la dedico a una Bellissima Cosplayer incrociata per caso al Napoli Comicon 2007 della quale non saprò mai il nome. Grazie dell’ispirazione ^_^

 

  
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