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Autore: Cutie XOXO    22/10/2012    17 recensioni
-"Siamo nervosette stamattina eh?! Bene, dato che comunque sono educato mi presento mi chiamo Harry, Harry Edward Styles"- disse guardandomi con un sorrisetto che fece riapparire le fossette di prima. -"Sono capitano della squadra di calcio e mio padre è un importante bancario di Londra"- concluse spavaldo, -"Io invece sono Niall James Horan"- iniziò il tipo con gli occhi azzurri guardando maliziosamente la MIA Chiara -"Sono irlandese, mio padre è un imprenditore di Dublino, oltre a far parte della squadra di calcio sono il capitano della squadra di tennis"-"Mentre io sono Zayn Jawaad Malik, ho origini pakistane.."- oh è pakistano non indiano poco male -".. Sono vice-capitano della squadra di calcio e capitano di quella di surf"- finì. In quel momento mi venne quasi da scoppiarli a ridere in faccia.
Questa è la storia di tre ragazze e della loro vita piena di amicizia. Nella nuova scuola, il King's College incontreranno molte persone, ma cinque in particolare riusciranno a rivoluzionare la loro vita. Nel bene e nel male.
-Secondo capitolo in revisione-
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Niall Horan, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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A new life, with you girls ♥

-"Eccoci qua"- disse mia madre sbattendo il cofano della macchina dopo aver preso tutte le valigie con un sorriso smagliante stampato sulle labbra. -"Vi farete dei nuovi amici in un lampo, in fondo siete tre ragazze bellissime!"- aggiunse la mamma di Chiara cercando di sostenere il nostro umore -"Questi nuvoloni aiutano davvero tanto"- sospirò Irene intenta a leggere l'ora sul display del suo BlackBerry.
In effetti non aveva torto, anzi; le sue parole allarmarono le tre donne che iniziarono a lanciarsi qualche occhiata furtiva -"Dai non preoccupatevi"- disse avvicinandosi mia madre -"Non credete sia difficile pure per noi? In fondo i nostri mariti sono rimasti a Milano"-.

Bene forse è il caso che inizino le presentazioni. Mi chiama Sara Berry, ho 17 anni e sono nata il 1° febbraio, vengo da Milano anche se è meglio dire 'venivo' dato che per colpa del lavoro di quella santa donna di mia mamma mi sono dovuta trasferire a Londra assieme alle mie due migliori amiche Chiara e Irene, le quali, ci hanno seguite poichè tutti i nostri genitori lavorano in una famosa ditta finanziaria; che ovviamente ha dovuto cambiare sede. Non è tutto rose e fiori come sembra siccome i nostri padri sono rimasti in Italia e noi ci siamo per lo più portate dietro le sorelline più scalmanate della terra.

-"Sapete come si chiama un taxi da queste parti?"- esultò Irene dato che in quel momento eravamo quasi in mezzo alla strada con chili e chili di valigie al seguito -"A dire la verità no"- risposi alquanto seccata, si insomma erano le 11 di sera e non eravamo ancora arrivate a casa. Per fortuna, grazie alle nostre abilità persuasive, se così possiamo definirle, in nemmeno cinque minuti riuscimmo a salire tutte e nove in una macchina bianca enorme che non aveva nemmeno l'aspetto di un taxi. Più che altro sembrava un furgone. -"Sara dai vieni"- mi disse Chiara con un sorriso a trentadue denti -"Vengo anch'io"- mugugnò Irene mentre ascoltava la musica col suo I-pod -"Volete anche voi?"- continuò dopo essersi seduta comoda porgendoci delle cuffie con quattro auricolari, si sono strane però le abbiamo prese quando siamo andate a Parigi in un piccolo chioschetto vicino alla Tour Eiffel. -"Certo dai qua!"- esclamò tutta felice Chià. Fu così che le note di 'Fucking Perfect' di P!NK accompagnarono il nostro viaggio.
Mi guardai attorno. Ero a Londra con le mie migliori amiche, le due persone con le quali sono praticamente nata e cresciuta. Alla mia sinistra c'era Chiara, nata il 13 settembre. Capelli lunghi e arancioni. Occhi di un fantastico verde smeraldo nei quali ti ci potevi perdere, il suo viso con dei lineamenti dolcissimi, le guance e gli zigomi cosparsi di piccole lentiggini marroncine che risaltano sulla sua pelle chiara e candida, le labbra carnose e la minuscola voglia sul mento grazie alla quale ci divertiamo sempre a prenderla in giro dicendogli di non saper mangiare il frappè al cioccolato sporcandosi sempre; le recano il tipico aspetto dell'irlandesina, infatti le sue origini sono quelle. Sua madre viene da Mullingar, un paesino dell'Irlanda. Alla mia destra invece Irene, anche lei bellissima. Sguardo di un fantastico color cioccolato con ramature verdognole quasi dorate. Castana scuro con un ciuffo biondo fatto per sbaglio quando voleva tingersi le punte dei capelli, il suo viso è un po' più allungato rispetto ai nostri, guance morbide e naso all'insù. Una cosa della quale la invidio sono le sue labbra grandi e rosee che creano un sorriso stupendo ogni volta che ride, proprio come sta facendo adesso che si è resa conto che la sto guardando; sua mamma invece ha origini pakistane, si è trasferita però a Bradford, precisamente a East Bowling quando non aveva ancora conosciuto il suo futuro padre, di noi tre è la più grande di qualche giorno perchè è nata il 12 di gennaio. Ha un tatuaggio che consiste in un microfono sull'avambraccio destro. E poi ci sono io, Sara, occhi azzurro cielo, biondo ramato. Nulla di particolare insomma. Mia madre è italo-inglese, è nata a Holmes Chapel, una piccola città del Regno Unito vicino a Chesire. Ho vissuto li per qualche mese, dopo il parto. Anche io ho dei tatuaggi, precisamente due: una stella a cinque punte sulla parte anteriore del braccio sinistro e uno sul polso sempre sinistro con la scritta 'I Can't Change'.
Tutte e tre ci conosciamo da quando siamo piccolissime, i nostri genitori hanno frequentato lo stesso liceo a Milano per poi continuare a stare in contatto, siamo andate insieme dalle elementari fino alla terza liceo. Adesso dovremo frequentare il quarto anno in un College di Londra. Tutte le persone che ci conoscono dicono che siamo bellissime e si stupiscono, infatti, quando alla fatidica domanda 'Hai un ragazzo?' noi rispondiamo sempre di no. Durante tutta la nostra vita avremo avuto neanche dieci fidanzati in tre. Non riesco mai a capacitarmi di questa cosa, più che altro perchè me ne frego. Forse è colpa del nostro carattere. Siamo diverse dalle tipiche normali ragazze, a noi interessa soltanto fare quello che ci piace senza che nessuno debba per forza comandarci o imporci qualche regola. Non ci impiegavamo anni per vestirci, anzi, le comode Vans, jeans e T-SHIRT sono i tipici abiti che trovi nel nostro armadio. Nulla di che, personalmente l'utilizzo di matite o mascara per infoltire le ciglia è abbastanza raro; siamo le trite e ritrite ragazze che dicono sempre quello che pensano senza farsi grandi scrupoli o problemi, quelle che riescono a fare amicizia subito grazie alla poca timidezza. Niente rimpianti o scassamenti di coglioni, quello che è stato è stato. Se ti piace è così sennò puoi benissimo andartene via.
Dopo una mezz'oretta arrivammo davanti a quella che sarebbe dovuta essere casa nostra. -"Questa a quanto pare è dove dovremo vivere per i prossimi due anni!"- esclamò Emma, la madre di Irene, era un villone abbastanza grande con un giardino stupendo, il vialetto pieno di pietruzze e una piccola panca rivolta verso la casa affianco rendevano il tutto stupendo. Non riuscivo davvero a credere ai miei occhi e credo valesse la stessa cosa per il resto delle donne presenti, dato che il loro mento andò a toccare terra per almeno una decina di minuti.
-"Sa-Sara hai visto è enorme"- disse la rossa sedendosi sulla sua valigia -"Noi eravamo abituate ad un appartamentino di neanche 100 mq"- cercò di dire Irene ancora incredula -"Non trovate sia stupendo!"- aggiunse Federica, la mia sorellina di quattro anni che assieme a quelle di Chiara e Irene sempre della stessa età iniziarono a correre per tutta la veranda, bene loro si erano già abituate. Salimmo subito nelle nostre rispettive camera che erano altrettanto eleganti e meravigliose, mi vestì con il mio pigiama preferito e andai subito a dormire, sbiascicando un 'Buona Notte' incomprensibile all'irlandesina e Irene le quali fecero la stessa cosa. Proprio mentre tutte e tre stavamo per avviarci nelle nostre stanze arrivò mia madre -"Tesoro.."- salutò -"Dimmi pure"-, sinceramente non avevo voglia di stabilire un discorso in quel momento. Non che fossi arrabbiata, ma perchè i cambiamenti così improvvisi non mi sono mai piaciuti. Mentre parlavo ci raggiunsero anche Emma e Giulia, mamma di Chiara -"Ecco, insomma volevamo solo sapere se avete preparato tutto per domani mattina, dobbiamo fare l'iscrizione alla scuola"- dissero cercando di mettere insieme una frase. -"Sì certo"- beffammo in coro. -"Vi chiediamo scusa per quello che vi stiamo facendo passare, è tutta colpa nostra.."- cercò di continuare mia madre ma la zittimmo con un abbraccio al quale si unirono anche le altre due donne, -"Non preoccupatevi, l'importante e che stiamo insieme.."- le tranquillizzo Chià. -"Per noi così è perfetto"- concluse. Non riuscì a trattenermi, mi scappò una lacrima che mi rigò la guancia. Non era dovuta alla tristezza ma all'agitazione del momento. Irene se ne rese conto e mi venne vicino stringendomi ancora più forte -"Noi andiamo, dormite bene"- disse portandomi via, -"Mi raccomando domani sveglia alle 9"- ci ricordò Emma. Dopo qualche minuto mi ritrovai sul mio letto abbracciata alla rossa -"Non piangere Sara"- cercò di rassicurarmi -"Se stiamo insieme non succederà nulla, sono solo due anni scolastici, non è molto, facciamoci quelle quattro o cinque amicizie e basta, poi torniamo in Italia"- continuò riuscendo a calmarmi. -"Ora però è meglio riposare, domani dobbiamo andare a scuola per fare il colloquio con la preside"- disse Irene avvicinandosi, con un tono pieno di rammarico e apprensione. -"Ok, andiamo a letto, sapete vero che vi amo?"- chiesi, non era una domanda, ma un'affermazione; riponevo in loro un sacco di affetto e non le avrei mai abbandonate. -"Sì e noi amiamo te"- rispose Chiara stringendomi ancora -"Dormiamo insieme sta notte?"- aggiunse, -"Sì, dai non voglio stare da sola"-. Fu così che ci addormentammo insieme nel nuovo letto della nostra nuova città, come quando eravmo bambine. Per ritornare ai vecchi tempi dove non importava dove fossimo, bastava stare unite.
La mattina successiva mi svegliai alle 9 in punto. Sbadigliai fragorosamente. Avevo dormito poco quella notte. Quando scendemmo era già tutto pronto. Mangiai frettolosamente accompagnata dalle lamentele di mia mamma che continuava a invitarmi di fare più in fretta. Chiara a momenti rischiò di ingozzarsi. -"Ci vediamo qua tra mezz'ora va bene?"- chiesi -"Ok"- disse la rossa, annuendo con la testa -"Allora a tra poco"- rispose Irene facendo l'occhiolino.
Entrai in camera e mi feci una doccia fredda che riuscì a svegliarmi del tutto facendomi dimenticare il pianto della sera prima, una volta finita mi guardai allo specchio, non avevo ne occhiaie o borse sotto gli occhi cosa che accadeva spesso, la mia pelle era liscia e candida. Decisi subito di vestirmi senza perdere troppo tempo dato che mi erano rimasti solo 10 minuti, aprì immediatamente la valigia e presi qualche vestito: una canotta bianca lunga fino all'ombelico con la scritta nera 'I Love Cat', un paio di shorts di jeans a vita alta e infine un paio di Vans rosse. Lasciai la mia folta chioma libera al vento. Andai al piano di sotto dove c'era già Chiara, in effetti lei è sempre stata la più veloce a prepararsi. -"Ciao ciccia!"- mi disse e io risposi con un mega sorriso, neanche un minuto dopo arrivò Irene. I capelli della rossa erano raccolti in una coda mentre la mora li teneva in uno chignon, siamo tutte e tre alte e magre, con il fisico giusto. Ma credo comunque che l'aspetto esteriore non conti l'importante è quello che hai dentro. Ovviamente starete pensando che questa è la tipica frase da brava ragazza, be in effetti non avete tutti i torti. Su una persona puoi farci tutti i peggiori pensieri o predizioni, ma se prima non cerchi anche solo di conoscerla un minimo, be sbagli in partenza. -"Allora andiamo?"- disse mia madre vedendoci ormai pronte; ci aspettavano tutti in macchina mentre la baby-sitter si sarebbe occupata per qualche oretta delle nostre sorelline, avevamo già una baby-sitter? Accidenti!
Salì in macchina con un po' di malinconia in volto e in neanche 10 minuti arrivammo al college. Era molto bello, bellissimo anzi. Un grande parco verde, un campo enorme da pallavolo, uno da calcio e un'altro da basket. Finestre bianche, erbetta, sassolini e tulipani in crescita sul muro. Mai visto qualcosa di più curato. Fuori c'erano solo gli uomini della manutenzione, gli studenti saranno a fare lezione. Nel complesso l'edificio scolastico era un miscuglio tra architettura moderna e antica. Senza una prevalenza più concisa di uno dei due stili, anzi. Il giusto equilibrio che riesce a rendere il tutto: raffinato, azzeccato e non troppo incoerente con il resto delle abitazioni vicine. Mia madre suonò, e in men che non si dica venne ad aprirci una signora con i capelli brizzolati, con l’aria indaffarata, sembrava poter essere un sacco di cose tranne che gentile o simpatica. -"Salve voi dovete essere la famiglia Berry, Smith e Haron, vi aspettavo"- ci intimò, Giulia con un sorriso molto professionale rispose -"Si siamo proprio noi"-"Io sono la preside di questo prestigioso college, miss Fittenberg"-. Stavo per scompisciarmi dalle risate ma fortunatamente riuscì a soffocare il tutto cosa che invece non fece Chiara, Irene le tappò subito la bocca, quest'ultima fortunatamente non se ne rese conto e ci squadrò in neanche un secondo -"E queste dovrebbero essere le vostre figlie? Caspita che belle ragazzine"- disse con tono acido. Accennammo un sorriso e dopo di che entrammo. -"Carina eh?"- disse la rossa, -"Che caspita di nome è Fitten'coso'?"- continuò. Ci guardammo in faccia e scoppiammo a ridere. -"Bene allora voi potete andare un in segreteria, vi rubo un attimo le vostre madri, arrivederci"- disse la preside storcendo il naso riferendosi a noi, in neanche tre secondi ci ritrovammo da sole nel bel mezzo di un corridoio, -"Ok, dove dobbiamo andare?"- chiese Irene, senza risponderle guardai un foglio con indicata la direzione della segreteria, andammo al fondo del corridoio e girammo a destra, la stanza era carina con una scrivania, fogli a non finire, computer e circolari, ma non c'era la segretaria.
Cercammo mezze intontite e spaesate un posto dove sederci e per fortuna riuscimmo a trovare alcune sedie rosse tipiche delle sale d'aspetto. Inizialmente sentimmo delle voci, alzammo lo sguardo in contemporanea .. Al fondo della camera c'erano 5 ragazzi abbastanza carini, che potevano benissimo avere la nostra età: un mezzo biondino con due calotte polari di ghiaccio al posto degli occhi, uno castano con i capelli rasati a zero e lo sguardo color cioccolato, un'altro sempre castano ma con gli occhi azzurri, uno con dei lineamenti tipici indiani col ciuffo biondo e un ricciolino con gli occhi verdi. Mi sedetti nei posti rimanenti vicino a quei 5 sconosciuti, incrociai lo sguardo del tipo castano con gli occhi smeraldo e notai che aveva il mio stesso tatuaggio sul polso sinistro, fece un sorriso alquanto provocatorio dal quale spuntarono due fossette odiose, ma feci finta di non vedere nulla e mi girai dall'altra parte.
Non eravamo molto distanti da loro, non abbastanza vicino però, da poter sentire cosa stessero confabulando. Ogni tanto ci lanciavano qualche occhiata di disprezzo seguite da alcuni risolini. Dopo un po' l'irlandesina iniziò a strofinare le mani sul tessuto degli shorts mentre la mora strinse più volte le mani a pugno, si stava incazzando e non poco.
Che minchia stava succedendo? Non eravamo neanche iscritte in quella scuola che già alcuni studenti ci facevano girare i coglioni..
Bene, molto bene, sarà un anno difficile.

Spazio della Scrittrice ♥


Benissimo!! :D Ecco qua il primo capitolo della mia prima FF sui One Direction, devo dire che è da un po' che li seguo e non sono male, non credo di essere una Directioner a tutti gli effetti però sono una loro Fan. (u.u)
Parliamo del mio romanzo, allora vi piace? Questo capitolo è più che altro descrittivo, ho voluto creare tutte queste coincidenze apposta per far capire a quale componente della band vorrei che in seguito le mie tre protagoniste avessero conflitti maggiori, la storia sembra abbastanza vaga ma non preoccupatevi che con i prossimi capitoli mi rifarò di sicuro.
Per quanto riguarda Sara ho voluto paragonarla alla bellissima Barbara Palvin, mentre Chiara a Hanna Maria Koczewska ovviamente anche lei una vera pezza di figa mentre Irene è Laura Neiva.
Tutte e tre sono fantastiche, non trovate :D
Comunque spero di ricevere qualche recensione o commento che sono ben accetti,
Grazie e al prossimo capitolo. :3

CUTIE XOXO
   
 
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