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Autore: Elisir86    20/06/2004    3 recensioni
È l’ultimo anno per i gemelli Weasley, loro sempre così uniti in tutto e per tutto, ora non si parlano più, un segreto che nessun può scoprire li divide creando fra di loro una grande voragine. Ma non è l’unica cosa che preoccupa Ron, l’improvvisa scomparsa di Neville e l’amore proibito tra Ginny e Draco Malfoy, farà capire al giovane Weasley che nulla può rimanere uguale e che il suo destino è uno solo… Scritto in prima persona e con gli occhi di due personaggi…
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo XVII

Momenti di morte

 

-Così passarono anni.

Mi ricordo ancora quando andai a casa mia. Mia madre era seduta su una sedia di legno davanti all’orologio che le informava del luogo dove dovevano essere i famigliari. C’era ancora la mia lancetta che si posizionò proprio sulla parola casa. Era bello ritornare….

Lei però non si mosse, alzò solo la testa e nonostante mi desse le spalle mi fece una domanda: “Sei tornato?”, una domanda banale probabilmente, ma sapevo il suo vero significato. Mamma voleva sapere se ero lì per restare o per uccidere, “No” risposi con voce calma e lei annuì. “Fai ciò che devi fare…” mi disse con tutto il coraggio che aveva, strinsi la bacchetta che sfiorava a malapena i suoi voluminosi capelli, una lacrima scese lungo il mio viso, avevo paura.

“Perdonami, mamma…” sussurrai e mentre stavo pronunciando Avada Kedavra lei mi rispose “Io ti perdono figlio mio” non ne sono sicuro ma credo di aver sentito una nota di orgoglio nella sua voce.

E così anche la donna che mi aveva generato era morta.

Dopo fu la volta di Bill e Charlie. Erano insieme…davanti alla tomba di famiglia, sapevano che era la loro ora, non mi avrebbero colpito. Rimasero solo a guardarmi avvolti in cappotti neri.

Bill addirittura mi sorrise, i suoi occhi azzurri come i miei mi scrutavano tristi ma lui volle rinfrancarmi con un sorriso allegro…come un saluto.

Charlie invece mi abbracciò con tutto l’affetto che un fratello prova per un altro fratello. Mi diede infine una pacca sulla spalla sinistra e ritornò vicino a Bill. Non so perché, ma con loro esitai. La mano mi tremava mentre puntavo la bacchetta su uno di loro. Solo quando il vento iniziò a ruggire e disperdere la neve depositata sulle lapidi gli uccisi.

I miei grandi fratelli.

Mi dispiaceva infondo per loro.

Non centravano nulla.

Mio padre voleva essere l’ultimo, me lo chiese un giorno. Ero andato al ministero della magia per discuter con Malfoy, non avrei dovuto incontrare nessuno eppure lui mi trovò.

“Ronald…” la sua voce l’avrei conosciuta tra mille, così forte, autoritaria e nello stesso tempo così infantile. Mi girai sperando di poter ritornare indietro e poter risentire i suoi discorsi sui babbani come da bambino. Invece lui era lì, in piedi più vecchio che mai, gli occhi arrossati e circondati da rughe, piegato su tutto se stesso come se dovesse scomparire. “Ronald…lasciami per ultimo” sussurrò, non capivo e lui rispose subito alla mia tacita domanda, i suoi occhi chiari si puntarono nei miei, “Lasciameli seppellire tutti, con queste mani…” alzò le braccia mostrandomi quelle mani che mi avevano aiutato molte volte, “…Lasciami almeno questo!” esclamò prima di andarsene.

E lo feci.

Lo lasciai vivere…ed ancora vive.

Andai, perciò, da Percy, sedeva nella sua scrivania tra vari libri e pergamene, gli occhiali sul naso e la penna d’oca in mano. Non mi sembrava cambiato.

Quando mi sedetti nella sedia di fronte i suoi occhi s’alzarono dal foglio per posarsi sulla mia figura, avrei giurato che mi sferrasse qualche colpo per uccidermi, ma invece…Invece appoggiò la piuma si tolse gli occhiali e con un sorriso caricò di rimorso s’alzò dalla scrivania. Chiuse la porta con un incantesimo con il solo gesto di un dito, dopotutto non era così debole. Ritornò sul suo posto di lavoro e incrociò le braccia dietro la nuca, “Fai poco lo spiritoso…” dissi, ma lui puntò i suoi occhi nei miei, “Io non lo farò…” lo sapeva, sapeva che Ronald mi aveva spinto lì per farsi uccidere, e dentro sorrisi…Ron aveva perso ancora una volta!

“Ti voglio bene…” mi sussurrò e l’unica cosa che fui capace di fare tra le lacrime di un ragazzo infantile fu urlare “Avada Kedavra!”

E così gli anni passavano.

E la stirpe dei Weasley era stata decimata.

Mancava solo Virginia e mio padre.

E Virginia l’ho uccisa oggi!

Lei e quel cretino di un Malfoy!

Stavano sdraiati nel loro letto e si coccolavano dolcemente.

Io e Severus Piton entrammo nella stanza, e senza aspettare un attimo colpii a morte l’ex-serpeverde. Ginny s’aggrappò a lui con forza, come se fosse il suo coraggio…esitai un attimo poi la uccisi.

Ed ora eccomi qui a scrivere su pergamene nemmeno mie, nella stanza dove ho ucciso l’unica persona della mia famiglia degna di vivere.

La piccola e dolce Virginia Weasley.-

 

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Ciao ragazze!

Volevo salutarvi e farvi notare che ho messo apposto i capitoli, così va meglio, no?

Comunque sono felice di avere commenti...

Beh al prossimo capitolo!

  
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