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Autore: Jane The Angel    22/10/2012    8 recensioni
Nella Dimensione Oscura Elena, Damon, Bonnie e Meredith cercano le chiavi con le quali potranno liberare Stefan. Ma oltre alla difficoltà di vivere in un mondo così diverso, qualcuno segue le tracce del gruppo, in cerca di...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Quasi tutti | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo settimo

 

 

 

 

 

La casa di Phos era composta da una sola, grande stanza: un giaciglio poco accogliente in un angolo, il focolare acceso con un grosso calderone messo a bollire sul fuoco scoppiettante, un tavolo di legno grezzo sommerso da volumi dall’aria antica e uno scaffale su cui erano sistemati decine di oggetti stravaganti, tra cui diversi vasetti contenenti polveri e liquidi dai colori brillanti.

Tutto lo spazio disponibile era pieno: i tre ospiti dovettero zigzagare tra le cianfrusaglie che riempivano il pavimento per seguire il piccolo mago che balzava con abilità da un punto all’altro.

-Volete un tè? O forse una tisana rilassante, credo sia meglio...-

-Abbiamo fretta.- sbottò Damon –Voglio… vogliamo solo sapere dov’è stata portata la mia schiava.-

-Oh, so cosa vuoi, Damon Salvatore.- annuì Phos, senza voltarsi mentre metteva a bollire dell’acqua al di sopra del calderone –La domanda è: tu lo sai cosa vuoi? Ma questa è un’altra storia… o forse è la stessa?- ci rifletté per un istante, poi scosse le spalle –Oh, beh. Ad ogni modo vi farà bene una tisana prima di iniziare il percorso per trovare la vostra amica. Aiuterà i vostri nervi e terrà saldi i vostri obiettivi.-

-Ci sta dando degli indizi, secondo te?- domandò Elena in un sussurro mentre si sedeva con Meredith su due sedie dall’aria poco stabile. Damon aveva preferito restare in piedi e sovrastava tutto il gruppo, le braccia incrociate al petto e i nervi del collo tesi.

-Non posso darvi nessun indizio. Lo farei, se potessi: se troverete la vostra amica in tempo sarà meglio per tutti, non solo per voi. Ma riuscire a localizzarla dipende solo da voi è non c’è nulla che io possa fare per aiutarvi, tranne aiutarvi a trovare i mezzi giusti.-

Damon alzò gli occhi al cielo, impaziente, mentre il mago versava in tre tazze uguali e un po’ sbeccate un liquido scuro dall’odore penetrante. Non appena ebbe finito il vampiro afferrò una tazza e la svuotò in un sol sorso mentre Elena e Meredith bevevano più lentamente –Bene, ora possiamo cominciare?-

Phos lo osservò per qualche istante con un sorrisetto stravagante, poi annunciò –Dovete farlo uno alla volta. Solo uno può attivare la connessione.-

-Inizio io.- si propose immediatamente Elena, posando la tazza –Bonnie è la mia migliore amica.- aggiunse a mo’ di spiegazione.

Phos riportò lo sguardo su Damon e il vampiro ebbe la sgradevole sensazione che si aspettasse qualcosa da lui, ma dopo un po’ il mago scosse le spalle –Bene. Allora, iniziamo. Chiudi gli occhi, Elena, e ti farò viaggiare verso ciò che cerchi.-

Elena annuì e con l’aria intensa di chi sta per affrontare una tremenda sfida obbedì. Avvertì dei flebili sussurri che si trasformarono in una litania coinvolgente e le parve che tutto iniziasse a rotearle attorno, poi cadde nel vuoto.

 

***

 

Elena aprì gli occhi e si guardò attorno. Si trovava in un ampio salone scuro e davanti a lei vide una porta aperta. Era già in piedi, scoprì, e la superò entrando in un corridoio fiocamente illuminato. Non c’erano altre strade possibili, così iniziò ad avanzare.

Tutto era silenzioso, come se l’intero universo si fosse messo in pausa per permetterle di trovare Bonnie. Sentiva solo un suono flebile, continuo, e accelerò il passo. Era un richiamo, indefinibile ma irresistibile, e si sentiva attratta lungo quell’infinito corridoio.

Si trovò quasi a correre: quello che voleva era sempre più vicino, ad ogni passo che faceva, ad ogni respiro.

Improvvisamente, a poca distanza da lei, vide una porta.

Dentro di lei sapeva che ciò che cercava era proprio lì dietro e vi si gettò contro, impaziente.

Si era aspettata di trovarsi di fronte Bonnie e di vederla sciogliersi in un sorriso grato, colmo di sollievo.

Invece si trovò in un luogo familiare che la fece immediatamente rabbrividire: era la cella di Stefan, ma questa volta si trovava dall’altro lato delle sbarre. Stefan era lì, in piedi, sano e robusto come prima della sua scomparsa.

Elena fece per correre verso di lui: voleva sentirsi stringere dalle sue braccia, sentirsi protetta e al sicuro come si sentiva sempre nel suo abbraccio. Invece, non riuscì a superare la soglia.

Accigliandosi, si guardò attorno e si accorse che la porta che aveva aperto era doppia: aprendola, ne aveva chiusa un’altra. Curiosa, fece scorrere la porta e aprì l’altro lato.

Era una stanza della casa di Lady Ulma, per la precisione la stanza di Damon. Il vampiro era lì, di fronte a lei, seduto su una poltrona con un bicchiere di scotch in mano e un sorriso pericoloso sul viso perfetto. Era affascinante come non mai e Elena ne era incredibilmente attratta: sentiva l’impulso di andare da lui e permettergli di morderla, di farsi avvolgere da quel turbine di sensualità. Fece un passo, ma di nuovo non riuscì a superare la soglia. Stavolta venne sbalzata indietro e la porta iniziò a scorrere da sola, da un lato e dall’altro, rivelando prima l’uno e poi l’altro dei fratelli Salvatore, ognuno con la sua attrattiva, ognuno con il suo fascino: Stefan dolce e affettuoso, Damon sexy e pericoloso, entrambi innamorati di lei, pronti a tutto per lei.

Improvvisamente, Damon si alzò dalla poltrona e fece un passo indietro, allontanandosi da lei.

-No! Damon, aspetta!- Elena fece per andare da lui, ma con la coda nell’occhio notò che stavolta era stato Stefan ad allontanarsi e si voltò verso di lui –Stefan! Stefan, sono qui per liberarti…- di nuovo, vide Damon indietreggiare –Damon… io… non…-

La testa iniziò a girare e Elena barcollò. I due vampiri si allontanavano e si avvicinavano come in una danza che lei non riusciva a seguire. Si sentiva attratta da due lati, spezzata in due, e improvvisamente tutto si fece buio e cadde a terra.

 

***

 

Quando Elena aprì gli occhi, tutti si voltarono verso di lei.

-L’hai trovata?- domandò immediatamente Meredith, ansiosa. Elena esitò e il suo sguardo si soffermò per un istante su Damon, poi abbassò gli occhi e scosse il capo.

-La tua concentrazione ha vacillato, Elena?- domandò Phos, anche se la sua espressione diceva che conosceva già la risposta.

-Credo… sì, credo di sì.- sospirò Elena –Come facciamo adesso? Non c’è un altro modo?-

-Ci sono altri due tentativi che possiamo fare.- le fece notare Phos –Ma se permettete sceglierò io stavolta: dovresti sederti, Salvatore.-

Damon quasi sobbalzò, sorpreso, e d’istinto lanciò uno sguardo a Meredith. Incredibilmente, la mora gli sorrise in un modo che per una volta non sembrava inquietante. Fu Elena, invece, a ribattere –Non sarebbe meglio… Meredith, forse…-

-Se Damon non ci riuscirà anche Meredith avrà il suo tentativo.- la interruppe Phos, osservando Damon con sguardo intenso –Allora?-

Damon si sedette, per una volta senza nessuna battuta, e chiuse gli occhi.

Mentre Phos mormorava le sue stravaganti formule Damon si sentì avvolgere da una nebbia fitta, dopodiché iniziò a galleggiare nel nulla e scivolò nel vuoto.

 

***

 

Damon aprì gli occhi e si trovò in un corridoio, privo di un inizio e privo, a quanto pareva, di una fine. Era dritto, privo di curve, e Damon seppe istintivamente da che parte andare: si incamminò, senza nemmeno guardarsi attorno, e seguì il suo corpo che sembrava sapere esattamente dove andare.

-Damon!-

Sobbalzò, sentendo la voce della streghetta che risuonava nella sua mente, chiara e decisa.

-Damon… Damon!-

Accelerò il passo. Aveva l’impressione di vedere il riflesso di un’ombra di pochi passi davanti a sé, una figura vaga dai capelli rossi come delle fiamme che lo invitava a seguirlo. Si trovò a correre lungo il corridoio che pareva infinito.

Quando vide una porta di fronte a sé vi si gettò contro con tutto il suo peso e la spalancò, quasi sfondandola.

-Damon! Sei venuto, sei qui!- esclamò una voce colma di una felicità così pura che il cuore del vampiro, fermo da secoli, vibrò nel suo petto.

Si trovava in una stanza circolare, con un grande letto e una sola finestra. Bonnie era di fronte a lui, i capelli rossi sciolti sulle spalle delicate e gli occhi color cioccolato pieni di lacrime. Indossava un vestito di pregiata fattura, verde e d’oro, che la faceva sembrare una ninfa dei boschi, un folletto.

Allargò le braccia e il suo pettirosso gli corse incontro, buttandosi su di lui che la strinse contro il suo petto.

-Non credevo che mi avresti sentita, questa volta.- esalò contro la sua spalla mentre Damon, senza rendersene conto, la abbracciava un po’ più forte –Credevo che non saresti venuto. Invece verrai? Verrai a prendermi?-

-Sono già qui.- la fece notare Damon, inebriato dall’abbandono con cui Bonnie si lasciava stringere da lui –Ora torniamo a casa.-

-Non sei qui.- la sentì singhiozzare e la strinse un po’ di più –Non sei qui, e nemmeno io sono qui. AH!- sentendola gridare, Damon la lasciò per assicurarsi di non averle fatto male.

Sbarrò gli occhi, terrorizzato: la pelle chiara del collo di Bonnie era ricoperto da una cascata di sangue scuro che scivolava lungo la scollatura, colando sul vestito verde. Se quella visione in un altro momento l’avrebbe eccitato, in quell’istante lo sconvolse e cercò il modo di fermare il sangue. Quando riportò lo sguardo su Bonnie però la ragazza era scomparsa.

-Damon… Damon, aiutami…-

Il richiamo, stavolta, era un gemito sommesso. Il vampiro si voltò e il suo intero mondo tremò.

Bonnie, la sua Bonnie, era bloccata nella stretta di un uomo di cui non riusciva a vedere il volto. La teneva con volenza, bloccandole la testa indietro per morderle il collo con più comodità.

Con un ringhio predatore, Damon si buttò sull’aggressore di Bonnie intenzionato a strappargli via la testa con un solo colpo per riprendersi la sua streghetta.

Ma nel momento in cui fu vicino ai due ebbe appena il tempo di incontrare lo sguardo straziato di Bonnie, poi venne tirato indietro da una forza invisibile ma implacabile. Lottò con tutte le sue forze per contrastarla, cercando di raggiungere Bonnie, ma venne trascinato via e quando cadde nel buio riusciva a vedere solo l’immagine terribile del suo Pettirosso prosciugato dallo sconosciuto.

 

***

 

Bonnie aprì gli occhi e si trovò stesa sul morbido materasso del letto.

Si sollevò lentamente, cercando di contrastare i violenti giramenti di testa che la aggredivano come dardi infuocati piantati direttamente nella sua scatola cranica.

Si guardò le mani, poi lanciò un’occhiata alle coperte. Erano pregne di sangue fresco e lo sentiva anche sul suo collo. Eppure c’era qualcosa di strano: sembrava che ci fosse qualcosa, mescolato al sangue, un liquido viscoso e nero che imbrattava il letto e le colava sulla pelle accaldata.

Notò che nella stanza era comparsa una vasca, piena di acqua fumante. Solo poche ore prima aveva deciso di restare il più possibile distaccata da qualsiasi cosa le offrissero in quella prigione, ma si trovò a liberarsi dell’abito e un istante dopo si stava immergendo nella vasca, godendosi il calore dolce che le avvolgeva la pelle lambendole le ferite sul collo.

Chiuse gli occhi e si riaddormentò immediatamente, esausta per ciò che aveva subìto.

 

 

_______________________________L’angolo di Jane

Eeeeeeeh rieccomi. In ritardo, ma voi sarete più docili del mio relatore di tesi, vero? :P

Questo capitolo è un po’ particolare, spero che vi sia piaciuto. C’è qualche piccolo accenno Bamon che spero abbiate apprezzato: nonostante tutto, pare che dentro di sé Damon sappia benissimo che tiene a Bonnie, dovrebbe solo rendersene conto in modo cosciente!

Al solito grazie a tutti voi che mi avete recensito, che avete aggiunto la storia tra i preferiti, tra le seguite ecc ecc. Siete fantastiche e spero che nonostante il ritardo vogliate lasciarmi un segno del vostro passaggio! Positivo e negativo, come sempre!!

Un bacio a tutte,

Jane

  
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