Il cambiamento
Cap. 5 Giornata particolare
-……- parlato
_........_ pensato
Un altro vestito.
Un’altra strisciata di carta di credito. Altro negozio. Un altro paio di
scarpe. Una nuova strisciata di carta di credito. Jessy era impressionata dalla
quantità di soldi che una persona poteva possedere. Se la persona era un
vampiro, poi….
Era dalle due di quel
pomeriggio che entravano in negozi di vestiti, accessori, scarpe, biancheria,
tutto quello che le veniva in mente o che le piaceva lo comprava. Anche se alla
fine era stata obbligata a comprare,e nonostante le sue proteste iniziali
(diciamo che non ci ha messo tanto a cedere!NdA), alla fine aveva dovuto cedere
e ora stava comprando di tutto, ovviamente era Angelus che pagava.. Tutto era
cominciato quella mattina quando era venuto a prenderla a scuola, e lei salendo
in macchina, aveva detto che le sarebbe piaciuto comprare qualcosa di nuovo.
- Mi sa di averti
fatto spendere una fortuna!- disse Jessy, mentre leggeva l’importo della sua
ultima spesa.
- Decisamente!Ma le
mie ragazze non possono andare in giro con degli stracci!- rispose lui mentre
prendeva alcune borse dalle mani di lei.
- Non ho mai comprato
così tante cose in una volta sola. Anzi, forse non le ho mai comprate neanche
in un anno!- disse lei mentre cercava di portare le borsine che cercavano di
cadere dalla sua mano.
- Vieni. Andiamo a
prendere qualcosa da bere- le disse lui vedendola guardare sognante un
bicchiere d’acqua.
- Grazie. Non
immaginavo che provare vestiti potesse stancare così!- disse, mentre si sedeva
su una sedia e Angelus si sedeva di fronte a lei.
- Desiderate- chiese
la cameriera appena arrivata, pronta a scrivere l’ordinazione su un piccolo
taccuino.
- Io solo un bicchiere
d’acqua, grazie- disse lei, mentre si appoggiava allo schienale della sedia e
si guardava intorno.
- Un caffè - disse
Angelus non togliendo gli occhi da Jessy. Dopo che la cameriera se ne andò, lei
disse senza guardarlo
- Grazie-. Lui non le
rispose, ma alzò un sopracciglio. Vedendo la muta domanda sul volto di
lui,continuò a parlare
- Voglio dire,
immagino che non deve essere molto divertente girare per negozi, tutto il
giorno e spendere soldi che potrebbero servire per qualcos’altro- gli spiegò
lei guardandolo negli occhi.
- Beh non è così male
se poi la “modella” fa una sfilata per farsi perdonare di aver comprato tutte
quelle cose- rispose e lei ora era sicura che ci sarebbe stato qualcosa dopo la sfilata. Quell’idea si
solidificò ancora di più vedendo l’espressione sul suo viso….
Jessy si chinò un po’
sul tavolino e gli sussurrò – Pervertito- poi si rialzò in fretta notando, con
la coda dell’occhio, l’arrivo della cameriera con le loro ordinazioni.
Lui sorrise e basta
e, dopo aver ringraziato la cameriera, portò alla bocca la tazzina calda
contenente il liquido scuro e dall’aroma forte.
- Che ore sono?-
chiese lei mentre beveva un sorso d’acqua.
- Mmmm… sono le
sette- disse lui e per poco Jessy non si strozzò con l’acqua appena ingerita.
- Le sette?!? Cavolo!
Sarà meglio andare a casa, ti hai già speso fin troppo e poi devo essere in
piscina tra meno di un ora.- disse,
mentre si alzava e prendeva dalla tasca dei pantaloni degli spiccioli, ma
notando l’occhiataccia di lui, li rimise in tasca sbuffando e alzando gli occhi
al cielo pensando a quanto potessero essere orgogliosi gli uomini, per voler a
tutti i costi pagare facendo la parte dei gentiluomini.
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Bagher. Palleggio.
Alzata. Schiacciata. Punto.
Si stava allenando da
quasi due ore, ma non riusciva a concentrarsi sugli esercizi. Troppe cose per
la testa. E tutti i pensieri portavano a un nome solo : Spike. Dalla prima
volta che lo aveva visto le era piaciuto subito. Alto, biondo, occhi azzurri e
con quel sorriso che avrebbe fatto sciogliere anche un orso polare. Nei giorni
successivi al loro incontro non aveva fatto altro che pensare a lui e anche il
ragazzo che le piaceva, Fabio, ormai non le sembrava così perfetto come le era
apparso la prima volta che lo aveva visto a scuola. Ovunque andasse si sentiva
lo sguardo di Spike addosso e il più delle volte si era ritrovata a guardarsi
intorno, sperando di vedere uno spolverino nero, o una testa tremendamente
bionda spuntare in mezzo alla gente. Anche ora, mentre faceva l’ennesima
schiacciata, le sembrava di avere i suoi occhi puntati sulla schiena. Si
riscosse dai suoi pensieri, solo quando sentì l’allenatore parlare
- Ok ragazze, fate
una pausa.- Si diresse ai primi gradini
degli spalti dove aveva appoggiato una bottiglia d’acqua e un asciugamano per
il sudore. Mentre cominciava ad asciugarsi il viso vide alcune sue compagne
fissare un punto vicino alla porta d’entrata della palestra e, vedendo i loro
sguardi sognanti, diresse il suo sguardo verso essa. Se fosse stato possibile,
avrebbe giurato che le sarebbero caduti gli occhi. Era lui. Dannatamente bello
con il sorriso strafottente sulle labbra, consapevole della sua bellezza e
dell’effetto che stava suscitando su quelle povere ragazzine in pieno
squilibrio ormonale. Lei ora se lo stava mangiando con gli occhi. E il fatto
che fosse vestito come piaceva a lei non aiutava a farle distogliere lo
sguardo. Lui si stava avvicinando, con la sua solita camminata da predatore, a
lei che era senza parole e riusciva solo a guardarlo a bocca aperta.
- Ciao- disse lui
sorridendole.
- Ciao Spike- rispose
Cinzia, sicura che stesse sognando tutto e che tra poco si sarebbe svegliata
rimanendo con un sapore amaro, come la tristezza, in bocca.
- Sei un sogno?-
chiese lei imbambolata.
- Spero di no
dolcezza o non riuscirò a farti passare dei bei momenti in mia compagnia- Lei
si riscosse sentendo quella voce calda e sensuale.
- Ehm, cosa ci fai
qui?- decise che era meglio cambiare argomento. Si sedette su un gradino e
cominciò a bere dalla bottiglia facendo finta di non vedere lo sguardo delle
sue compagne, in quel momento molto meravigliato.
- Ho pensato di
venire a trovarti dato che non ci vediamo molto spesso. Ho chiesto a Jessy dove
ti allenavi ed eccomi qui.- disse Spike mentre si sedeva vicino a lei e la
osservava bere a grandi sorsi.
_Oh Jessy, ti devo un
enorme favore!_ pensò.
- Sai, mi sa che hai
fatto colpo sulle mie compagne.- disse lei sorridendo, mentre gli faceva cenno
con la testa di girarsi. E appena lo fece tutte le ragazze che prima erano
intente a guardarlo, imbambolate, fecero finta di niente e tornarono a
chiacchierare tra di loro, continuando però a osservare di sottecchi quel
ragazzo che le attirava come delle calamite.
Spike sorrise e con
un’alzata di spalle tornò a guardarla. Rimasero a parlare per un po’, incuranti
di chi avevano intorno, e sperando entrambi che il tempo non passasse mai.
Stavano ridendo per una battuta fatta da lei su una cosa che le era successa il
giorno prima, quando l’allenatore fischiò dicendo che la pausa era finita. Lei
si rattristò un po’ e lui, vedendo il suo muso lungo, decise di fare una cosa
inaspettata. La baciò. Piano, leggermente, uno sfiorare di labbra, e a lei
sembrò di rinascere. Non si sentiva così felice da tempo, stava per
approfondire il bacio, volendo qualcosa di più, ma sentirono un leggero tossire
dietro di loro e, girandosi, videro tutte le sue amiche(allenatore compreso)
che li guardavano senza sbattere le palpebre e alcune avevano tirato fuori, da
chissà dove, dei popcorn. I due si staccarono di malavoglia, lei con la faccia
rossa come un pomodoro che cercava di non alzare lo sguardo e lui che, un po’
imbarazzato, si strofinava la parte dietro del collo con una mano.
- Ehm…devo andare. Mi
ha fatto piacere che tu sia venuto.- Stavolta alzò lo sguardo e gli sorrise.
Sorriso ricambiato da lui che, prima di andarsene, le chiese.
- Ti va di andare al
cinema stasera?- Lei sorrise ancora di più e gli disse di chiamarla dopo per
mettersi d’accordo sull’orario. Lui se n’andò contento e lei tornò ai suoi
allenamenti con il sorriso sulle labbra.
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- Ciao ragazze, ci
vediamo- disse una sua compagna di squadra mentre usciva dallo spogliatoio.
Erano rimaste in poche in quella stanza. Lei era sempre una delle ultime
perché, dopo l’allenamento, le piaceva rimanere un altro po’ in acqua, facendo
qualche vasca solo per rilassarsi. Di conseguenza era una delle ultime a fare
la doccia, e lo stesso le successe quel giorno. Era stanca, non solo per
l’allenamento, ma anche per il pomeriggio passato a camminare con decine di
borse in mano. Ma si era anche divertita. Le era piaciuta quell’uscita con il
suo ragazzo. Oddio! Non sapeva se poteva realmente considerarlo il suo ragazzo,
ma da quello che lui le aveva detto, lei
era la sua ragazza quindi…E poi era da quasi una settimana che dormivano nello
stesso letto ed era sicura che gli amici non dormono nello stesso letto. Poi
dal modo in cui la baciava, ogni volta le sembrava di morire e rinascere. Le
sensazioni dei loro baci erano sempre diverse. Sempre più forti e belle, ed era
sicura che prima o poi sarebbe morta per davvero. Era persa nei suoi pensieri
con la maglietta in mano e i jeans da
allacciare, quando lui entrò nello spogliatoio, sempre bello, vestito come al
solito di nero ma sembrava che quel colore fosse stato fatto per lui. Jessy era
di spalle quindi non sentì, quando si avvicinò. Si accorse di lui, solo quando
le circondo la vita con le sue braccia forti e la strinse a se, facendole
saltare il cuore in gola.
- Ci stavi mettendo
tanto così sono venuto a vedere a che punto eri- disse lui parlandole
all’orecchio per poi baciarne il lobo e scendere fino al collo baciandolo piano,
facendole scorrere dei brividi lungo la schiena.
- Lo sai che sei
nello spogliatoio delle donne?- chiese lei sospirando appoggiandosi al suo
torace solido.
- Speravo che fossi
appena uscita dalla doccia, con le goccioline che scendevano dal tuo collo e
che ti accarezzavano tutta, facendo venir voglia allo spettatore di toglierti
l’accappatoio e…- le sussurrò l’intera frase all’orecchio, mentre con una mano
le accarezzava il corpo che ora era scosso da fremiti sempre più frequenti, e
lei ora respirava in modo pesante, gemendo, quando lui la accarezzava in modo
un po più deciso.
- Ok basta se altrimenti
dovrò fare un’altra doccia….Ma fredda stavolta!!- disse lei cercando di
riprendersi, di non pensare al corpo di lui che le rispondeva facendosi sentire. Lui rise piano e la lasciò andare, guardandola con occhi bramosi,
mentre finiva di vestirsi e metteva nello zaino il costume e tutto il resto.
Quando lei fu pronta le disse
- Vestiti elegante
stasera, perché ti porto a cena fuori- Lei lo guardò a lungo e gli sorrise
felice, cercando di non pensare al suo corpo traditore che in quel momento
voleva fare altro.
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- Grazie, mi sono
divertita stasera- disse lei mentre raggiungevano l’entrata della casa di lei.
- E’ stato un
piacere! Sono stato bene con te- disse lui di rimando.
- Mi piacerebbe che
ci fossero altre serate così belle- disse lei cercando di non arrossire ma non
riuscendoci completamente.
Lui la guardò e non poté
non pensare a quanto fosse bella quella ragazza, con indosso una minigonna nera
che le lasciava scoperte le gambe sode e un po abbronzate, una maglietta bianca
con delle scritte rosse che le lasciava un po scoperta la pancia e una giacca
nera leggera.
- Già- disse lui.
Troppo imbarazzati, preoccupati di dire qualcosa di sbagliato che avrebbe
interrotto quel momento magico, non sapevano cosa dire e un silenzio
imbarazzante calò sui due. Spike, non potendo sopportare quel silenzio pesante
e imbarazzante decise di rompere il ghiaccio e, avvicinandosi, la baciò. Ma
stavolta lei partecipò entusiasta e in poco tempo il bacio da gentile e calmo,
divenne appassionato e lui la abbracciò, sperando quasi che lei si fondesse con
lui, cercando di frenare quell’impulso che li aveva pervasi. Lei, mentre lo
baciava, intrufolò una mano sotto la sua camicia, toccando la pelle liscia e
soda dei suoi addominali, accarezzandoli facendolo ringhiare dal piacere,
mentre l’altra mano era dietro alla sua testa per attirargli la bocca ancora più
vicino. Lui fece scorrere le mani sulla sua schiena, scendendo fino a
raggiungere il sedere sodo e accarezzandolo facendola gemere e sospirare nel
bacio. In poco tempo si ritrovarono in camera di lei, lei felice di quello che
stava succedendo e lui felice che i suoi genitori non ci fossero.
- Spike- sospirò lei,
mentre lui le toglieva la gonna e la maglia. Lei fece lo stesso con lui e in
poco tempo finirono stesi sul suo letto in un mucchio di coperte, corpi, mani,
labbra, denti, con la passione che cresceva sempre di più. Per poi
addormentarsi soddisfatti l’uno di fianco all’altro.
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Non fecero in tempo
neanche ad arrivare alla porta. Tutto quello che aveva provato durante la
giornata, la scena dello spogliatoio, l’aveva eccitata oltre modo e ora non
poteva resistere al bisogno che le attanagliava lo stomaco. Lui non era da
meno. Era stato eccitato tutto il giorno e quando l’aveva vista con quel
vestito elegante addosso aveva deciso che quella sera non sarebbe riuscito a
stare senza di lei. Ed ora eccoli lì, che si strappavano i vestiti di dosso per
la troppa voglia di unirsi, per provare a spegnere quel fuoco di passione che
li circondava, senza lasciarli respirare, soffocandoli in una nube di piacere
senza mai fine. Sapeva che era la prima volta per lei, e voleva essere gentile,
ma la forza con cui lei lo attirava contro di sé, gli faceva venir voglia di
possederla forte e subito. Ma alla fine si riprese, e la costrinse ad andare al
suo ritmo calmo e gentile, facendola ansimare e gemere forte. Per poi
raggiungere entrambi la pace, soddisfatti, stanchi, felici. Facendoli
addormentare abbracciati desiderosi che quell’attimo di felicità non finisse
mai.
ECCOMI!!!!!SONO TORNATA!!LO SO
CHE VI HO FATTO ASPETTARE, MA MI SEMBRA CHE NE SIA VALSA LA PENA…O NO?I NOSTRI
DUE VAMPIRI SONO UN PO Più GENTILI IN QUESTO CAP E DEVO DIRE CHE LI PREFERISCO
A QUANDO SONO CATTIVI…GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE COMMENTANO E UN GRAZIE IN
PARTICOLARE ALLA MIA AMICA CICCI12 CHE MI HA ROTTO LE…CIOè, CHE MI HA
SPRONATO(A CALCI) PER CONTINUARE QUESTA STORIA…ALLA PROX SPERO VI PIACCIA CIAO
CIAO BACI