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Autore: EmmaStarr    20/10/2012    8 recensioni
Non rispose, e James sorrise ancora di più, scompigliandosi i capelli.
Era una mossa involontaria, e che di solito infastidiva Lily in un modo assurdo.
Ma adesso... adesso gli sembrava affascinante.
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partecipa al contest: Disney & Song indetto da GiulyHermi96
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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SENZA PAURA

 

Stava piovendo.

Molto forte.

Lily sperò intimamente che Josh decidesse di fare il cavaliere e di accompagnarla fino a casa, magari anche con un bell'ombrello.

Sì, sarebbe stato davvero bello: i Corvonero hanno sempre idee intelligenti come quelle, no?

Al momento, però, a Lily non importava proprio nulla della pioggia.

Erano in macchina, stavano tornando da una cena passata con altri ragazzi amici di Rob che Lily non conosceva.

Era stato bello, sì, e anche divertente, a suo modo, ma Lily adesso voleva solo passare un po' di tempo col suo Josh, il ragazzo per cui aveva una cotta dall'inizio dell'anno scolastico.

E che era andato con lei al ballo di Natale.

“Allora, Lils...” esordì Josh, col quel tono di voce di chi cerca di arrivare al punto partendo da molto lontano.

“Cosa?” domandò lei, le labbra increspate in un sorriso.

Josh non rispose subito, ma si grattò distrattamente la testa.

Lily inarcò leggermente le sopracciglia, a quel gesto. Era così simile a quando lui si scompigliava i capelli...

Bloccò immediatamente quel pensiero, e si concentrò su Josh.

Il suo Josh.

C'erano stati tanti baci, tanti abbracci.

Stavano benissimo insieme, Lily ne era sicura.

“Bé, insomma... Stavo pensando... Hai presente Leah, di Serpeverde?”

Lily storse un po' il naso, ma annuì.

Leah.

Era praticamente una Mangiamorte, e lo sapevano tutti.

Era un'amica d'infanzia di Josh, ma Lily non ci dava peso.

Anche lei, in fondo, aveva avuto un amico d'infanzia che poi si era rivelato Mangiamorte, no?

L'importante era che Josh avesse rotto con lei, come lei aveva fatto con Severus.

“Ecco, lei... Lei crede che, sai, con i tempi che corrono...” Josh fece un sospiro e rallentò la velocità della macchina.

Ormai erano molto vicini a casa di Lily, e il temporale non accennava a smettere.

“Che cosa?” domandò lei, ora con un pizzico di inquietudine nella voce.

Allora Josh e Leah ancora si sentivano...

“Lily, non è che non mi piaci, ma sei... Insomma, non puoi negarlo, no? Sei una Nata Babbana, che ti piaccia o no...”

A Lily non piaceva per niente il tono che stava prendendo quella conversazione, proprio no.

“E... e allora?” sussurrò, spaventata.

“E allora, voglio dire... Mi spiace, ma con la situazione del momento, io sono Purosangue, e... Non vorrei che...”

“Hai paura, è così?” chiese Lily, la voce resa acuta dal groppo che si sentiva in gola.

“È una guerra questa, Lils. Non puoi fingere di non aver paura anche tu.” mormorò lugubre il Corvonero, lo sguardo truce.

Certo che anche Lily aveva paura, nonostante preferisse non darlo a vedere.

I suoi genitori erano morti entrambi solo l'estate precedente, e da allora passava le vacanze solo con sua sorella.

Inutile dire che la sua vita non fosse così facile e divertente, o priva di preoccupazioni.

Ma lei era forte, aveva sempre cercato di andare avanti, costasse quel che costasse.

Non si era arresa, non aveva tentennato, era andata avanti.

Era nell'Ordine della Fenice, lottava.

Ma in quel momento, mentre il suo ragazzo la stava lasciando a causa del suo sangue, Lily temette di non farcela più, di cadere, di precipitare. Di avere davvero paura.

Ma non poteva dargli questa soddisfazione, no.

“Bene! Benissimo! Se non ti importa altro che il mio sangue sudicio, allora evita pure di parlarmi, di avere contatti con me di alcun genere, Josh! Non sprecare neanche un secondo del tuo tempo da Purosangue con me! Credevo che tu fossi diverso... Sei solo uno stupido!” gridò, la voce resa più acuta dalle lacrime che si stava sforzando di trattenere.

Gli tirò uno schiaffo, trattenendosi a forza dallo scagliargli contro un incantesimo.

Senza aspettare che la macchina si fermasse, aprì la portiera e scese, ma non aveva calcolato la pioggia torrenziale, che le si riversò addosso non appena mise piede fuori dall'auto.

Forse, intimamente, sperava che Josh si fermasse e la facesse salire di nuovo, ma così non fu.

La macchina proseguì la sua corsa, incurante della ragazza bagnata fradicia rimasta in mezzo alla strada, le cui lacrime andavano ad unirsi alle gocce di pioggia che scendevano nello scrosciare impetuoso del temporale.

Improvvisamente Lily sentì le gambe che le cedevano, e cadde a terra.

Pianse più forte e gridò alla pioggia il suo dolore.

Non era da lei comportarsi così, non era da lei piangere e gridare in quel modo.

Ma tanto, nessuno poteva sentirla.

E lei doveva sfogarsi, e non aveva nessuno con cui farlo.

Per cui, si sarebbe sfogata da sola.

Piangeva in mezzo alla strada, incurante dell'asfalto freddo e scivoloso, o della pioggia che ormai l'aveva inzuppata totalmente.

Piangeva così forte che non sentì quel clacson, e non vide quei pallidi fari.

O se li vide, ormai era troppo tardi.

Era a terra, impacciata dalla pioggia, la bacchetta troppo lontana, e quel camion andava così veloce, era così vicino...

Non poteva fare più niente, ormai.

Quando già aveva perso ogni speranza di salvezza, però, sentì un paio di braccia forti e calde afferrarla per le spalle, e trascinarla in salvo all'ultimo secondo.

Tutto accadde così in fretta che, senza capire come né perché, Lily si ritrovò a piangere tra le braccia del suo sconosciuto salvatore.

“Lily... oh, Lily, ma... ma sei bagnata fradicia! Vieni in macchina, dai!” disse piano una voce a Lily ben nota.

“Cosa... tu! Che ci fai tu...” cominciò Lily, infervorata, ma si sentì spingere a forza dentro un abitacolo caldo e accogliente.

Solo in quel momento si accorse di quanto fosse bagnata e infreddolita.

Subito dopo, dall'altro sportello, fece la sua comparsa James Potter, anche lui bagnato fradicio, e con un'espressione molto preoccupata in viso.

Senza dire niente azionò il motore, fece partire un getto d'aria calda dal condizionatore e cominciò a guidare.

“Allora, Lily...” disse James dopo qualche secondo durante i quali entrambi si erano un po' riscaldati. “Mi spiegheresti perché stavi lì in mezzo alla strada? Saresti potuta morire...”

Almeno non si era accorto delle lacrime.

“... e stavi piangendo.”

Come non detto.

“Non... non credo di doverti dare spiegazioni, Potter.” rispose Lily, cercando di darsi un tono. “E nessuno ti sta autorizzando a portarmi in macchina chissà dove! Non puoi pensare di trascinarmi dovunque tu voglia solo perché mi hai aiutato...”

“Diciamo anche che ti ho salvato la vita.” ridacchiò James con in faccia quel ghigno tanto tipico e tanto ammirato dalle ragazze di Hogwarts.

“Fammi. Scendere. Adesso!” sussurrò Lily, gli occhi infuocati.

Probabilmente James dovette leggere qualcosa di molto inquietante in quegli occhi, perché rallentò e fermò l'auto in un parcheggio lì vicino.

Lily, seria e impettita, aprì la portiera.

Aveva smesso di piovere, ma non ci fece troppo caso.

“Almeno, però, potresti ringraziare...” tentò James, uscendo a sua volta dall'auto.

“Grazie. E adesso lasciami in pace.” sbottò Lily, la voce secca e tagliente.

“E dove pensavi di andare?” chiese innocentemente James.

A quella domanda Lily ritrovò un po' di lucidità.

Era vero: di tornare da sua sorella proprio non aveva voglia... senza contare che la casa dei suoi genitori gli dava sempre dei ricordi dolorosissimi.

In effetti, aveva in programma di andare a stare da Robert quella sera, ma... allontanò quel pensiero.

“A dire la verità ero venuto qui per invitarti a casa mia... Sai, per la vacanze di Natale... c'è anche Sirius, e i miei sarebbero entusiasti di averti con noi... Poi ti ho vista in mezzo alla strada e mi sono preoccupato.” raccontò piano James, guardandola negli occhi.

C'era un che di disarmante in quello sguardo così penetrante e innocente, tanto che Lily dovette abbassare lo sguardo, intimidita.

James fece il giro della macchina e le sollevò gentilmente il mento. “Che ne dici? Ci stai?”

Poi, visto che la ragazza sembrava aver perso la voce, continuò: “Dai... non è niente di che, solo un semplice natale in casa Potter... Per favore, fallo per me. Non ti sto chiedendo chissà cosa, no? Mi faresti... felice...”

Il ragazzo spostò la mano sinistra dentro a quella di Lily, che la strinse istintivamente. “O-ok. Ok, vengo.” balbettò lei. “Ma non farti strane idee, capito, Potter?” aggiunse subito dopo, a scanso di equivoci.

James sorrise, radioso, tanto che Lily dovette subito spostare lo sguardo per nascondere il suo imbarazzo.

“Allora entri, signorina!” scherzò lui, aprendo la portiera e facendo entrare Lily per la seconda volta all'interno dell'abitacolo.

Quel gesto somigliava tanto a quello di un cocchiere pronto a far entrare una damigella ad un ballo, che Lily provò lo strano impulso di mettersi a ballare con James.

Lì, in mezzo al parcheggio, in quell'esatto momento.

Poi però lo ricacciò indietro, scuotendo la testa.

 

 

There's somethin' 'bout the way

the street looks when it's just rained

There's a glow of the pavement

You walck me to the car

And you know I wanna ask you

to dance right here

In the middle of the parking lot

Yeah

 

C'è qualcosa nel modo in cui

Appaiono le strade quando ha appena piovuto

c'è un bagliore sui marciapiedi,

mi accompagni alla macchina

E sai che voglio chiederti

di ballare proprio lì

Al centro del parcheggio

Yeah

 

 

 

“Allora... e da quand'è che sai guidare, tu?” chiese Lily.

Erano in macchina da quasi cinque minuti ormai, e si erano quasi del tutto asciugati.

Lily era davvero stupita dell'aria di sicurezza che sentiva intorno a lei, quasi fosse quello e solo quello il posto in cui sarebbe dovuta essere.

“Oh, da quest'estate, più o meno.” rispose evasivo James. “Ho imparato da poco... mi ha insegnato Sirius.”

“Oh, ora sì che si spiega tutto.” borbottò la ragazza, con l'ombra di un sorriso negli occhi.

James dovette coglierlo, perché il suo sorriso si allargò ancora di più.

“Sirius aveva scommesso che non saresti venuta, sai?” disse, allegro.

“Perspicace, il ragazzo.” commentò Lily, trattenendosi dallo scoppiare a ridere.

“Ehi! Ma tu sei venuta.” le fece notare James, scandalizzato.

“Non siamo ancora arrivati, Potter... Faccio benissimo in tempo a bidonarti.” lo avvisò lei, ora ridacchiando apertamente.

“Ehi! No, dai, vergognati... Santo cielo, Lily, sei proprio una ragazza complicata.” sbuffò James, schiaffandosi teatralmente una mano sulla fronte.

“Guarda la strada!” gridò Lily, preoccupata.

“È un po' difficile farlo, con te qui di fianco...” fece James a bassa voce, quasi parlando fra sé e sé.

“Prego?” domandò Lily, arrossendo.

“Lily, possibile che tu non lo abbia ancora capito? Perché credi che io continui a correrti dietro?”

La ragazza ci pensò su. “Una scommessa? Una sfida? Puro e semplice divertimento?” tentò.

James sospirò. “Tu non capisci... ma no, lascia stare. L'hai già detto, è vero. Sono uno sciocco.”

“James Charlus Potter, la vuoi smettere di parlare da solo e di dire frasi a metà?” si spazientì Lily.

James alzò gli occhi verso di lei e la fissò, serio. “Anche quest'anno ti ho invitato al ballo di Natale, ti ricordi? E tu mi hai detto chiaro e tondo che non saresti mai venuta con me, fossi stato l'ultimo ragazzo sulla faccia della terra, che appartenevamo a due mondi diversi. E che dovevo lasciarti in pace.”

Lily si morse il labbro. In effetti, ripensandoci, era stata una cosa un po' cattiva da dire...

“Scusa, sai, ma tu non fai che darmi fastidio e corrermi dietro. Chiunque sarebbe stufo, al mio posto!” cercò di giustificarsi la ragazza. Ma perché doveva giustificarsi? Come mai adesso si sentiva tanto male per aver ferito i sentimenti di James tutte-le-ragazze-meno-una-mi-corrono-dietro Potter? Era assurdo!

“Sì, cioè, no, solo... non importa. Spero solo che tu ti sia divertita con quel ragazzo di Corvonero... Quel Robinson... com'è che si chiamava... Josh, mi pare. Non te l'ho neanche chiesto.” rispose James, lo sguardo di nuovo rivolto alla strada.

A quelle parole tutti gli avvenimenti di quella sera le tornarono nitidi in testa.

“Bé... lui... lui non è come pensavo. È solo uno stupido razzista Purosangue. Non voglio più avere niente a che fare con lui.” disse Lily, incrociando le braccia e rivolgendo lo sguardo al finestrino. “E tanto ha la sua Leah, e a me che importa?”

Ma quando, alla fine, tornò a guardare verso James, invece del ghigno di vittoria che si era aspettata, vide soltanto un volto dispiaciuto.

“È per questo che stavi piangendo?” chiese cautamente il ragazzo, cercando di essere il più delicato possibile.

“Bé, sì, ma... tranquillo, non importa più, cioè...” Lily era impacciata.

Non voleva che James la prendesse per una facile, ma nonostante prima avesse pianto calde lacrime per Josh, ora di lui non le importava niente.

Aveva ferito il suo orgoglio, e comunque non era il suo tipo.

“Sei sicura? Non devi sentirti in dovere di... voglio dire, so come gestirle, certe cose.” la rassicurò James con un sorriso triste.

“Cosa... cosa intendi?” balbettò la ragazza.

“Lily, ascolta. Avevi ragione tu, noi... noi apparteniamo a mondi diversi... Il tuo mondo è meraviglioso, è fatto di tante piccole cose che ti rendono speciale. Ad esempio, il modo in cui ti arricci una ciocca di capelli quando sei nervosa, o come dici sempre “cioè” con quel tono acuto, o la risata allegra che fai quando sei con le tue amiche... Il tuo mondo è fatto di pane imburrato su tutti e due i lati ma con lo zucchero solo su quello sotto, di maglioni con il collo alto e di paraorecchie coi pon-pon... Il tuo mondo è fatto di Pozioni e doveri, di amicizie e compiti, di responsabilità e risate. Al massimo anche di quel Josh. Ma per quanto io mi possa sforzare, non ne farò mai parte.” concluse con un sospiro.

Lily era sconcertata. James Potter sapeva tanto di lei? L'aveva davvero chiamata “speciale”? Le aveva davvero fatto tutti quei complimenti?

“James, io... i-io non so... cioè...” poi si rese conto di aver appena detto “cioè” con un tono leggermente acuto, e arrossì furiosamente. Possibile che fosse stato Potter ad accorgersene per primo?

“Come... come fai a dire che non ne farai mai parte?” balbettò alla fine.

“Semplice... a me non piace il pane imburrato.” rispose James ghignando.

Lily si ritrovò suo malgrado a ridacchiare.

“A te piace il toast col prosciutto, vero?” chiese la ragazza senza riflettere.

James però si irrigidì talmente che per poco la macchina non sbandò.

“E tu... e tu come lo sai?” fece alla fine.

Lily arrossì per l'ennesima volta. E lei come lo sapeva?

Non rispose, e James sorrise ancora di più, scompigliandosi i capelli.

Era una mossa involontaria, e che di solito infastidiva Lily in un modo assurdo.

Ma adesso... adesso gli sembrava affascinante.

 

 

We're drivin' down the road

I wonder if you know

I'm trting so hard

not to get caught up now

but you're just so cool

run fingers thru your hear

Absent mindely

makin' me want you

 

 

Stiamo guidando per la strada

Mi domando se sai

Che sto provando così duramente

A non venire catturata adesso

Ma sei così affascinante

Mentre ti scompigli i capelli

Distrattamente

Fai in modo che io ti desideri

 

 

 

 

“Anch'io... anch'io so qualcosa sul tuo mondo...” mormorò Lily.

“Lo so che lo sai... viviamo a stretto contatto da sette anni, ormai!” ribatté James. “Sarebbe grave se non fosse così!”

Lily si chiese se mai avrebbe potuto trovare il coraggio per dirgli quello che sentiva in quel momento.

No, probabilmente no, in realtà. Però, tentar non nuoceva...

“James, io so molto di più di quanto tu creda...” mormorò lei, abbassando le ciglia e con l'ombra di un sorriso sul volto.

“P-prego?” chiese lui, rosso come un pomodoro.

“Che tu ci creda o no, ci sono cose del tuo mondo che mi piacciono. Per esempio, come ti comporti con i tuoi amici. O magari come sei sempre pronto ad accorrere in aiuto di qualcuno, anche se nemmeno lo conosci. Mi piacciono le tue magliette con sopra scritte assurde, e come mangi gli spaghetti succhiandoli senza nemmeno provare ad usare le posate... E i tuoi... i tuoi occhi sono...” poi non riuscì più ad andare avanti.

Ci fu un momento di silenzio imbarazzato.

“Lily... Se questa è una specie di... Non so che cos'è, ma ascolta. Al ballo, quando ti ho chiesto di venire con me e tu mi hai risposto così, io... Io ho iniziato a pensarci su. Una parte di me avrebbe voluto auto-convincersi che avevi ragione, che venivamo da mondi diversi e che dovevo dimenticarti. Ma non ce la potevo fare, non ce la posso fare. Perché io ti amo. Ti amo di un'amore che non ho mai provato verso nessun'altra, ti amo come si ama un tramonto o il cielo stellato. Amo ogni piccola parte di te, le tue imperfezioni e i tuoi pregi. Amo la Lily dei giorni felici e quella dei giorni tristi. Ti amo con tutta la mia forza e con tutto il mio cuore, Lily. E quella notte ho pensato che non potevo lasciarti andare via così. Che non potevo non avere almeno un ballo da parte tua. Io sono disposto a rinunciare completamente al mio mondo per te, Lily. Posso fare qualsiasi cosa, perché non ho potuto avere quel ballo. E ci sono stato malissimo.” concluse James, quasi sussurrando.

Lily era senza parole.

Non sapeva ancora decifrare quel groviglio intricato di emozioni che provava dentro, ma di una cosa era sicura: quella era una dichiarazione d'amore.

Per la precisione, la più bella dichiarazione d'amore che avesse mai sentito.

James era pronto a sacrificare tutto il suo mondo per lei...

Ma non era giusto!

Il mondo di James era bellissimo, tutto in lui lo era...

Non appena si rese conto di averlo pensato, ogni cosa dentro di lei apparve chiara.

Aveva capito tutto: non serviva che James rinunciasse al suo mondo, e neanche lei doveva farlo.

C'era una sola cosa che voleva fare, in quel momento.

“James, ferma la macchina, per favore.” disse, la voce decisa.

L'espressione affranta del ragazzo era quasi insopportabile, ma lei tenne duro.

“E adesso scendi anche tu.” affermò non appena la macchina entrò nel parcheggio in cui si erano fermati.

“Che cosa...” cominciò lui, ma Lily gli si avvicinò finché non furono praticamente appiccicati.

Con un colpo di bacchetta, la ragazza tramutò il suo vestito in un elegante abito da sera rosso fuoco, e fece partire una musica romantica.

“James Potter,- chiese seriamente- ti andrebbe di ballare?”

James somigliava stranamente ad un pece palla: apriva e chiudeva la bocca come se l'idea di una Lily che lo invitava a ballare fosse semplicemente inconcepibile.

“Allora?” chiese lei, le labbra increspate in un sorriso.

Era talmente tenero...

James si riscosse e le rivolse un sorriso smagliante.

Senza nessuna paura, le cinse i fianchi e cominciarono a ballare.

Riprese a piovere, ma nessuno dei due se ne accorse.

 

 

And I don't know how

it gets better then this

you take my hands

and drag me head first

fearless

And I don't know why

but with you I'd dance

in the storm with my best dress

fearless

 

E non so come

Tutto ciò migliora

Tu prendi le mie mani

E prima mi sposti la testa

Senza paura

E non so perché

Ma con te ballerei

In una tempesta con il mio abito migliore

Senza paura

 

“Piove...” fu il commento di James dopo che ebbero ballato per quasi mezz'ora.

“Perspicace, il ragazzo...” fece Lily, aggrappandosi a lui e ridendo.

“Sai? Non credo di essere mai stato tanto felice” le sussurrò lui all'orecchio.

“Può ripetere, signor Potter? Non credo di averla sentita, con questa pioggia...” scherzò Lily.

“I suoi capelli sono meravigliosi da bagnati, signorina Evans.” osservò James spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

In effetti tutta Lily era bagnata fradicia, ma James non l'aveva mai vista così bella come allora.

Sarà stato perché sorrideva? A lui, James Potter?

“Ho sempre pensato che i suoi capelli fossero affascinanti, solo che non te lo volevo dire per non alimentare il tuo ego.” lo informò Lily.

James stava per rispondere qualcosa di tremendamente dolce e tenero, quando un lampo illuminò il cielo e un tuono risuonò nell'aria.

“Questa però è una tempesta...” osservò James, trascinando Lily per un braccio.

“Dove andiamo?” chiese lei ridendo.

“So dove siamo, e se non sbaglio qui...” mormorò James oltrepassando un gruppetto di alberi. “Perfetto! Eccoci.” esclamò poi, trascinando verso di lui Lily.

Esattamente davanti a loro stava una piccola casetta di legno dall'aria abbandonata.

“Entriamo, forza!” disse il ragazzo ansimando ma col sorriso sulle labbra.

In un attimo fu all'interno: la casetta era piccola ma abbastanza confortevole: il divano sembrava ancora intero e la stufa pareva in grado di riscaldare l'ambiente, ma in realtà nessuno dei due ci fece caso.

Perché in effetti Lily era rimasta sulla porta senza entrare.

“Che c'è? Così ti bagni tutta...” commentò James. “Cioè, più di così...” si corresse abbozzando un sorriso.

“Bé... siamo qui, e... Non so che cos'ho, sul serio, ma...” Lily tremava, ma non era per il freddo.

No, lei aveva paura.

Un amore l'aveva ferita, e tanto.

E se fosse successa la stessa cosa?

La paura di patire di nuovo una simile sofferenza le artigliava il petto, la faceva annaspare, precipitava...

“Oh, no, Lily. Non devi aver paura. Per me sei l'unica, l'unica ragazza della terra, e non ti farò mai soffrire. Non avere paura, fidati di me.” e le afferrò la mano con gentilezza.

A quel tocco Lily si sentì più coraggiosa, più sicura.

Sì, si fidava.

Sì, James Potter era quello giusto, la amava e lei amava lui, ne era sicura.

Senza pensarci due volte si aggrappò a quella mano che James le aveva offerto e gli saltò addosso, posando le sue labbra su quelle del ragazzo.

Le labbra di James sapevano di mare e di menta.

Quelle di Lily sapevano di fragola e miele.

Fu un istante, ma ripercorse tutta la loro storia: i litigi, le frecciatine, i cambiamenti di James e poi quella sera, quell'indimenticabile serata.

Lily desiderò di non doversi staccare mai più da quelle labbra, di averle solo per sé.

Avrebbe volentieri fermato il mondo per poter restare per sempre così, fra le braccia dell'uomo che amava.

Ma quando si staccarono, Lily capì che la sua vita cominciava solo in quel momento.

Perché gli occhi di James erano la cosa migliore del mondo, erano perfetti.

Per cui vivere, per cui amare.

E la luce che li accendeva doveva brillare per sempre.

 

Well you stood there whit me

In the doorway

My hands shake

I'm not usually this way but

You pull me in and I'm a little more brave

It's the first kiss, it's flawless, really somethin'

It's fearless

 

Bé, sei rimasto qui con me

Sulla porta

Le mie mani tremano

Di solito non sono così ma

Tu mi tiri dentro e sono un po' più coraggiosa

È il primo bacio, è perfetto, davvero qualcosa

Senza paura.

 

“E allora, sei ancora convinta che veniamo da mondi diversi?” chiese James, con Lily seduta in braccio a lui sul divano.

“Sì, veniamo da mondi diversi. Ma oggi è successo qualcosa.” rispose lei.

“Ah sì? E che cosa?”
“I mondi si sono scontrati.” rispose solennemente la ragazza.

“E cos'è successo?” chiese furbo James.

“Indovina!”

“Sono esplosi.” tentò il ragazzo, trattenendo una risata.

“Acqua.” lo liquidò Lily con un gesto della mano.

“Si sono schivati all'ultimo.”

“Ti piacerebbe!” lo prese in giro lei.

“Dai, dillo tu.” sussurrò il ragazzo, abbassando di colpo la voce.

“D'accordo, allora... Si sono scontrati e si sono... si sono fusi insieme. E questo terzo mondo, che è venuto fuori dalla fusione dei primi due, è...”

Lily chiuse gli occhi per un secondo: Il corpo caldo di James la avvolgeva, il suo profumo di menta e dopobarba la faceva impazzire.

“... è perfetto.” concluse sussurrando, poi si girò e lo baciò. Ancora e ancora.

Perché se c'era James con lei, Lily non aveva paura.

E non ne avrebbe avuta mai più.
 

 

 

Emma's corner
Salve!
Questa storia sta partecipando ad un contest, e intanto la posto qui, per la vostra (presunta) gioia XD
Ditemi che ne pensate!
A presto, un bacio
Emma ^^

Ps: la canzone citata è "Fearless" di Taylor Swift.
  
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