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Autore: DolceMella    04/05/2007    9 recensioni
La follia corre di pari passo con l'amore... Nulla è calcolato, l'imprevedibilità del genere umano tenuta in sospeso sopra un filo. Il filo della vita. Il più delle volte, però, questa immaginaria speranza viene scossa da eventi più grandi di lei, e sta solo a noi decidere se la vita è più importante e forte della morte... e Akane su questo non ha dubbi, né incertezze... Cronaca di un amore che nasce, muore e risuscita. Storia della vita.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome, Shan-pu
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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perché



Perché lo hai fatto...?
by DolceMella











Dimmi papà, rispondimi, ti prego....
Perché lo hai fatto...?

Noi eravamo una famiglia, lo hai detto tu...
Perché papà?
Perché?



**************










Shan-pu non ricordava quando fosse stata l’ultima volta in cui avesse desiderato così ardentemente qualcosa.

Dieci, venti, trent’anni? E lei? Da quanto tempo non rincorreva più un sogno?

Si specchiò attentamente sulla vetrata del Neko Hanten, sempre lucido e pinto, con quel forte odore di alcool che accompagnava i clienti all’entrata e all’uscita.

Vide, nel suo riflesso, una donna caparbia, determinata...?
no.

Quello che vi vide era una donna che aveva buttato l’orgoglio, sposandosi con quel buono a nulla di Mousse.

L’unica cosa che non la deluse era la sua bellezza, non sfiorita come le altre cose, anzi, quasi “migliorata”...

Dopo tanti anni passati a sedurre tutti gli uomini che incontrava nel suo cammino, aveva imparato a saper conoscere e utilizzare tutti i mezzi di seuduzione di cui era capace, arrivando, alle volte, fino all’eccesso dei sensi, quei momenti in cui -anche lei lo sapeva- era considerata allo streguo di una cortigiana.

Rincorrere e servire i clienti tutto il giorno era appagante dal punto di vista commerciale, ma da un po’ di tempo non le bastava più...

l’orgoglio che aveva messo da parte anni fa, cominciava a riaffiorare, il desiderio di riprendersi la rivincita su quel maschiaccio di Akane.

Non solo si amavano, ma ora Ranma aveva anche un mocciosa fra i piedi, la copia della madre che -osservandola giocare- aveva l’impulso violento di stringerle il collo.

Quella maledetta le aveva rubato l’orgoglio, ma non sarebbe durato molto, ne era sicura!

Ranma era pur sempre un uomo, e si sa... La natura degli uomini è variabile -le ripeteva la bisnonna- e lunatica, solo una cosa non cambia mai.

L’unico problema era che il consorte amava ancora quella donna ostinata... ma...

Il sesso e l’amore corrono su binari differenti.

Marciò spedita verso la sua camera e appuntò i lunghi capelli con uno spillone d’oro, si cambiò abito e si diede un’inzaccherata di profumo al cioccolato e zenzero, altamente afrodisiaco.

Quando Mousse, passando, vide la moglie usare quell’antico spillone, scosse la testa.

Era il segnale di un’altra delle numerosissime questioni d’amore della moglie, dove lui non era invitato.


°°°°°°



“Mazumi Ishimoto... ha preso 74/100”

“Asaki Ayia...84/100”

“Kalehe Miho... 11/100! Deve impegnarsi di più!”

La ragazzina undicenne tornò al posto con la coda fra le gambe e la faccia rossa di vergogna.
La matematica non era mai stata il suo forte.

L’insegnante continuò il giro, restituendo agli alunni i loro esami scritti di matematica

“Asaki Unriou...100/100! Brava!”
Una ragazzina dalla camminata impettita, sfoderò il suo miglior sorriso beffardo al resto della classe, rivolgendosi in particolar modo alla ragazza dell “11” .

Una più sveglia delle altre, però, le fece prontamente uno sgambetto, mandandola a cozzare sulla cattedra.

Kyoko sorrise furbamente alla figuraccia di quella antipatica, tornando poi a fare un sorriso comprensivo a Miho, che le rispose con un sollevamento del pollice destro.

“Continuamo... Kyoko Saotome... 98/100! Brava! è la prima volta che vedo una ragazza che va così bene sia in educazione fisica, sia nelle materie scritte e orali!”

Kyoko sorrise orgogliosa dal suo banco, sforzandosi di semprare impassibile.

Dentro di lei, lo stomaco le ballava la conga.

“Kyoko! Kyokochan! “
Miho corse rapidamente dal suo banco allo scoccare della campanella, raggiungendo la ragazza prima che venisse inghiottita dalla folla di studenti che si accalcavano all’uscita.

Dopo aver ripreso fiato, la moretta chiese tutto d’un fiato una delle domande in assoluto più seccanti.

“Mi daresti una mano? In matematica, intendo...”
A differenza delle altre compagne di classe, Kyoko non si vantava dei suoi successi scolastici e, anche se riusciva a rientrare a malapena nei suoi programmi, cercava di dare sempre una mano a chi ne aveva bisogno: un po’ per altruismo, un po’ per gratificare il suo ego.

“Va bene, ma... oggi proprio non posso, ho da fare. Per te andrebbe bene la prossima settimana?”

“ok”



____________________________________________________________



“Maledizione, Shan-pu, quante volte te lo devo ripetere?!”
Ranma sbraitava da circa mezz’ora contro una disinibita e arrogante Shan-pu che non dava cenno di resa alcuna.

“Lo sai anche tu, Ranma. Cosa pensi di fare? Di campare una vita basandoti su dei ricordi? Bisogna andare avanti, DEVI ricominciare a vivere!”

Ranma le lanciò un’occhiataccia.
“Cosa pensi, credi veramente che io non abbia avuto nessuna occasione?
Io e Kyoko stiamo benissimo, non abbiamo bisogno di nessun’altro, ce la caviamo più che bene, grazie.”

“Lo sai che cosa intendo...”
L’amazzone scese con movimenti abbastanza eloquenti dalla scrivania su cui si trovava, andando ad avvicinare il suo viso pericolodamente a quello dell’uomo che le stava davanti.

“Solo un’ora. è questo quello che ti chiedo, e nulla più... Solo un assaggio. Dopotutto, direi che me lo devi... non ero anch’io una tua fidanzata?”
Detto ciò cominciò ad accarezzare sul petto un confuso Ranma, che le levò con disprezzo la mano, allontanandola da sé.

“Kami, Shan-pu... Sei...sei disgustosa. Sei diventata una vera e propria prostituta!”
Il ragazzo cominciò a sudare freddo quando, al contrario delle sue aspettative, Shan -pu non parve offesa, anzi, gli si avvicinò ancora di più, provocandogli sensazioni opposte le une dalle altre.

“E tu..? Vorresti giocare con me? Solo per oggi, non ti chiedo molto, e... anche tu lo vuoi, non è vero?”

“no. Io non sono come te. Io amavo Akane, e... lei non avrebbe mai voluto tutto ciò. L’avrei tradita, proprio come adesso. vattene, Shan-pu”

“Ma se Akane ti amava veramente, ti avrebbe lasciato libero, no? ti avrebbe chiesto di continuare a vivere, a sognare, ad ‘amare’...”

La ragazza aveva toccato il tasto giusto.
Akane gli aveva detto proprio queste parole, prima di...

Ranma lo sapeva. Erano quasi 12 anni che non sfiorava più una donna col pensiero, perché -lo sapeva- amava ancora lei, nonostante le distanze, cntinuava ad amarla, e nessun’altra avrebbe mai preso il suo posto.

Ma qui -si disse- la faccenda era differente.

Non si trattava di cedere il proprio cuore, ma il proprio corpo, nulla più.

All’improvviso un bisogno bruciante si accese in lui, impedendogli di ragionare.

“lo sai, vero? è solo una scopata. Mi fai quasi schifo, ma... Accetto”



____________________________________________________________





Kyoko correva veloce lungo i viali erosi di nerima, costeggiando ristoranti e piccole botteghe, un parco ed infine, il percorso per arrivare a casa, quella ringhiera, quel fiume che si perdeva verso l’infinito, il rosso carminio di un cielo infuocato che le faceva da orizzonte.

Balzò sulla ringhiera che aveva retto i passi del padre, cominciando a correre ancora più veloce, la brezza che , pungente, annunciava un imminente temporale.

La divisa al vento, quel bisogno di libertà, un trofeo di arti marziali stretto in pugno.

Aveva faticato molto per ottenere quella coppa in lamina d’oro, la cui targhetta recitava solenne che il suo possessore si era aggiudicato il primo premio nella categoria juniores.

Voleva fare una sorpesa al padre e già si immaginava la sorpesa di lui nel vedere quel nuovo successo.
Si vedeva fra le braccia del padre, poi in una pasticceria a mangiare le più prelibate squisitezze per festeggiare la vittoria, i nonni che litigavano per un mochi(* ) e se lo contendevano ad una partita -ovviamente truccata- a shoji.

Ma non fece in tempo a finire di immaginare quel roseo futuro che già era sulla porta di casa. Non ascoltò nemmeno l’avvertimento delle zie che le raccomandavano di fare silenzio perché Ranma era stanco, non prese sul serio nemmeno un cartello al di fuori della porta della camera con su scritto ‘NON ENTRARE -STO RIPOSANDO-’
che già aveva spalancato la ante scorrevoli e gridava “Papà! Ho vint...”

un battito cardiaco cha salta.
Un secondo per vedere il padre avvinghiato ad una donna.
Pochi attimi per capire che quei rumori sono gemiti che vengono dai due corpi allacciati nelle coperte.
Un istante per capire una verità che non si accetta.

Un rombo sordo, e la coppa cade dalle mani, rotolando lungo il pavimento fino ad entrare in quella stanza.

Un secondo
poi un altro

Ed ecco che i battiti si fanno pìiù veloci, rapidi, intensi, quasi assordanti nelle orecchie.

“..no...
P-papà...ti prego...
Dimmi...dimmi che non è vero...
...PER FAVORE, DIMMI CHE NON è VERO!!”

Un altro tonfo, questa volta sono le sue ginocchia che non reggono, piegate in due dal peso delle verità.

Ora si piega anche lei in avanti, le lacrime che scorrono incessantemente lungo le gote arrossate.

Non sente nemmeno cosa dice il padre che -sconvolto- si riveste in fretta e cerca di dire qualcosa in sua discolpa.

Nemmeno lui ci riesce.

Quando Kyoko alza il volto verso il padre, un volto di dolore, delusione, paura, rabbia, lui rimane inierte.

Inerte di fronte allo sguardo di una piccola copia di Akane, che soffre, che piange.

In tanti anni, Ranma non aveva mai visto sua figlia versare una lacrima di fronte a lui.

“Kyoko, io... ti prego, ascolta, io...”

Afferrò gentilmente il braccio della figlia, che si levò delusa.
anzi, no. era terrorrizzata.

Aveva paura di lui, di suo padre.

Per la prima volta in vita sua, provò vergogna di suo padre.

E come era venuta, corse via, ignara dei richiami di un Ranma sull’orlo della disperazione, di una Shan-pu che veniva cacciata via a calci, delle zie che, all’oscuro di tutto, la vedevano uscire di casa sotto la pioggia scrosciante, senza ombrello, né giacca.

Sola.

Nemmeno lei sapeva dove stava andando, urtava i passanti che incontrava sul suo cammino.
Voleva correre, piangere, fuggire il più lontano possibile.

Le luci della città venivano sfocate dalle lacrime e dalla pioggia...

Senza una meta, corse finché ebbe fiato, e poi...

Due luci, e un rombo sordo alle sue spalle.

Urli, luci, pioggia.

Poi il nulla.

A qualche km più in là, un lapide veniva inondata dall’acqua.
A caratteri Giapponesi, vi si legge ‘Akane Saotome’


___________________________________________________________




“Defibrillatore! Correte, presto!
Sbrigatevi!”

“Non credo ce la farà...”

“Chiamate un’ambulanza, sbrigatevi!”

“M-ma i-io non l’ho proprio vista... co-correva e...e... è sbucata all’improvviso... non ho fatto in tempo a fre-frenare...”

“Incidente lungo la Mayoko street, quartiere di Nerima.
La vittima una ragazza undicenne che, correndo lungo la strada, è stata investita da un camion.
I soccorsi sono subito intervenuti, ed ora è stata trasportata con urgenza nel vicino ospedale...”

Voci, notizie, bisbigli attorno a quel lago di sangue su cui, fino a pochi istanti prima, era adagiato il corpo freddo ed inerte di Kyoko.

Lei stessa poteva sentire i poliziotti commentare ‘non ce la farà’, e lei, silenziosa spettatrice di quella macabra scena che la vedeva come protagonista, sperò che avessero ragione.

Sentiva il corpo come trafitto da mille lame invisibili, e l’urlo di dolore di suo padre che cercava di fare qualcosa.

Si vergognava, ora, ma cosa fare?

Assisteva alla scena da lontano, come se quello che veniva trascinato lungo i corridoi dell’ospedale, non fosse il suo.

Attimi di puro terrore, quelli, vedere il padre litigare per poter entrare anche lui nella stanza, le zie piangere da una vetrata, sembravano così lontani...

Si sentiva sempre più stanca, non ce la faceva più, voleva solo... riposare...

Rilassò i muscoli... Si lasciò andare...

Un solo pensiero prima di perdere conoscenza...

‘papà...perché?’

*************





Sbatté la testa violentemente contro qualcosa di duro, nel cadere da quella situazione di stallo in cui si trovava.

“Accidenti! Che male!!”
Si strofinò vigorosamente la parte coplita su cui aleggiava un grosso bernoccolo.

“Dove diavolo..?”

“Dove sei?”
Terminò la frase una giovane donna, con un cipiglio corrugato e un po’ ironico sulla bocca socchiusa.
Sembrava fosse divertita e preoccupata al tempo stesso.

Kyoko si voltò a guardarla.
Non gli avrebbe dato più di 18 anni, se non di meno.

Le ricordava vagamente qualcuno... ma chi?

“Qui siamo in un posto dove tu- e rincarò la dose sottolineando per bene il ‘tu’- non dovresti essere.”
Incrociò le braccia autoritaria.
L’effetto sfumò quando il sorriso divenne sempre più dolce

“Ormai, io... sono stanca. Non ce la faccio più...
E poi, anche se potessi, non riuscirei più a guardare in faccia mio padre.

Mi vergogno così tanto di lui...”

“No, sbagli.
Lui non ha fatto nulla di cui tu ti dovresti vergognare, e...”

“L’ho visto!! Stava avvinghiato a quella gatta morta, l’ho visto!!
Mi fa schifo il solo pensarlo, lui...”

“zitta, ora, e lasciami finire.”
La giovane donna sembrava arrabbiata, ora.
Il suo viso si scurì improvvisamente, i bei lineamenti divennero più marcati, le labbra serrate.

“Tu non hai motivo di essere arrabbiata o delusa.-e qui il suono della sua voce ridivenne dolce e tranquillo, sebbene tremasse un po’- Ranma ti ha amata e cresciuta meglio di quanto io sperassi...

Sei diventata così bella, forte, intellingente...

Ha rispettato tutte le promesse ed io non posso fare altro che ringraziarlo di tutto cuore.

Certo che tuo padre è un baka, un irresponsabile, insensibile...

Ma lui ti ama con tutto il cuore.

E quello che hai visto prima, non deve giudicare quello che pensi di lui.”

“M-Ma, io non ce la faccio, ha detto che amava ancora la mamma, l’ha tradita, lui...”

“no... s-sono stata io a chiederglielo.
Non volevo che si sentisse in colpa per quello che è successo, non deve.
Gli ho detto io... Che doveva andare avanti.
Che... doveva dimenticare il suo passato.”

“PERCHè?? Perché l’hai fatto?”
Kyoko non riusciva a capire. Chi era quella donna? Cosa voleva?

“Perché...
L’ho amato... e lo amo, tuttora...
profondamente.

Ho dato la vita per voi...dovete viverla come meglio potete.

Non devi avere pietà o rabbia verso Ranma.
Anzi, devi ringraziarlo.

Compatisci me, piuttosto.

Perdonami...Che non ti ho potuta crescere.”

“eh? T-tu sei mia...?”
A Kyoko ora la situazione le parve così chiara, talmente lampante da non avere più dubbi.
Quella donna... aveva i suoi lineamenti.
il suo viso... I suoi capelli... le sue labbra.
Il suo stesso sangue.

“m-mamma...”

“Perdonami Kyoko. Non sono stata presente.
Ma sappi... che io vi amo con tutto il mio cuore.
Non importano le distanze...

Darti la vita è stata la cosa più bella e più giusta che io e quel baka abbiamo fatto assieme.

Non voglio che tu la butti via così...

Perciò... sii forte e vivi...

...Anche per me”


Kyoko non seppe come era arrivata lì.
Sentì solo una mano calda poggiarsi delicatamente sul suo petto e donarle un po’ di energia, e una mano che le infilava sul polso un piccolo bracciale.

Poi...

“Le pulsaziono sono tornate!!!!”

“Anche la respirazione!!”

“Brava, ragazza!”



***********




“La famiglia Saotome?”
Una dottoressa si fermò proprio davanti la sedia dove era accucciato Ranma, le mani giunte a coprire un viso bagnato di lacrime.

“è stato un miracolo... L’intervento era impossibile, eppure la paziente ha ripreso tutte le funzioni vitali.
è stanca, ora, ma... sta bene”

Ranma corse fino ai medici che trasportavano la barella, le lacrime che ancora scendevano lungo le guance arrossate.

“Piccola mia... scusami...”

“c-iao...papà....


Lei...ha detto di dirti...che sei un baka...”

Un sorriso prima di addormentarsi sfinita, il braccio che ciondolò fuori dal lettino facendo cadere un bracciale d’oro.

Ranma, non capendo ancora le parole della figlia, lo raccolse, ma un battito gli mancò.

Inciso lungo il drso, si leggeva

Akane Tendo




Un sorriso carico di amore, il suo, un grazie sussurrato allo stesso cielo che, tante volte, avevano guardato prima di addormentersi nelle braccia dell’altro.

“ti amo”





***************************************************FINE**************




Ebbene si, questo è stato l’ultimo capitolo di una saga che mi ha dato -lo confesso- parecchie soddisfazioni personali, nel vedere che avete letto con piacere le mie fatiche. ^^;

Non penso di farne un seguito, perché la storia immagino che sappiate come vada a finire...

Ranma da adesso in poi farà il bravo ragazzo e Kyoko crescerà bella e sana... Che ne dite?

Ma se preferte un finale diverso, elaborate nella vostra mente questa storia come più vi piace, proprio nello stile “Takahashi” che ci lasciò largo alla fantasia in quel

Da adesso in poi giocheranno i tempi supplementari

assacurandoci, però, che si sarebbero sposati.

Per chi volesse continuare a seguirmi, stò scrivendo un’altra fanfic intitolata ‘Come te, nessuno mai’ e si comporrà in tre saghe.

Per il resto, Ringrazio per l’ultima volta chi mi ha scritto, perché ritengo giusto che, chi perde anche solo un attimo del suo tempo per commentare qualcosa che ha letto, debba essere riconosciuto.

Non immaginate nemmeno la mia ansia ogni qualvolta che andavo a vedere quanti e quali commenti erano stati postati, rimanendo ogni volta felice&contenta per i vostri incoraggiamenti.

Vi ringrazio di tutto cuore!! ^^ Arigatò!!


Akane25: Eh, già! Shan-pu ritorna alla carica con nuove richieste... non so perché, ma io la vedo molto come una donna del genere, molto ‘cortigiana’, per così dire.
Ti ringrazio per l’ultima volta per il tuo sostegno, sei mitica sia come autrice che come lettrice!! Un bacio!! :*

Rompi Zebedei: Al momento di leggere le mie ultime recensioni su questa storia, devo dirti che mi ha fatto molto, molto piacere ritrovarti nella sezione commenti! ^^
Ti ringrazio infinitamente sia per avermi fatto notare gli errori (li correggerò appena possibile) sia per i complimenti.
Grazie per aver seguito e commentato questa fanfic!

Makiolina: Bhé, materialmente Akane non ritornerà, ma sarà sempre nei cuori di chi l’ama.
Un bacio e Grazie!

Orologio_87: Mi sa che dovrò farmi perdonare un’altra volta, vero?
;) Vabbé, sono felice per la tua assidua partecipazione nella sezione “commenti” e spero vivamente di ritrovarti nelle mie future fanfic!

Michi88: No, non hai frainteso, ma spero comunque che ti sia piaciuto quest’ultimo capitolo...
è davvero scocciante quando all’ultimo ti cala una storia, vero? UN bacione, aspetto un tuo commento!!

Majinannetta: Già, non posso fare a meno di buttarmi nel genere “dammi una lametta che mi taglmio le vene”... Che ci posso fare?
E pensare che nella vita reale sono un’inguaribile ottimista!!!
Ti ringrazio tanto tanto per i complimenti, e spero di rivederti (si fa per dire) in una prossima storia!!

Susy: Mi dispiace se ho ritardato, ma il il prologo meritava un’attenzione particolare...
Grazie per avermi fatto compagnia nella stesura di questa storia, un bacio e a presto!!

Silvia: Brava, brava, coalizziamoci contro Shan-pu, quella stupida gatta morta, schifosa ipocrita, ochetta che va solo appresso agli altri uomi, pecora che segue solko le regole del suo villaggio!!! Cje ritorni in Cina da dove è venuta!!!
Grazie alla mia omonima per il commento!!!



byebye
DolceMella





  
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