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Autore: kymyit    20/10/2012    1 recensioni
Fatto il misfatto è necessario prendere le redini della situazione prima che degenerino, è cosa ovvia e risaputa. Così una mattina Piemon e Yamato si trovano davanti alla svolta più importante della loro relazione.
Aspettano dei figli ed è giunto il momento di decidere se continuare a divertirsi o ufficializzare la propria unione. Ma poi, perché diavolo Piemon vorrà sposarsi a Las Vegas? Riuscirà Mimi a costringere Yamato a portare il bouquet? E chi è l'oscura presenza che minaccia il matrimonio?
Tutto il delirio e i sentimenti che volete in questa fan fiction, che partecipa alle challenge: "Chi, con chi, che cosa facevano" e "I difetti di Howl"
Coppie: [Piemon/Yamato, Mugendramon/Metalseadramon, Taichi/Sorpresa, varie accennate u.u]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Piemon/Piedmon, Un po' tutti, Yamato Ishida/Matt
Note: OOC | Avvertimenti: Mpreg
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- Questa storia fa parte della serie 'Two Lonely Stars'
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Capitolo 9: Dovrei farmi pietrificare più spesso se reagisci così.



-Vattene via, grande demone, vattene via… vattene, via, grande demone, vattene via..-
Forse il continuo sgranare delle perle del rosario da parte dell’anziana matriarca Ishida e il suo sciorinare in un flebile sussurro quelle parole stava avendo qualche effetto: Phelesmon era in difficoltà. Lo sarebbe stato chiunque nella sua situazione, con una marea di digimon di vari livelli decisi a fargli la festa. La sala per la cerimonia era stata distrutta e il vero celebrante era stato ritrovato in uno sgabuzzino legato e imbavagliato. Il digimon diavolo volava qua e là, tentando di colpire quanti più avversari poteva con la Black Statue e con il Demon’s Shout, ma i continui attacchi gli impedivano di caricare i colpi a sufficienza e i suoi strali oscuri venivano facilmente respinti.
-Vattene via, grande demone, vattene via…- continuò l’anziana donna.
-Sembra che funzioni…- osò dire speranzosa Natsuko, ma Hiroki la contraddisse indicando suo figlio.
-Credo che mamma si riferisca a quel demone…-
Infatti, Yamato era in prima fila per rispedire il digimon diavolo dall’inferno che l’aveva sputato e non gli lasciava spazio per caricare i suoi colpi. Tanto che Phelesmon iniziò a pensare di essersi fatto male i calcoli e di aver messo in gioco la sua vita per uno stupido dispetto.
Metalseadramon doveva stare indietro rispetto agli altri, perché doveva proteggere i suoi figli che impauriti guardavano la scena, anche se Megarmon si ostinava a mettere su il suo broncio da adulto mancato. Al drago d’acqua scappò una risata sommessa.
-Certo che ha un caratterino…- commentò -Mi chiedevo quando si sarebbe deciso a tirarlo fuori, a volte piazza certe scenate…-
-Certe scenate?- chiese Natsuko con dipinta sul volto un’espressione da “ma chi, mio figlio?!”
Il drago non si lasciò scappare l’occasione per riferire a mammina le marachelle del figlio maggiore, anche perché Yamato, nel suo piccolo ne combinava e parecchie. Certo sapeva essere infido e agiva più o meno come qualunque digimon malvagio, ma c’era una cosa che nel castello era ben nota e che faceva sorridere tutti (tranne quando si era toccati personalmente).
-Beh, sa, ormai i dati di Yamato sono in subbuglio perciò nelle notti di luna piena diventa intrattabile.- disse con aria saccente -E capita che pi… marchi il territorio… è davvero terribile.- annuì convinto mentre i genitori dello sposo restavano basiti nell’immaginare il figlio primogenito intento a sottolineare che la camera di Piemon era sua esclusiva con metodi poco ortodossi.
-Il mese scorso abbiamo avuto una decina di feriti, Etemon ha quasi subito una plastica alla faccia, Piemon… beh, lui era nella stanza da letto ma non se l’è passata meglio visto che anche lui è territorio di Yamato…-
A quel punto Natsuko sconnesse il cervello, mentre Hiroaki provò un senso di orgoglio e soddisfazione. Alla fine si era preoccupato per niente.
Uno dei raggi oscuri quasi colpì il drago chiacchierone e questi intercettò un’occhiataccia glaciale che lo paralizzò sul posto. Fiero del risultato, Yamato riprese a concentrarsi su Phelesmon, il quale dovette ringraziare che non ci fosse luna piena, perché altrimenti la minaccia della spada là dove non ci batte il sole non sarebbe più stata solo una minaccia, ma una dolorosa realtà.
-Cocytus Breath!- ululò Metalgarurumon tentando di chiudere il combattimento congelando il nemico.
-Black Statue!- Phelesmon però pietrificò il getto congelato e con un balzo schivò l’attacco di WarGreymon, afferrò il dinosauro corazzato per il piede e lo scagliò contro il lupo. I due accusarono il colpo e strisciarono diversi metri più in là, mentre Paildramon subentrava nel combattimento e Shakkoumon fungeva da scudo ai genitori dei ragazzi assorbendo gli attacchi e vanificandoli in sbuffi di vapore.
-Dovresti impiegarti come teiera, tsk.- fu il commento divertito e maligno di Devimon prima di rischiare una cottura a cento mila gradi per l’occhiataccia laser che il digimon evoluto gli scoccò.
Ora, c’è da dire che i digimon dei prescelti si stavano impegnando a non causare più danni del dovuto, mentre i Padroni delle Tenebre non se ne curavano, col risultato che Mugendramon si era strategicamente dovuto piazzare a scudo della parentela contro il “fuoco amico” di Pinocchimon che sparava all’impazzata, per non parlare di Lady Devimon che nella confusione tentava di compiere un Angewomonicidio.
Phelesmon tentò di individuare in quel caos primordiale la figura di suo fratello, ma Vamdemon non era da nessuna parte, il che era strano, perché di solito era lui in prima fila per fargli la festa. Quando finalmente intravide delle corte ciocche bionde, non fece in tempo a reagire che la spada di Piemon gli venne piantata sotto la gola. Lui e Yamato caddero diversi metri più in là distruggendo alcune panche della navata. Il digimon tentò di rialzarsi, ma il digiprescelto lo respinse schiena a terra, premendo la lama contro la sua gola.
-Ok, ok, calma…- tentò di difendersi -Siamo permalosi… eh?-
Yamato lo fissò gelido e premette la lama con più forza fino a fare stillare alcune gocce di sangue scuro dalla gola del diavolo.
-Va bene, va bene, mi arrendo!- esclamò quello, al che i digimon parvero placarsi e lo sposo infuriato decise di concedergli qualche altro attimo di tregua.
-Fallo tornare come prima!- ringhiò.
-Non posso farlo, sono molto debole in questo momento…- disse sulla difensiva -Però ti posso dire come si fa.- si affrettò ad aggiungere quando il ragazzo premette nuovamente il filo della lama contro la sua giugulare.
-Per sciogliere l’incantesimo è necessario un…- un boato tremendo cancellò quella parola così preziosa, Yamato vide il diavolo tagliare la corda in uno sbuffo di fumo nero, le sue ultime parole furono -…vero amore.- e -Portate i miei saluti al fratellino.-
Poi il silenzio.
Yamato voltò il capo in maniera fulminea e inquietante alle sue spalle, dove un certo burattino tentava di nascondere un bazooka decisamente troppo grande alle proprie spalle.
-Scusa… partito un colpo…-
Il ragazzo ebbe l’ultimo raptus omicida della giornata e ci volle un bello sforzo collettivo per farlo desistere al massacro del burattino “innocente”. Quando finalmente l’ira scemò, rimase solo il silenzio che segue la distruzione e lo sconforto per la cerimonia rovinata impregnò l’aria che sapeva di polvere e fuoco.
Vi erano brecce e fiamme ovunque, gli arredi erano stati straziati dai fuochi nemici e amici, gli abiti eleganti ridotti a cenci da gettare nella spazzatura e ovunque aleggiava un certo imbarazzo. Piemon era pietrificato e Phelesmon se l’era svignata senza neppure riparare al danno arrecato. Ricorrere al potere di HolyAngemon era inutile, poiché dopo svariati scontri, il diavolo aveva affinato e rafforzato la propria tecnica. Yamato cadde a sedere sui gradini dell’altare con la testa fra le mani e la famiglia intorno a consolarlo, Takeru in primis.
-Che cosa faccio adesso?- chiese più a se stesso che a qualcuno in particolare.
-Phelesmon ha detto qualcosa circa il vero qualcosa, no?- disse dopo un poco Miyako con aria sognante -Forse si riferiva al vero amore!-
Yamato guardò lei, poi il fidanzato ridotto ad una statua scura, poi arrossì e si alzò. Guardò fisso negli occhi della statua e schiuse le labbra.

Nel frattempo, Taichi non aveva partecipato al combattimento, ma non per questo non era stato all’erta e aveva fatto mega digievolvere Agumon, mentre tentava di sistemare una faccenda ancora più spinosa di un nemico abituale in vena di fare il suo regalo di nozze.
-Non pensavo fossi così infantile, Vamdemon.- disse arrampicandosi sul tetto del semidistrutto locale, mentre il vampiro tentava di volatilizzarsi pieno di vergogna. Il ragazzo però fu veloce e gli afferrò la mano, tirandola verso di sé. -Devi fartene una ragione…- disse dispiaciuto -Ti prego, cerca di superarlo…-
Vamdemon strinse il pugno, infastidito e imbarazzato.
-Io… non hai idea di ciò che c’è stato fra noi…-
-Questo è vero.- rispose Taichi -So che gli devi tanto e che lo ami da morire. Però hai detto anche a me che mi amavi, era solo un modo per illuderti?-
Quello lo guardò di sfuggita, per poi tornare a concentrarsi sui fili di fumo che risalivano dalla sala saccheggiata e sfumavano nel cielo limpido.
-No.- disse -C’è qualcosa… ma non è così prepotente come ciò che provo per Piemon.- disse sinceramente.
Taichi incassò il colpo e si sedette ai suoi piedi.
-A me piaceva Sora.- disse -Continua a piacermi tantissimo, ma…- ricordò quando lei si era dichiarata a Yamato e per un po’ di tempo erano stati insieme. -Sono stato felice quando si sono lasciati, ma quando ho trovato il coraggio di dirle che cosa provavo, abbiamo smesso di farci la guerra.- lo guardò -E ho capito che non era altro che un’ossessione infantile, che resterà nel mio cuore.- A quel punto si alzò e sollevandosi sulle punte abbracciò le spalle del vampiro confuso.
-Amo te.-
Vamdemon reclinò il capo, incerto.
-Io non sono sicuro di poterti offrire garanzie in questo momento.- disse tentando di riguadagnare il contegno che aveva perduto durante quella cerimonia, quando si era abbassato a…
-Sono certo di poterti conquistare nuovamente.- affermò convinto Taichi cercando le sue labbra gelide.
-Sei l’essere più testardo che io conosca…- sorrise, finalmente, Vamdemon. Il suo dolore si alleviò un poco, giusto il tanto da concedergli un poco di speranza.
-Ho un buon maestro.- rispose il ragazzo baciandolo con passione travolgente e un pizzico di possesso che costrinsero il digimon a riafferrare immediatamente le redini della situazione. Rimasero uniti in quel travolgente scambio di effusioni per interminabili e passionali minuti. Poi Taichi disse -Adesso andiamo a restituire le fedi.-
Vamdemon acconsentì.


-Allora?- domandò Hikari alle sue spalle. Yamato chinò il capo sconfortato.
-Niente…- si pulì la bocca con disgusto -Sembra di aver baciato un marciapiede…-
Avrebbe voluto fare fuori Pinocchimon per il suo inopportuno intervento, ma si trattenne perché, tanto, con Phelesmon non c’era da stare sicuri. Probabilmente Piemon sarebbe comunque rimasto una fredda statua di pietra. L’unica speranza era confidare in Holy Angemon, ma Patamon era esausto e perciò dovevano attendere.
Il matrimonio era stato rovinato e non vedeva soluzioni per uscire da quella situazione. Poi Taichi e Vamdemon tornarono in sala e il digiprescelto del Coraggio gli si avvicinò compunto per mettergli fra le mani le fedi nuziali.
-Phelesmon le aveva nascoste per bene.- mentì spudoratamente. Yamato soppesò quelle parole, ma non diede segno di leggere oltre quella menzogna, non aveva tempo da perdere per… rimase immobile per qualche secondo, poi fissò le fedi nuziali e ricordò le ultime parole di Piemon e il discorso di Phelesmon come celebrante.
-Un simbolo di vero amore… amore eterno…- col cuore in gola infilò la fede nel dito di Piemon e sperò, sperò con tutto il cuore che il maleficio si sciogliesse. E sotto gli sguardi dei presenti, la pietra sci sgretolò come sabbia liberando dal suo abbraccio gelido il proprio prigioniero.
Prima che il digimon clown ebbe solo il tempo di riprendere fiato, il ragazzo gli saltò al collo e lo strinse con forza fin quasi a strozzarlo.
-Ehi… ehi…- esclamò quello confuso. Tutt’intorno si piagnucolava di felicità e si rideva, si sparavano a zero le solite battute infami (quando si è cattivi, bisogna contenere gli slanci di felicità) e ci si chiedeva come si sarebbero ripagati i danni.
-Ho avuto paura…- disse Yamato -Per un attimo…- si corresse immediatamente.
Piemon annuì, immaginava il brutto quarto d’ora che aveva passato, ma a giudicare dagli sguardi ancora basiti dei suoi genitori e dall’espressione imbarazzata di Takeru, sicuramente aveva dimostrato di reagire molto più che bene in quella situazione.
-Dovrei farmi pietrificare più spesso se reagisci così.- gli disse abbracciandolo possessivamente.


-Vuoi tu, Piemon, prendere Yamato come tuo legittimo sposo e amarlo ed onorarlo finché morte non vi separi?- Un confuso celebrante alla fine acconsentì a sposare i due. Tenendosi per mano accanto a ciò che restava dell’altare i due si scambiarono le promesse di amore eterno.
-Si, lo voglio.-
-E vuoi tu, Yamato, prendere Piemon come tuo legittimo sposo e amarlo ed onorarlo finché morte non vi separi?-
-Sì, lo voglio.-
-Adesso scambiatevi gli anelli, in segno del vostro amore e come promessa di fedeltà eterna.-
Piemon infilò la fede intorno al dito di Yamato e questi fece altrettanto, poi, sempre tenendosi per mano, neppure aspettarono il consenso del celebrante e si baciarono, suggellando la loro unione.


-E con questo testimonio che Piemon non è una banana!- Saltò su Pinocchimon rievocando il momento della firma del contratto matrimoniale alzando il bicchiere mentre tutt’intorno riecheggiavano gli applausi. -E per gli sposi hip hip!-
-Urrà!- fu la risposta acclamata a gran voce. Gli invitati presero a sbattere le mani e le posate e la sala fu pervasa da tintinnii e applausi, l’alcol scorreva a fiumi e le più prelibate e assurde leccornie furono servite dai servitori dei Padroni delle Tenebre. Piemon e Yamato erano felici, raggianti nel loro angolino di felicità all’estremità della sala. Piemon aveva appena ascoltato il resoconto dell’impresa del marito e se la rideva di gusto, ma ovviamente nulla batté ciò che accadde in seguito al matrimonio quando andarono a sbancare i casinò di Las Vegas.
Piemon fece Jackpot ovunque, tanto che in seguito dovettero fuggire dalla vigilanza locale per sospetta truffa ai danni dei vari casinò. In più, poiché i gruppi si erano separati, dovettero anche tentare di placcare i bollenti spiriti di Pinocchimon ed Etemon che giravano ubriachi in decapottabile urlando a proposito di banane e peli grigi di velluto reinterpretando a modo loro il matrimonio. Vamdemon arrivò a temere di essere scoperto dal detective Pinocchimon e iniziò a pensare a come chiudergli la bocca definitivamente, possibilmente senza ucciderlo, perché altrimenti il suo sporco segreto sarebbe venuto a galla.
Mugendramon era reduce dalla favola della buonanotte ai figli e sedeva sfiancato nello spirito accanto al malizioso compagno. La nonnina Ishida insisteva a sgranare rosari alla vista di qualsiasi digimon vagamente demoniaco mettendo in fuga gli Evilmon camerieri. Mimi tagliò la torta raggiante di gioia, sul suo abito erano appuntati i fiori del bouquet di Yamato, mentre quello di Piemon era stato afferrato da Gabumon quasi per sbaglio. Il digimon era impegnato a intavolare una discussione imbarazzantissima con un certo lupo mannaro nero che si divertiva a stalkerarlo da un po’ di tempo addietro. Hikari intanto scattava foto qua e là, immortalando teneri momenti come la goffa dichiarazione di Koushirou o un Ken leggermente brillo intento a guardare sovrappensiero Miyako, quelli divertenti come Armadimon che gridava di essere evoluto in Armapatamon e le solite scaramucce fra angeli e demoni che non guastavano mai.
-Armapatamon, eh?- insinuò Devimon.
-Zitto Etedevimon.- rispose il piccolo mammifero volante dalla testa di Takeru.
-Ma brutto cotechino alato!- sbottò quello tentando di infilzarlo con la forchetta.
-Ehi, ehi, calma!- fece Takeru impaurito facendosi scudo con un piatto.
Etemon, ad un certo punto, saltò sul tavolo e prese a cantare (per fortuna non la sua Love Serenade) e si attirò non solo un sacco di proteste, ma persino piatti e cibo.
Vamdemon stava in silenzio, a sorseggiare il suo sangue mentre Taichi al suo fianco incoraggiava, con il solito tatto-zero, Koushirou a baciare Mimi.
La torta della ragazza era deliziosa, così come il cibo del ricevimento. Un mix di sapori umani e digitali da leccarsi i baffi.
Allo scoccare della mezzanotte poi, i due sposi si dileguarono.

-Dove andiamo?- fece Yamato.
-Ho una sorpresa per te.- fece quello chiudendogli gli occhi con una striscia di stoffa rossa.
Yamato sorrise appena e si lasciò guidare, avanzando a tentoni per i corridoi del castello. Ad un certo punto Piemon lo prese in braccio e lui pensò si trattasse di un pezzo di strada difficile da percorrere, ma quando poi suo marito gli tolse la benda, capì che il vero motivo era il fatto che quella strada la conosceva anche troppo bene.
Era l’osservatorio.
Piemon lo rimise a terra sulla pedana e con aria felice gli disse -Guarda.- Accese il suo telescopio su un punto luminoso nel buio.
Yamato inarcò il sopracciglio. -Cos’è?-
-Una stella.- fece l’altro. -La nostra stella.-
Yamato arrossì violentemente e si abbandonò sullo scranno del marito con un’aria compiaciuta ed imbarazzata al tempo stesso. A volte Piemon sapeva essere così romantico che c’era da averne paura. Poi allungava le mani e c’era da temerlo con tutto il cuore, perché la passione con cui lo travolgeva gli toglieva il fiato.
-Ti amo.- gli sussurrò il clown all’orecchio, solleticandogli i timpani col soffio caldo delle sue parole.
-Anch’io.- rispose Yamato abbracciandolo possessivamente.


La mattina dopo, mezzo castello subì un brusco risveglio.
-Oh Goddramon di nuovo!-
-Ma che razza di precauzioni si usano in questo mondo?!-
-Il fatto che sia rosa mi inquieta e non poco…-
-Spera piuttosto di essere la madre. Come padre geloso non ti sopporterei…-







Note: Eccoci or dunque venuti alla fine. Ma, in realtà non finisce qui. Per prima cosa però, lasciate che vi spieghi qualcosina circa il comportamento di Yama... forse è forzato, forse no, però ho sentito l'impluso di mettere la scena che Metal ha raccontato ai suoi genitori... mi faceva ridere. Il tutto è partito con un'immagine di Astamon che marchiava un albero (ricordatevi che prima era uno Psychemon) XD poi ho pensato che se Yamato diventasse un digimon per integrarsi a Digiworld sarebbe qualcosa di vagamente riconducibile ad un lupo. Mettiamo il caso che a stare lì si stia digitalizzando e tiriamo le somme... ecco, vi auguro di non incontrarlo quando ha le sue cose u.u
A parte questo, dicevo, i capitoli sarebbero dieci, però l'ultimo contiene la notte di nozze dei due piccioncini, perciò, piuttosto che mettere il rat rosso per un solo capitolo rosso, preferisco farvi leggere la cosa a parte ^_- Perciò, per chi si ferma qui, vi ringrazio di avermi seguita e sostenuta anche solo leggendo sta cosa: ChibiRoby per averla messa fra le seguite, Chihiro per averla messa fra le ricordate e Lau2888 per averla recensita con pazienza ^^

Spero di avervi divertito anche stavolta, di aver dato un po' di giustizia a Vamdemon alla fine e vi assicuro che nessun burattino è stato maltrattato nella stesura di questa storia e neppure nessun diavolo. Phelesmon è coriaceo e si è davvero divertito nonostante le abbia prese da tutti u.u

Bacioni e alla prossima, se tutto va bene sabato prossimo ci sarà la notte di nozze ^_-
   
 
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