Passeggio per la strada, immerso nei miei pensieri. La mia vita è tropo affollata per poter continuamente ripensare al passato, a ciò che ho già vissuto. Molte cose sono state dimenticate. Ora rifletto sui mille impegni, sui problemi più imminenti, sguardo vuoto come tutti gli altri, e lontano da tutti anch’io.

Poi, casualmente, alzo lo sguardo. Un autobus si ferma, i passeggeri scendono, salgono, si accalcano senza guardarsi negli occhi. Io ammiro unicamente me stesso nel vetro, mi aggiusto i capelli distrattamente.

Ma è quando scorgo ciò che vi sta dietro che i miei occhi si riempiono di lacrime. Proprio li davanti, anch’egli immerso nella sua vita, è seduto il mio vecchio compagno di classe, il mio grande amico. I nostri sguardi si incrociano, e cambiano.

Il presente si annulla, i ricordi hanno il sopravvento. Non è che uno sconosciuto, un uomo la cui attuale vita mi è estranea, ma assieme a lui ho vissuto gioie ed emozioni impareggiabili. Apro la bocca, per salutarlo, ma non riesco a parlare.

Lui poggia una mano sul vetro, capisco che ha anche lui bisogno di scendere dal bus e abbracciarmi, di rivivere per pochi attimi quei momenti con me, ma l’autobus riparte, ed egli si allontana sbigottito. Nei suoi occhi leggo un profondo rammarico, una delusione senza confini.

I miei occhi, invece, sono carichi di lacrime, lacrime che non riesco a trattenere. Non posso fare altro che restare li, immobile, bloccato, nuovamente consapevole di qualcosa che avevo dimenticato, e che non avrei dovuto dimenticare, mentre il resto del mondo prosegue per la sua strada, minimamente intaccato dal mio pianto.