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Autore: ifyousaveme    22/10/2012    3 recensioni
Allison si alzò di scatto e gli corse dietro. –‘’Harry?’’- sussurrò, per poi vedere l’ombra del ragazzo avvicinarsi. –‘’dimmi’’- le disse il ragazzo con la sua voce roca a pochi centimetri di distanza da lei. La ragazza sentì il suo cuore battere a mille, di nuovo. Osservava prima gli occhi del riccio, poi le labbra, e poi di nuovo agli occhi. Lo strinse forte in un abbraccio nascondendo il viso nell’incavo del suo collo.
-‘’ci rivedremo, vero?’’- le sussurrò il ragazzo. La bionda annuì.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era un posto, un solo posto in cui Allison andava ogni giovedì.
Era ormai da tre anni che, allo schioccare delle sette di sera, lasciava tutto e si recava lì,  su un terrazzo al quinto piano di una palazzina abbandonata di Holmes Chapel. Non c’era giovedì che la ragazza non saliva quelle scale impolverate e attraversava delle stanze buie, per poi sedersi su uno sgabello e ammirare il sole tramontare aldilà delle montagne. Allison Katy Kogan aveva diciassette anni e odiava che la chiamassero Katy. Amava disegnare. Sua madre le trasmise questa passione e, dalla sua morte, quando la ragazza aveva solo undici anni, non smise mai di disegnare. Quando era sola, le bastava prendere un pezzo di carta e un po’ d’inchiostro per ritrovarsi in un altro mondo. Un mondo completamente diverso, dove non esistono le cose vergognose che esistono oggi, dove non esiste il chiasso ma solo silenzio, e dove la ragazza si sentiva a suo agio.
E, seduta sul terrazzo, cominciava a immaginare, impugnando una matita e colorando un pezzo di carta bianca. Era una ragazza dagli occhi blu mare, confusi con qualche schizzo di verde chiaro e dai capelli di un biondo intenso. E poi, quando sorrideva, delle dolci fossette si formavano sulle sue morbide guance e il suo sorriso contagioso illuminava lo sguardo di chi era lì ad ascoltarla.  ‘Somigli ad un angelo’ le dicevano le amiche. Ma si sa, nulla dura per sempre, neanche l’amicizia. Per qualche motivo il destino ci allontana dalle persone a cui teniamo, perché siamo fatti per conoscere altra gente. Allison era stata, in passato, vittima di bullismo. Alle scuole medie cominciò tutto, dal primo giorno di scuola fu derisa per le sue dimensioni, era una ragazza troppo in carne e si odiava per questo. Quando ci ripensava, dei brividi attraversavano la sua schiena. Si aggirava per i corridoi della scuola con i suoi libri stretti al petto e lo sguardo abbassato, mentre i più grandi le ridevano addosso. ‘sta arrivando la cicciona, fate largo’ ‘cosa c’è, hai fame?’ ‘guardatela, peserà cento chili’ La bionda cominciò a guardarsi allo specchio con una smorfia, disgustata dal suo corpo; iniziò a smettere di mangiare, voleva dimagrire a qualunque costo. Ma non funzionava, il suo peso rimaneva lo stesso e, chiudendosi in camera, Allison piangeva fino a non avere più lacrime. Era arrivata al punto di uccidersi, le mancava sua madre. Lei era l’unica ad  ascoltarla, suo padre invece pensava al lavoro, lavoro e lavoro. Era figlia unica e odiava anche questo. Anni dopo, grazie al suo dottore e ai corsi di palestra, cominciò a perdere finalmente peso e a sentirsi più forte.
Come tutti i giovedì sera, Allison tornò dal corso pomeridiano di palestra, ma questa volta in ritardo di cinque minuti. –‘oh no, sono in ritardo’- sbuffò la bionda guardando l’orologio sul polso destro, per poi prendere il cappotto, la borsa e l’ombrello e correre fino all’appartamento. Arrivata, chiuse l’ombrello e salì lungo le scale con respiro affannoso, fino a raggiungere una stanza buia e accese la torcia per non inciampare. Lo sgabello era ormai bagnato dalla pioggia, per questo la ragazza si sedette a terra, poggiata al muro e al riparo sotto il tetto. Aprì la borsa e prese il suo blocchetto di fogli, poggiandolo sulle sue gambe e impugnando una matita nella mano destra. Si lasciò trasportare dal rumore della pioggia e del silenzio che la circondava. Disegnò dapprima un volto, poi degli occhi, un naso, dei capelli e una bocca abbastanza sottile che lasciava intravedere un sorriso; poi passò al collo e ai vestiti. Quella doveva essere sua madre, la ricordava così: sorridente, piena di vita, d’amore. I lineamenti del viso e gli occhi più belli del mondo, azzurri,  proprio come  i suoi. I capelli erano neri, corti e lisci. Allison aveva preso i capelli da sua nonna materna, perché suo padre li aveva scuri. Non aveva preso nulla da suo padre, a parte le labbra carnose e di un rosso-fragola intenso, la bionda non osava mettere rossetti, le sue labbra erano rosse di natura. Dopo aver ritratto sua madre, osservò i suoi disegni, il primo, all’età di sette anni, rappresentava un bosco con le sue meraviglie. Il secondo raffigurava una ragazza dai capelli neri e dagli occhi blu, doveva essere ancora sua madre. Ancora un altro, in quello raffigurava se stessa, con un corpo esile e delle gambe perfette. Era così che voleva essere all’età di dodici e tredici anni. Ricordò del suo passato oscuro, dei pianti, delle prese in giro, delle risate. E soprattutto, del suo ex. Allison aveva avuto una relazione con un suo amico, William. ‘ti prometto che staremo sempre insieme, potranno anche  prenderti in giro per quanto pesi, ma io sarò sempre qui ad amarti’ le diceva lui e la bionda si fidava, forse un po’ troppo. William non mantenne la promessa, la tradì con una ragazza e settimane dopo cominciò ad offenderla per il suo peso. Che idiota pensò Allison, poiscossela testa come per scacciare dalla mente i suoi pensieri e riprese a modificare il disegno della madre.
Un rumore di passi la fece sobbalzare, si alzò e guardò attraverso la piccola finestra impolverata e intravide un’ombra avvicinarsi. Il suo cuore non batteva così forte dalla sua prima cotta alle elementari, ricordava bene quel giorno, quando, al ritorno  a casa pioveva ed era senza ombrello, un ragazzino della sua età le offrì un posto sotto il suo. E così camminarono fino all’auto di Allison e durante il breve tragitto non fece altro che osservare il suo dolce viso. Da lì, ogni giorno divennero sempre più legati, fino a quando, sfortunamente, il ragazzino si trasferì in un'altra  città. Era così legata  a lui che pianse a dirotto. Poverina, penserete. Ma non era così: anni dopo, lo stesso ragazzo delle elementari si trasformò in un bullo e alle scuole medie andava nella stessa classe della bionda.
Allison scosse la testa e non si accorse che quell’ombra aveva notato la sua presenza. La ragazza scivolò lungo il muro fino a toccare il pavimento e strinse gli occhi come se avesse un brutto presentimento. Una voce calda le fece aprire gli occhi e spalancare la bocca.
– ‘’chi sei? Che ci fai qui?’’– un ragazzo dai folti ricci le si piombò davanti. Allison deglutì per poi balbettare qualcosa di incomprensibile. –‘’Eh?’’ – il ragazzo incredulo la guardò con una faccia strana, prese lo sgabello e si sedette di fronte a lei. Poi, con le mani scompigliò i suoi ricci castani e li sistemò.Vanitoso pensò Allison.
–‘’allora, mi vuoi dire chi sei?’’ – ripeté ancora una volta il riccio.
Labionda non rispose, si inginocchiò, per poi riprendere il suo blocchetto, quando un disegno le cadde dalle mani.
– ‘’l’hai fatto tu?’’ – Allison osservò lentamente le labbra del ragazzo muoversi e poi annuì. Le labbra del riccio si alzarono in un lieve sorriso. –‘’E’ molto bello’’– a quelle parole anche la ragazza incurvò le labbra sorridendo.
– ‘’Comunque io sono Harry, Harry Styles e non mi hai ancora detto che ci fai qui’’– A quelle parole il ragazzo sentì uno sbuffo da parte della bionda.
-‘’Allison…Kogan’’- prese una breve pausa e poi continuò –‘’vengo ogni giovedì’’– il ragazzo la osservò per bene e poi aggiunse sorridendo –‘’non ti ho mai vista, e comunque non devi avere paura di dirmi che hai un secondo nome, Katy’’- la bionda spalancò gli occhi. –‘’e tu che ne sai?’’- a quelle parole Harry le mostrò il disegno con in basso a destra il suo nome per intero. –‘’non chiamarmi così’’-
-‘’come vuoi, Katy’’-
la ragazza lo fulminò con lo sguardo e gli diede un calcio. Harry mugugnò qualcosa di incomprensibile e la bionda si sentì soddisfatta.
-‘’tu che ci fai qui?’’- chiese curiosa la ragazza.
-‘’qui ci abitava mia nonna, è morta tempo fa. Non vengo qui molto spesso, ma lo faccio quando trovo il tempo’’– le rispose abbassando lentamente lo sguardo.
-‘’scusa’’- disse la bionda con il poco fiato che aveva. Il ragazzo annuì e, lasciando lo sgabello, si sedette accanto a lei. Allison sentì a poco a poco il fuoco sulle sue guance.
–‘’chi è?’’- domandò curioso Harry indicando il suo disegno.
-‘’mia madre’’– disse la bionda senza togliere lo sguardo dal disegno.
-‘’sarà preoccupata per te adesso’’– Allison tolse lo sguardo dal suo disegno, lo rivolse a quello di Harry per un secondo e successivamente verso il cielo. Notò che aveva smesso di piovere. –‘’lei…non c’è più’’-
Subito dopo anche il ragazzo rivolse lo sguardo verso il cielo. –‘’mi dispiace’’-
La ragazza trattenne le lacrime. –‘’sai, era l’unica per me’’– prese una pausa sospirando.
–‘’era fantastica. Diceva che avrei dovuto fare l’artista e sto inseguendo questo sogno. Era l’unica a consolarmi quando…’’– cominciò a lacrimare, e il ragazzo, per consolarla l’avvolse in un abbraccio. Poi, la bionda si asciugò le lacrime con la manica della sua felpa e continuò. –‘’quando soffrivo’’–
–‘’perché una ragazza come te doveva soffrire?’’-
–‘’ero giudicata per tutto, perché avevo qualche chilo in più’’-
sospirò la ragazza.
–‘’una ragazza bella come te non merita questo’’– disse Harry.
–‘’chi te lo dice che ero bella, Harry?’’ – la bionda sentiva gli occhi che le pizzicavano.
–‘’lo dico io. Solo perché una ragazza è in carne non significa che non è bella’’– prese una pausa e poi aggiunse: –‘’e se ti avessi incontrata prima ti avrei detto che sei perfetta come sei’’–
-‘’non ci credo’’- trillò la ragazza con un mezzo sorriso e poi abbassando lo sguardo per tornare a disegnare.
-‘’credici’’- aggiunse il riccio. –‘’chi ti prendeva in giro, Allison?’’-
-‘tutta la scuola è a dir poco’- prese una pausa deglutendo –‘’anche il mio ex’’- sussurrò la ragazza come se non volesse farsi sentire.
-‘’eri fidanzata?’’- domandò Harry.
-‘’sono stata un’idiota a fidarmi, lui non mi amava davvero, altrimenti non mi avrebbe tradita’’- disse la ragazza con la sua voce flebile.
-‘’se io fossi stato al suo posto mi sarei fatto un esame di coscienza. Non ti avrei mai tradito’’- aggiunse il ragazzo con un sorriso a dir poco meraviglioso che in un attimo, contagiò la ragazza. Quest’ultima, era ormai persa negli occhi di Harry e sperava che quel momento durasse all’infinito. Il riccio però, abbassò lo sguardo per osservare l’orologio. Erano quasi le otto. –‘’scusami, ora devo andare’’- a sentire quelle parole, Allison sbuffò cercando di non farsi sentire dal ragazzo, ma non ci riuscì. –‘’perché sbuffi?’’- domandò il ragazzo sorridendo.
-‘’io? Sbuffo? No, non ho sbuffato’’- Allison sentì le sue guance infuocarsi, di nuovo.
-‘’come vuoi, io vado’’- ripeté il ragazzo.
-‘’ciao e grazie’’- gli sorrise la ragazza. Harry si incamminò verso le scale, quando, Allison si alzò di scatto e gli corse dietro. –‘’Harry?’’- sussurrò, per poi vedere l’ombra del ragazzo avvicinarsi. –‘’dimmi’’- le disse il ragazzo con la sua voce roca a pochi centimetri di distanza da lei. La ragazza sentì il suo cuore battere a mille, di nuovo. Osservava prima gli occhi del riccio, poi le labbra, e poi di nuovo agli occhi. Lo strinse forte in un abbraccio nascondendo il viso nell’incavo del suo collo.
-‘’ci rivedremo, vero?’’- le sussurrò il ragazzo. La bionda annuì. Una volta staccati, Allison fece per tornare sul terrazzo, quando di nuovo, la voce di quel ragazzo la fermò.
-‘’ehi’’- a quelle parole la ragazza si voltò e vide l’ombra del riccio sulle scale.
-‘’si?’’-
-‘’conosci l’amore a prima vista?’’- chiese il ragazzo.
-‘’da oggi!’’- urlò la ragazza con un sorriso a trentadue denti e ritornò sul terrazzo a riprendere il suo lavoro.
Probabilmente Allison si innamorò di lui dal momento in cui sentiva il suo cuore battere come non mai. Probabilmente Harry si innamorò di lei dal primo momento in cui incrociò i suoi occhi.  O forse, erano entrambi stregati dall’amore.
Allison era completamente ipnotizzata dai suoi occhi.
Era completamente pazza di quel sorriso.
Era completamente cullata dalla sua voce roca. 
Era completamente pazza di lui.
Perché, quando tutto sembrava spento, c’era lui ad illuminarle le giornate e a renderle migliori. 

  
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