Serie TV > Roswell
Segui la storia  |       
Autore: giuxxx    03/05/2007    2 recensioni
Paura. Tanta paura. Non avrebbe mai dimenticato quella sensazione, il buio l'avvolgeva e a lei mancava il respiro. Voleva gridare, chiedere aiuto, ma la voce non le usciva fuori. Il buio era sempre più fitto, la stava avvolgendo ormai e lei non poteva impedirlo...
Rieccomi con un'altra fanfiction che ha per protagonisti Micheal e Maria. Recensite!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maria De Luca, Michael Guerin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
fanfiction n°2 capitolo 2

 

 

PAURA

 

Michael guardava fuori dalla finestra del suo ufficio, a quell'ora il locale era vuoto. l'ora del pranzo era passata da un pezzo, ma non se ne era neanche accorto. Uscito di casa aveva guidato per ore, cercando di non pensare a Maria tra le braccia di Zack. Il suo pensiero era corso a due mesi prima. In quel periodo Michael e Maria erano molto felici, avevano appena deciso di avere un figlio, e sfruttavano ogni momento libero per provarci. Era una mattinata di una giornata qualunque, quando il telefonoera squillato. Michael non avrebbe mai dimenticato quel suono. Era nervoso e preoccupato, aveva cercato di parlare con Maria tutta la mattina, senza però riuscire a contattarla. Quando il telefono aveva iniziato a squillare, aveva avuto come un presentimento. Le era successo qualcosa, lo sapeva. Riuscì a rispondere solo al terzo squillo.

"Pronto"

"Salve, Michael" gli rispose una voce maschile, dura e provocatoria.

"Chi sei?" gli chiese Michael

"Non lo indovini?" rispose la voce continuando "Sono una vecchia conoscenza dell'agente Ray".

A sentire quel nome, Michael iniziò a capire chi potesse essere. Da cinque anni ormai lui, Max e Isabel collaboravano con la CIA. Dopo essere scappati da Roswell, avevano viaggiato per la Nazione per due anni. Finchè una sera non aveva bussato alla porta un uomo, e aveva spiegato loro che era un agente dell'Unità Aliena e che aveva b isogno del loro aiuto. I ragazzi avevano così scoperto che l'Unità Speciale andava alla ricerca di alieni "pericolosi", e che voleva il loro aiuto per catturarli. In cambio offriva ai ragazzi, alieni e umani, una vita "normale" senza fughe nel cuore della notte e continue identità false. I ragazzi ne avevano discusso a lungo e alla fine avevano deciso di accettare. Erano tutti stanchin della vita che conducevano. Così avevano iniziato una nuova vita, che procedeva bene, almeno fino a quel giorno. Era da qualche mese che Michael aiutava l'agente Ray nella ricerca di un alieno, assassinon e senza scrupoli. E ora sembrava che fosse stato lui a trovarlo.

"Cosa vuoi?" gli chiese Michael recuperando la voce.

"Forse sarebbe meglio chiederti cosa vuoi tu"

"Che vuoi dire?"

"Voglio dire che ho qualcosa che ti appertiene"

Il cuore di Michael si fermò all'istante, non aveva bisogno di chiedergli di cosa parlasse.

"Hai capito di cosa parlo Spaceboy?"

"Se solo provi a farle del male..."

"Calma, calma, non voglio farle niente, per ora..."

"Cosa vuoi?"

"Niente, solo farti capire cosa significa essere braccato. Tu hai tradito i tuoi simili, la tua famiglia, per aiutare degli umani. E' arrivato il momento che la paghiate tutti e tre. A iniziare da te".

Così dicendo chiuse la chiamata. Dopo la telefonata Michael era pietrificato, riusciva a pensare solo a Maria, doveva essere terrorizzata. Chiamò Max e l'agente Ray, avvertendoli di quello che era successo. Le ricerche iniziarono subito ma di Maria non c'era alcuna traccia. Vladir, il criminale alieno, chiamava ogni tanto Michael per torturarlo e ogni volta gli ripeteva che la fine della sua mogliettina si stava avvicinando. Intanto era stato avvertito anche Zack, anche lui era un alieno che cooperava con la CIA. Si erano conosciuti subito dopo l'incontro con l'agente Ray, e Maria e Zack avevano subito legato. Michael era un pò geloso del loro rapporto ma cercava di non farlo vedere. Dopo tre settimane finalmente Zack aveva trovato un indizio, Michael quel giorno aveva seguito una pista che lo aveva portato fuori città e perciò non aveva potuto seguire gli altri alla fabbrica abbandonata , fuori città, dove era tenuta prigioniera Maria. E questo non aveva fatto altro che aumentare i suoi sensi di colpa. Non riusciva a non pensare che se non fosse stato per Zack, lui non sarebbe riuscito a salvarla e questo pensiero lo tormentava.

Dopo il ritorno a casa Maria non aveva voluto parlare di quelle tre settimane, quello che Michael sapeva di quei giorni, lo aveva scoperto attraverso dei flashbackche lo avevano sconvolto. Aveva cercato di parlare con Maria, ma lei non voleva saperne di affrontare l'argomento. Da quel giorno le capitavaogni tanto di averedegli incubi, lei gli diceva sempre di non ricordare ma ora Michael sapeva che non era vero. E sapere che lei preferiva confidarsi con Zack piuttosto che con lui lo faceva stare malissimo.

Michael ritornò al presente quando sentì bussare alla porta, non si era neanche reso conto di essere tornato in ufficio.

"Avanti" rispose.

Bill, il responsabile aprì la porta.

"Salve signor Guerin"

"Dimmi Bill"

"Bhe, signore, è per sua moglie, ha chiamato molte volte, era preoccupata perchè lei ha saltato l'appuntamento per il pranzo"

Michael si ricordò del biglietto solo in quel momento.

"Grazie Bill, la richiamerò io"

"Bene signore, arrivederci". Così dicendo uscì, chiudendosi la porta alle spalle.

Nel frattempo Maria stava camminando per il soggiorno, era molto preoccupata, Michael sembrava sparito e non era da lui. Dopo il rapimento sembrava non volerla lasciare mai da sola, Maria sapeva che lui si sentiva in colpa per quello che era successo, ed era per questo che non voleva parlargli dei suoi incubi, e che cercava di non fargli vedere dei flashback di quello che era successo. Dopo che era tornata a casa, la sera a letto mentre baciava Michael, aveva sentito quello che lui aveva provato in quell periodo, la paura, la disperazione, il terrore. Aveva promesso a se stessa che non lo avrebbe più fatto sentire così, ma era difficile, avrebbe voluto confidarsi e farsi consolare da lui. Ma aveva pauradi fargli rivivere dei brutti momenti. Lo squillo del telefono la riscosse dai suoi pensieri.

"Pronto"

"Maria"

"Michael, finalmente, ma dove sei finito, dovevamo vederci a pranzo al ristorante ma Bill mi ha detto che eri uscito a metà mattina e che non eri più tornato. Si può sapere cosa ti è successo?"

Maria finalmente prese fiato e lasciò a Michael il tempo di rispondere. Michael nel frattempo pensava che Maria era sempre la stessa. La sua Maria.

"Mi dispiace, ho avuto un impegno improvviso". Non le piaceva mentirle, ma non poteva raccontarle la verità.

"Potevi avvertirmi"

"Hai ragione, scusa"

"Ok, non fa niente, ma sicuro che è tutto a posto, sembri strano"

"Certo che va tutto bene, ora devo lasciarti, ci vediamo a cena, ok?"

"Ok, a stasera".

Finita la chiamata, Maria riprese a passeggiare per la stanza. Era successo qualcosa, lo sapeva, non era da Michael comportarsi così. Doveva essergli successo qualcosa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Roswell / Vai alla pagina dell'autore: giuxxx