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Autore: nuccetta    22/10/2012    7 recensioni
A volte il destino ti porta ad incrociare strade che non pensavi di conoscere, ti porta in quei posti che non credevi esistessero, ti crea delle amicizie alle quali non rinunceresti mai, ti fa innamorare di uomini che spesso ti faranno soffrire. Mi chiamo Nina e questa è la mia storia.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Paul Wesley, Un po' tutti, Zach Roerig
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pov Nina

 

“Tor, per favore, respira. Con calma, andrà tutto bene, vedrai”.

Mia sorella è di fronte a me, gli occhi lucidi per l'emozione e le mani tremanti dalla paura. La guardo fissa negli occhi e l'unica cosa a cui riesco a pensare è che non è mai stata così bella.

L'abito color avorio le fascia elegantemente i morbidi fianchi, mentre un velo chilometrico ricopre quasi un quarto della stanza.

“Oddio Nina, ti rendi conto? Tra poco più di un'ora diventerò la signora Wesley”. Sorrido divertita dalle parole di mia sorella, sogna questo momento da una vita ed io ho sognato altrettanto intensamente insieme a lei.

Istintivamente mi getto tra le sue braccia, so che convive con Paul da quasi un anno, ma vedere tua sorella in procinto di sposarsi fa comunque un certo effetto. Sento gli occhi pungere, capisco che da un momento all'altro potrei scoppiare in lacrime e decido quindi di allontanarmi da lei.

“Non voglio sgualcirti il vestito”.

Mia sorella mi sorride commossa, i suoi occhi lucidi sono la prova di quanto amore ci sia nella sua anima. Per Paul, per me, per la mia famiglia.

“Oggi, è la mia giornata, potete sgualcirmi il vestito come più vi piace. L'unica cosa che desidero è sentirvi il più vicino possibile”. Mi abbandono nuovamente al suo abbraccio, questa volta senza timore, come tanti anni fa, quando non volevo che andasse a scuola e la tenevo incatenata a me, fino a che mamma mi allontanava con sguardo severo.

La porta si apre, mio padre fa il suo ingresso in camera seguito da Maryelle e Devon. Sorride compiaciuto al quadretto che gli si presenta di fronte.

“Oh, le mie bambine preferite”. Ignora con tranquillità lo sguardo ,a metà tra il divertito e l'indignato, delle sue figlie maggiori e si porge verso di noi per cingerci in un abbraccio vigoroso. Senza che me ne accorga altre due paia di braccia ci stringono amichevoli ed il tutto è completato da mia madre che ci guarda rapita dalla porta d'entrata.

“Adesso basta con le smancerie, le si scioglierà tutto il trucco... e noi non vogliamo che Paul si convinca di sposare un panda”.

Sì, lo so, mia madre non è tra le donne più sensibili del pianeta, i suoi momenti di dolcezza, si limitano spesso al tempo di una pubblicità. Ma è anche per questo che noi la amiamo, in una famiglia di sentimentalisti come la nostra, c'è bisogno di qualcuno che ci rimetta in carreggiata.

“Ehi, ma vi muovete? Ian mi ha appena chiamato dicendomi che loro sono arrivati già un quarto d'ora fa”. Alex è il degno figlio di mia madre, anche lui possiede un innato talento per rovinare i momenti più commoventi, però in questo caso lui ha tremendamente ragione e noi siamo tremendamente in ritardo.

Torrey si lascia prendere nuovamente dall'ansia, la vedo fare avanti ed indietro per la camera, è completamente disorientata. Prima che impazzisca, la aiuto ad alzare lo strascico, potrebbe essere una grande idea per metterle in testa che forse è realmente arrivato il momento di andare.

Entro in chiesa prima di lei. Cammino sorridente in mezzo alla folla. Riconosco le miliardi di persone che mia sorella ha invitato e mi stupisco ancora una volta delle sue solite manie di grandezza. Scorgo i visi emozionati di mia madre, delle mie sorelle, perfino di Michelle, si asciugano gli occhi con fazzoletti in tinta ai loro vestiti, anche questa idea di Torrey.

Scorro con lo sguardo il resto degli invitati, in una delle prime file è seduta Candice che tiene in braccio Liam, mi strizza l'occhio divertita, mentre al suo fianco Michael mi sorride compiaciuto. Proseguo il mio eterno cammino verso l'altare. Il mio sorriso si allarga alla vista di Deb e zia Lucy, hanno gli occhi fuori dalle orbite e dispensano amori e baci fino a quando si accorgono che qualcuno potrebbe vederle.

Sono quasi arrivata all'altare, faccio una piccola linguaccia a Paul che oggi sembra vivere in un altro mondo. Mi sorride con dolcezza, fino a quando la musica cambia e mia sorella fa il suo ingresso trionfale.

Intanto io abbandono definitivamente Paul, per dedicarmi a quell'uomo affascinante che sta in piedi dietro di lui, rimango rapita dai suoi occhi e a malapena riesco a concentrarmi sulla mano che mi sta porgendo. Perchè diavolo deve essere così maledettamente sexy?

Mi metto al suo fianco e, come il resto degli invitati mi lascio catturare dalla visione celestiale di mia sorella in abito da sposa.

Raggiunge sorridente Paul che, con mani tremanti, ci mette tutto se stesso ad alzarle il velo. Dopo più di quattro tentativi falliti, decido di intervenire guadagnandomi un suo sguardo di gratificazione.

Il prete inizia la sua predica infinita, l'ho sempre odiato, sin da quando venivo all'oratorio, lo trovo troppo filosofico nei modi, mi devi indirizzare verso l'amore divino, mica verso l'elevatezza del noumeno. A beh, anche questa è una scelta di Torrey, dunque è meglio non contraddirla. Può diventare davvero cattiva se così non fosse.

Quando sarai tu a sposarti, ti organizzerai la cerimonia come meglio desideri”. E' diventata la sua frase preferito nell'ultimo mese.

Sono talmente concentrata sui miei pensieri e sulla mano di Ian che mi avvolge con delicatezza la vita, che quasi non mi accorgo che gli sposi sono arrivati al momento delle promesse. Mi avvicino un po' di più ad Ian e mi abbandono lentamente alle parole di questa splendida coppia.

 

“Io, Paul Wesley, prometto solennemente sul mio onore e sulle mia credenza cristiana che ho scelto te, Torrey, per diventare mia moglie e non ti lascerò né in miseria, né in malattia, né in felicità, né in scarsità, ma che ti amerò, che baderò a te e che terrò fede alla mia promessa si convivere con te fino alla morte, così come lo decreta il signora nella sua parole. Ed oggi, davanti a Dio Padre, Dio Figlio e Spirito Santo e davanti ai mie testimoni, non che amici di vita, dichiaro di volerti in sposa ora e per sempre”.

 

Impreco mentalmente contro il mio trucco che ha deciso di colare imperterrito sulle mie guance appena più colorite del solito. Io avevo detto che avrei dovuto usare prodotti resistenti all'acqua.

Ascoltare queste parole pronunciate da Paul, mi ha fatto un certo effetto, non tanto per le parole in sé, più per la vista dei suoi occhi verdissimi illuminati solamente dalla luce che in questo giorno speciale mia sorella riesce ad irradiare. Questo vuol dire vivere l'uno per l'altro, questo significa essere l'altra persona. Ed è ora, che tra le mille lacrime che mi solcano il viso, che mi chiedo se per lui vale la stessa cosa.

 

 

 

Pov Ian

 

 

Riesco a malapena a sopportare le lacrime. La dichiarazione di Paul mi ha decisamente colpito al cuore.

Ripenso al principio della nostra amicizia, allo spaccone che era e alle mille cazzate che abbiamo fatto insieme. Lo guardo ora, con il vestito impeccabile e le lacrime agli occhi e mi rendo conto di quanto il tempo cambi le persone, di quanto l'amore cambi le persone.

Sono felice per il mio amico, io sono convinto che per ognuno di noi sia stato scritto un libro che si aggiorna mano a mano che noi facciamo delle scelte e credo con tutto me stesso che il libro di Paul sia nato con Torrey.

Ed è proprio lei a prendere in mano il microfono per ribattere alle parole del suo uomo:

“Io, Torrey Devitto, prometto solennemente sul mio onore e sulla mia credenza cristiana che ho scelto te Paul, per diventare mi marito e non ti lascerò in miseria …”.

La voce di Torrey si incrina sulle ultime parole, fa tenerezza, e più li osservo, più mi rendo conto di quanto questa coppia sia al di sopra di tutto, di quanto gli ostacoli abbiano per loro perso di significato, di quanto l'amore eterno sia vivo nei loro progetti.

Mentre ascolto le parole che solidificano questa unione, penso a come sarebbe se fossi io il protagonista, se al mio fianco ci fosse Nina, ma questa volte non nelle vesti di testimone. Mi ritrovo a pensare quanto sia vivo in me il desiderio di condividere con lei tutta la mia vita, a sperare che nel bene e nel male sarà presente nel mio domani, a crederci davvero, con tutto me stesso.

Ed è ora, mentre le stringo la mano tremante per l'emozione che mi chiedo se per lei vale la stessa cosa.

 

 

 

 

Pov Nina.

 

 

La festa procede nel migliore dei modi. Tutti sembrano divertirsi e mia sorella e, sì ora posso dirlo ufficialmente, mio cognato sono al settimo cielo. Irradiano gioia e felicità ad ogni passo e si godono a pieno regime questa giornata fiabesca. E già, perchè Torrey, nel suo vestito da Regina delle feste, e Paul, in tutta la sua gloria di principe azzurro, sembrano davvero provenire dal magico mondo delle favole.

Assisto silenziosa ad una conversazione un po' accesa tra mia madre e Devon mentre Liam fa pressione sulle mie ginocchia per permettere alle sue gambine cicciotte di alzarlo. Mia sorella, anche in questa giornata di festa, non riesce a nascondere il disappunto per l'atteggiamento contrariato di mio padre nei confronti di Francesco e mia madre, anche se poco convinta, mette tutta se stessa per difenderlo.

“Smettila, Devon, vedi cose che non esistono”.

“AH, sì? Vedo cose che non esistono? Mamma, sai benissimo che stai mentendo anche a te stessa. Non mi pare si sia mai comportato così con nessuno, forse non era tanto socievole con Julian, ma non gli ha mai negato il saluto. Non mi pare che abbia mai tenuto i musi a Frank, o a Paul, o a Ian”.

Mi sento presa in causa, so benissimo che mia sorella non ce l'ha con me, tanto meno con Paul o Ian, ma rimango comunque colpita dalla durezza delle sue affermazioni. Cerco con lo sguardo il mio ragazzo e, con mio grande imbarazzo, lo trovo immerso in una conversazione impegnata con mio padre, mio fratello e Paul. Di sicuro tutto questo non migliora la situazione o l'umore di Devon.

Le metto una mano sul ginocchio.

“Papà è fatto così, lo sai. Tu non darci troppo peso, l'importante è l'amore che lega te e Francesco, il resto non conta, noi non contiamo”.

“Vorrei fosse tutto così facile, Nina. Vorrei poter vivere anche io una giornata come questa, ma so che non potrebbe neanche minimamente uguagliare quella di Torrey, non per le persone che amo almeno”.

Il suo sguardo mi sfugge per andarsi a posare su quello radioso della sua sorellina minore. Conosco abbastanza bene Devon, per poter capire che non potrebbe mai essere invidiosa di sua sorella, ma spera almeno in un finale come il suo. Una lacrima le scivola lentamente sulla guancia, lasciando un piccolo solco sulla sua pelle perfettamente truccata. Mi spingo verso di lei per asciugargliela e riesco a strapparle anche un accenno di sorriso. Anche Liam cerca di avvicinarsi a lei e con la mano paffuta le tira dolcemente una ciocca di cappelli scuri. Il sorriso di mia sorella diventa, se possibile, ancora più grande e allarga le braccia verso di lui.

“Vieni da zia, tu sì che riesci a farmi dimenticare tutti i problemi”. Liam si sistema di buon grado tra le braccia di mia sorella ed inizia a fare la facce strane a mia madre che è praticamente piegata in due dalle risate. E' un buffone come suo padre.

A proposito di suo padre... lo cerco nuovamente nella folla, ora è impegnato a chiacchierare allegramente con Candi e Michael. Se la ridono di gusto. Approfitto di mia sorella, troppo impegnata a godersi Liam per darmi retta, e lo raggiungo.

“Eccovi qui!”.

“Nina!”. La voce di Candice risulta stridula come al solito, ma è come se ci fosse qualcosa che non mi torna, come se... mi stesse nascondendo qualcosa.

“Che facce colpevoli. Ho per caso interrotto un discorso che non dovevo sentire?”. Cerco di mantenere un tono più controllato possibile, ma tutto questo mistero mi manda in completa paranoia. E' sempre stato così, in ogni contesto, con qualunque persona.

Ian mi afferra per la vita. “Certo che no, tesoro. Stavo solo chiedendo a Candice e Michael i nuovi trascorsi che mi sono perso”.

Fingo di crederci, oltre ad avere un'amica le cui menzogne si leggono in faccia, o anche un fidanzato che, come attore sarà pure imbattibile, ma in fatto di bugie è altrettanto negato.

“Dunque ora siete una coppia a tutti gli effetti... finalmente”. Candice mi lancia uno sguardo di fiamme, tra tutte le cose che può aver detto in passato, far sapere a Michael che ha comunque pensato a lui in quel modo è l'ultima cosa che vorrebbe. Sorrido colpevole, diciamo che è un po' la mia piccola rivincita.

“E voi due, a quando le nozze?”. Vedo Ian lanciarle uno sguardo stupito, mentre io la incenerisco con lo sguardo. Lei sa quanto questo discorso mi faccia effetto. Uno pari, oserei dire.

“Beh, ormai state insieme da più di un anno, il pargolo già ce lo avete, avete tutte le carte in regola per fare il gran passo”. Persiste.

“A parte che il pargolo non è mio...”.

“E' come se lo fosse. E' più dipendente da te, di quanto non lo sia da me”. Mi interrompe sbrigativo Ian. In effetti con una madre poco presente come Megan, il piccolo sta costruendo un rapporto speciale con me ed anche io non riesco a credere quanto possa essere più forte del nostro il legame tra madre e figlio.

“Comunque questo non è il luogo, né il momento esatto per parlarne. Oggi i riflettori devono essere puntati su Paul e Torrey”. Ian cerca di sviare il discorso e, come al solito, lo fa con grande stile. Intanto mi guardo in giro pensierosa e ripenso a quella conversazione avuta sul letto di Candice.

 

Adesso vuoi dirmi che non saresti pronta per sposarti? Tu e Ian lo siete già, praticamente”.

Evito lo sguardo oppressivo di Candice, quando vuole una risposta sa essere davvero persuasiva.

No, dico semplicemente che non è ora di parlarne, è ancora troppo presto, non mi sento affatto pronta per un passo del genere”.

Scusa, ma se Ian dovesse chiedertelo, allora diresti no?”. Spalanca gli occhi, è allibita.

A parte che Ian non ha queste intenzioni. E poi comunque, sono troppo giovane, devo pensare prima alla carriera. Già ho fatto un passo lunghissimo improvvisandomi madre per Liam, mi sembrerebbe davvero fuori luogo cercare di giocare a far la moglie. E non guardarmi così, perchè sai benissimo che non ne sarei in grado”. Rispondo alla faccia stupita di Candice che, a quanto pare, non riesce a credere alla proprie orecchie”.

 

 

 

Pov Ian.

 

 

Sono un po' in ansia, so che non ce n'è bisogno, o così almeno mi hanno detto, ma non è mai facile affrontare momenti come questo.

“Adesso vorrei in pista la bellissima famiglia Devitto”.

Con grande rammarico di Paul, Torrey ha scelto un cantante alquanto invadente, il matrimonio è iniziato da ore e non ha ancora accennato a lasciare un po' in pace gli invitati.

I due sposi sono già in pista. Liberty li raggiunge e, con un gesto vecchio come il mondo, Paul gli offre la mano di sua figlia per regalare loro il famoso e intramontabile ballo padre-figlia.

Intanto anche il resto della famiglia si sta mobilitando e Nina mi strattona per la camicia e mi invita a seguirla con lo sguardo. Lascio Liam tra le braccia di Michael, spero solo di ritrovarlo tutto intero, Michael intendo!

Mi accingo a ballare l'ennesimo lento con Nina, anche questa volte non riesco a nascondere il fremito che sento appena le mie mani incontrano le sue, appena i suoi occhi scontrano i miei. Ci abbandoniamo al lento andare della musica, cullati da quelle parole già sentite milioni di volte e penso che non potrei mai prendere decisione migliore.

Guardarla è come un sogno ad occhi aperti, non mi accorgo di niente, sembra che il tempo si sia fermato e, come nei migliori cartoni animati, il suo volto è immerso in una tonalità di colore dolcissima, mentre intorno tutto il mondo sembra essersi dissolto.

Con mio grande fastidio, qualcuno mi riporta alla terra dandomi decise pacche sulla schiena. E' Paul che rivendica un ballo con la mia fidanzata. Per questa volta lo accontento, lo considero come un extra al regalo di nozze, dopo tutto mi viene particolarmente difficile separarmi da lei in questo momento. Nina mi sorride con dolcezza e, prima di allungare la mano verso quella di suo cognato, mi lascia un bacio leggero sulla guancia. Un bacio che scotta per meglio dire.

Ritorno al presente e ricomincio il mio lento, questa volta accompagnato da una Michaela particolarmente felice.

“Sai Ian?! Questa giornata non potrebbe andare meglio, e sai perchè?”. Decido di non rispondere, la sua è una domanda retorica e non voglio toglierle il gusto di presentarmi la soluzione. Sorrido incoraggiante.

“Perchè, anche se non è stato facile (sai una famiglia allargata come la nostra è difficile da gestire, almeno inizialmente), posso constatare con gioia che i miei figli hanno appreso le uniche regole che volevo imparassero. Io e Liberty volevamo che imparassero ad amare e che lo facessero in modo incondizionato, senza chiedersi il motivo, senza ricevere mai risposta. Dovevano amare e non rendersene conto, solo così avrebbero raggiunto la felicità. Quando Nina ha portato in casa Julian, suo padre era assolutamente contrario. Io, inizialmente, anzi a dir la verità fino alla fine, ho cercato di persuaderlo ricordandogli, appunto, ciò che volevamo per lei, ma dentro di me mi rendevo conto che lei era spenta, che non aveva mai il cuore in gola, che nei suoi occhi non c'era la fiamma dell'amore, che tutto scorreva troppo facilmente, senza un'inversione di marcia.

Oggi, io posso ritenermi una madre fortunata perchè tutti e cinque i miei figli hanno trovato quell'amore al quale io mi ispiravo, e questa è l'unica cosa che conta. Perchè io so che è così, lo percepisco non nei loro sguardi, ma nello sguardo di Paul, di Frank, di Francesco, di Michelle e nel tuo, Ian”.

Sorrido, inizialmente per il tono di voce che ha usato quando ha nominato Francesco, poi perchè mi rendo conto di quanto una madre, per quanto possa sembrare impegnata in altre cose, non perde mai di vista il cuore dei propri figli.

Inutile dire che, con questo discorso pieno di tensione, ma anche di emozione, il mio desiderio sta diventando via via più forte.

Intanto lasciamo passare anche la terza canzone e, mentre stringo tra le braccia Michaela, mi guardo intorno, scorgo i visi delle coppie che ci circondano e mi rendo davvero conto di quanto le sue parole siano vere.

 

 

 

Pov Nina.

 

 

“Oddio, i miei poveri piedi”. Sono seduta su una sedia che qualcuno ha portato fino in bagno. Candice ha voluto a tutti i costi trascinarmi qui dentro ed ora voglio godermi un po' di meritato relax.

La cerimonia è quasi alla fine, o almeno così spero, e il mio lettino mi sta aspettando dolcissimo dall'altra parte della città. Sempre che prima non debba aiutare mia sorella con i cambi per il viaggio di nozze, abbiamo preparato tutto prima di partire per la chiesa, ma conoscendo Torrey, potrebbe benissimo proporre cambiamenti dell'ultimo momento.

“E' stata davvero un bellissimo matrimonio. Paul è così carino! Era assolutamente un uomo da sposare”.

Candi come al suo solito è troppo eccitata per comportarsi come una persona normale che alle due del mattino inizia ad avvertire la stanchezza. Lei ed i matrimoni sono una cosa sola, a volte ho paura che, mentre è in giro per negozi, presa dalla smania, non si imbuchi in matrimoni di sconosciuti. Sarebbe capacissima di farlo, proprio per questo non voglio neanche proporlo.

“Già, poi insieme sono perfetti. E' davvero una coppia ben assortita”.

“O diciamo che io di coppie ben assortite ne conosco parecchio”. L'allusione a me e Ian è chiarissima, anche se non ne capisco assolutamente il motivo, ok quando non stavamo insieme, ma ora.

“Vi ho ammirati mentre ballavate, siete davvero stupendi! Ora, capisco perchè il pubblico impazzisce per voi, siete una goduria per gli occhi!”.

Sorrido allo sguardo stralunato della mia amica, è così sincera che a volte mi chiedo se non sia reale.

“Grazie, Candi. Tu, invece? Cosa mi dici di questa nuova love story?”.

Incredibilmente arrossisce. Nonostante le emozioni della giornata, non è riuscita a nascondere una nota di nervosismo non appena Steven ha fatto il suo ingresso al ristorante. Stranamente non si aspettava di trovarlo lì o, molto più probabilmente, aveva preferito non pensarci, almeno fino a quel momento.

“Con Michael sto davvero bene. Non pensavo fosse possibile. Però non mi aspetto troppo, è meglio così, ne soffrirò meno”. Il suo sguardo si incupisce.

“Di cosa stai parlando?”. Mi preoccupo per lei, ma mi preoccupo soprattutto per il fatto di non essere stata una buona amica nell'ultimo periodo. Ero talmente presa dai miei problemi e dai miei nuovi impegni, che non ho assolutamente dato conto a lei.

“Parlo del fatto che ogni volta che sta andando bene, che sono lì lì per raggiungere la felicità... arriva sempre qualcosa a rovinare tutto”.

Ha quasi le lacrime agli occhi ma, orgogliosa com'è, non scoppierebbe mai in lacrime per un motivo del genere.

“Magari questa volta non sarà così. Non è facile trovare l'amore vero. Io sono stata convinta di averlo trovato per ben cinque anni e poi guarda come è andata...”. Si rasserena un po' e mi dedica uno di quei sorrisi che amo immensamente.

“Beh, direi che così male non è andata. Stai con uno degli uomini più sexy del mondo, con uno sguardo che dovrebbe essere considerato illegale, dei muscoli che ti mandano completamente in un'altra dimensione e... lui ama te. Sei la donna più invidiata del mondo, dopo Angelina, ovviamente. Ti è andata fin troppo bene, direi”.

Rido divertita per i viaggi mentali della mia migliore amica, è sempre lei e sarà sempre lei.

“Ehi, ragazze che fate?”.

Michael è accorso in bagno a cercarci. Ecco che i primi giorni di fidanzamento iniziano a farsi vedere, quelli in cui non passi un secondo senza avere la tua metà accanto. Ian ed io abbiamo già superato questa fase, credo non si sia neanche accorto della mia assenza. E' giusto anche questo per un rapporto che cresce!

Rientriamo nel salone, sono ancora tutti troppo attivi per i miei gusti. Persino gli sposi sono pieni di energie, sono in mezzo alla pista e fanno ballare Liam che si atteggia a principino tra le braccia di Paul. Dio, quanto si decideranno ad andare a dormire.

Intanto, mi sono persa anche Ian, fantastico, non ce ne andremo mai!

Abbandono il ricevimento per inoltrarmi nel buio gelato di Gennaio. Devo trovare Ian e convincerlo a tornare a casa, userò suo figlio come scusa. Che poi non avrei neanche tutti i torti, sono quasi le tre ed il bambino non accenna a voler chiudere occhio.

L'esterno del ristorante sembrerebbe deserto, inizio a preoccuparmi un po', eppure ho guardato bene, non c'è traccia di lui dentro.

Una luce mi abbaglia, è tenue, calda, mi dà subito un senso di protezione. Mi volto verso la sorgente e scorgo un'ombra, è questa persona ad avermi abbagliata. Il mio istinto suggerisce di svelare l'arcano, con le scarpe in mano mi avvicino lentamente. Più mi avvicino e più riesco a scorgere lineamenti famigliari. La forma larga delle spalle, i capelli sbarazzini appena sotto la testa, la sagoma intera del mio fidanzato.

E' illuminato dalla luna, già la luna in pieno inverno, questo sì che è qualcosa di eccezionale. Ma ora, a ripensarci bene, non c'è nulla di più eccezionale del sorriso ardente e affascinante che anche questa volta è tutto per me.

 

 

 

 

Pov Ian.

 

 

Sento il cuore battere forte. E' al mio fianco, mi ha preso la mano e se l'è appoggiata sul grembo. Seguo il suo sguardo, mi soffermo a guardare la luna e mi sorprendo così tanto, da lasciar scivolare la lanterna che tenevo in mano. Ora siamo nel buio più totale, le luci del ristorante formano a mala pena delle ombre sconnesse in lontananza.

“Ti cercavo”.

“Mi hai trovato”.

“Per fortuna. Come mai sei qui?”.

“Medito”.

“Oh, questa sì che è una notizia”. La spingo dolcemente con la spalla, per poco non perde l'equilibrio.

“Su cosa mediti?”.

“Sul mondo. Sul posto che noi occupiamo. Sui dolci del matrimonio”. Ride.

“E a che punto sei arrivato?”.

“Che forse se ci buttassimo di più, se lo facessimo immediatamente e non aspettassimo millenni per farlo, le cose acquisterebbero un valore più profondo.

Spesso mi capita di guardare mio nonno e mia nonna. Ripenso a quello che potrebbe essere stato il loro amore e ne gioisco.

E' vero, ora come ora lui è sordo, ma fa finta di non esserlo, e lei, sa che è sordo, ma finge di credergli. Ma non è sempre stato così, una volta erano proprio come noi, giovani e innamorati. Ok, mia nonna un po' meno giovane di te e mio nonno un po' più giovane di me. Si sono amati, hanno avuto il cuore a mille, hanno progettato un futuro, l'hanno cercato. Poi magari non è stato come se lo immaginavano, ma che importa? Ciò che contava seriamente erano loro, erano quei due giovani che si rincorrevano nella notte anche se avevano il coprifuoco, che litigavano se lei metteva le gonne troppo corte, che si scrivevano lettere chilometriche, perchè loro il telefono non ce l'avevano ancora.

Poi hanno deciso di buttarsi, hanno preso la decisione di sposarsi e lì sono nati i casini. E' facile rimanere legato ad una persona perchè lo vuoi, un po' meno facile è quando c'è anche un contratto ad importelo! I litigi non mancavano, erano sempre pronti ad accusarsi perchè uno dei due non faceva nulla in casa, a scontrarsi su che cosa guardare in televisione, su chi dei due doveva andare a pagare la bolletta. Quando mio nonno tornava a casa e non trovava mia nonna faceva i salti di gioia, si sedeva sul divano, appoggiava i piedi al tavolino e guardava la tv. Quando mio nonno non era in casa, invece, mia nonna si divertiva a criticarlo con le sue amiche. Ci trascorreva pomeriggi interi.

Poi sono arrivati i figli e, con loro, anche altri problemi. Nervosismo, voglia di tornare a casa propria, paura di non farcela. Hanno affrontato l'adolescenza di ognuno di loro e hanno litigato sulle regole che avrebbero dovuto impartire, è stata dura, soprattutto perchè quando si è solo in due, non c'è un esterno che ti appare solidale. Sei solo contro il mondo. Eppure, sono convinto che dentro di loro non si sentivano neanche così soli. Per questo sono arrivati a questo punto della loro vita, e anche se adesso mia nonna continua a prendersela con lui perchè non mette il macchinario all'orecchio e lui continua a criticarla dicendole che è vecchia, sono convinto che alla base di tutto ci sia amore. L'amore di una donna nei confronti di una caparbietà che accompagna suo marito da tutta la vita e l'amore di un uomo che, anche se con difficoltà, rivede tra le rughe la stessa bellezza di un tempo, quella bellezza che lo ha fatto innamorare di lei”.

Nina mi guarda stupita, non riesce a comprendere le mie parole ed io lo capisco, così procedo.

“Vedi?! So che ti starai chiedendo se ho bevuto, la risposta è no. Ho voluto raccontarti questa storia, perchè come tutte le storie più belle ha un lieto fine, che a mio parere è il lieto fine più bello.

Nina, lo so, ti ho descritto una vita da schifo, costellata solo da litigi e problematiche di ogni genere, ma prova a guardare più a fondo. In questo caso, non trovi anche tu che tutto si riduce ad amore puro? Forse sembrerà strano, farà schifo, forse sarei il primo a voler mollare tutto, a prendermela quando le cose non vanno come dico io, ma io voglio provarci, e voglio provarci con te, Nina. Voglio litigare con te tutta la vita, prendermi i tuoi insulti, chiamare Paul e ridere con lui di quanto tu sia diventata petulante con il passare degli anni, tornare a casa e imprecare perchè non posso guardare la tv. Ma voglio soprattutto, avere un domani con te, guardare le tue rughe spuntare piano piano, giorno dopo giorno, ma voglio almeno poter dire che sono i segni di una vita vissuta, una vita vissuta insieme, Nina. E so che non è la dichiarazione che ti saresti aspettata, non ci sono le rose, non ci sono i violini, ma c'è tutto il mio amore ed è la cosa più vera che ho da offrirti. Nina, vuoi sposarmi?”.

 

 

 

 

Che cosa risponderà Nina alla secoda dichiarazione di Ian?

Lo scopriremo nel prossimo capitolo.

Grazie ancora a tutte voi, vi adoro!

  
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