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Autore: paoletta76    22/10/2012    1 recensioni
Non sarai re, ma che t'importa..? Puoi essere un milione di altre cose.. con le tue capacità, con il potere che hai fra le dita.. puoi guarire, puoi salvare.. puoi essere più che un re.
La storia introduce un nuovo personaggio (ma quanto, nuovo?) accanto agli Avengers..
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Thor, Un po' tutti
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Million Other Stories'
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Il giardino d'inverno sembrava abbandonato, triste, sospeso come tutto il regno, in attesa che Odino tornasse a vegliare su di esso, in attesa che l'odiato principe ribelle tornasse al proprio posto o scomparisse per sempre.
 
- Accidenti!
Loki scese oltre il muro, constatando con un pizzico di rabbia come non avesse mai smesso di graffiarcisi le mani. Gli bastò stendere i palmi, e la pelle tornò liscia come prima.
Un sorriso, muovendo qualche passo verso il gazebo. Un moto di fastidio, notando che lo spazio su cui era solito distendersi per riposare e riflettere era già occupato.
 
Capelli corvini sparsi e ribelli oltre un paio di spalle vestite di bianco. Scarsamente, vestite.
Una smorfia gli dipinse il viso.
 
- Pensavo di essere l'unico, a conoscere questo posto.. - le si avvicinò, osservandola dall'alto.
- Anch'io.- replicò Sif, con tono leggermente nervoso, senza accennare a spostarsi.
- E' il giardino segreto di mia madre..- lui le si sedette accanto, provando ad esercitare il proprio diritto di prelazione.
- Non è tua madre.- replicò lei, priva di tono, senza neanche guardarlo.
Gli diede l'effetto di una pugnalata in pieno petto.
 
Chiuse gli occhi, prendendo lentamente fiato e stendendosi spalla a spalla con lei. Gli sfuggì una lacrima, rigandogli la guancia fino a bagnare il legno sotto la sua testa.
 
Sif non lo temeva. Non riconosceva nessun'autorità, non temeva alcuna punizione. Era sempre stato così, fin da quando erano ragazzini. Lo detestava e basta, ed era un'altra inspiegabile fonte di dolore.
 
- Stai male, vero?
Quella voce lo colse alla sprovvista, costringendolo a voltare il viso verso di lei.
- Guarda che ti ho visto, altezza. Quella che porti là fuori è una delle tue tante maschere.
Il tono mal celava disprezzo e rancore, ma Loki riuscì a sentirci anche una nota di compassione.
- Anche tu..?
Sif aggrottò le sopracciglia, alzandosi e posizionandosi con il peso del corpo sui gomiti, in modo da guardarlo in faccia senza dargli scampo.
- Mi odi anche tu.. ma forse è giusto così.. sono un mostro..- replicò, la voce leggermente incrinata.
- Sì, ti odio. Ti odio con tutto il cuore, dio degli inganni. Detesto l'uomo che sei diventato. Conoscevo un ragazzo mille volte migliore di te.
Sif tornò a sdraiarsi contro la spalla del nemico, mantenendo quel tono triste.
- Ti ha raccolto dalle rovine e portato fin qui. Magari aveva dei piani, magari non sono proprio quelli che credi tu.
- Smettila..
- Guarda che lo so, cosa si prova. - lei alzò sensibilmente la voce, continuando a fissare la volta del gazebo - ho voluto diventare una guerriera. Io, che sono una donna. Una di quelle che le convenzioni vogliono a casa, accanto ai figli ed a uno sposo che altri hanno scelto per loro. Ho voluto diventare una guerriera e solo tuo fratello mi ha sostenuto, contro tutto e contro tutti. L'ho voluto fare perché mio padre voleva un figlio maschio, e non mi ha mai amato. Odino ti ha raccolto, e ti ha cresciuto. Ha fatto molto di più di quanto abbia fatto mio padre per me. Eppure, ci siamo comportati allo stesso modo, per dimostrare che esistiamo. Io ho cercato di essere il figlio che desiderava. E tu vuoi renderti l'erede perfetto.
- Sif..
- Abbiamo sbagliato tutto.
- Smettila.
- Che sarebbe stato, di te, se fossi rimasto a Jotunheim? Non credo saresti qui a parlare con me.. perché non pensi a questo, invece che ai piani politici e a tutti quegli intrighi con cui ti torturi il cuore?
Il tono della ragazza ora s'era fatto di disperata protesta. Gli mise quasi paura.
- Che diavolo dici..? - si sollevò su di lei, scorgendo occhi liquidi di lacrime. 
Non l'aveva mai vista piangere. A dire il vero, non l'aveva mai vista tanto debole e triste prima di quel momento. E non riusciva a capire perché si fosse confidata proprio con lui.
- Già..- lei sembrò leggergli quel pensiero nello sguardo, e si asciugò veloce il viso col dorso della mano - ti odio, e lo vengo a dire proprio a te..
- Mio fratello è in esilio.- lui sollevò le spalle, con il tono di qualcosa di ovvio.
Lei scosse la testa, prima di sollevarsi a sedere ed interrompere il contatto.
- A lui non ne ho mai parlato. 
- Ma tu mi odi.. perché?
Sif sollevò le spalle, voltando il viso dall'altra parte.
- Sei sempre stato superiore a tutti quanti, e ce l'hai sempre fatto pesare. E' per questo, che ti odio. E pensare che hai fra le dita un dono immenso.. ti stai buttando via.
- Stai farneticando.- lui si sollevò di scatto, cercando di recuperare autorità e di difendersi da quelle parole.
- Forse non è questo il tuo destino. - lei riprese quel tono di protesta disperata che aveva il potere di intimorirlo più delle minacce - magari non diventerai un re.. ma che t'importa? Puoi essere un milione di altre cose..
 
Ricordava di aver levato il passo, cercando di non ascoltare un'altra parola. Ma quelle.. quelle gli erano rimaste impresse come un marchio a fuoco.
 
Forse aveva ragione lei, pensò, riprendendo il proprio posto ed indossando di nuovo l'elmo dorato e la maschera del dio degli inganni. Forse era proprio quella, la verità. Ecco, perché faceva così male..
 
La cercò più volte, con lo sguardo, sperando di vederla fra la gente che popolava la sala dei banchetti.
La individuò solo molto più tardi, quando già le danze erano nel vivo, in mezzo ad un gruppetto di dame dalla forzata allegria. Anche lei aveva indossato di nuovo la propria fedele maschera da temeraria ed ironica guerriera.
 
- Mi concedete questo ballo, Lady Sif? - le si avvicinò senza neanche sapere come i piedi lo avessero guidato fin lì.
 
Di fronte a quella mano tesa ed a quel sorriso che mal celava perfidia, Sif s'irrigidì, trattenendo i pugni raccolti fra loro sul vestito. Squadrò il principe da capo a piedi, e sollevando appena il naso rispose:
- No.
- Osate sfidarmi? - lui piegò appena il viso, facendosi più vicino.
- No, vostra altezza..- lo sguardo di lei si fece dolce, penetrante. Poteva sentirlo entrargli nel petto ed uscire dalla schiena - ma non ballo col dio degli inganni. Avrei concesso la mia mano al principe Loki, ma temo che questa sera non sia stato invitato.. e mi dispiace molto.
 
Gli voltò le spalle, dirigendosi a passi stanchi verso l'ampia terrazza immersa nel buio.
 
Loki non riuscì a fermarla. Le sue parole.. e il tono con cui le aveva pronunciate, il suo sguardo.. avevano avuto lo stesso potere di un incantesimo, congelandolo al centro della sala.
Si lanciò uno sguardo intorno, certo che nessuno avesse sentito parole oltre al no deciso con cui la donna aveva rifiutato il ballo.
Gli occhi di tutti erano puntati sul nuovo re, sembravano chiedergli quale sarebbe stata la sua prossima mossa. Avrebbe punito la sfrontatezza di Lady Sif? L'avrebbe fatta incatenare? L'avrebbe esiliata come il Padre aveva fatto con Thor?
 
Quegli sguardi gli diedero l'effetto di mille punture. Veloce e nervoso, si sfilò l'elmo e levò il passo verso la terrazza. L'espressione del suo viso denotava tutto meno che il desiderio di concederle il perdono.
 
- Sif.
La chiamò una, due volte. Non ebbe risposta, dal buio che avvolgeva la terrazza. 
Poi la vide. Quasi rannicchiata contro la balaustra di marmo, quell'abito bianco e leggero che la circondava ondeggiandole attorno ai fianchi come una nuvola di veli.
La raggiunse, e scoprendole il viso notò per la prima volta quanto fosse bella.
- Sif..- il suo tono si fece più dolce - si può sapere che ti succede?
- Lasciatemi in pace, maestà..- replicò lei, con la voce ridotta ad un soffio, senza staccare gli occhi dall'orizzonte.
 
Adesso si sarebbe inviperito, pensò. Sarebbe andato su tutte le furie, per quell'orribile mancanza di rispetto. Dopotutto, giusto o sbagliato, l'uomo che le respirava accanto era il suo re, e su di lei aveva qualunque potere, anche quello di torturarla o ucciderla per un capriccio.
Non gliene importava più nulla.
 
Per questo, la mano di Loki a sfiorarle il viso fu qualcosa di totalmente inaspettato.
Le sue dita scostarono appena un ciuffo di capelli, sfiorarono lentamente il suo collo, poi la guancia.
Sollevò lo sguardo, sorpresa più che intimorita, accorgendosi di come fosse fredda quella mano rispetto alla propria pelle.
- Sei gelido..
Lui abbassò gli occhi. Avrebbe dovuto essere una cosa normale; del resto, era un gigante di ghiaccio. La cosa che neanche lui riusciva a capire era il perché il suo freddo stesse cercando il tepore della donna che lo odiava da sempre.
Fece per scostarsi, e stavolta fu lui, ad esserne sorpreso. La mano di Sif tratteneva la sua contro la guancia, sembrava volerglielo concedere, un po' di quel tepore. Si specchiò nello sguardo verde della donna, e il dio degli inganni si dissolse nell'aria della notte.
- Sono felice che tu sia arrivato..- disse lei, chiudendo gli occhi in un sospiro. 
 
Sorrise; aveva capito.
Sif non l'aveva mai odiato. Aveva solo aspettato di vedere in lui l'uomo migliore che da una vita cercava di nascondere nel profondo.
Appoggiò la fronte a quella della donna, e smise di pensare.
 
Le labbra del gigante di ghiaccio non erano per niente fredde, pensava Sif, continuando a cercarle come quelle cercavano le sue. Un bacio, e poi un altro, avvolti dal buio, fino a quando non udirono le prime voci che li stavano chiamando. O meglio, cercavano lei.
 
I tre guerrieri non l'avevano vista tornare, ed avevano temuto il peggio. Trovarla in un angolo della terrazza, così vicina al principe cadetto, mise loro addosso un'inquietudine tremenda, e le mani andarono automaticamente in cerca delle armi appese al fianco.
- Sto bene.- disse lei, percependo la tensione. Si scostò da Loki, che non disse né fece nulla, rimanendo spalle alla balaustra, ad osservarla mentre se ne andava.
 
Sarebbe rimasto il loro piccolo segreto. Una parte di lei avrebbe continuato a detestarlo, e l'altra ad ascoltare il proprio cuore mentre il ritmo dei battiti cresceva ad ogni incontro e ad ogni sfiorarsi.
 
Poi, il piano del dio degli inganni di impadronirsi del trono era fallito. Le sue bugie svelate, Thor finalmente di nuovo a casa, a riprendersi il posto che per diritto gli spettava.
 
Ci sarei riuscito! Per te! Per tutti noi!
No, Loki..
 
La voce di Odino, il suo tono sconsolato. Le dita avevano allentato la presa, e s'era lasciato cadere nel vuoto.
  
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