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Autore: I_Am_Myself    22/10/2012    3 recensioni
Un ragazzo. Dei genitori. Nuovi amori. Nuovi incontri:
Questa storia racconta d'un ragazzo che, dopo aver perso la propria famiglia in circostanze misteriose, si trasferisce dalla bellissima New York alla romantica Venezia.
Sono qui che incominciano i nuovi amori e, perché no, anche nuovi guai...
Se ve lo state chiedendo, no, non è una storia fuori dal comune; non è una storia fantastica, e, forse, la trama è noiosa, forse la grammatica non va bene; forse appena l'aprirete non vi piacerà, ma vi prego, se volete, leggete e commentate, grazie :)
Bye da Lory110
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Angolo autore:

Ciao a tutti!

Ci credete? Sono tornato alla fine. Credo che vogliate sapere perché sono sato assente per così tanto tempo.

Ve lo dico subito: ho corretto gli altri capitoli. Non so se ne ho saltato qualcuno; perciò avvisatemi se vi accorgete di ciò.

Meglio che vi spieghi cosa [in generale] ho cambiato:

- I tempi.

- Aggiunta di pov's. [non è un errore se vi ritrovate dal tempo della narrazione, che dovrebbe essere l'imperfetto alternato al passato remoto o al trapassato prossimo, al tempo dei pov's. Questi ultimi sono stati scritti al presente/passato prossimo. Come avrete capito ho usato due tempi per entrambi i casi] Infatti, già nel primo capitolo, è stato aggiunto il pov's di Elena, la sorella di Robert. Capirete più avanti perché l'ho aggiunto.

- I dialoghi. [Ho, però, sempre tralasciato il punto in essi. Da ora in poi lo metterò. Comunque non dovrebbe essere un errore, secondo molti. Io li ho acoltati fin'ora, ma è il momento che faccia di testa mia.]

- L'impaginazione: ho variato il carattere con cui scrivo. Ne troverete di diversi in ogni capitoli. Per ora quello che mi piace di più è il verdana in grassottello ed in corsivo con la grandezza di dodici. Io l'ho usato nel programma wordpad.

- Alcune parti, se pur poche, le ho cambiate.

- Gli angoli autori. Non è molto importante, ma è sempre meglio dire tutto.

Questo è tutto; per qualsiasi chiarimento chiedete.

Chiedo a tutti voi di leggere l'angolo autore infondo al capitolo. Ci sarà un piccolo giochino.

Said this, I leave you to the story.

Birthday - second part -

Il piano era quello: tenere lontano Elizabeth dalla casa di Robert. C'era, però, una parte negativa del loro piano. Infatti, poiché il ragazzo, Den ed alcuni loro amici dovevano organizzare la festa a casa del biondo, Elizabeth doveva restare nella propria abitazione ad ascoltare i loro genitori litugare e, di conseguenza, a soffrire; sembrava una ragazza forte, ma era molto legata ai suoi genitori; soffriva ogni volta che li sentiva litigare. Loro non se ne accorgevano.

D'oltre canto, quelli erano solo due giorni.

Poteva uscire o poteva restare a soffrire nella sua stanza.

In quel momento, e solo in quel genere di momenti, voleva essere come la sorella minore; quest'ultima era sempre stata meno attaccata alla famiglia.

Pov's Elaisa

Sto per uscire con alcuni miei amici.

Vado a chiedere a mia sorella dei soldi. Lei è molto più responsabile di me. Esco dalla mia stanza e mi dirigo verso la sua. Ci entro senza bussare, come al solito.

Questa volta non mi urla contro; credo che sia troppo triste per farlo.

Meglio che la consoli. Non che io non mi diverta a vederla così; per una volta vorrei dirlre io << Te l'avevo detto >>. Però non so nemmeno cosa ha, non potrei farlo senza una ragione.

Mi avvicino a lei. Non si gira. Incomincio a parlare io.

<< Ehi, come mai questa faccia da funerale? >>

Non mi risponde.

<< Ciccia, guarda che non era complimento! >>

Non si gira. Non mi risponde. Non si muove.

<< Ma che diavolo hai? sei morta o cosa? >>

Solitamente, per la parola "diavolo", mi avrebbe urlato contro. invece non lo fa. Incomincio a preoccuparmi e le vado davanti. Mi accorgo solo ora che sta piangendo. Per fortuna che non s'è messa il trucco; avrebbe sporcato il lenzuolo.

<< Ho capito che cosa hai. >>

Incomincia a guardarmi. Si asciuga le lacrime, sarà pure responsabile, ma è molto orgogliosa di se stessa.

<< Ah sì? >> Dice con voce tremolante, più che altro, triste.

<< Già! >>

Mi guarda.

<< Robert! Ti è successo qualcosa e c'entra lui! >>

Mi guarda come se avessi appena detto una cavolata.

<< No, proprio per niente. Con lui si è tutto risolto. >>

<< Ah, perché avevate litigato? >>

<< Che grande scoperta! >> Ironizza.

Ok, prima ho preso un granchio, ma non vuol dire che ricapiti una seconda volta.

<< Allora sei triste per i nostri genitori... Giusto? >>

Abbassa lo sguardo.

<< La seconda volta è sempre quella buona. >>

Lo rialza e si mette a fissare il cielo che si vede dalla finestra.

<< E perché saresti preoccupata? >>

<< Sei sempre stata meno attacata alla famiglia. Se loro litigano... >>

<< Se loro litigano? >>

<< A te non importa molto. Esci e ti fai una passeggiate e tutto passa. Ascolti un pò di musica rock, ancora non capisco come ti piaccia, ed è come se niente accadesse. >>

<< E chi te l'ho dice che è come se niente fosse successo? >>

<< ... >>

<< Allora? Non lo sai. E sai il perché di ciò? >>

<< No. >> Ammette.

<< Semplicemente perché non è vero. Sì, forse sembra che non me ne importi, ma non è vero! Io ci penso. Ci ragiono sopra. E sai qual è la risposta che mi do? >>

<< No, non la so. Quale sarebbe? >>

<< Strano che tu non c'arrivi: sei sempre stata più matura di me. >>

<< Piantala di infierire! E dimmi qual'è la spiegazione!! >>

<< La spiegazione è che c'è una vita da vivere >>

M'interrompe. Non mi lascia finire.

<< E vivere vorrebbe dire ubriacarsi nelle discoteche?vorrebbe dire divertirsi senza prendersi le proprie responsabilità? Quali sarebbero lo studio. Vivere per te vorrebbe dire evitare ciò che t'accade intorno chiudendoti nel tuo mondo? >>

<< No, carina. Io non mi chiudo nel mio mondo; sei tu quella che si chiude dentro questa stanza, che non vuole accettare che i nostri genitori stiano, rischino di divorziare!! Goditi la vita, non pensare nè a loro, nè al passato nè al futuro, pensa al presente! Pensa a divertirti!!Pensa a te stessa!!! >>

Prendo un bel respiro. Sembra sorpresa. Si alza e mi guarda. << Sai che ti dico? Hai ragione. Devo godermi la vita! >> Dice.

Mi abbraccia; io ricambio il gesto.

Ci stacchiamo subito. Lei recupera una felpa e del trucco ed esce.

<< Ah, i soldi sono sulla scrivania! >> Mi urla dalle scale. Sorrido al vuoto e li prendo. Esco dalla stanza e dall'abitazione. Vedo i miei amici e li raggiungo.

Pov's Elizabeth

Quanto ha ragione mia sorella; non devo preoccuparmi solo della relazione tra i miei. Più ci penso e più sto male. L'ascolterò.

- Anzi andiamo a chiamare Robby! - Urlo, saltando felice come una bambina che ha appena ricevuto una caramella.

[...]

Sono davanti a casa sua. Suono il citofono e mi risponde lui stesso.

- Chi è? -

- Robby, amore, sono io, Elizabeth. -

- Ah, amo, che c'è? -

- Niente, volevo semplicementi chiederti se ti andava d'uscire. Ti va? -

- No, mi andrebbe, solo che mi sono preso la febbre e non vorrei peggiorare. -

- La febbre? Quando? -

- Sì, ieri sono uscito, nonostante il freddo che ci fosse, per andare a prendere un libro in biblioteca. Non mi sono portato nemmeno una felpa dietro e, come tu sai, la biblioteca è abbastanza lontana da casa mia... -

- Robby, se vuoi resto con te. -

- No, non vorrei mischiartela. Non preoccuparti, vai e goditi la giornata. - Mi dice dolcemente.

- Ok, vedi di guarire in fretta. Un bacio. - Gli dico.

Poi mi avvio verso la casa di Den.

[...]

Suono, ancora una volta, il citofono, questa a volta a casa di Den.

- Pronto? -

- Ciao, sono io, Elizabeth. C'è Den? -

- No, ha detto che aveva da fare ed è uscito. -

- Ah, ok, grazie. Arrivederci signora. -

- Ciao. -

Me ne vado e cammino per un pò senza meta. Ad un certo punto incontro Daniel con Martina. Ultimamente quest'ultima mi è diventata più simpatica.

Vado loro incontro.

- Ragazzi! - Dico, salutandoli con la mano.

- Ciao! - Rispondono in coro.

- Vi va di uscire? -

- No, non possiamo. -

- E perché? -

- Perché dobbiamo studiare e Martina mi aiuterà. Vero? -

Sembra sorpresa, ma annuisce.

- Ok, ciao, ragazzi -

Ora che so che anche Den e Martina sono occupati, non so più cosa fare. Ho altri amici, ma non sono come loro.

[...]

Continuo a camminare, fino a quando...

<< Ma cosa? >>

Vedo mia sorella davanti ad una una discoteca.

Mi trovo in un piccolo vicolo. Esco e mi mischio alla folla, per poi posizionarmi dietro all'angolo della strada opposta a quella da cui mi sono spostata.

Incomincio ad ascoltare.

 

Pov's Elaiza

<< Cos'è? La piccolina ha fifa? >>

<< No, George non non ho fifa! Proprio per niente!! >>

<< E allora, perché non ti muovi ed entri? >>

<< Ci entrei se non dovessi bere un alcolico. >>

<< Già, lasciatela in pace!! >>

<< Cos'hai Senjy? Ti sei schierato dalla sua parte? >>

Guardo Senjy, sono contenta che mi abbia difeso. Ma non penso che questo faccia cambiare idea a George e a Michel. Non penso proprio.

<< George ha ragione: hai perso ed ora devi scontare la tua "pena". >>

<< Beh, e, comunque, è solo un bicchierino. >>

Vedo mia sorella avvicinarmisi.

<< Cosa vuole fare? >> Sussurro a bassa voce.

La vedo prendermi per un braccio.

<< Uffa, tu dovevi restare a casa a pulire la tua stanza!!! Non ci penso nemmeno a farlo io. >>

Mi stringe il braccio. La guardo. Non avrei mai pensato, fino a questo momento, che avrebbe mai potuto aiutarmi.

<< Ehi, bella, che stai facendo? >>

<< Ehi, ciccio, che stai facendo tu? Fino a prova contrario io sono più grande di te d'un anno. >>

<< E quindi? >>

<< Non lo so. Ma che ve ne pare se chiamo la polizia? >>

<< E cosa le racconteresti? >>

<< Non si risponde ad una domanda con una domanda. A quanto pare non brillate per intelligenza. E, comunque, le racconterò che avete cercate di far drogare una certa persona... Quale sarebbe lei. >>

<< Ma tu l'hai fatto! >>

<< Io sono speciale, ragazzino! >>

In questi momenti, l'ammiro. Lei è sempre stata una grande nelle minacce. Anche se queste sono cose da niente, se non fosse che ha seguito un corso di recitazione dai 7 ai 15 anni; è capace di recitare e di far credere alla polizia ciò che vuole lei.

<< Allora? >>

<< Va bene, scusa, Elaiza. >>

Mi hanno chiesto "scusa"?

<< Oh, ok. >>

<< Bene, adesso, vieni con me. Andiamo così ti faccio pulire la tua camera! >>

<< Cosa? >>

Non ha scherzato prima. Adesso, mi toccherà pulire la mia camera per davvero.

La seguo.

[...]

A casa di Elizabeth e di Elaiza

Pov's Elizabeth

Sono in camera mia. Sto scrivendo tranquillamente al computer. Oltre alla pallavolo, la musica e la scrittura sono le cose che preferisco per sfogarmi.

Nella musica provo ad immaginare storie scritte da altri, cantate con voce a dir poco divine. Dietro ad ogni canzone c'è una storia segreta. Ben nascosta; che sia triste o gioiosa. Una canzone non è niente senza un significato da scoprire, nascosto al suo interno.

Invece, con la scrittura è esattamente il contrario. Infatti, qui, sono io che scrivo la musica delle mie storie, sono io che invento la storia dei miei personaggi, sono io che decido il loro destino, sono io che scrivo e, volendo, riscrivo la loro storia.

Non bisogna confondere la realtà con i sogni.

Sono fondamentali entrambi. Non so nemmeno perché sto pernsando a ciò. Sorrido da sola. In modo silenzioso; un sorriso non può far rumore se non in compagnia di coloro che ti amano e che ti sentono vicino.

Sento il cigolio della porta. Mia sorella entra piano piano. Solitamente entra in modo tempestoso. M'avrà fatto un centinaio di volte quel quadro che ritrae me e Robert insieme. Eppure stiamo insieme da solo da quattro mesi.

Mi s'avvicina.

<< ho finito di pulire la mia stanza. >> Mi dice timidamente.

Non mi stupisco solo per il suo tono, ma anche per il fatto che l'abbia fatto davvero.

<< L'hai fatto davvero? >>

Mi fa segno di seguirla; mi conduce in camera sua. La trovo perfettamente in ordine. Quasi non posso credere ai miei occhi.

Mi giro verso di lei e le tocco la fronte; non scotta.

<< Allora... Perché l'avresti fatto? >>

<< Perché mi hai tolto da un bel casino. Non mi preoccupava che dovessi bere un bicchierino... >>

<< Ma ti preoccupava come avessero reagito mamma e papà, giusto? >>

<< Già, riguardo a questo, è una mia impressione o mamma e papà non stanno più litigando? >>

<< Già, ma sono fuori. Penso sia per questo. >>

<< Ah, vieni a casa di Robert alle 18.30 >>

<< Perché? >>

<< Boh! >>

Esce dalla mia camera e, penso, poiché si è preparata e truccata, che esca. Chissà perché il mio amore vuole che vada da lui.

__________________________________________________

Intanto a casa di Robert

Pov's Robert

<< Ok, posiziona questo qua; questo qui e quella là! >> Dico.

Ci manca da preparare solo un bel banchetto per mangiare qualcosa e, poi, avremo finito.

Suona il citofono. Siamo già in giardino, non serve che io vada a rispondere dall'altra parte di quella specie di telefono.

Vado direttamente davanti al cancello di casa mia. Lo apro e mi ritrovo Elaiza davanti.

<< Ciao. >> Mi dice.

<< Cos'ha fatto Elizabeth per convincerti a venire ad aiutarci? >> Le chiedo con aria sospettosa.

<< Niente. E, poi, cosa avrebbe potuto fare? Non sospetta nulla! >>

<< Davvero? >>

<< Già. Adesso, posso entrare per aiutarvi o mi lasci qua fuori? >>

<< Certo che entrambe avete un bel caratterino. >> Osservo, spostandomi, lasciandola entrare.

<< Chi? Io e mia sorella? Lo so. >>

S'avvicina e ruba un decorazione dalla mano di Den.

Si guardano. Si sorridono. Si spostano. Si sfiorano.

Den viene, poi, chiamato da Martina e, così, sé ne va per la sua strada; lo stesso fa Elaiza.

<< Chissà se a Den piace di più Martina o Elaiza... >>

So già che questa domanda avrà risposta prima o poi.

Intanto che penso a come e quando avverrà ciò, guardo il mio orologio. Mancano circa 40 minuti. Dovremmo e ce la faremo a finire.

<< Ehi, ciccio, muoviti ed aiutami! >> Mi dice Martina.

Le prendo le scatole che ha in mano e noto che sono leggerissime.

<< Scusa, ma sono leggerissime. Perché me le hai date? E a che ci servo? >>

<< E che vuoi che ne sappia! Le ho trovate a terra e te le ho portate. >>

<< Ah, che ragionamento logico. >>

Prendo ancora qualche snack dalla credenza in cucina e li posiziono sul tavolo che abbiamo messo in giardino.

Non sapevo se fare una festa molto grande o più intima.

Così ho invintato circa una decina di persone, optando per la seconda opzione.

Tutti gli invitati sono pronti: Io, Den, Martina, Elaiza, Vanessa, Sarah, e Roberta [alcune delle sue migliori amiche], Christian [amico d'entrambi], Laura [altra sua grande amica], Lorence e Anthony [Amici carissimi].

<< Ehi, ragazzi, eccomi! >>

E, per finire, è arrivata anche Sophia.

<< Allora... Quando dovrebbe arrivare? >> Mi chiede Vanessa.

<< Tra una mezz'oretta. >> Le rispondo.

<< Siamo sicuri d'aver preparato tutto? >> Chiede Christian.

Lui è sempre stato un tipo avente molte insicurezze; ha sempre creduto molto nell'amore. Eppure, nonostante sia un bel ragazzo l'amore vero non l'ha mai trovato.

Ha i capelli rossicci e degli occhi castani; è alto circa 1.70, con una corporatura abbastanza muscolosa. Pesa, se non mi sbaglio, e difficilmente mi sbaglio, 58 chili.

Non so nemmeno perché lo sto pensando.

Dovrebbe essere innamorato di Vanessa.

<< Ehi, Robert! >>

<< Sì, certo... Che c'è? >>

<< Sei sicuro d'aver preparato tutto? >>

<< Beh, penso di sì. Fammi controllare la lista. >>

Prendo un pezzo di carta dalla mia stasca.

<< Dunque:

- Invitare gli invitati.

- Predisporre i regali nel salone.

- Preparare il giardino.

- Comprare delle bibite e degli snack e posizionarli sul tavolo.

- Aspettare Elizabeth. >>

<< Una mappa molto precisa. >>

<< Sì, come no... >>

I minuti passano in fretta. Il campanello viene suonato.

Mi avvio ad aprire.

Pov's Elizabeth

Sento dei passi.

<< Sarà Robert. >> Dico sottovoce.

Infatti viene ad aprirmi.

<< Ehi, ciao. >> Mi saluta, sorridendomi in modo sincero.

<< Ciao. >> Gli rispondo.

<< Allora..., hai intenzione di restare lì o entri? >>

<< Entro, ovvio. >>

Attraverso l'ingresso; ma subito dopo, mi sento un braccio sulla spalla; è Robert.

<< Aspetta, mettiti questa. >>

Mi porge una benda. Io me la lego dietro alla testa e prendo per mano Robert, il quale mi guida verso ad un certo punto.

<< Ehi, Robby, perché mi hai fatto mettere questa benda? >>

<< Beh, toglitela e scoprilo da sola. >>

Me la tolgo. Non riesco a credere ai miei occhi.

<< Sorpresa! >> Mi gridano tutti.

<< C'est fantastic! >>

<< Non sapevo che tu sapessi il francese. >>

<< Beh, Christian, L'ho studiato alle medie, qualcosa me la ricordo ancora. >>

<< Allora, ti è piaciuta la sorpresa? >>

<< Vanessa... Non so proprio cosa dirvi. >>

<< E allora perché stai piangendo, sorellina? >>

<< Elaiza, ci sei anche tu? >>

<< Che domande! Puoi ancora chiedere ai tuoi occhi, comunque perché piangi? >>

<< Perché nonostante tu mi abbia detto tutte quelle parole, io ancora soffro per i miei genitori e vorrei che non litigassero più. >>

<< E qui viene la vera sorpresa. Guarda dietro di te. >>

Mi giro. Continuo a piangere, solo che io, ora, piango per la gioia. Corro incontro ai miei genitori; loro mi abbracciano.

<< Tesoro, ci dispiace averti ferito... >> Dice mia madre.

<< Ma non volevamo. E non preoccuparti se litighiamo, è normale in un matrimonio. >> Continua mio padre.

<< Questo vuol dire che non state per divorziare? >>

<< Già. >>

<< Bene, detto questo, via quelle lacrime e diamo il via alla festa. Voi adulti potete rientrare in casa. >>

I grandi della situazione si guardano e, poi, rientrano in casa dei genitori di Robert.

Noi, intanto, incominciamo la festa; e, tra scherzi e chiacchiere, la serata finisce. Se ne vanno via tutti verso le 22.00. Abbiamo dato fastidio al vicinato e, così, non ho potuto scartare i regali con loro. Lo farò domani; intanto, prima di tornare a casa mia, mi avvicino a Den e Robert che stanno pulendo i resti della festa, e li abbraccio.

<< Grazie, per avermi regalato la più bella festa in assoluto che ho mai avuto e che mai avrò. >>

Loro mi sorridono. Mi giro e me ne vado via con i miei.

 

 

Angolo autore:

Ecco qui la mia idea: una gara a chi ha dato più recensioni a questa storia. Questa gara durerà fino alla fine della storia. Per tanto, vi lascio alla storia, e ricordate questo: recensite.

Lo faccio sia per ottenere più recensioni [e quindi più pareri] sia per farvi divertire.

Questo ritorno nel mondo della scrittura mi sembra molto buono. Questo è il secondo capitolo più lungo della storia. Senza gli angoli autori sono 9 pagine di wordpad contro il capitolo "Story of my life and Eve Christmas" che ne ha 11.

Spero che continuiate a leggere la storia. Il nuovo capitolo è in fase di scrizione. Purtroppo, a causa della connessione, questo capitolo sarà pubblicato circa 10 giorni dopo alla sua scrittura.

La prossima tappa è...

School end and plans for the Summer holiday!!!

Bye_Bye_da_I_am_so [ Che, per chi non lo sapesse, è la mia nuova fima. Non ho cambiato nome, come potete ben vedere.]

 

 
  
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