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Autore: Kuro_rin    21/10/2012    4 recensioni
[...]Improvvisamente, mentre Gajeel cercava il modo di collocarla all’interno dell’appartamento, Levy si rese conto che c’erano un sacco di cose che non sapeva sul conto del ragazzo che le stava di fronte, un sacco di storie sentite per anni e che ora, in un secondo, erano state cancellate per sempre.( come il fatto che fosse stato allevato dai lupi)
E se la verità su di lui fosse stata diversa da come tutti se l’erano immaginata? E se il suo carattere volesse solo nascondere qualcosa di più profondo?
Chi era veramente Gajeel Redfox?
Cosa succederebbe se una studentessa estremamente brillante, si trovasse a stretto contatto con un individuo che è il suo più completo opposto??
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Lucy Heartphilia
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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programma tutor 15

L’indomani fu abbastanza scontato per tutti che la giornata si sarebbe passata al mare!

“ Non capisco perché tutto il lavoro devo farlo io!” protestò Natsu, nel tentativo di trasportare ombrelloni e sdraio.

“Perché sei il più piccolo, ecco perché!” si affretto a rispondere Gajeel, non senza uno scappellotto sulla testa del rosato.

“ Ma non è giusto!” urlò, nonostante il suo interlocutore se ne fosse bello che andato.

 “Gray!” chiamò, rivolto all’amico, “ vieni a darmi uno mano, razza di sfaticato!”

Il ragazzo non rispose: aveva lo sguardo ( e soprattutto il pensiero) rivolto verso altro; neanche si accorse delle urla e dei richiami dell’amico.

“ Ohi, ma mi stai ascoltando!” fece di nuovo, questa volta avvicinandosi.

Niente.

Il moro sembrava tutt’altro che presente: “ SVEGLIA!” tuonò Natsu nell’orecchio dell’amico.

Gray si ridestò completamente dai suoi pensieri, anche perché non avrebbe potuto fare altrimenti, visto l’acuto gemito che gli aveva appena perforato la scatola cranica: “ Natsu! Sei completamente impazzito!” si lamentò, massaggiandosi il lobo.

“ Sembravi un autistico!” rispose, corrugando la fronte.

“ Ma che stai dicendo!? Non mi rompere e muoviti a mettere giù le cose!” disse spiccio, prima di voltarsi e andarsene,  lasciando il rosato a metà tra il sorpreso e il nervoso, visto che più che ricevere ordini, quella mattina, non aveva fatto altro.

Nel frattempo, più lontano, sul bagnasciuga, Levy, Erza , Lucy e Juvia passeggiavano tranquillamente, rinfrescate dalla limpida acqua che bagnava loro i piedi e dal leggero venticello che faceva vorticare lentamente la sabbia: chiacchieravano del più e del meno, ridendo allegramente e godendo del dolce tepore del sole.

“ Allora Juvia, si può sapere che cosa è successo ieri sera?” chiese Levy preoccupata.

“ Già, ti abbiamo sentita urlare e, quando siamo uscite, abbiamo visto Gray!” le fece eco la rossa.

“ E lo abbiamo riempito di acqua!” ridacchiò la bionda, ricordandosi la faccia dell’amico, quando le aveva pregate di non farlo.

“ B-bhe, a Juvia non va molto di raccontarlo!” rispose, rossa d’imbarazzo.

“ Ti ha detto qualcosa di strano?” chiese la blu, rincarando la dose.

La cugina scosse la testa in silenzio: “ Gray non ha detto nulla di strano a Juvia, semmai…” si interruppe, fermandosi all’improvviso e abbassando il volto nel tentativo di nascondere l’imbarazzo, al ricordo della sera prima.

“ S-scusate ragazze, ma Juvia deve correre a prendere un cappello! Il sole non piace molto a Juvia!” rispose, rialzando il volto e mostrando un sorriso decisamente forzato, cosa che non sfuggì alla piccola Levy.

Detto questo, si voltò e corse verso il punto dove Natsu, borbottando e imprecando sommessamente, aveva sistemato tutte le loro cose.

“ Che stranezza!” disse dubbiosa Lucy, mentre la blu, sospirando, guardava la cugina correre via.

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“ Ehi stronzetto!”

Gray si voltò: “ Che vuoi?” chiese brusco, prima di ribattere la palla ad Elfman.

“ Si può sapere che cos’era quella reazione di prima?” disse acido il rosato.

“ Prima quando?” chiese vago di rimando.

“ E’ inutile che fai il finto tonto! Allora?”

Il ragazzo non rispose, ma si limitò a fermare la palla arrivatagli da Gajeel e a schiaffarla in faccia a Natsu, sotto lo sguardo esterrefatto degli altri due giocatori.

“ GRAY, DANNATO!” tuonò il ragazzo, emergendo dall’acqua, rosso di rabbia.

“ Ti ho già detto che non devi rompermi!” fece, prima di voltarsi e dirigersi verso la spiaggia.

Natsu non sapeva davvero farsi i fatti suoi!

 Il moro era sovrappensiero dalla sera prima: si chiedeva come fosse possibile che una ragazza prima si dichiarasse, e poi corresse via urlando; non era possibile una cosa del genere o,quanto meno, non era normale.

Aveva capito che Juvia era timida e che lo aveva trattato male tutto il giorno prima perché si sentiva a disagio, ma ora era un’altra cosa: insomma, non doveva cercare di stare insieme a lui, di essere gentile?

Per quel che si ricordava, le ragazze di solito facevano così quando avevano una cotta per lui: perché con lei era diverso? Iniziava a pensare che, forse, non conosceva così tanti bene la mente femminile, come invece andava in giro a decantare da anni

Quella ragazza gli interessava? Non era sicuro.

L’unica cosa che sapeva per certo, era che sentiva l’irrefrenabile impulso di vederla, di sentire di nuovo la sua voce, di vedere di nuovo quei suoi bellissimi occhi azzurri.

Alzando lo sguardo, si accorse che la fonte dei suoi tormenti era accovacciata sotto l’ombrellone, nel tentativo di cercare qualcosa nel marasma causato da Natsu.

“ Juvia!” la chiamò, senza riflettere.

La ragazza, che nel frattempo si era alzata dalla sua posizione, si voltò di scatto, trovandosi davanti un Gray sorridente che la salutava,correndo verso di lei: una scena insopportabile.

Passando in rassegna una serie di colorazioni che andavano dal bianco pallido al rosso intenso, Juvia si portò il cappello di paglia ( che era riuscita miracolosamente a trovare) vicino al petto, aprendo leggermente la bocca.

Il moro, che percepiva come se qualcosa di irrimediabile stesse per accadere, si fermò subito, abbassando lentamente il braccio e cambiando espressione.

I suoi sospetti si rivelarono fondati.

La ragazza emise un leggero grido, prima di voltarsi di scatto e correre via, esattamente come la notte precedente.

“ A-aspetta, Juvia!” urlò invano il ragazzo; ora mai era sparita!

Sospirando vistosamente, strinse i pugni, deciso a mettere in chiaro una volta per tutte quell’assurda situazione.

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Possibile che dovesse sempre finire in questo modo?

Non voleva esser cattiva con Gray, ma, visti gli avvenimenti della sera prima, la situazione era notevolmente peggiorata: ora, non solo si stava comportando male come al solito, quando si trattava di ragazzi che le piacevano, ma il ragazzo in questione sapeva tutto!

Certo non sarebbe mai stata in grado di parlare con lui normalmente, neanche volendo.

Fermando la sua corsa, si diresse verso il bar della spiaggia, sperando che un gelato avrebbe potuto tranquillizzarla un attimo: arrivata davanti al bancone si accorse con rammarico che il borsellino si trovava sotto l’ombrellone.

Sospirò: di tornare indietro non se ne parlava nemmeno; cosa avrebbe fatto se avesse incontrato di nuovo Gray?

Voltandosi per tornare indietro, andò a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno.

“ C-chiedo sc-.”

“ Ehi!” una voce familiare la interruppe,“ Se non hai soldi te lo posso offrire io un bel gelato!” disse il moro gentile.

“ G-Gray!” sussurrò, rossa dalla testa ai piedi.

“ Così parliamo un po’!” disse poi, con un tono decisamente più serio.

“ A-ah, s-scusa ma Juvia non…” tentò di dire, abbassando il viso.

 “ Qual’é il problema?”

“ I-io…” balbettò nervosa.

“ Senti, io non voglio metterti a disagio, ma mi piacerebbe davvero tanto…parlare con te!” fece lui, massaggiandosi nervoso il collo.

La ragazza si rialzò: non poteva essere vero che, dopo il modo in cui si era comportata la sera prima, non avesse schifo di lei.

Sentì il suo cuore battere ancora più velocemente, sentì le sue guancie farsi più calde e il suo respiro più affannoso; i suoi occhi iniziarono a pizzicarle, a gonfiarsi e sentiva che non sarebbe riuscita più a trattenersi.

“ Accetti?” chiese il ragazzo in trepida attesa, mentre poggiò delicatamente una mano sulla spalla della ragazza di fronte a lui.

A quel gesto, Juvia sentì le sue gambe iniziare a tremarle, la gola farsi sempre più asciutta: non ce la faceva, doveva allontanarsi.

“ NO!” tuonò, scostandosi dal tocco del ragazzo e abbassando ancora una volta gli occhi.

“ Ma…” il ragazzo non fece in tempo a fermarla.

Iniziò a correre ancora più veloce,ancora più forte, nel disperato tentativo di scappare il più lontano possibile da quei suoi sentimenti.

Ormai, incapace di contenerle, le lacrime avevano preso a rigarle le guancie, giù fino al collo.

Sentiva il petto e le gambe dolerle,ma, tutto sommato, niente era peggio che il dolore di non riuscire a stare di fronte a se stessa.

Era stata dannatamente egoista, pensando solo alla sua paura, al suoi disagio e non a quello che, con molta probabilità, aveva creato anche al ragazzo che le piaceva.

Perché doveva essere così debole, così…strana?

Fermandosi quando si accorse di non riuscire più a proseguire, inarcò la schiena, poggiando le mani sulle cosce e respirando nervosamente: sentiva le lacrime e il sudore arrivarle fino al petto.

Deglutì un paio di volte, abbassandosi del tutto e poggiando le ginocchia sulla calda sabbia.

“ Juvia!”

La ragazza, sentendosi chiamare, alzò gli occhi, per trovarsi davanti lo sguardo preoccupato di Levy, appoggiata al braccio del fidanzato.

“ Tutto bene?” chiese.

“ Oh…s-si, Juvia sta benissimo!” rispose, alzandosi in piedi, “ Juvia stava facendo una passeggiata e un po’ di sabbia le è entrato negli occhi, tutto qui!”

“ Ju-.”

“ Non preoccuparti, Juvia non vuole disturbarti se sei insieme a Gajeel!” la interruppe, sventolandosi una mano davanti alla faccia.

“ Juvia vuole camminare ancora un po’, quindi andate pure, Juvia vi raggiungerà!” disse, prima di sorpassarli e trottare via.

La blu strinse più saldamente il braccio del moro, gesto che al ragazzo non passò inosservato: ruotò di poco lo sguardo verso il viso di Levy, trovandola turbata e fissa verso il punto dove avevano visto correre via la cugina.

“ Preoccupata, gamberetto?” chiese.

“ Si, decisamente! Inoltre, credo c’entri qualcosa Gray!” disse, incrociando dubbiosa le braccia.

“ Gray!?”

“ Si, insomma…ieri sera abbiamo sentito Juvia urlare e, quando siamo uscite in corridoio, c’era lui!” spiegò.

“ Non mi dire!” rispose il moro, facendosi scendere un paio di gocce di sudore dalla fronte; la ragazza alzò lo sguardo verso di lui, interrogativa.

“ La stessa scena è capitata anche a noi:” iniziò a raccontare, mentre sul volto di Levy si dipingeva del più sincero stupore, “ abbiamo sentito la voce di Gray e poi qualcuno ha urlato! Quando siamo usciti lo abbiamo trovato immobile in mezzo al corridoio e, siccome eravamo incazzati neri, lo abbiamo preso a cuscinate!” concluse, mettendo un certo non so che di compiaciuto nell’ultima parte del racconto.  

“ E non avete pensato che ci potesse essere qualcuno con lui!?” domandò esasperata.

“ Natsu aveva detto che, molto probabilmente, aveva visto un ragno!” disse sbrigativo.

“ Un…ragno?”

Vedendo il proprio ragazzo alzare le spalle, capì che, probabilmente, non era la persona migliore a cui esporre certi problemi; portando di nuovo lo sguardo nella direzione dove aveva visto sparire Juvia, la piccola blu sospirò ancora.

Forse Gajeel non era il massimo in certi affari di cuore ( basti vedere che casini ha dovuto far passare a Levy, per decidersi a confessarsi), ma di certo capiva quando c’era qualcosa che turbava la ragazza: “ Puoi andare se vuoi!” disse, non dopo un lunga pausa.

La ragazza si voltò: “ Come?”

“ So che sei preoccupata per lei quindi…puoi andare!” disse, smorzando l’effetto pappamolle con una smorfia.

“ D-Dici sul serio!?” chiese, quasi incredula; sapeva quanta fatica facessero a rimanere da soli e, ora che finalmente il moro era riuscito ad agguantarla e trascinarsela via, non avrebbe mai creduto che potesse dirle di andarsene con tanta tranquillità.

Anche se Levy sapeva che non era per niente tranquillo.

Ringraziandolo con un leggero bacio sulla guancia e un enorme sorriso, la ragazza di voltò, intenta a raggiungere la cugina e capire una volta per tutte cosa fosse successo.

Il ragazzo, dal canto suo, leggermente arrossato da quel pegno di gratitudine, infilate le mani nelle tasche del costume e tirato qualche calcio alla sabbia, se ne andò via borbottando.

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Levy non aveva la più pallida idea di dove si fosse cacciata Juvia, sapeva solo che doveva assolutamente trovarla: guardò in ogni dove, in ogni angolo della spiaggia, senza mai trovarla.

Sembrava sparita.

Al suo posto però, in lontananza, seduto in riva al mare, scorse l’altro capo di quel filo interminabile di dubbi e domande; accelerando il passo, si avvicinò spedita, indecisa se strangolarlo o poggiargli una mano sulla spalla in segno di amicizia.

Optò per la prima.

“ Razza di pervertito, che cavolo hai fatto a Juvia!? Se provi anche solo a farla soffrire, giuro che verrò a cercarti!” urlò, prendendolo per il collo e scuotendolo convulsamente.

“ L-Levy asp-.” tentò di dire.

“E’ inutile che cerchi di negare, l’abbiamo sentita urlare…” disse ancora, aumentando la stretta, “ brutto nudista sciupa ragazze!!” tuonò poi, mantenendo comunque salda la presa attorno al collo del ragazzo.

“ A-Aspetta…p-posso spiegare…ah!”

La ragazza lo lasciò andare: “ Sarà meglio per te!” concluse, mettendosi seduta a gambe incrociate, pronta ad ascoltarlo.

Gray le raccontò la vicenda per filo e per segno, dalla cena, alla serata sul balcone: le raccontò come mai aveva urlato, di quello che si erano detti e della sua insolita dichiarazione.

Le raccontò anche di quella mattina in spiaggia e dei tentativi che aveva fatto per parlare con lei, andati tutti miseramente in fumo.

“ Io davvero non so che cosa fare!” disse sconsolato.

“ Juvia non è una ragazza facile da prendere, te ne sarai accorto!” rispose Levy.

“ Si, decisamente! Tu,” fece, guardandola negli occhi, “ cosa mi consigli di fare?”

“ Bhe, immagino che l’unico modo che tu abbia per farti ascoltare, sia costringerla!” rispose candida.

“ Huh!?” rispose, alzando un sopracciglio.

“ Juvia è sempre stata così: quando ha paura, o non vuole affrontare la verità, scappa! Non devi permetterglielo!” disse decisa.

Il ragazzo annuì.

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“ Ma dove sono Gray e Juvia?” chiese Lucy, non vedendoli al tavolo.

“ Immagino che quel pervertito ci stia provando!” commentò Natsu, ingurgitando una quantità improponibile di cibo.

“ Questo non è da uomini!” disse Elfman, scuotendo la testa.

Mentre parlavano, Gajeel cercò lo sguardo della fidanzata, la quale rispose con tenero sorriso e un movimento della testa in direzione del molo.

E proprio su quel molo, con lo sguardo perso verso l’orizzonte, se ne stava seduta Juvia: non poteva fare a meno di sospirare e pensare a lui; se solo fosse stata meno strana, probabilmente ora Gray non la odierebbe così tanto.

Sentendo poi rumore di passi sul legno del molo, la ragazza si voltò di scatto: non si accorse minimamente di cosa l’avesse colpita, sembrava un fulmine, ma, riscossa dalla sorpresa, si rese conto di trovarsi bloccata in un salvagente, incapace di muoversi.

“ M-Ma cosa...”

“ Così ora non potrai più scappare!”

Voltandosi, trovò il volto di Gray vicino al suo, pericolosamente vicino: sentì la sua calda mano posarsi sulla sua guancia e asciugarle le lacrime che, involontariamente, avevano iniziato a scenderle dagli occhi.

“ Come puoi…fare questo a Juvia?” domandò, sentendo le lacrime farsi sempre più pesanti.

Il moro non rispose: avvicinandosi ancora di più alla ragazza, posò le sue labbra su quelle tremanti di lei, assaporandone la morbidezza e il sapore; non fu un bacio passionale, focoso, le loro lingue non si toccarono nemmeno, ma da quel semplice e puro gesto si potevano percepire tutti i sentimenti del ragazzo.

Staccandosi da lei, il moro poggiò la testa sulla sua spalla: ne constatò la dolcezza accarezzandola con il naso, per poi rimanere semplicemente li, avvolto dal suo profumo e in pace con i suoi sensi.

“ G-Gray…” con il corpo che le tremava, Juvia non riuscì a proferire parola.

Sentiva come se il cuore le stesse per esplodere: mai, mai nessun ragazzo si era dato tanta pena per lei; finivano tutti per lasciarla perdere, ma Gray…Gray era diverso da tutti gli altri e questo lo sapeva.

“ Grazie!” fu tutto quello che la sua mente le permise di dire, prima di far scendere, per la quarta volta quel giorno, dolci lacrime, che andarono a bagnarle completamente il viso.

Rialzandosi dalla sua posizione, il moro le sorrise, ricevendone un altro in cambio: il primo e più bello che la ragazza gli avesse mai regalato.

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“ Muoviti Gray, o ti lasciamo qui!” sbuffò Natsu, con un piede già sull’autobus diretto alla stazione.

Il ragazzo non lo calcolò minimamente: “ Ti prometto che ti scriverò tutti i giorni!” disse, prendendo le mani di Juvia tra le sue.

“ Mh, Juvia farà lo stesso!” rispose, con un largo sorriso.

“ Ah e…mi dispiace per la storia del salvagente, ma era l’unico modo per non farti scappare!” ridacchiò.

“ Non preoccuparti anzi, Juvia ti ringrazia!”

“ B-Bhe allora…” iniziò a dire impacciato, avvicinandosi.

“ Uh Gray, dacci dentro!” gli urlò il rosato, affacciatosi dal finestrino.

“ Dai piccoletto, un vero bacio da vero uomo!” gli fece eco Elfman.

“ Nah ragazzi, non ne è in grado!” commentò Gajeel.

 “ Smettetela!” tuonò, voltandosi verso di loro dello stesso colore del pomodoro.

“ Uh Uh guardate, è diventato tutto rosso!”

“ Oh povero piccolo Gray, ti stiamo mettendo in imbarazzo!?”

“ Non fare la checchina, baciala!”

E così continuarono, sghignazzando come degli idioti, tappandosi la bocca solo dopo una sonora sgridata e un ben piazzato scappellotto da parte delle ragazze.

Voltandosi di nuovo verso Juvia, ringhiò sommessamente, tentando di nascondere il profondo rossore che gli si era dipinto in faccia.

“ Gray…” pronunciando delicatamente il suo  nome, la ragazza gli prese il volto tra le mani e lo baciò, come ultimo saluto.

Affacciandosi un’ultima volta dall’autobus, il moro salutò la ragazza, promettendo a se stesso che avrebbe fatto qualsiasi cosa per starle vicino.

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Oh, ce l’ho fatta finalmente!

Allora, con questo capitolo si conclude la sezione estiva della storia e di conseguenza, il prossimo sarà di nuovo a scuola con il nostri Levy e Gajeel intenti a portare avanti la loro relazione.

Insomma, com’è che noi siamo sui libri da due mesi e loro invece se la spassano al mare?! Non va certo bene!!

Ah e mi scuso per il terribile OOC di Gray, ma è un personaggio che non conosci benissimo, quindi perdonatemi!

Bene, ringrazio ancora una volta tutti quelli che mi seguono e che lasceranno un piccolo commento a questo capitolo!

Grazie di cuore<3<3<3

Kuro_rin

  
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