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Autore: loveangel    22/10/2012    15 recensioni
La vita, a volte il destino, ti porta in un luogo, ti accompagna, ti prende per mano e ti avvicina all'amore. A volte quando meno te lo aspetti ti trovi dinanzi ad una realtà che nemmeno immaginavi. Due vite completamente diverse, lontane ma così vicine. Sissy e Alexander una ragazza ed un ragazzo distanti anni luce ma vicini nel cuore. Alexander entra nella vita di Sissy come un tornado, una folata d'aria fresca. Un'aria che diventa calda, quasi bollente. Insieme non riescono a stare più di cinque minuti, sono irascibili e impauriti da qualcosa che li colpirà fin da subito. Il tempo è ciò che li aiuta ma il tempo è a volte tiranno e quando si è agli sgoccioli si fa il possibile per realizzare i propri sogni.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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                                            ju1 Quinto capitolo Jude


*********

Usciamo dalla piscina in silenzio ma Alexander, si muove velocemente. In un attimo mi ritrovo avvolta nel mio accappatoio e lui che si accinge a tamponarmi. Sono inerme, completamente bloccata. I miei occhi vedono solo perché c'è lui in questo momento.
"Stai tremando" soffia al mio orecchio. Ora mi sta tamponando i capelli e forse crede che sto così per colpa del freddo. E non è così. È lui che mi provoca scariche elettriche per tutto il corpo. È la sua presenza che mi fa stare così. Nessun uomo mi ha mai fatto quest'effetto, ne sono certa. Stavo bene con Luigi, il mio ultimo ex, ma l'effetto che aveva su di me non era paragonabile a quello che mi provoca Alex.
"Hai freddo?"
"Un po'..." Mento, non posso dirgli sto così per la tua vicinanza. 
"Girati Sissy" biascica. Ma deve usare sempre una voce così roca? Non può essere più magnanimo con me?
E vogliamo parlare di me? Io che eseguo i suoi ordini senza fiatare? Per? Per ricevere le sue carezze. È incredibile. Mi sta districando i capelli con le dita, senza forzarli ma massaggiandomi anche la cute di tanto in tanto. Non credo di essermi mai rilassata così. Ora potrebbe farmi tutto. 
No Sissy non è vero.
"Ecco ora puoi vestirti io resto di spalle"
Fa per allontanarsi ma la mia mano si muove da sola. Lo prendo per il polso e mi avvicino. Non riesco a comandare la mia mente. Gli impulsi sono negativi, gli impulsi sono sbagliati. Perché non posso abbracciarlo così, non posso stringermi al suo petto nudo. Ma voglio sfiorare la sua peluria rada, voglio sentire l'odore della sua pelle. È un istinto che non riesco a frenare. Alexander è il mio uomo ideale. Biondo, occhi azzurri. Corpo sottile, ben definito.
"Mi piace quando mi stringi forte a te"
"Davvero?"
"Sì, Sissy. Non sono abituato ai piccoli gesti"
"Sono i piccoli gesti che fanno la differenza. Lo sai vero?"
"È per questo che mi sei piaciuta da subito. Tu sei piena di piccoli gesti da donare ma anche da ricevere... solo..." Fa una pausa e mi stringe ancora più forte. Questa volta mi lascio andare poggiando il volto sul suo petto. I pochi peli biondi mi solleticano il volto. Sono morbidi e profumano. Sa di maschio, sa di acqua di giò, fresco e intensamente dolce.
"Adoro il tuo profumo"
"Ed io il tuo Sissy"
Okay. Mi sposto voltandomi di spalle. Quello che accade nell'attimo seguente mi manda a fuoco. Alex ha sfilato l'intimo e lo ha messo nel taschino del mio zaino. E ora ha indossato i pantaloni senza nulla sotto. Il solo pensiero mi manda fuori di testa.
"Sto un po' scomodo direi" e ride avvicinandosi a me. Ormai sembra che non ce la fa se non mi tocca. Mi ha preso la mano e il mio cuore è balzato nel petto.
"Non potevo indossare i pantaloni..."
"Oddio lo so!" esclamo.
"Ti va una pizza da me? Magari mi rivesto"
"Dopo però dovrei tornare in ambulatorio"
"Di notte? Cosa devi fare?" 
Mi vergogno un po'. Anzi tanto. Non posso dirgli che ero arrabbiata e ho mentito a mio padre.
"Sissy voglio la verità ti prego. Cerchiamo di essere sinceri da subito okay?"
"Okay. Ero un po' triste e ho detto a mio padre che mi fermavo da Gioia, la mia unica amica. Ma... mentivo sarei rimasta in ambulatorio. Nel retro ho un divano letto"
"Non voglio che dormi da sola in quel posto. Dormi da me ho tante camere"
"Va bene"
Ma cosa mi fa quest'uomo? Mi sto lasciando andare troppo, veramente tanto. Ma non riesco a controllarmi, è più forte di me. Voglio stare con lui, in sua compagnia.
Prima di andare via ho lasciato un biglietto a Charles dove gli ho chiesto di tenermi la bici. L'esigenza di stare con Alexander è più forte di una calamita. Forse lui è proprio il mio opposto perfetto. Sento che potremmo incastrarci a perfezione. Dobbiamo solo conoscerci. 

"Metti questo" mi passa il suo casco. Non sono mai andata in moto, ho paura ma, il pensiero di dovermi stringere a lui mi da forza. 
"Posso correre?"
"Se proprio devi"
"No che non devo ma, non vedo l'ora di tornare a casa"
Io sorrido e lui mi allaccia il casco. Siamo soli nella notte. Nessuna stella, solo un cielo rosso. Poi una luce accecante, un fulmine ha squarciato il cielo.
"Sta per scoppiare un temporale, facciamo presto" 
Ma nemmeno il tempo di salire sulla moto che un tuono rimbomba con forza facendoci sussultare. 
Alexander mette in moto ma l'acqua ci coglie subito. Ora non può correre è troppo pericoloso. Ma il risultato lo sappiamo entrambi. 

"Corri Alex!" Urlo mentre l'acqua ci sta inzuppando. Arriviamo a casa dopo dieci minuti, bagnati fradici e congelati. 
"Dio sei ghiacciata, vieni qua" 
Mi prende per mano mentre saliamo dalle scale interne del garage. L'ampio salone che ci accoglie è bellissimo. Mobili bianchi contornano le pareti color ocra. Un ampio camino fa bella mostra al centro del salone.
"Ti piace?"
"È bellissimo, poi, tu non sai che amo il bianco vero?"
"Ora sì e questo mi rende felice sai è anche il mio colore preferito?" 
C'è una leggera tensione tra noi. Da quando siamo entrati in casa. È un luogo chiuso, e siamo bagnati. Forse è quello il motivo per cui sto tremando.
"Vieni con me" 
"Dove?"
"Di sopra, devi toglierti questi vestiti altrimenti ti viene un malanno"
Sento l'agitazione farsi strada in me. Non ho paura di spogliarmi ma di rimanere in una stanza da letto sola con lui sì. Perché probabilmente lo voglio troppo ed ho paura di non essere alla sua altezza. Ho come l'impressione di essere poco. Di non potergli dare quello che lui ha sempre ricevuto. In fin dei conti non so bene come ci si comporta con gli uomini. Sono sempre stat fredda e scostante. Ho sempre mandato a quel paese chiunque avesse provato un approccio fisico con me. Ma lui è diverso. Con poche parole abbatte tutte le barriere. Il mio muro di mattoni si sta sgretolando piano piano.
"Di qua" dice tirandomi con dolcezza. Quando entriamo in una stanza mi sento mancare. Il bianco domina in tutta la stanza anche se, l'armadio della camera in cui ci troviamo adesso è fatta di specchi.
"Questa è la mia stanza. Ti riempio la vasca così fai un bagno caldo. Nel frattempo cerca nell'armadio qualcosa da indossare dovrebbero esserci delle tute"
"Io..."
"Su Sissy è il mio armadio e non ho nulla da nascondere. Faccio presto".
Mi lascia la mano e si allontana da me. Resto fissa a guardarlo mentre entra nel bagno della camera. Come faccio? Cosa faccio ora? Vivere nella confusione più totale non è da me. Ho sempre avuto un carattere tosto ed ora? Mi sento una ragazzina alle prime armi. Ma in fondo sono alle prime armi. Il discorso è sempre quello. 
Apro lentamente l'armadio in cerca di questa tuta ma qualcosa colpisce il mio sguardo all'istante. Una t-shirt con stampato il mare e un delfino. Mi sembra di essere in quel mare tanto è azzurro, mi sembra di poter sfiorare quel delfino tanto è fatta bene.
"È tua se la vuoi"
"No, io... Scusa avrei dovuto guardare le tute ma sono stata attratta dal delfino" 
In pochi passi è da me, lo guardo, mi legge dentro.
"Voglio che la tieni tu" è fuoco incandescente. Sento le fiamme bruciarmi la pelle. Le sue parole così vicine, la sua voce così flebile.
"Grazie" 
"Vai io intanto ordino le pizze"
Non voglio, non voglio che vada via da me. Non voglio restare da sola. Non adesso. Sento che potrei crollare in questa stanza senza di lui e non capisco perché. Ma gli occhi pungono, vorrei piangere. Forse perché da tanto tempo nessuno si prende cura di me. Da tanto tempo ho bisogno che qualcuno si preoccupi del mio stato d'animo, della mia salute... del mio cuore. Ma Alexander si è già allontanato.
"Fermati Alex" quasi urlo e lui si blocca fuori la stanza. Percorro la distanza che ci separa velocemente e senza dire nulla gli prendo la mano trascinandolo dentro. Sento il cuore esplodere per quello che sto facendo ma... non cambio idea. 
Nel bagno mi metto dinanzi al suo corpo e comincio a sbottonare lentamente i bottoni della sua camicia. Studia i miei movimenti, respirando a fatica. Lo aiuto, anzi lo privo della camicia e sfilo la mia maglia. Che sto facendo?
Seguo l'istinto. Non voglio fare sesso e nient'altro. Voglio solo rilassarmi nell'acqua calda con lui. Tra le sue braccia. L'ha capito. 
Deglutisce a vuoto. Le mie mani sono sulla cintura dei suoi pantaloni, lentamente la sfilo e quando sto per sbottonare i pantaloni mi blocca. 
"Sono nudo"
Cazzo l'avevo scordato!
"Aspettami un secondo, non ti muovere" soffia uscendo di corsa dal bagno. Non mi muovo? Oh santo cielo se mi muovo. Tolgo i pantaloni restando in intimo. Ora mi fermo. Voglio che... Che cosa voglio?
"Sissy..." La sua voce calda arriva al mio cervello come onde elettromagnetiche. Lo guardo dalla testa ai piedi. I capelli spettinati ancora umidi per la pioggia, il petto nudo e dei boxer neri, aderenti.
Lui si avvicina bagnandosi ripetutamente le labbra. La sua mano mi carezza una guancia.
"Sei così bella"
"Anche tu"
Mi lascia ed entra nell'acqua così, vestito, se vestito lo vogliamo chiamare. Poi mi tende la mano ed io lentamente entro poggiandomi dal lato opposto. L'acqua è calda, profumata, rilassante ma ciò che mi destabilizza è la visione di lui. La piccole goccioline che imperlano la sua pelle, i capelli bagnati. Quegli occhi ancora più lucidi.
"Vieni qua, faccio il bravo"
"Alex io..."
"Shh voglio solo stringerti a me. Non lo volevi anche tu?"
Sì che lo voglio. Mi volto su me stessa e scivolo indietro. Alexander apre le gambe e mi accoglie tra le sue braccia forti. 
"Chiudi gli occhi, lasciati coccolare... dall'acqua"
Essere stretta tra le sue braccia è rassicurante. Il suo profumo inonda il mio corpo, il calore che sprigiona mi attraversa l'anima. È impossibile non rilassarsi tra le sue braccia. 
Le sue mani si muovono lente sulle mie spalle, mi stimola i muscoli, li massaggia con calma ma anche forza.
"È da tanto che non si prendono cura di te?"
"Nessun uomo l'ha mai fatto" dico con voce rotta. Ho quasi paura di piangere.
"Alex e tu? È da tanto che non sei coccolato?"
"Non conosco le coccole a parte quelle di mia madre"
"Hai avuto molte donne?"
Che razza di domanda? 
"Quantifica molte"
"Dieci?"
"Allora direi più di molte"
Il mio cuore si ferma per un attimo. Ha esperienza...
"Ma non ho mai baciato una donna"
"Cosa?"
"Sì, Sissy i miei rapporti si fermavano al sesso. I baci che ho dato non sono andati mai oltre la mascella se parliamo di volto"
Mi volto di scatto tra le sue braccia. È un donnaiolo. Sto facendo il bagno con un uomo che fa solo sesso. Non ha mai baciato.
"Sissy... non fare pensieri negativi ti prego. Lascia che ti spieghi"
Ma non ce la faccio. Questo pensiero va oltre ogni mia aspettativa. Mi alzo dalla vasca ed esco seguita da lui. Voglio andare via. Devo andarmene. Questa cosa non la posso sopportare.
"Sissy fermati" 
Incurante delle sue parole e grondante d'acqua corro nella stanza. Devo andare via subito. Ora più che mai. Gli occhi mi fanno male, non riesco a trattenere il pianto. Sembro, sono disperata. 
Santo cielo i mie vestiti sono in bagno e lui è qui.
"Sissy per favore lasciami parlare"
"No, voglio andare via"
Mi prende il polso ma mi divincolo e lui mi prende tra le sue braccia.
"Non ti ho baciata perché sei diversa, perché il mio primo bacio voglio darlo a te. Fermati ti prego"
Le sue parole sono una carezza, un balsamo per il mio corpo tremante.
"Non andare via ti prego"
La sua voce è disperata.
"Tu sei diversa Sissy lo vuoi capire che ho paura di ferirti?"
Pensavo l'avesse fatto.
"Sissy dimmi qualcosa"
"Non riesco, sono confusa. Insomma hai tanta esperienza potrei essere una delle tante"
"Non lo dire, non lo pensare ti prego. Non immagini quanto mi stia trattenendo con te. Non credere che non ti desideri ogni attimo che mi sei accanto e quando non ci sei stata ho sentito la tua mancanza"
"Mi conosci così poco"
"Il mio cuore conosce abbastanza per capire che non batte in tua lontananza"
"Smettila, non è possibile" 
Esco dal suo abbraccio e mi allontano. Perché sto così?
"Elisabeth tu sei una stella nel mio mondo buio. Il mio mondo fatto solo di nuoto e svago senza amore. Voglio di più dalla vita, voglio te"
"Io voglio andarmene adesso. Ti prego Alexander"
"Va bene ti lascio sola. Prendi una tuta non puoi rimettere quei vestiti bagnati"
Mi sento male, devo uscire di qui. Mi manca l'aria, mi manca lucidità. Non so che fare le sue parole mi hanno toccato nel profondo. 
Infilo una tuta al volo, le scarpette e scendo di corsa al piano inferiore. Lui è seduto sul divano, le mani appoggiate ai lati del viso.
"Ti mando la tuta domani. Ciao"
Metto la mano sulla maniglia e nello stesso istante la sua mano è sulla mia.
"Non volevo ferirti. Ma sono stato sincero. Pensa a ciò che ti ho detto"
"Ciao Alexander"
"Ciao Elisabeth"
Freddo e scostante. Sì certo perché ora è colpa mia. Mia se lui ha sempre fatto il donnaiolo. Mia se non ha mai baciato. Mia soprattutto per avergli dato modo di avvicinarsi in quel modo intimo. Ho sbagliato e non poco.
Corro via, verso l'ambulatorio. A piedi mi ci vorrà un bel po' ma non ho intenzione di tornare a casa, non in questo stato.

******

Non ho chiuso occhio tutta la notte. Sono stata sdraiata fino all'alba senza muovermi. Ora sono le otto e credo di star male. Mi sento accaldata e nervosa. Tra poco arriverà Josh e se mi trova in questo stato saranno guai. Cosa faccio? Devo tornare a casa ma prima devo riprendere la mia bici. Non voglio più rivedere Alexander. Non sono il suo tipo, non sono adatta a lui. Cosa posso dargli io? L'unica cosa che voglio sei tu! Io? Evidentemente non mi conosce bene.
Il mio cellulare squilla in quel momento. Mi sollevo o meglio provo ad alzarmi ma il forte capogiro mi prende alla sprovvista.
Riesco ad afferrare il cellulare prima di cadere sul materasso.
"Sì?"
"Sissy dove sei?"
"Papà? Sono già in ambulatorio perche?"
"Hanno appena consegnato un pacco e dei fiori per te. Pensavo tornassi"
"C'è il mittente?"
"Alexander Climb"
Chiudo gli occhi, il cuore mi fa male al solo sentirlo nominare.
"Papà puoi lasciarlo sul tavolo mi occupo dopo di rimandarli al mittente"
"Sissy va tutto bene? Hai una strana voce"
"Sto bene papà, davvero"
"Va bene senti stasera parto ricordi?"
"Certo, Samira viene con te vero?"
"Sì la porto con me. Ti spiace rimanere sola?"
"No va bene. Ci vediamo tra due giorni"
"Esatto piccola abbi cura di te"
"Anche tu papà"
Ed ora è arrivato il momento di tornare a casa e starmene un po' da sola. A riflettere no, a rilassarmi. In silenzio e senza impegni.

*******
Apro la porta di casa ed entro velocemente. Ho la testa che scoppia, gli occhi lucidi. Probabilmente ho la febbre alta e non sarebbe una novità con quello che ho fatto ieri. Tolgo i pantaloni della tuta di Alexander e la felpa. Poi sfilo le scarpe e prima di andare in cucina chiudo a chiave la porta. Nessuna interferenza, non ci sono.
Mi trascino in cucina, la testa mi gira, sto crollando. Mi manca Alexander, mi mancano i suoi occhi, la sua voce. Ma sono io sbagliata, non vado bene per lui è questo, è semplicissimo. 
Sul tavolo i fiori e il pacco che mi ha mandato. Sono delle magnifiche rose bianche, perfette.
Strappo il biglietto dalla scatola e lo apro.

Sissy vorrei poterti dire che ho sbagliato ma non l'ho fatto. Sono stato sincero dall'inizio alla fine. Non ho approfittato di te e credimi, se avessi voluto una storia di solo sesso te ne saresti resa conto. Non ho mai dato nulla in cambio a quelle donne, né loro lo hanno voluto. Sapevano che era quello è basta, ma credimi io le cose le dimostro subito, non fingo d'essere infatuato di una donna per portarmela a letto. Tu non sei MAI stata in quella categoria. TU sei sempre stata diversa per me. Sei una donna con la D maiuscola e mi piaci sul serio. Ti ho chiesto una chance ti prego di pensarci ancora. Vorrei conoscerti davvero. Non ho più nulla da dirti se non tieni la maglia, è un regalo, non mandarmela indietro.
Un bacio, quello che ti vorrei dare veramente.
Alexander


Apro la scatola per prendere la sua maglia. La voglio mettere, voglio sentirlo sulla mia pelle, sentire il suo profumo. Quando la vedo i miei occhi diventano lucidi. Non credevo potesse mancarmi tanto, probabilmente sono un po' cotta. Un poco? Io direi tanto...
La infilo con gli occhi chiusi, lui è qui, mi osserva mentre la metto e sorride fiero. Il campanello suona ma io non ci sono. Bussano ancora mentre stringo la maglia al mio corpo. E il campanello suona.
"Chi diavolo è?" 
Corro alla porta, giro la chiave, abbasso la maniglia...
"Posso entrare?"


##note autrice##
eccoci velocissima ancora non vi abituate troppo eh. Allora avete visto cosa blocca Alex? che ne pensate? Grazie come sempre a tutte per i commenti e per inserire la mia storia nelle seguite e nei preferiti.
Loveangel
   
 
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