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Autore: Ellies    20/10/2012    4 recensioni
"Forse è vero che Jeremy avrebbe potuto amarti di più?"
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Albus Severus Potter, Lorcan Scamandro, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Come nessun altro.




“Albus…”
Silenzio.
“Al…”
Silenzio.
“Per favore.”

La porta si apre e vedi il suo volto comparire dallo stipite. Non ti sta guardando, non vuole farlo. Noti con sollievo che non ha gli occhi arrossati; non ha pianto. Non dovresti esserne stupito, sai benissimo che Albus non piange praticamente mai, così come evita qualsiasi sorta di litigio. Ed è una fortuna, perché vedere i suoi occhi arrossati è davvero uno strazio. Sembrano andare a fuoco, quei meravigliosi occhi verdi, dei quali ti sei innamorato dal primo momento.
Questa volta avete litigato, però. Se ricordi il modo in cui vi urlavate contro, o almeno, lui urlava contro di te, ti senti sprofondare.
Sono passate tre settimane dal’ultima volta che vi siete parlati, incrociandovi nei corridoi e distogliendo velocemente gli sguardi, come se la possibilità di parlare e di chiarire vi fosse stata negata.
Ma poi ti sei stancato, ami troppo il tuo ragazzo per stare lontano da lui per così tanto tempo, nonostante tu abbia rispettato la sua decisione e non abbia più cercato di prenderlo da parte e parlargli nei corridoi.
Lo guardi, e vorresti che alzasse il volto, incatenando un’altra volta il suo meraviglioso sguardo con il tuo, come avete fatto per così tanto tempo.

“Che cosa vuoi, Lorcan?”
La sua voce è irritata e infastidita, e questo ti provoca una fitta al cuore, e hai la orribile sensazione che tutto ti stia scivolando dalle dita, ma cogli anche una nota di stanchezza, la stessa che caratterizza la tua voce da ormai troppe settimane.  
Allunghi una mano verso la sua e fai per afferrargliela, ma lui si scosta e, finalmente, ti guarda.
Schiudi le labbra per parlare, ma Albus è più veloce, e ti precede.
“No, ascoltami. Non sono ancora pronto, per… perdonarti. Lasciarmi tutto alle spalle. Mi dispiace.”
Ma in cuor tuo sai che non ha senso che gli dispiaccia, e forse non è nemmeno vero.
Con un’occhiata si sposta, e chiude lentamente la porta.
Ti aggrappi ai suoi occhi, in un ultimo, disperato sguardo. Hai paura di non poterli rivedere per ancora tanto tempo, e il pensiero ti infastidisce, perché sai che è tutta colpa tua.
La porta si chiude e Albus scompare, e con lui anche tutto quello che avevi pensato di poter ricostruire. Rimani come un idiota davanti alla porta del Dormitorio come se potessi ancora bussare a quella porta e rivederlo.
Ma sai che non puoi più farlo. Quello che non sai, però, è che Albus è dietro a quella stessa porta, l’immagine dei tuoi occhi ancora impressa nella mente.



                                                                                               

  -





“Ro-Rose…”
Cercò di staccarsi da lei, il ragazzo, ma senza successo. Le sue labbra si posarono su quelle dell’amico, ed entrambi chiusero gli occhi. Le mani della ragazza si insinuarono sotto la maglia leggera del biondo –molto biondo-  cominciando ad accarezzarne la pelle. A quel gesto il ragazzo tentò un’altra volta di scostarsi da lei, con meno convinzione, però.
Si ritrovarono entrambi contro il muro, i corpi schiacciati uno contro l’altro, le gambe della ragazza sollevate ed allacciate al fianco di lui, che si spingeva contro il suo bacino in movimenti ben poco fraintendibili. Si trascinarono in un piccolo corridoio buio e appartato, che si riempì ben presto dei sospiri dei due, causati dai baci bollenti e proibiti, e dalle mani che s’infilavano furtivamente sotto gli indumenti, velocemente, come temessero di essere scoperti da un momento all’altro.
I pantaloni della divisa erano aperti appena e la biancheria della ragazza era abbassata, e ora entrambi avevano gli occhi chiusi, i visi arrossati e le labbra secche.
Non ci fu più un solo bacio tra i due, sebbene la ragazza tentasse di guadagnarsene qualcuno, solamente le spinte decise e forse troppo forti del ragazzo in lei, che gemeva incontrollatamente. Con un ultima, lunga spinta, il ragazzo si svuotò in lei, che scioccamente non aveva preso nessuna precauzione, lasciandosi andare ad un gemito.
Un rumore, forse un singhiozzo, catturò la loro attenzione e Lorcan si voltò giusto in tempo per vedere la figura di Albus lanciare loro un’ultima occhiata e scomparire di corsa.
“Cazzo.”
Il biondo si sfilò velocemente da lei e si ricompose in tutta fretta, lasciando la ragazza sola nel corridoio e andando a rincorrere colui che era effettivamente il ragazzo con il quale stava uscendo. Che l’aveva appena visto scopare sua cugina.
Non c’era amore nei suoi gesti, solo lussuria. L’amore lo riservava ad Albus. Ma immaginò che in quel momento contasse davvero poco.


                                                                                                            -



Lo vedi, è in piedi davanti a te, avvolto da una luce soffusa e calda, come ci fosse un’enorme candela nascosta dietro di lui. Sta brillando intensamente, quasi fosse un angelo, e puoi sentire le campanelle che suonano attorno a voi.
Nel momento in cui realizzi che non è possibile, non è reale, né può esserlo, tutto quello scompare e voi piombate nell'oscurità, fino a quando non ti senti improvvisamente perso e cerchi di afferrarlo con una mano; lui indietreggia, senza nemmeno muovere un arto, rigido e fluttuante come un fantasma. Muovi qualche passo verso di lui, e lui inevitabilmente s’allontana.
Lo chiami, urli il suo nome -Al!- in preda al panico, ma lui indietreggia, fino a quando non viene inghiottito per sempre dall'oscurità, il buio, il nulla.
"AL!"
Ti svegli, urlando, madido di sudore e tremante, come non lo sei mai stato, prendendoti la testa tra le mani e, per la prima volta, singhiozzando.
Le lacrime ti cadono pesanti e bollenti sul viso pallido, e sembrano appesantire di più il macigno che hai nel petto, al posto di alleggerirlo, come dovrebbe invece fare un pianto liberatorio.
Ma forse sei semplicemente troppo turbato da tutta questa storia, troppo coinvolto. Non sopporti più che Albus ti ignori, stai lentamente cadendo in qualcosa in cui non avresti mai creduto di poter finire: depressione, sconforto, pazzia, quasi.
Hai smesso di mangiare da giorni, e nessuno ti capisce, pensano che tu stia esagerando, ingigantendo l’intera faccenda. Ti continuano solamente a ripetere di continuare con la tua vita, senza sapere che la tua vita è Albus, e che si è fermata quando l’hai perso. 
Sei in una forma orribile, e per fortuna ci sono le tende celesti a nasconderti, perché non vorresti mai che qualcuno ti vedesse in quello stato. Sei sicuro, però, che ti abbiano sentito. Ma stanno semplicemente facendo finta di nulla. Come se il loro sonno non fosse stato interrotto dal tuo urlo, proveniente dal profondo della tua gola, bisognoso di un aiuto che non avresti mai chiesto a parole. Non sanno come aiutarti, e forse non vogliono. Quelle persone non hanno mai fatto veramente parte della tua vita e ti stai ancora chiedendo come sia possibile, dopo sei anni.
Improvvisamente senti una mano che ti si posa delicata sulla spalla, e tu sobbalzi, ma rimani con la testa fra le mani, tremando, fino a quando non alzi lo sguardo e vedi che è Jeremy, il tuo migliore amico e compagno di dormitorio.
Jeremy non è solo il tuo amico più fidato, da ormai quasi sette anni. È stato anche il tuo primo compagno nella scoperta dell'omosessualità, al quinto anno, quando ti sei inspiegabilmente sentito attratto da un ragazzo e ti sei confidato con lui. Quando ancora non ti capacitavi di poter essere gay. E’ stato il primo ragazzo con cui hai fatto l'amore, dopo tutte le storielle con qualche ragazza, esclusivamente di una notte, e hai capito che le ragazze non erano la tua unica possibilità. Quello con cui ti scambiavi occhiatine di giorno, e che sfioravi di nascosto di notte, nascosti dalle tende, e protetti da un potente “Muffliato”.
E’ stato l’unico a capirti ed a non allontanarti, dopo che nella scuola si era scoperto che eri gay. Una mezza verità, che non ti sei mai premurato di confermare, ma nemmeno di negare.
Ti si avvicina a gattoni, sul letto, e tu non esiti a gettarti tra le sue braccia, a lasciarti accarezzare, consolare, senza allontanarti da lui, mandarlo via. Nemmeno quando i baci sui capelli si spostano sul viso, percorrendo le linee del tuo volto perfetto, posandosi sul naso e sugli occhi, e infine sul tuo corpo.
Nemmeno quando le mani che ti stringevano in quell’abbraccio amichevole vanno a spostarsi sul tuo corpo, e infine nei tuoi pantaloni, accarezzando il tuo membro, già fastidiosamente eretto. Perché alla fine, Jeremy è davvero un bel ragazzo, e forse –forse- non gli sei mai stato così indifferente, in passato.
E non lo allontani neppure quando lo ritrovi sopra al tuo corpo, dentro e attorno a te, come foste una persona unica. Ti maledici all’istante, quando realizzi di starlo pensando davvero, perché l’unica persona con la quale ti sei davvero sentito completo è stata Albus.
La mente è annebbiata, e scopri di star piangendo di nuovo. E ti senti patetico, perché non puoi piangere in quel momento, eppure sai benissimo il motivo; tutto quello ti ricorda Albus, e lo stomaco ti si stringe in una morsa di sentimenti contrastanti. Eppure sei felice che ci sia Jeremy, a consolarti. Vorresti solamente non essere così passivo, sotto le sue dita, che ti accarezzano e ti massaggiano, mentre esce ed entra dolcemente in te, cullandoti, facendoti sentire protetto, e apparentemente felice, per la prima volta dopo un mese.
Non importa che sia sbagliato e che tu stia chiamando il nome di Albus, a nessuno dei due interessa. Solamente entrambi volete sentirvi amati, ed entrambi lo state rendendo possibile, per una notte.
Con un urlo soffocato sulle sue labbra, ti riversi nella sua mano, e tra i vostri corpi, e ti abbandoni al morbido materasso, che sprofonda appena sotto il tuo peso, mentre ancora lo senti spingere in te, fino a quando non viene anche lui, con un vago sorriso di piacere, e ti si sdraia delicatamente sopra, solleticandoti il viso con il respiro caldo e pesante dell'amplesso appena terminato.
Lo abbracci, e nessuno dei due è in imbarazzo per ciò che avete appena fatto, né per il fatto che siate entrambi mezzi nudi ed eccitati di nuovo.
Semplicemente accetti, stanotte, con le lacrime che solcano il tuo volto non appena le sue labbra sfiorano la tua erezione, e tu spalanchi gli occhi, sospirando.
È la notte dei desideri nascosti, proibiti, che non verranno menzionati mai più e che nessuno scoprirà mai.

                                                                          

     -




Cammini per i corridoi come un fantasma. Per fortuna è sabato, e hai due giorni per dedicarti all’ozio più totale. Non sai se è davvero ozio, però. Potresti definirlo più che altro mancanza di voglia di vivere.
Ti lasci scivolare lungo una colonna, guardando la neve cadere a grossi fiocchi candidi, depositandosi sul terreno già imbiancato dalla nevicata incessante degli ultimi tre giorni.
Saresti rimasto volentieri nel tuo letto, estraniato dal mondo, ignorando di proposito chiunque avesse cercato di trascinarti fuori da quel torpore. Ma avevi bisogno di sentire qualcosa. Il freddo pungente ti penetra sotto i pochi strati di vestiti e ti scuote le membra, rinvigorendoti. Ti abbassi e afferri una piccola manciata di neve e te la porti alle labbra, chiudendo gli occhi. Dopo pochi secondi senti già che ti stanno andando a fuoco, bruciando al contatto con quella sostanza gelata, che sembra volerti avvolgere completamente, e portarti via con sé.
La lasci cadere improvvisamente,  sedendoti di nuovo sul muretto appena protetto da una piccola tettoia, portandoti le ginocchia al petto e cingendole con le braccia.
Poi guardi semplicemente quella distesa bianca, che ti fa male agli occhi, e pensi.
Pensi a quanti errori hai commesso, partendo dall’aver tradito Albus, con Rose. Che, tra l’altro, non ti è mai stata particolarmente simpatica. Troppe volte ti sei chiesto perché, perché l’hai fatto. Ma la verità è che non lo sai. Non riesci a trovare una sola ragione plausibile, e questo ti fa infuriare. Non vuoi tornare il ragazzo incontrollato, che non seguiva le regole e se ne fregava dei sentimenti altrui. Pensavi di averlo lasciato alle spalle nel momento esatto in cui hai incontrato Albus. E allora perché l’hai fatto di nuovo? Perché hai fatto soffrire quella persona che ritenevi l’unica ragione del tuo sorriso, del tuo buonumore?
Perché, perché, perché…
Troppi dubbi ai quali non sai dare una risposta si annidano nella tua mente, formando un groviglio che difficilmente riuscirai a districare da solo.

Ti alzi e ti dirigi svogliatamente verso la Sala Grande e ammiri l’enorme albero già decorato da migliaia di palline e ghirlande e solo in quel momento ti rendi conto di quanto il tempo sia passato velocemente, e che il Natale è alle porte.
Ti lasci scivolare su una panca, pensando che quello sarebbe dovuto essere il vostro primo Natale insieme, e invece lo trascorrerai ad Hogwarts, solo, rifiutando tutte le disperate richieste di tua madre di tornare a casa. Tutti insieme.
Hai anche cominciato a bruciare tutte le sue lettere, appena arrivavano, sapendo che ormai contenevano solo un’estenuante supplica.
Non ti serve il caos, il vociare dei parenti e degli amici, allegri per una festività che per te non ha nemmeno più senso. Tu desideri solo una cosa.
E sai che nessun uomo vestito di bianco e rosso potrà donartela di nuovo.
 
 

                                                                                                        -



Muovi qualche passo fuori dalla tua Sala Comune, cercando di passare inosservato, cosa che ti riesce benissimo, negli ultimi tempi.
Hai appena scoperto che Albus e James rimarranno a scuola per le vacanze di Natale -li hai visti discutere con Lily nell'ingresso- il che ha mandato in fumo il tuo piano di fingere che Albus non esistesse, per qualche settimana. Come se ci saresti riuscito, comunque.
La scuola è ormai praticamente priva della grande massa di studenti che la popolava, rendendola più o meno silenziosa e calma. Quelli rimasti si rifugiano nel torpore della propria Sala Comune, riscaldata ventiquattr'ore al giorno dal fuoco che scoppietta svogliatamente nel caminetto.
Persino tu ti abbandoni al calore delle fiamme, e a quello del corpo di Jeremy che è rimasto ad Hogwarts con te.
In lui hai trovato una nuova forma di felicità. Non sta compensando la mancanza di Albus, bensì ti sta aiutando a superarla; abbracciandoti quando ti ritrovi rannicchiato sul pavimento, in lacrime; nei corridoi, quando vorresti correre da Albus e urlargli addosso di tornare da te.
Jeremy c'è sempre. E approfittando del fatto che non c'è lezione, passate un sacco di tempo assieme.
A volte ti stupisci quasi di come silenziosamente riesca a comparirti accanto, prendendoti la mano e trascinandoti via, al sicuro. E’ una sorta di angelo custode che riesce a tirati fuori dalle situazioni più difficili e ad impedirti di soffrire di più.
Di solito vi ritrovate abbracciati, tu che piangi col viso nascosto nella sua maglia e lui che, con le labbra posate sui tuoi capelli, ti stringe e cerca di farti calmare.
Una volta Albus vi ha visti assieme.
Eravate in un corridoio, abbracciati e lui ha lanciato un'occhiata ai vostri corpi uniti, il tuo volto ancora rosso e i capelli in disordine, e se n'è andato.
Non sai cosa sia successo dopo. La vista di Al che vi guardava, averlo così vicino ti ha fatto quasi impazzire. Ricordi solo di esserti districato con forza dall'abbraccio di Jeremy, senza tener conto della sua mano che cercava di afferrare la tua, di trattenerti. Hai una vaga visione di esserti avvicinato ad Albus e di avergli sussurrato qualcosa, dopodiché ti sei beccato un pugno in pieno volto.
Il possessore della mano incriminata ti è tutt'ora sconosciuto.
Ti sei risvegliato nel tuo Dormitorio, con la mano intrecciata a quella di Jeremy, che appena ti ha visto aprire gli occhi, ti si è lanciato al collo, sussurrando qualcosa che non sei riuscito a cogliere. È stato lui a prendersi cura di te, ha confessato, senza portarti in Infermeria. E’ sempre stato bravo negli incantesimi curativi, e in effetti ti ha risparmiato la noia di fornire spiegazioni sull’accaduto, che nemmeno avresti saputo dare.
E’ un buon amico, Jeremy. E sei felice che ti stia così accanto, in questo periodo. Hai solamente il timore che il vostro rapporto possa diventare qualcosa di più di semplice amicizia. Passate decisamente troppo tempo insieme, e il fatto che siate della stessa casa non aiuta. E’ per questo che hai cercato di mandarlo a casa per le vacanze. Non per allontanarlo da te. Non sai spiegarlo. Non vuoi che si faccia idee sbagliate, e che tu cominci a vedere cose che non ci sono, e a perdere completamente la testa. Per di più per qualcuno che non è Albus.
E stai anche cominciando a notare le occhiate che ti lancia sempre più spesso, quando ti vede insieme a Jeremy. Sono quasi... tristi?
Allora perché non torna con te? Perché, se sei riuscito a notare quel guizzo di gelosia passare nei suoi occhi, non fa qualcosa per riaverti?
Noti anche, però, quelle ostili di James, e cominci a sospettare che il pugno sia stato suo. Sai quanto sia possessivo nei confronti del fratello, e tu non gli sei mai stato particolarmente simpatico. Men che meno in questo momento. Solo non capisci perchè Jeremy cambi continuamente discorso, quando esso cade su quell'episodio. Pensi che ci sia di più, ma non riesci a ricordare. Il colpo dev'essere stato parecchio forte, ma da James non ti aspettavi sicuramente di meno.

                                                                 

-

 
Il pranzo di Natale è sempre stato qualcosa di meraviglioso. Aspettavi con impazienza che tua madre servisse tutte quelle meravigliose pietanze fumanti, che sprigionavano il loro profumo, già dal forno, in tutta la casa. Entravi in cucina e chiudevi gli occhi, abbandonandoti al profumo del cibo che ti penetrava nelle narici, facendoti salire una deliziosa acquolina in bocca.
Era bello, vedere la tavola imbandita. Ma a Hogwarts è ancora più spettacolare.
Ancor più del banchetto di inizio anno, o di quello di Halloween.
Le tavolate sembrano essere state ricoperte da tutti i colori e i profumi possibili ed immaginabili. C’è così tanto cibo che pensi starai pieno per un’intera settimana, se non smetti di mangiare. Gli elfi domestici devono essersi dati parecchio da fare, per preparare tutte quelle leccornie, ma al momento riesci solo a pensare di riempirti lo stomaco il più possibile.

Sei sicuro di poter anche andare in letargo per tre mesi o più, con tutto il cibo che il tuo stomaco è stato costretto ad ospitare, e stai già assaporando la sensazione delle coperte morbide e calde che ti avvolgono, quando Jeremy ti arriva alle spalle, abbracciandoti e ti comunica che la serata non è ancora finita.

“Sul serio, Lorcan, che mezza sega sei? E’ la sera di Natale!” Ti sbotta contro, prendendoti la mano e trascinandoti per i corridoi, incurante delle tue obbiezioni.
“Jeremy, davvero non mi va!”
“E cosa ci stai a fare in camera? A farti qualche sega su Potter, eh?”
Si ferma nel bel mezzo del corridoio, facendoti sbattere contro la sua schiena. Si volta a guardarti con quegli occhi dorati, così intensi che quasi non riesci a sostenere il suo sguardo. Senti che stai arrossendo, e non capisci il perché, e hai un disperato bisogno di tirarti fuori da tutta quella situazione…
“No, sai, quelle me le fai tu.”
Ovviamente con la cosa sbagliata.

Vedi il suo volto oscurarsi e negli occhi passare un’ombra di tristezza, velarsi di lacrime. Ti stringe ancora la mano, e senti aumentare la presa, così forte che quasi ti fa male.
“Quindi per te è solo sesso, no? E’ un fottutissimo mese e mezzo che cerco di farti stare meglio, di farti passare tutta questo cazzo di tristezza che hai a causa di Potter, è per te è solo sesso!
Non te ne frega niente se io ti amo, vero? Se io… io non ti avrei lasciato nemmeno per un momento.”
“…My, è colpa mia, lo sai. Sono io che l’ho tradito e-“
“Cazzate! Tu l’hai fatto solo perché ti trascurava! Non ti amava abbastanza; se l’avesse fatto voi stareste ancora insieme!”
“No, lui mi ama. O almeno, lo faceva, Jeremy, ne sono certo. E’ stata una cazzata, quella che ho fatto, io lo amo ancora, e te l’ho detto. Non volevo… illuderti, non era questa la mia intenzione.”
“Pensavo che stesse nascendo qualcosa…”
Mormora, con la voce incrinata dalle lacrime, e in quel momento capisci di aver commesso il secondo errore più grande negli ultimi due mesi. Hai permesso che il tuo migliore amico si facesse illusioni sulla vostra amicizia, trasformandola in qualcosa di più. Proprio quello che avevi cercato di impedire.
“Io…”
Non ti lascia il tempo di ribattere, perché ti spinge al muro e ti blocca il corpo con il proprio. Senti la mano, ancora unita alla sua, sbattere contro le mattonelle di pietra, e non sai fare nulla per liberarti.
“Jeremy, lasciami, per favore…”
“Io ti saprei amare, lo sai? Come nessun altro.”
“Ha detto di lasciarmi.”
Sei spaventato. Non l’hai mai visto così, quasi aggressivo, ma al contempo straziato, lo vedi. Sta piangendo, ma i suoi occhi riflettono come una pazzia, un conflitto interiore, probabilmente dovuto ai sentimenti repressi nell’ultimo mese e mezzo.
Ti prende entrambi il polsi e li porta sopra alla tua testa avvicinando le labbra alle tue, ma tu sposti il volto di lato: non vuoi baciarlo, non così.
La sua voce ti arriva come una supplica, ma piena di rabbia.
“Guardami..!
Nessuno ti ama più di me, sono io quello con cui ti confidi, che conosce tutto –tutto!- di te.”
Cerchi di liberarti, ma lui è più forte e si spinge contro il tuo corpo, facendoti sentire vagamente a disagio. Ti lascia una mano e ti prende il viso, e sta per posare le labbra sulle tue e tu chiudi gli occhi, quando all'improvviso senti il peso del suo corpo svanire dal tuo, con forza, come se qualcuno te l'avesse strappato via di dosso. Crolli a terra, sul pavimento freddo, massaggiandoti i polsi, con gli occhi ancora serrati.
Senti qualcuno chiamare il tuo nome, ma tu sei fuori dalla realtà, ancora scosso, fino a quando non apri gli occhi e vedi una scena quasi scioccante.
Albus è a terra, insieme a Jeremy. Entrambi con qualcosa di sanguinante. Entrambi alzano di nuovo i pugni, pronti a colpire l'altro, quando ti desti improvvisamente, consapevole, e fai appena in tempo a frapporti tra di loro che qualcuno ti colpisce alla testa.
Decisamente hanno scambiato il tuo volto per un sacco da boxe.

Non hai il tempo nemmeno di barcollare, che qualcuno ti afferra, e quel qualcuno non è Jeremy, che vedi a terra con la testa tra le mani. Ti ci vogliono pochi secondi per realizzare che invece il possessore di quelle mani, di quelle braccia, di quel corpo e soprattutto di quel profumo è Albus.
Non eri quasi più abituato a sentire il suo tocco, e la sensazione è quasi ustionante. Ti liberi delicatamente dalla sua stretta, non vuoi che pensi che ti stai allontanando bruscamente, ma lui ti riafferra.
Spalanchi gli occhi e ti volti con cautela verso di lui, con la voce smorzata in gola. Non riesci a parlare, non riesci a far nulla.
Solo il sussurro della sua voce ti fa rabbrividire.
“Stai…” deglutisce lentamente, alzando di poco lo sguardo su di te, che prontamente fa scivolare di nuovo sul pavimento “Stai bene?”

“Si preoccupa, si preoccupa per me.” È tutto quello che riesci a concepire, nella tua mente, che sembra essersi spenta temporaneamente.
Solo in seguito ti ricordi di rispondere.
“Io, oh-si, si, tutto a posto.” Mormori, con voce tremante, passandoti una mano tra i capelli e sfiorandoti la parte dolorante con una piccola smorfia.
Lui chiude gli occhi, contraendo le labbra –come un piccolo sorriso -che di conseguenza fa sorridere anche te.
“Sei sempre il solito testardo, cocciuto, Scamander.”
Il suono del tuo cognome fa scemare di colpo il tuo sorriso. Cosa ti aspettavi? Che tornaste di nuovo amici, magari di nuovo insieme, dopo questo piccolo incidente?
Illuso, Lorcan, illuso. O forse solo disperato.
Albus vede il tuo volto oscurato e ti lascia andare, non prima di averti lasciato un piccolo bacio sulla tempia, augurandoti di stare meglio. Poi si volta e scompare.
Non capisci, perché se ne va? Rimani immobile, con la tempia in fiamme, il suo profumo ancora nelle narici, senza riuscire a muovere un muscolo, senza riuscire a urlargli di tornare indietro.
Semplicemente lo guardi andare via, per la seconda volta, senza che tu possa fare nulla per impedirlo.

Rimani immobile nel corridoio per quelli che ti sembrano anni, fino a quando non senti un braccio che ti solleva da terra –quando sei scivolato sul pavimento?- e ti abbraccia, trascinandoti di nuovo via dalla tristezza, portandoti a letto e, probabilmente, vegliando su di te tutta la notte.

Forse è vero che Jeremy avrebbe potuto amarti di più?




Angolo dell'autrice.

Cioè, sto pubblicando davvero troppo- troppo in fretta.
Allora, passiamo ai commentini soliti. 
Questa... cosa, l'ho scritta davvero TANTO tempo fa. Non avevo mai avuto -voglia, coraggio?- di pubblicarla, però.
Anche perchè rimane tristemente incompiuta, senza un finale. 
E' triste e per me è stato sempre tristedeprimente scriverla. 
Ma comunque, dopotutto, mi piace, e poi troviamo Jeremy, che mi piace davvero un sacco come personaggio. Il migliore amico un po' come l'angelo custode. Quello che lo ama, ma deve vederlo soffrire per Albus. E'... Uno dei personaggi che la mia mente malata ha elaborato che mi piace di più, e... E basta.

Facciamo i soliti salutini. (Come al solito) A Depa29 che è sempre meravigliosa e insieme a Liechsley mi sta viziando con i complimenti.

Cioè, dovete smetterla. Vedete cosa mi fate? Mi- mi fate pubblicare anche gli sempi vecchi.
Ma vi voglio bene, nel profondo.

Ora, dopo essermi persa nei sentimentalismi, vi lascio commentare, oppure no.
Solo una cosa, non tiratemi le angurie!

El. 


   
 
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