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Autore: FairLady    23/10/2012    3 recensioni
Il Delena è un must per me ed ogni volta che mi capita sotto agli occhi qualche scena particolarmente emozionante non riesco a fare a meno di scriverne qualcosa. Li adoro insieme per ciò che riescono a far provare a chi li ama. Per i loro sguardi che spesso dicono più di mille parole. Per il fatto che ci sono sempre l'uno per l'altra quando hanno bisogno e se anche la loro storia non dovesse essere destinata a diventare qualcosa di più di ciò che è adesso, so che Elena e Damon sarebbero sicuramente stati destinati ad un amore epico.
La OS del capitolo 6 si è classificata Quinta al "The Vampire Diaries Contest" indetto da REAwhereverIgo sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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What I want, What I need 5° Classificata al "The Vampire Diaries Contest"
indetto da REAwhereeverIgo sul forum di EFP.


Me ne sto seduto al bancone del Mystic Grill da un tempo infinito. 
Probabilmente mi sono scolato due, forse tre, bottiglie di Bourbon e ancora non mi sento sufficientemente sbronzo. 
Chiedo al barista un altro bicchiere. 
 
“Non ti sembra di esagerare? Non è bevendo che risolvi i tuoi problemi, amico.”
 
Accidenti! Anche adesso mi sembra di sentirlo. Alaric. Il mio compare. 
Se fosse qui vicino a me, nel posto che è sempre stato suo, mi direbbe senz’altro di smetterla di comportarmi come un imbecille. E cosa mi è rimasto, se non questo?
Tu sei morto, amico. Te ne sei andato ed hai lasciato solo grandi spazi da colmare che, pensa un po’, resteranno vuoti. 
Elena è tornata nel suo limbo di cuori e unicorni con il mio adorato fratellino e sembra quasi aver scordato le sensazioni che riuscivamo a provare insieme. 
La cosa fa più male del rifiuto in sé. 
Mando giù un altro generoso sorso del mio liquido ambrato di fiducia. L’unico che nei secoli mi sia rimasto fedele. L’unico su cui possa realmente contare. Il solo che non mi giudica ma continua a tenermi compagnia e confortarmi. 
Do un rapido sguardo al posto vuoto accanto a me proprio mentre sopraggiunge Liz. 
“Quel posto è occupato!” l’avviso. 
Mi piazza davanti il giornale della città che riporta l’ultima notizia. L’esplosione alla fattoria del Pastore Young. 
“Conduttura del gas difettosa causa tragica esplosione al ranch Young” leggo, immaginando già che la realtà si trovi sicuramente da qualche altra parte. “Sul serio?” chiedo allo Sceriffo che sta prendendo posto alla mia destra. 
“Sempre meglio che Consiglio della città salta per aria. La polizia non ha sospettati!” sento una tacita accusa insinuarsi infingarda in mezzo a noi, mentre fa una pausa. Poi, come pensavo, continua: “Sempre che l’esecutore materiale non sia proprio accanto a me.”
Mi volto quasi stizzito ma sogghigno, come al mio solito. 
“Non guardare me! Io mi prendo sempre il merito per la gente che ammazzo!” ma vedo che continua a guardarmi come se fosse sicura della mia colpevolezza. Mi irrita e sono già stanco di fare il simpatico. 
“Dico sul serio, smettila di guardarmi così, Liz!” le intimo, mentre mi giro per guardarla meglio in viso. 
“Se volessi ammazzare dieci persone non le farei saltare per aria. Organizzerei una cena.” Sentenzio mentre do fondo al bicchiere che ho in mano. 
“L’esplosione è partita dall’interno. – mi informa – Non è stato un incidente.”
Solo io capisco il vantaggio tratto da queste morti assurde? Oh, diamine!
“Lo dici come se fosse una cosa negativa! Il consiglio è morto, Liz. Per me è una vittoria!” 
Ma lei pare non recepire il messaggio, anzi, sembra sempre più risentita e io ne ho gran piene le palle di questa discussione!
“Alcune di quelle persone le conoscevo sin da quando ero ragazzina. Erano miei amici!”
Oh mio Dio! La sagra dell’ipocrisia! Probabilmente solo io colgo l’ironia delle sue parole. 
La guardo sprezzante. 
“Beh, i tuoi amici hanno tentato di ammazzare tua figlia!”
Con la coda dell’occhio vedo un uomo avvicinarsi a noi. Sembra intenzionato ad interrompere la nostra discussione e per un centesimo di secondo gli sono grato. 
“Chi è il tizio nuovo?” le chiedo, senza ricevere risposta.
L’uomo le si rivolge direttamente. “Mi scusi, sceriffo.” Liz si gira per accoglierlo. “Mi scusi. Potrei parlarle un attimo? Riguarda l’esplosione al ranch Young.”
“Mi scusi, signor…” assisto alla scena in silenzio. Sto ancora studiando il nuovo tizio e, ad un primo esame, direi che non mi piace per niente.
“Oh.. – le risponde – Connor Jordan..” si stringono la mano. Indossa dei ridicoli guanti di pelle senza dita. Da dove esce? Da un film di Matrix?
“E’ un investigatore dell’assicurazione?” gli chiede Liz. Ma a me da proprio l’impressione di essere una spina nel fianco e niente più.
“No, no. Diciamo che lavoro in proprio.” Risponde. Diamine! Dovrei fare il mago. Sono certo alzerei un mucchio di soldi!
Il morettone mi guarda. Non ci giurerei ma credo si sia appena innamorato di me. Gli sorrido brevemente, fintamente. Avrei voglia di spezzargli il collo e non so perché. 
“Posso parlarle in privato?” le chiede, guardandomi ancora. 
Ultima notizia mio caro Indiana Jordan: ti sento anche se esci dal locale!
Ma si allontanano ugualmente, senza salutare.
Che maleducato!
Anche per me è stato un piacere conoscerla, signor..ficcanaso!” Biascico verso la loro direzione. Ma ormai non me ne importa più niente. Torno noncurante al mio Bourbon. 
Dove eravamo rimasti, baby?
 
Sono ancora al Mystic Grill, incapace di alzarmi da quello sgabello. Incapace di lasciare andare la bottiglia di Bourbon, quando arriva la principessa vampira. Sta per sedersi sullo sgabello sbagliato, facendo una cosa altrettanto sbagliata quanto usuale. Mi accusa!
“Sei stato tu?” mi chiede con sgomento. Certe cose non cambiano mai. Sono sempre io il colpevole! Anche quando non lo sono. 
“Quel posto è occupato.”
Solo lei poteva sottolineare l’ovvio. “Ma se non c’è nessuno.”
“Beh – le dico cercando di controllare i miei impeti – farò finta che ci sia qualcuno perché l’alternativa è semplicemente troppo deprimente.” 
E non me ne frega di apparire miserabile. Si, signorina. E’ anche colpa tua se mi sento una merda! 
Si sposta alla mia sinistra e si siede. 
“Hai causato tu l’esplosione che ha ucciso il Consiglio?”
Ah!!! Ci risiamo! Ovviamente è facile incolpare me per qualsiasi cosa accada in un raggio di 100 miglia da qui! 
“Indosso una maglietta con su scritto: ho fatto saltare in aria il Consiglio? Perché continuate tutti a chiedermelo?” 
Ma la mia uscita non la ferma.
“L’hai fatto?”
“NO! Nient’altro?” 
Con la coda dell’occhio la vedo titubare. E’ incerta e spaesata ma alla fine parla.
“Si. C’è qualcosa che non va. – snocciola guardandosi intorno e tenendo la voce bassa – non riesco a tenere nello stomaco il sangue animale.”
Non posso impedire al mio sarcasmo di fuoriuscire! Un “te l’avevo detto” sarebbe troppo soddisfacente. Opto per un: “Che sorpresa!”
E, come ogni dannatissima volta, i suoi occhi riescono ad incatenarmi e sciogliermi anche in punti remoti di me stesso che non credevo nemmeno esistessero. Mi implora con lo sguardo. Sa che sta sbagliando nei confronti di Stefan ma non riesce ad evitare di cercarmi. 
“Credo di aver bisogno del tuo aiuto…” soffia fuori, prendendomi alla sprovvista con la sua schiettezza. 
“Ovviamente.” Le rispondo. Provo a non scompormi e a mantenere una certa distanza così la invito a scegliere dal menu presente al Mystic.
“Scegli la cena. Abbiamo asian fusion, messicano o – mi volto verso l’altra parte del locale – che ne dici di un po’ di vecchio sano cibo consolatorio americano?”
Ma l’offerta sembra non piacerle. Ha paura. Grazie a Stefan ha estrema paura di se stessa e dei limiti che pensa di non poter superare. Idiota!
“No. Niente sangue umano. Stefan ha ragione.” Come dicevo! “Devo almeno provare a superare la cosa senza far del male a nessuno!” 
Sono talmente incazzato con mio fratello che non so cosa potrei fare in questo momento! Anzi. Lo so!
Finisco velocemente l’ultimo goccio di whiskey e la prendo per mano.
“Va bene. Vieni!” e senza fiatare lei mi segue. 
Ci infiliamo in bagno e chiudo la serratura. So che forse sto esagerando con questo mio gesto ma non m’importa. Devo tentarle tutte. 
In fondo a me stesso so, però, che questa cosa mi pianterà l’ennesimo paletto proprio al centro del cuore ormai sbriciolato. Elena… 
Mi mordo la mano facendo sgorgare del sangue da essa. 
Elena sgrana gli occhi, incredula. “Che stai facendo?”
“Ti do quello di cui hai bisogno.” Le prometto. Sapendo che forse ne ho più bisogno io. “Bevi.” Le offro la mia mano sanguinante. 
“Cosa?!” non crede ai suoi occhi. O forse ci crede troppo. Probabilmente non sa cosa questo gesto possa significare realmente per un vampiro. E, anzi, un po’ ci conto. 
“Sei una vampira novella, Elena. – le spiego – hai bisogno di sangue caldo dritto da una vena. Forse questo funzionerà. Oppure no.”
Non ne sono sicuro neanche io. “Solo non dirlo a Stefan.” Almeno questo devo dirglielo. Mi sento in dovere di avvertirla, proprio adesso che l’odore del mio sangue la spingerà comunque a bere da me. 
“Perché no?” mi chiede, agognando il momento in cui potrà affondare i canini nella mia carne. 
Solo in quest’istante mi accorgo di quanto lo desideri! 
“Perché condividere il proprio sangue è una cosa un … tantino…personale..” m’impongo di avvisarla. 
“Che intendi con personale?” la sua bocca a pochi centimetri dalla mia pelle mi fa perdere la testa.
“Bevi e basta!”
E aspettando un ulteriore conferma da parte mia, che non tarda ad arrivare, prende la mano tra le sue e affonda i canini appuntiti nella carne. Sempre più assetata. Sempre più accanita. 
Sento defluire la mia essenza che va a formarne una unica con la sua. 
Mi sento vuoto e completo al tempo stesso. Elena mi stringe il braccio e continua a bere come se da ciò dipendesse la sua vita. In effetti è così. E prego un Signore che forse non è più mio diritto pregare, che il mio sangue riesca a nutrirla. 
Le accarezzo i capelli setosi. In un attimo mi schiaccia contro al muro e sento i suoi denti affondare ancora di più. Benvenuto al dolore che mi fa sentire così maledettamente a posto con il mondo.
Mi stringe le dita mentre il suo corpo aderisce al mio. Morirei per poter stare così per l’eternità. Abbracciato a lei.  
Il piacere prende il posto del dolore. Sono un tutt’uno, ormai. E si, mi rendo conto in questo momento che non importa quante volte lei mi rifiuterà. Io sarò sempre qui a salvarle la vita perché, semplicemente, non posso pensare di esistere senza di lei. 


Spazio autrice

Salve a tutti.... 
Si, ok... non ho potuto fare a meno di tornare a parlare di Delena! *_* Che ci posso fare io...c'ho il cuore morbido! <3 
E mi ha fatto davvero tanta tanta tenerezza Damonino in questa seconda puntata della quarta stagione! Potevo io esimermi dallo scriverci su qualcosa? Ma anche no!
Poi pace se non vi piace! XD cioè...no... ditemi se vi è piaciuto. I need to know. Ma se anche non vi fosse piaciuto io avevo bisogno di esternare e va bene così. <3 
Ci tenevo a ringraziare per la milionesima volta la Sere che mi ha gentilmente fornito l'immagine che vedete qui sopra!!! E' davvero davvero una grande!!! E riesce sempre a centrare il bersaglio!!!! grazieee
Non prometto che tornerò ma dato gli spoiler che ci sono in giro, temo che dovrete sopportarmi almeno per altre venti puntate! ahahahaahahahah
Un abbraccio a tutti.... ^_^ 



 
 
 
 
 
   
 
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