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Autore: Kuruccha    22/10/2012    3 recensioni
Certe mattine partono piano per poi accelerare e stabilirsi su una velocità di crociera che non era stata prefissata. A volte succede così.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Partenza in prima


A volte succede così.
Una mattina ti svegli e scopri di avere sonno anche se hai dormito otto ore precise; anzi, sei convinto di averne così tanto proprio perché hai aggiunto quasi mezz'ora al tempo che ti concedi di solito per rimanere sotto le coperte. Hai sonno ma il mondo sembra un posto migliore, anche se il tuo coinquilino ha finito il caffè e tutto ciò che potresti usare per inventarti una colazione è una bustina di camomilla solubile. Bevi la camomilla ed esci, dimenticando a casa il cellulare, ma non è poi così importante. Fuori nevica, o meglio, c'è quel nevischio bagnato e sporco che mai si solidificherà a terra e che riuscirà a rendere fangoso anche il cemento delle strade; e il brutto è che non è nemmeno particolarmente piacevole da vedere.
Scendi in strada, avvii la tua panda bianca, cerchi di sintonizzare la radio su un canale interessante ma ci sono solo stupidi deejay che parlano e parlano e proprio non ti va di ascoltare le loro chiacchiere fin dal mattino; ne senti già a sufficienza in negozio, e prevenire è meglio che curare.
Al semaforo giri a destra, perché le strade dei campi sono le migliori per evitare ogni minimo accenno di traffico, anche se non vivi certo in una metropoli. Come al solito, ti ritrovi a far la fila dietro ad un trattore che procede lentissimo, vanificando così ogni eventuale vantaggio derivante dall'essersi fatto furbo e aver preso una scorciatoia. Rallenti; terza, seconda, provi a mettere la prima ma ti ricordi solo in quel momento che non si può quando si è già in marcia; vai avanti in folle per un po' perché la seconda non vuole rientrare. Freni e poi accosti, ancora in folle. Spegni la macchina, ingrani la prima, acceleri; le ruote non fanno presa, il muso dell'auto vira verso il fosso e ci finisci dentro. Per fortuna lì ci sono appena dieci centimetri d'acqua, e grazie al cielo eri già praticamente fermo, ma non c'è modo di schiodarsi di lì. Il trattore è già lontano e il suo autista non si è accorto di nulla.
Pensi di scendere, ma fuori nevischia ancora, e poi è freddo e bagnato e il calore dell'aria dell'abitacolo è troppo piacevole per lasciarlo sfuggire. E poi, ad aprire la portiera, l'acqua entrerebbe in macchina e rovinerebbe i tappetini e le tue scarpe. No, l'idea di uscire di lì è già esclusa. Non puoi chiedere aiuto perché il cellulare è rimasto a casa; l'unica cosa che puoi fare è aspettare che qualcuno passi per di lì e si accorga della tua macchina nel fosso, oppure che uno dei tuoi clienti affezionati noti che non ci sei in negozio e si insospettisca. Sui colleghi non c'è da fare affidamento, perché di colleghi non ne hai; ma forse nemmeno sui clienti, a ben pensarci, perché in una bottega che vende moquette australiane non ce ne sono poi così tanti (e di certo nessuno di fedele). Sospiri. Beh, pensi, almeno il coinquilino se ne accorgerà, prima o poi.
Accendi di nuovo la radio; eviti il canale di prima con i deejay che sembrano in overdose già dalle sei del mattino, eviti la frequenza in cui trasmettono solo country e liscio, eviti anche quel ripetersi di prega per noi sempre uguale. Trovi un canale in cui trasmettono lounge, alzi il volume, incroci le braccia sul petto e osservi il nevischio che si deposita sul parabrezza e poi scivola giù.
 
A volte succede così.
Ti addormenti con l'acqua e la neve che cadono sulla tua macchina e ti risvegli in un abitacolo ormai freddo con un gran mal di testa perché l'aria è fin troppo viziata. Apri una fessura di mezzo centimetro sul finestrino del passeggero e rabbrividisci per lo spiffero. La batteria della tua macchina si è esaurita, niente musica, niente riscaldamento, la neve si è fatta un po' più solida e il paesaggio inizia ad essere un po' troppo bianco per i tuoi gusti. Il tuo stomaco brontola. Peschi una caramellina vecchia di anni dal cassetto del cruscotto, la scolli dalla cartina alluminata in cui era avvolta e te la infili in bocca. Lo stomaco brontola ancora peggio di prima.
L'idea di scendere non ti garba ancora per niente. Ti sistemi meglio il giubbotto addosso, stacchi il coprisedile dai due posti sul retro e te lo avvolgi addosso. Aspetterai un altro po'. Prima o poi qualcuno arriverà.
 
A volte succede così.
Sei fermo nell'abitacolo della tua macchina finita nel fosso, in attesa che il mondo si accorga di te, quando vedi finalmente sopraggiungere un'automobile. Una bella macchina, bianca, sportiva, un nuovo modello di chissà quale casa. Hai smesso di curarti di queste cose da una decina d'anni, perché non è che le moquette australiane rendano poi così tanto, e poi la tua vecchia carretta va bene così com'è. Ora avrà solo un paio d'ammaccature in più.
Pensi che dovresti farti notare, ma non vuoi scendere; vorresti sfanalare, ma la batteria è kaputt. Niente; aspetterai, fine.
L'auto rallenta; accosta ad un paio di metri di distanza da dove sei tu. Ha visto che ci sei, ormai è certo. La vedi alzare i fanali per segnalare la sua presenza - o meglio, questo è quello che credi tu; in realtà anche l'altra auto sta scivolando nel fosso, proprio accanto alla tua, ma te ne accorgi quando ormai ci è già dentro con tutto il muso.
 
A volte succede così.
La tua auto e quella di un passante qualunque sono allineate a mezzo metro di distanza l'una dall'altra. Ti verrebbe voglia di andare a dire al guidatore che è stato un vero imbecille a fare una manovra del genere, ma poi ti ricordi che siete sulla stessa barca, o per meglio dire nello stesso fosso, e te ne passa la voglia. Anzi, ti senti quasi comprensivo verso di lui, come a voler dire ecco, sai, ci sono passato anch'io, non è così male come sembra, vedrai. Scavalchi la leva del cambio e ti accomodi sul sedile del passeggero, freddissimo rispetto al posto in cui eri prima; abbassi il finestrino quel tanto che basta e bussi sul vetro del vicino. Quello ti guarda, fa una smorfia che nel linguaggio universale viene interpretata come un ce la siamo proprio vista brutta, eh?, poi scrolla le spalle. Le scrolli anche tu; gli sorridi, alzi di nuovo il finestrino e fischietti una canzone di Natale. L'atmosfera è quella adeguata, con la neve che cade sempre più violentemente.
Armeggi con il cassetto del cruscotto, ne tiri fuori il libretto di circolazione e quello dell'assicurazione, scopri che anche le auto hanno libretti d'istruzione e ne approfitti per farti una cultura a riguardo. Sembra che anche il vicino stia facendo lo stesso.
 
A volte succede così.
La neve cade ancora, il vicino è bloccato nella sua auto - al caldo, speri per lui, ma per fortuna tu non sei un tipo particolarmente freddoloso e ti auguri che nemmeno lui lo sia - e pensi che non ti dispiacerebbe fare quattro chiacchiere con lui, una volta che quella storia sarà finita. Potrebbe diventare un buon amico, uno di quelli con cui si condividono nel weekend i racconti delle disgrazie accadute durante la settimana e si ride della propria stupidità. Certo, in futuro. Non adesso; sarebbe troppo, troppo imbarazzante. E poi per dialogare bisognerebbe che uno dei due si spostasse nell'auto dell'altro, e ne tu né lui sembrate averne l'intenzione. Si sa, con tutti i serial killer che ci sono in giro non ci si può più fidare di nessuno, e via dicendo.
Quell'uomo, però, ti piace.
 
A volte succede così.
Ti inventi un nuovo amico dal nulla, e sei felice che sia così furbo da non aver dimenticato il cellulare a casa, e ti meravigli che conosca a memoria il numero del carro attrezzi, e già gli vuoi bene perché ha risolto in un batter d'occhio tutta la situazione. Quando il carro attrezzi arriva, la neve sta ancora cadendo e le vostre macchine ne sono quasi totalmente ricoperte, al punto tale che perfino il meccanico ha fatto fatica ad individuarvi, bianco su bianco. Vi vede quando vi ha già sorpassati; mezzo metro in retromarcia, specchietti ben posizionati, crrr, manovra sbagliata, e poi nel fosso anche lui. Lo guardi imprecare e sei felice di non poterlo sentire. Lanci un'occhiata al tuo nuovo amico, che sta ridendo di tutta quella situazione.
Guardi ancora il carro attrezzi e pensi che guadagnare dei nuovi vicini è molto più facile di quel che sembra.
 
A volte succede così.
Esci di casa una mattina diretto al lavoro e torni a casa la sera, dopo che ci sono voluti un trattore, una ruspa e uno spazzaneve a tirarti fuori dal fosso in cui eri finito.
Da questa situazione hai perso ottocento euro di riparazione della macchina, tra fanale e cofano; ne hai guadagnato una quantità infinita di amore da parte dei meccanici che ti aggiusteranno la macchina - si sa, con la crisi non si riparano più nemmeno le ammaccature sulle auto, e le tue saranno sembrate una vera manna dal cielo - e una quantità infinita di astio da parte dei meccanici che sono venuti a riprenderti e che dovranno rifare la carrozzeria anche al carro attrezzi.
Ne hai perso altri duecento euro, ma ne hai guadagnato delle gomme da neve. Credevi non ti sarebbero mai servite, ma ora sei stato istruito a puntino su come sia meglio averle anche nelle auto piccole. Già lo sai che le terrai montate, estate e inverno, fino a quando il battistrada non sarà ben oltre la soglia del consumo consigliato.
Ne hai perso una giornata di lavoro e dei potenziali clienti per la tua moquette australiana, ma ne hai guadagnato una storia interessante che non mancherai di raccontare in giro e il numero di cellulare di una persona con cui condividere il resoconto di altre disgrazie di quel tipo.
 
E' stata una giornata intensa, piena di dare e di avere.
Tutto sommato, però, sembra sia stato uno scambio equo.
A volte succede così.



*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
22.10.2012
Storia scritta per la seconda sfida della Staffetta in Piscina @ Piscina di Prompt, squadra Calzelunghe, con il prompt Bufera. Questa idea mi ronzava in testa da un bel po', sono contenta di aver avuto l'occasione di metterla per iscritto :D
Grazie mille ad Alister per il betaggio, e grazie a voi per aver letto!
Kuruccha

   
 
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