Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: mstaylorswift    21/10/2012    11 recensioni
- Bieber, cosa ti sei messo oggi? Fanno schifo i tuoi vestiti. -
- Ma dai, non lo vedi che è un poveraccio? Non può permettersi niente.-
- Bieber, sei un poveraccio, uno sfigato morto di fame, fai schifo! -
- Già -, risate. - E sei pure gay! Checca, checca.-
Justin Bieber era lo sfigato per eccellenza della "Danford High School" di New York.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.
 
 
 
 
 
 
Avete presente quelle ragazze gentili, generose, dolci, affettuose, sempre pronte ad aiutare il prossimo e che almeno una volta alla settimana vanno in Chiesa? Liz non era una di quelle.
Un metro e sessantacinque di pura vanità per cinquantacinque chili di stronzaggine. I capelli lunghi, rossicci, gli occhi neri e un sorriso maligno erano sempre dipinti sul suo volto.
Amava essere popolare. Amava comandare. Amava prendere in giro Justin Bieber. Era la sua preda preferita.
D’altra parte, Justin non poteva opporsi. Tutti sembravano avercela con lui, in quella scuola. Non aveva di certo abiti d’alta moda, ma faceva di tutto per apparire al meglio. I capelli color del grano sparati in alto, la pelle curata e gli occhi color nocciola. Eppure a nessuno importava se veniva sbattuto contro gli armadietti, o se lo picchiavano nel bagno dei maschi, per poi lasciarlo a terra con la scritta sulla fronte: “checca”.
Liz era una di quelli.
 
Sam apparve alle spalle di Liz, quella mattina di dicembre, e la afferrò per il polso, violentemente. – Liz, tesoro, devi venire a vedere! –
La ragazza aggrottò la fronte. – Cosa? –
- Bieber. –
Bastò quel cognome per farle capire che qualcuno stava infliggendo al tenero canadese un’altra umiliazione. Eleanor, accanto a lei, scosse la testa. – Perché sei così stronzo, Sam? Cosa vi ha fatto quel ragazzo, perché dovete sempre metterlo in ridicolo? – Eleanor era l’opposto di Liz, eppure erano migliori amiche. Capelli castani, sempre legati in uno chignon alto, abiti semplici e raffinati. Cercava sempre di far ragionare l’amica, senza ottenere molti risultati.
Sam sbuffò. – Andiamo, Liz. Non vorrai perderti lo spettacolo? –
- Liz. Pensa se ci fossi tu al suo posto. – mormorò Eleanor.
E lei ci pensò. Se ci fosse stata Liz, al posto di Justin Bieber? Come avrebbe reagito? Avrebbe voluto che qualcuno la aiutasse.
- Stronzate! – esclamò spazientito Sam. – Lei non potrebbe mai essere al suo posto. Bieber è uno sfigato, Liz è una dea. Andiamo, tesoro. Lascia santa Eleanor a recitare le sue preghiere. – e detto ciò, trascinò l’amica per i corridoi della scuola.
Tutta la squadra di football accerchiava Justin, poggiato con le spalle al suo armadietto, la mascella contratta. Gli altri studenti osservavano la scena, divertiti.
Liz e Sam si fermarono al lato, nella prima fila. Justin posò gli occhi in quelli di Liz, in una disperata richiesta di aiuto. Liz sussultò: perché chiedeva aiuto proprio a lei?
Un pugno colpì la guancia del canadese, facendolo gemere. – Allora, finocchietto? Come stai, oggi? – rise come una bestia Mark.
- B-bene, grazie. –
Un altro giocatore rise. – Davvero? – si allungò per spingerlo violentemente contro l’armadietto. – Adesso stai ancora bene? –
Mark lo afferrò per il collo, lo sollevò da terra e avvicinò pericolosamente il volto a quello del ragazzo indifeso. – Sei uno sfigato. Non meriti di vivere, Bieber –
Poi lo lasciò cadere rovinosamente a terra, con la faccia spalmata contro il pavimento e il respiro affannoso. Ma accadde qualcosa di diverso: Justin si rialzò e guardò con sfida tutti i ragazzi. – Sono uno sfigato, per voi. Sono una checca. Sono lo stupido canadese che vi divertite a prendere a botte ogni giorno. Ma sapete una cosa? Un giorno mi riscatterò. Diventerò un cantante famoso, avrò tantissime fan, che chiamerò “beliebers”. Usher sarà il mio migliore amico e il mio motto sarà “never say never”. E voi mi guarderete, seduti davanti alla tv, e pagherete i biglietti del mio concerto alle vostre ragazze! Allora sarete voi i perdenti, non io! –
Per un po’ aleggiò il silenzio.
Liz era stupita quanto Sam, Mark e gli altri studenti di quello che Justin aveva detto.
- Allora, Mark? Perché non mi butti la testa dentro il cesso e non mi fai quasi affogare? -
Mark ringhiò. – Non dovevi dirlo, Bieber. –
Lanciò un’occhiata d’intesa ai suoi amici, che sollevarono Bieber, tenendolo fermo. Mark afferrò la custodia con la sua chitarra dentro e aprì la cerniera, ghignando.
- No, la chitarra no! – gemette Bieber.
Tutti risero, imitandolo. -No, la chitarra no!-
Mark la tolse fuori e con un gesto rapido la spaccò in terra, riducendola a due pezzi di legno con le corde rotte. Una lacrima scivolò lungo il volto di Justin. I due atleti lo lasciarono cadere a terra, e Mark, prima di voltargli le spalle, lo onorò sputandogli addosso.
Sam spalancò la bocca. – Oggi ci sono andati giù pesanti. –
Liz annuì. – Già. Non è stato un bello spettacolo. –
Si rese conto tardi di quello che aveva detto. Il suo amico la fissava, preoccupato. – Vuoi scherzare? E’ stato epico! Non mi dire che sei dalla parte di Bieber? –
No, non poteva essere dalla sua parte. O lo prendeva in giro e lo odiava come tutti i suoi compagni di scuola, o avrebbero fatto passare anche a lei l’inferno che Justin passava ogni giorno da almeno quattro anni.
Era una codarda.
- Ovvio che no. – si sforzò di ridere. – Mi fa schifo. -
Sam sorrise, soddisfatto. – Vado da Santa Eleanor, ci vediamo dopo, bocciolo. – le diede un bacio sulla guancia e se ne andò saltellando.
Ormai nel corridoio non c’era nessuno. Tranne Justin. Era chino a terra, ansimante e con i lacrimoni che scorrevano lungo le sue guancie. Sfiorava la sua chitarra e piangeva.
- E’ solo una stupida chitarra, Bieber, falla finita. – disse Liz.
Lui sollevò gli occhi verso di lei. – Era l’unica chitarra che avevo. Mia madre ha risparmiato per tanti mesi, per potersela permettere. Sai, non tutti sono ricchi come te, Liz, o come Mark. Mia madre si alza alle cinque del mattino e torna a casa alle nove, per cento miseri dollari. Questa chitarra era tutto per me. E ancora una volta, vi siete sentiti in dovere di spezzare i miei sogni, di farmi sentire il nulla. –
Liz deglutì, infastidita. – Tu sei il nulla, Bieber. –
Lui scosse la testa. – E tu sei una codarda. –
- Come? -
Justin si asciugò una lacrima. – Hai paura di difendermi per il giudizio degli altri, Liz. Sei una fifona, senza palle e personalità. Come tutti gli altri in questa scuola. –
Liz sapeva che aveva ragione, ma non poteva ammetterlo. – Vai al diavolo, Bieber. Non ti difendo perché quello che ti fanno è giusto. Sfigato. – gli voltò le spalle e corse via.
 



Cos’è successo?
E’ successo che tutte le storie pubblicate/aggiornate dopo le 16.00, hanno avuto problemi riguardati ‘baco’ e roba varia.
Io ho aggiornato la storia dopo le 16, ovviamente. La mia fortuna non ha limiti!
Comunque sia, ho aggiornato presto perché il prologo è piuttosto corto, e volevo farvi capire meglio com’è la storia. Justin non è il solito figo, anzi, è uno sfigato e lei stavolta è la figa di turno.
Tratterà di una tematica molto importante, quale il bullismo.
Spero possa piacervi come ho impostato la storia, e se avete voglia, fatemelo sapere con una recensione aqswdefrgthyjukilop.
E grazie di cuore alle 4 anime che hanno recensito il prologo: non mi aspettavo nemmeno una recensione, grazie.♥ xx 
   
 
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