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Autore: BlackKay97    21/10/2012    8 recensioni
C’è un solo semidio che ha deciso di rinascere tre volte: Luke Castellan.
A quattordici anni Luke Reasonson, sua seconda vita, scopre di essere un semidio e si imbarca, suo malgrado, in una missione che lo condurrà ad oscure verità su sé stesso e sul suo destino. Potrebbe essere la maledizione vivente che porterà alla fine del mondo.
Contemporaneamente il divino Hermes rischia l’esilio al Tartaro nel tentativo di salvarlo dall’ira dei fratelli e del padre che ritengono Luke debba morire: è troppo potente per essere un semidio. Eppure il dio dei ladri pare aver notato qualcosa che agli altri sarebbe sfuggito.
Scritta da: Kay
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ermes, Gli Dèi, Luke Castellan, Quasi tutti, Travis & Connor Stoll
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scappai. Cercai d’andare il più lontano possibile, ma ancora una volta l’orizzonte era irraggiungibile e l’acqua mi separava dalla solitudine tanto desiderata. Avevo ormai cominciato a prendere quello che mi dicevano per vero. Quello che mi avevano raccontato non era una storiella: era vero. Lo sapevo: era troppo perfetto per essere finto. Nessun punto scollegato dal resto. Quattordici anni fa, gli dèi, avevano cominciato ad andare a trovare i loro figli. Sulle prime non credevo fosse per me. Ora capivo molte cose. Se mi guardavano con disprezzo. Se Percy mi era saltato al collo vedendomi. Se il ragazzo-armadio, anch’esso un semidio, mi aveva aggredito. Mi lasciai andare in acqua. Mi lasciai cadere verso il fondo, le gambe verso il cielo. La sensazione di non poter respirare mi dava uno strano sollievo. Un sollievo masochista. Mi sembrava fosse giusto che soffrissi. Mi sembrava ingiusto aver fatto tanti danni... ed essere ancora qui. Sentivo i ciuffi biondi ondeggiarmi sulla fronte. Il freddo pungente era qualcosa da temere, eppure era ciò che volevo.
Dovevo provare paura come gli altri ne avevano provata durante la battaglia finale.
Dovevo soffrire per tutti coloro che avevano sofferto a causa mia.
E avevo paura, e stavo soffrendo. Come era giusto.
Non poteva essere vero. Non potevo aver tradito tutti solo per odio verso un genitore che ora adoravo!
L’acqua accanto a me si spostò, voltai lo sguardo a destra e mi trovai a fissare il volto di Travis. Mi guardava studiandomi, ma il suo non era un occhio critico, era più di chi accetta senza fare domande. Quella presenza non mi turbava. Mi piaceva.
Forse era sempre silenzioso, vero, ma trovai magnifica la sua compagnia, dato che non mi guardava cercando di esprimere un giudizio, ma mi guardava per dirmi “Sono qui.”, lo sapevo.
I polmoni mi bruciavano e le tempie sembravano sul punto di esplodermi, ma non volevo tornare su. Per fortuna avevo il mio angelo custode: Travis mi afferrò, mi girò e mi fece riemergere. Sulla spiaggia mi abbandonai tra le sue braccia. Mi abbandonai ad un pianto sconnesso, alternato a momenti in cui credevo d’aver smesso.
- Ci credi, Luke? -. Non risposi: il mio pianto era sufficiente. Il mio alterego non avrebbe mai pianto, ma io non ero come lui. Quello non era neanche il mio alterego, era la mia vita precedente, era la mia forma più crudele e spietata... ed era meglio dell’attuale me. Ed io la disprezzavo e la invidiavo al tempo stesso. Per la sua crudeltà e per la sua forza.
Purtroppo io ricordavo frammenti di quella vita. Li avevo sempre ricordati, solo non mi erano mai sembrati terribili come in quel momento. Erano flash di vite che avevo rovinato: prima fra tutte la mia. Potevo essere un eroe... ed ero stato un mostro. Potevo crescere ed avere una famiglia... ed ero morto odiato dalle persone a cui tenevo di più.
Potevo ricominciare. Potevo farmi una vita nuova. No. Avevo rovinato tutto. Lo avevo fatto nel momento in cui avevo mostrato il mio volto per quello del traditore Luke Castellan. Ora mi riconoscevano tutti. Nessuno aveva dubbi sulla mia identità e nessuno mi avrebbe più dato una scelta.
Nessuno tranne Travis e Shilla. Perché? Che legame avevano con Luke Castellan?
A dire il vero anche Percy ed Annabeth adesso m’accettavano, ma non era stato immediato, il che provava la mia tesi: prima di potermi sentire Luke Reasonson avrei sempre dovuto fare i conti con Luke Castellan.
Mi asciugai le lacrime: e allora avrei cominciato.

Mentre camminavo tutti si scansavano intimoriti. C’avrei fatto l’abitudine.
Percy si volto a guardarmi: era sospettoso. Annabeth sembrava più sorpresa. In effetti mi ero ripreso in fretta dallo shock.
Ebbi l’impressione di averli interrotti quando stavano per baciarsi, ma ormai ero lì e non sarei tornato indietro. Sicuramente stavano pensando a me come un guastafeste e, sinceramente, lo pensavo anche io. Se ero con la mia ragazza e la stavo per baciare, non avrei voluto che un ragazzino più piccolo si intromettesse. Ma oramai il danno era fatto.
Sguainai la spada e la puntai contro Percy:- Se tu sei l’eroe più forte del Campo... allora voglio allenarmi con te. - ammetto che attraverso l’elmo avevo una visione ristretta del mondo, ma non importava: ero concentrato solo su chi avevo sfidato. Lui mi squadrò:- Perché? - il silenzio era calato intorno a noi e notai il centauro a presenziare. Ok, io avevo lanciato una sfida e Percy me la stava ributtando indietro. Ma io ero un semidio che aveva sempre combattuto per avere un posto nel mondo, soprattutto ora avrei dovuto combattere per farmi accettare, e non intendevo rifiutare:- Perché un’arpia ha rapito la mia migliore amica ed io non starò a guardare. Ma neanche partirò per morire. - non gli staccai gli occhi di dosso. Lui ci pensò un po’ prima d’annuire:- Ci vediamo tra dieci minuti all’arena: dammi il tempo di mettere l’armatura e prendere una cosa. -. Annuii abbassando la lama. Ero determinato ad aiutare la mia migliore amica e, magari, anche gli altri semidei rapiti.
Mi diressi con passo sicuro all’arena. I semidei mi guardavano come se volessero trasformarmi in uno spiedino semidivino ed i satiri con una smorfia nauseata.
Se volevo conquistarmi la loro fiducia, avrei dovuto dar loro un motivo per fidarsi di me.

Come promesso, alcuni minuti dopo, Percy mi raggiunse in divisa impugnando due spade. Me ne porse una.
- Grazie, ma... - picchiettai sul fodero:- ... ce l’ho già. -
- Questa è diversa, Luke. Dovresti trovarti meglio. - mi costrinse a prenderla. Tolsi la daga che utilizzavo prima dal fodero e mi fermai a rimirare quella che stringevo in mano. Mi misi in posizione da battaglia come mi aveva insegnato Travis e... abracadabra! L’arma, con uno sfavillio, cambiò d’aspetto.
Era una specie di katana, come quella degli anime giapponesi che guardavo spesso in tv o sul computer, dalla lama in bronzo luccicante. L’elsa argentata. L’impugnatura era ricoperta in pelle nera. La goccia era la testa di un falco che mordeva la lama e la guardia le sue ali riccamente decorate con motivi a spirale. Al posto della lingua del rapace stava un incavo a forma di tre onde.
- È splendida! - sospirai ammirandone la bellezza. Percy mi si avvicinò:- Ed è anche un’arma pericolosa. Facciamo così: se vinci, è tua. -
- E se perdo? - gli scoccai un’occhiata sospettosa.
- E se perdi, non solo mi tengo quella katana, ma tu non andrai in missione. -
- Cosa?! - mi incavolai, d’altra parte, che potere aveva lui su di me?
- Luke, se perderai significherà che non sei ancora pronto per andare in missione. Dunque non c’andrai. - confermò con noncuranza. Strinsi meglio la presa attorno all’elsa e mi concentrai: non potevo perdere perché Shilla stava aspettando me!
- Allora preparati a perdere, Percy! - gli gridai scagliandomi contro di lui.

Il duello infuriò cruento fin da subito: Percy era davvero abile ed in poco tempo mi aveva già fatto dei piccoli tagli sulle braccia e sulle gambe che sanguinavano in rivoli rossi.
La cosa peggiore era che avevo l’impressione che non si stesse neanche impegnando al massimo delle sue capacità. Beh... che non si stesse impegnando, punto!
- Devi essere più scattante, Luke! - mi gridò parando un mio colpo e contrattaccando graffiandomi il fianco. Gemetti, ma strinsi i denti: non avrei ceduto tanto facilmente.
- Non stare fermo sul posto! - mi incitò parando di nuovo ed indietreggiando per recuperare la distanza:- Devi muoverti! I muscoli tesi ed i piedi scattanti, avanti! - e prese a stuzzicarmi con la spada. Parai un fendente ed indietreggiai, quindi gli puntai contro la spada in modo da tenerlo lontano e riprendere fiato.
- Mi stai a sentire?! - sbottò lui con fare frustrato:- Ti ho detto che non devi stare con i piedi piantati a terra. Devi muoverti: essere scattante! - avanzò, fece una finta e mi colpì alla gamba destra ferendomi ancora. Indietreggiò mentre io, zoppicando, cercavo la stabilità sulle gambe. Lui scosse la testa:- Tuo padre è il più veloce degli dèi. Dovresti puntare molto sulla velocità. -
- E come dovrei fare, sentiamo! - giuro che ci stavo provando, ma non capivo. Lui sospirò:- Mettiti in guardia. - mi ordinò posizionandosi. Con riluttanza (perché, Luke Castellan o meno, non avevo certo dimenticato che aveva provato a strangolarmi!) obbedii.
- Tieni i muscoli pronti a correre. Molleggia sulle caviglie, così sarai già pronto per fare gli scatti. La spada impugnata salda a proteggere busto e volto come al solito... - mi impegnai per seguire le sue direttive e lui continuò:-... Stai basso! Questo è importante perché devi riuscire a proteggerti le gambe anche solo con una leggera rotazione del polso. - cominciai a muovermi come mi chiedeva:- Perché mi suggerisci? - ero molto sospettoso, specie nei confronti di chi aveva provato ad uccidermi. Lui alzò le spalle:- Se riuscirai nella tua impresa avremo salvato delle vite. - cominciammo a combattere nuovamente. Inizialmente feci fatica e mi presi dei nuovi tagli, poi cominciai a capire come funzionava e riuscii a schivare gli affondi di Percy.
- Bravo, . - mi sorrise lui guardando la terra sotto le mie Converse:- adesso tendi le orecchie ed ascolta il vento. L’udito è la tua seconda vista. -
Anche se con molti dubbi (non avevo mai sentito parlare di qualcuno che vedeva con le orecchie) feci come chiese: per un istante lasciai che fossero le orecchie ad “osservare” il campo di battaglia per me, e sentivo lo sferragliare delle lame che si incrociavano ed il tendersi del tessuto del nostro corpetto, infine presi il sopravvento.
Percy rallentò all’improvviso nei movimenti. Quando caricava un colpo lo sentivo dallo spostamento d’aria che mi giungeva alle orecchie e lo prevedevo. Inoltre mi ero notevolmente velocizzato. Fu una strana sensazione a pervadermi, la stessa che mi aveva preso quando avevo inseguito l’arpia di Shilla. In quel momento non ci avevo fatto caso, ma adesso la riconoscevo. Parai e contrattaccai. Percy si girò abbastanza in fretta da deviare il colpo, ma riuscii lo stesso a graffiargli il fianco. Attaccò lui ed io schivai, afferrai la guardia della sua arma e, con una rotazione del busto, gliela portai alla nuca. Lì era svantaggiato per riportarsela davanti: era come se fossi io ad avere il controllo della sua arma. Gli puntai la mia lama alla gola. Lui cercò di liberarsi, ma strinsi più forte la presa e lui cedette. Avevo vinto. Con questa consapevolezza, la strana sensazione mi abbandonò e tutto tornò a muoversi alla solita velocità.
Lo lasciai andare e lui si cacciò a ridere. Lo squadrai sorpreso e perplesso da quella reazione.
- Bravo, Luke! Adesso che hai le ali, devi imparare a volare! - mi indicò il terreno sotto le Converce, o così credevo perché... beh! Mi stava indicando proprio le scarpe, invece!
Era pazzesco, ma sulle mie Converse erano spuntate due ali bianche.
- Adesso che hai le ali... - mi sorrise amichevolmente:- ... devi solo imparare a volare! -
Il mio commento, ora, è di sole tre parole: “Facile - a - dirsi”!

Angolo di Kay e Connor Stoll
Io: Ah! Dovevo postare ieri e, guarda caso, quando rendo noto il giorno succede sempre qualche impedimento! -.-' Ma devo ringraziare il mio Connor! Grazie mille Conny!
Connor: Non chiamarmi Conny!!!!
Io: AwA! Ieri stavo non particolarmente bene e lui si è preoccupato di darmi una mano! Caruccio! X3
Connor: Eh, lo so! AwA
Io: Tornando al capitolo... Che ne dite? Ho notato che Percy piace molto tra i lettori... anche più di Luke!!! Scioccante!
Connor: Si, che ci venite a fare in una storia su Luke???
Io: Sssh! Dopo se ne accorgono! XD No, dai, la prendo come una vittoria personale: essere riuscita a trovare lettori con un personaggio che a loro non interessa particolarmante. Fico!
Connor: *annuisce*
Io: Non sono stata a riscrivervi tutta la storia di Luke Castellan sennò potvo direttamente prendere i cinque libri di Rick e ricopiarveli. Mi pareva una parte superflua e sono passata oltre come si capiva già dalla prima frase.
Non so, a me piace il rapporto silenzioso tra Luke e Travis, un rapporto fatto di sguardi ed intese... mi piace! ^^
Connor: Per me è troppo pieno di silenzi, ma... immagino stia ai lettori scegliere!
Io: *annuisce*
Connor: Bene, grazie di essere arrivati fin qui ed aver aggiunto alle varie liste!
Io: Si, grazie mille! Un abbraccio a tutti coloro che continuano a seguirci, noi due ed il caro Luke Reasonson!

Kay e Connor Stoll (A_A... ndConnor)

   
 
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