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Autore: Amarant    06/05/2007    1 recensioni
Una piccola storia fantasy che parla di un plotone di soldati che mandati in missione fanno un brutto incontro...
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pioveva a dirotto ma i soldati continuavano imperterriti ad avanzare nel fango

Pioveva a dirotto ma i soldati continuavano imperterriti ad avanzare nel fango. Il generale Rushnak urlava parole dure per esortare i suoi uomini. Sembrava instancabile con quella sua stazza e quel volto reso duro come la pietra da innumerevoli battaglie. La spedizione comandata da quell'uomo aveva come obiettivo stabilire le sorti di un piccolo accampamento nella foresta che non dava più notizie di se da alcuni giorni. Il piccolo manipolo di soldati era costituito 20 uomini. I più valorosi fra loro erano Il generale Rushnak e la sua guardia costituita da Kothern, Bermon e Roftlon. La spedizione era partita in condizioni avverse. Il maltempo l'aveva accompagnata sin dal suo inzio. Pioggia e raffiche di vento rallentavano i poveri uomini che nonostante tutto, inarrendevoli, procedevano verso il loro obiettivo. Quella era l'ultima delle 3 giornate di viaggio percorse. L'accampamento da raggiungere sarebbe stato visibile di li a poco. Tutti erano rinfrancati. Presto avrebbero trovato un rifugio dalle intemperie. All'orizzonte era possibile osservare il muro in legno la porta più elevata per controllare il passaggio di persone. Man mano che si avvicinavano però l'umore dei soldati cominciò a cambiare. Dall'accampamento non provenivano i consueti schiamazzi . Ne si alzavano le piccole nuvole di fumo di quando sono accesi dei ceppi. Era tutto così stranamente silenzioso. In un modo alquanto inquietante. Alcuni soldati cominciavano a bisbigliarsi qualcosa. Segno che fra di loro serpeggiava qualche brutta idea. Tutti erano in qualche modo turbati dalla cosa anche se i più forti non lasciavano trasparire nulla. Una volta giunti all'accampamento nulla era mutato. Il silenzio permaneva. Sembrava tutto disabitato; nessun'anima viva. Tutti si guardavano attorno con aria attonita. Non potevano essere spariti tutti nel nulla. "Formerò due gruppi" tuonò improvvisamente il generale. Poi continuò "Il primo perlustrerà tutta la parte ovest dell'accampamento. L'altro, la parte est". Guardò alcuni uomini e poi man mano li indicò formando la prima squadra. Subito dopo disse "Gli altri saranno la seconda squadra". L'accampamento era a forma circolare. Era relativamente piccolo. Era come un piccolo porto franco dove l'esercito aveva i suoi emissari e dove chiunque giungesse da un viaggio estenuante poteva trovare riparo per un pò. In quel periodo dell'anno però i viaggiatori erano sempre pochissimi. Avrebbero però dovuto trovare almeno qualche soldato. Detto questo, il generale, prese la sua squadra e si incamminò verso l'edificio più vicino. Non aveva alcun connotato particolare. Sembrava un comune edificio di pietra. Arrivato all'ingresso si accorse che la porta era socchiusa. Fece segno ad uno dei suoi di entrare. Quello eseguì repentinamente l'ordine. Ma dall'interno dell'edifico risuonò "Tutto tranquillo. Quì non c'è nessuno". Quindi entrarono tutti. Quella sembrava essere una mensa. Tavoli vuoti con qualche scodella capovolta e sedie per terra. Niente di più. Nessun segno di vita. Solo una piccola bestiolina che rosicchiava i resti avariati in una scodella. Erano appena usciti da quest'edifico che uno degli uomini dell'altra corse loro incontro. Aveva corso a perdifiato nonostante la distanza fosse relativamente breve. Tremava e non riusciva a parlare. Rushnak gli si avvicinò e gli disse "Cosa succede?" allorchè il soldato disse" Anf... Anf... Signore... U... u... una... car... CARNEFICINA!!"

"Cosa diavolo stai dicendo?" rispose Rushnak; il soldato ancora affannato continuò "Venga al dormitorio. Ci sono alcune decine di cadaveri!. Il sergente Bermon è rimasto li con il resto della squadra a perlustrare l'edificio in cerca di sporavvissuti. Mi segua... " Il soldato condusse l'altra squadra al dormitorio e li si trovarono di fronte una scena raccapricciante costituita da cadaveri stesi sulle brande contorti in una smorfia di morte. Il sangue oramai era secco sulle lenzuola grigio sporco. "Tutti morti nel sonno. Li hanno colti di sorpresa." pensò il generale. Infatti non avevano avuto nemmeno il tempo di reagire. Solo in pochi avevano le armi in pugno. Quindi solo in pochi avevano lottato per difendersi. Sembrava un attacco studiato nei minimi particolari ma non si riusciva a dare un nome ai possibili fautori di questa carneficina nè un perchè a questo massacro. Infatti l'appostamento non aveva alcuna rilevante importanza strategica nè custodiva alcuna ricchezza. Di conseguenza quell'orrendo crimine era stato perpetrato solo per il gusto di farlo. Dal silenzio disarmante di quella stanza la voce di Kothern risuonò forte "L'unica cosa che possiamo fare è dare loro una degna sepostura." . "Sono daccordo. Seppelliteli" disse Rushnak disgustato per la scena che si trovava di fronte. I corpi erano stati tutti seppelliti e il sole orami stava tramontando. Rushnak chiamò i suoi uomini a sè e sentenziò ci accamperemo quì per la notte ma imposteremo turni di guardia nel caso le"bestie" che hanno compiuto questo massacro fossero quì intorno."Spiegò anche perchè non voleva fare un viaggio di ritorno notturno "Saremmo facili prede in una foresta di notte mentre quì nell'accampamento le torce ci permettono di vedere meglio nonostante l'oscurità". La notte arrivò in men che non si dica e quando l'accampamento fu pronto Kothern e Roftlon cominciarono il turno di guardia. Kothern andava avanti e indietro con in pugno la sua asta magica. Lui era un mago. Era speciallizzato nel controllare le fonti di energia. Qualunque cosa fosse vivente poteva essere in pericolo con lui. Perchè poteva sottrargli energia e addirittura ucciderlo nel caso Kothern si fosse sforzato. Però non sempre ciò gli riusciva. Se si trovava di fronte ad un altro mago la cosa era molto più difficile per lui.Roftlon invece non era un concentrato di forza fisica nè un potente magico ma pochi erano agili come lui. Era come un'ombra capace di dileguarsi molto facilmente se ne avesse avuto bisogno. Brandiva un pugnale dal manico allungato e da una lama decorata e con la falce impressa. La prima parte della notte trascorse molto tranquilla senza nessun segno di pericolo tanto che i due uomini addetti alla guarda si erano fin troppo rilassati. Era il momento di dare il cambio ad altri due soldati quando improvvisamente un soldato non si muoveva più. Aveva gli occhi persi nel vuoto e non rispondeva se lo si chiamava per nome nè se lo si toccava. Kothern pensava fra sè e sè "Ho già visto una cosa del genere ma non ricordo..." Mentre lui era sovrappensiero il soldato improvvisamente scattò con la spada sguainata verso di lui tanto che Kothern appena in tempo riusci a spostarsi ma non ad evitare la lama che gli fece un piccolo taglio sul braccio destro. Il mago non stette con le mani in mano e reagì prontamente sfoderando l'asta per difendersi. In contemporanea i rumori del combattimento destarono tutti e mentre tutti assistevano attoniti alla scena Rushnak prese l'iniziativa e bloccò il soldato che si dibatteva con una forza impressionante. Rushnak urlava al soldato "COSA DIAVOLO STAVI FACENDO EH?" e nello stesso momento il soldato parve riprendersi. Sbattè un paio di volte le palpebre e disse con voce flebile "Signore...Perchè mi sta bloccando?" e quindi Rushank rispose "Non fare il cretino con me altrimenti te ne pentirai...Perchè hai aggredito Kothern?. Il povero soldato ribattè "Signore...Non ricordo niente...Ricordo solo che...AAAAARGHHH" Il discorso del soldato si interruppe. Era stato trafitto da una spada di un altro commilitone. Il soldato colpito si portò una mano tremante al petto e la ritrasse piena di sangue . Si accasciò a terra senza vita con la spada ancora nel corpo. Bermon allora che era il più vicino diede una gomitata nel petto all'assassino e lo stordì. Dopodichè lo immobilizzò e mentre stava urlandogli contro "COSA TI PRENDE?!?" Rushnak si precipitò verso di lui. Sollevò il soldato di peso e con aria delusa ma allo stesso tempo irosa gli disse "Adesso te la vedrai con me..." ma il soldato pareva non ascoltarlo. Aveva la stessa espressione del compagno che aveva ucciso. Pareva assente e isolato dal mondo. Mentre il generale stava per sferrare uno dei suoi poderosi pugni al soldato Kothern esclamò "Venite tutti vicini a me e sfoderate le armi!! Siamo in pericolo!!" Non aspettò che l'ordine fosse eseguito e piantò l'asta per terra. Immediatamente essa bruciò di un fuoco fatuo. Era freddo ma generava comunque fumo. In breve il fumo andò a coprire Kothern e i soldati attorno a lui coprendo il chiarore della luna e delle stelle. Le uniche luci rimanenti erano quelle delle torce. Roftlon disse al compagno "Cosa c'è?" e il mago urlò a tutti " I due nostri compagni sono stati vittime di un controllo mentale. Qui vicino ci deve essere un mago capace di effettuare una magia del genere e se non è un mago stupido ci deve essere qualcuno a proteggerlo. Magari sono quelli che hanno fatto la strage quì all'accampamento quindi sfoderate le armi e venite vicino a me. Il fumo ostacolerà la magia del mago ma non è una barriera fisica. Se ci sono dei soldati ci attaccheranno!" La barriera stava sortendo il suo effetto e l'inconsapevole burattino strillò inorridito davanti allo spettacolo del suo compagno morto. Tutti gli altri invece erano ad occhi aperti e non riuscivano a muoversi. Sembravano pietrificati. Rushnak dovette urlare più di una volta per farli riprendere. Tutti si disposero in cerchio a Kothern che doveva rimanere immobile per mantenere intatta la barriera. In prima linea i soldati con le balestre in pugno. Spiccava fra tutti Bermon le cui lame ancora attaccate al cinturone ma pronte per essere sfoderate brillavano al fuoco delle torce. Nelle seconde linee invece c'erano Rushnak e Roftlon. Il primo con in pugno il suo poderoso martello. In pochi erano usciti solo con qualche osso rotto da uno scontro con Rushnak armato di martello. Roftlon invece impugnava la sua arma con la lama rivolta verso l'interno era apparentemente sicuro di se e aveva l'aria di chi aspetta impazientemente qualcosa. Gli aggressori non si fecero attendere. Dal fumo emersero figure alte e piazzate. Orchi. Tutti guerrieri e uno sciamano. Era riconoscibile dalle bardature e dalla singolare arma. Una spada ma con la lama smussata e piena di amuleti ,fatti di teschi umani, attorno all'elsa. Era lui il responsabile della morte del loro compagno. I loro nemici erano in superioirà numerica ma non attaccavano. Sembravano studiarli. Quei secondi passavano interminabili senza che nessuno prendesse un'iniziativa. Improvvisamente un soldato maldestro fece scattare la sua balestra e la freccia scoccata andò a conficcarsi nell'occhio di uno degli orchi. Fu il segnale d'inizio. Altre frecce scattarono e una prima ondata di nemici cadde. Kothern urlò a Bermon "lo sciamano!!". Il guerriero non se lo fece ripetere due volte. Mirò al petto e scoccò la freccia ma essa non andò a segno. Si conficcò in un orco che si era parato per fare da scudo umano. Lo sciamano sentendosi in pericolo mise in mostra tutta la magia. Sollevò la mano e creò un vertice col quale spazzò via la barriera di fumo. All'interno di essa era più facile contrastarla e distruggerla. Kothern affannato cadde in ginocchio e con una voce flebile disse a Bermon "di nuovo..." Bermon scoccò una nuova freccia. Stavolta il mago prese possesso di un altro soldato e voleva usarlo come scudo. Ma Kothern intevenne. Grazie alla sua magia sottrasse energia al suo compagno facendolo passare in uno stato di morte apparente. Le gambe si fecero molli al soldato ed egli cadde a terra in meno di un battito di ciglia. Lo sciamano rimase scoperto e non avendo il tempo di rimpiazzare lo scudo umano prese la freccia in pieno petto cadendo mezzo morto per terra. Nel frattempo gli orchi si erano avvicinati troppo e non era più possibile scoccare frecce. Era il tempo di combattere .

I soldati che avevano impugnato le balestre indietreggiarono facendo spazio a quelli con le armi da combattimento. Rushank fu fra i primi a scagliarsi contro il nemico. Impavido come pochi sferrava colpi micidiali che producevano sonori schricchiolii ogni volta che incontravano i corpi degli orchi. Non voleva allontanarsi troppo da Kothern che era troppo debole per cavarsela da solo ma che comunque si stava riprendendo grazie alle sue arti magiche. Agli orchi che si avvicinavano sottraeva energia per poi trasferirla dentro di se e riprendersi. Nel frattempo Bermon aveva posato la balestra e aveva sfoderato le due sciabole. Non ci volle molto perchè si trovasse faccia a faccia con il primo avversario. Combatteva con uno spadone a due mani ma nonostante la mole di quell'arma era abbastanza agile. Il primo colpo dell'orco andò a vuoto poichè Bermon si era abbassato avendo previsto il colpo. Ma il secondo fu più rapido del previsto e fu costretto a farsi scudo con le sue due lame che cozzarono violentemente contro lo spadone producendo un forte rumore. La forza e l'agilità dei colpi che era costretto a parare era maggiore di quanto si aspettasse ma riusciva a tenere testa al suo avversario. Però se non si fosse mosso alla svelta si sarebbe trovato in difficoltà. Quindi prese l'inziativa e fece finta di tentare un affondo. L'orco cadde nel tranello e visto quello che sembrava un colpo diretto alzò le braccia per tentare un colpo dall'alto lasciando però scoperto il torace. Bermon ne approfittò trafiggendo con entrambe le lame il suo avversario che fu stroncato sul colpo. Alle sue spalle combatteva Roftlon. Non era minimamente impensierito dai colpi orchi troppo sgraziati e lenti per colpirlo ma la mole dei suoi avversari gli impediva di portare a segno attacchi efficaci. Il suo primo avversario usava un'ascia lunga. I suoi colpi erano troppo lenti e ,anche se, il pugnale di Roftlon lo ferì svariate volte lui non mollava. Però qulla sfida lo eccitava. Sentiva in se il calore, il cuore batteva fortissimo e il sangue ribolliva nelle vene. Aveva proprio sete di battaglia. Gli procurava piacere e man mano che questo piacere saliva in lui i sui colpi si facevano più forti mantendendo però la solita agilità e la solita velocità. L'orco si trovò in difficoltà di fronte ad un essere umano che sembrava non differire così tanto da lui per sete di sangue. Preso dalla foga però Roftlon non vide un cadavere che giaceva innanzi a lui e vi ci inciampò cadendo. L'orco voleva approfittarne e fece girare con entrambe le braccia l'ascia in modo da poter assestare un efficace colpo al petto di Roftlon. Ma il guerriero era già in piedi quando l'ascia finì nel terreno così violentemente da rimanercì incastrata. Il soldato ne approfittò e malgrado i maldestri tentativi di schivare i colpi il selvaggio cadde a terra senza vita con le braccia lacerate da diversi colpi e con la gola completamente squarciata. Rushnak dall'altra parte combatteva fieramente e già ne aveva fatti fuori tre. Ma nonostante i suoi sforzi sembrava ne spuntassero sempre di nuovi. Questa volta erano in due contro di lui che venivano in direzioni opposte. Con l'arma che si ritrovava però non era abbastanza agile da poterli affrontare entrambi quindi fu cotretto ad evitare i colpi che venivano contemporaneamente da entrambi i lati senza però poter fare niente per contrattaccare. Si stava stancando e doveva fare qualcosa. Allora si portò nei pressi di una fiaccola e con un calcio la fece cadere facendo andare le ceneri ardenti sui piedi di uno dei suoi avversari. Quest'ultimo preso dall'istinto abbassò la guardia a causa del dolore ma fu una mossa maldestra perchè Rushnak senza esitare gli diede un colpo talmente forte da spezzargli il collo sul colpo. Il secondo avversario che era stato più cauto teneva la guardia alta sebbene avesse capito che anche parare un colpo di quel martello significasse rimanere disarmati. Quindi preferiva schivare solamente. Mentre arretrava però improvvisamente cadde senza vita. Più lontano sorrideva Kothern che stava sfruttando la sua magia per riprendersi e allo stesso tempo atterrare i nemici. Visti gli effetti devastanti di essa però sempre più avversari si riversavano contro di lui e uno gli arrivò alle spalle senza che lui se ne rendesse conto. Lo disarmò e lo afferrò alla gola ghignando di gusto. Kothern si dibatteva ma non c'era verso di liberarsi. Il suo avversario disse con tono sprezzante "Li atre chrenitov..." che nella lingua degli orchi significa "Sei spacciato". Il mago comprese appieno l'affermazione e intuì il movimento del suo avversario che stava per conficcargli la scimitarra nel petto. Senza esitazione prese la mano che lo teneva per la gola ed effettuò uno degli incantesimi che gli piacevano di più. Dalla sua mano una fiamma nera come la pece si trasmise alla mano del suo avversario e si propagò per tutto il corpo. L'orco atterrito lasciò la presa e cominciò a correre urlando. Appena la bocca si spalancò le fiamme "corsero" verso la bocca di costui e vi entrarono. Un attimo dopo l'orco si accasciò a terra freddo come un pezzo di marmo. Bermon e Roftlon continuavano a combattere l'uno di spalle all'altro. Roftlon era in difficoltà e ogni colpo che assestava gli costava molta energia. Si trovava di fronte un avversario che sebbene maneggiasse uno spadone a due mani era molto agile. Riusciva a malapena a schivare i colpi. In condizioni normali lo avrebbe battuto senza molte difficoltà ma la stanchezza sortiva i suoi dannati effetti. Non c'era verso di eludere quella ferrea guardia. Quindi dovette agire di conseguenza e sferrò un colpo alla gamba del nemico. Non era per fare del male ma per distrarre e ci era riuscito. L'orco aveva abbassato le difese e Roftlon lanciò un fendente dall'alto verso il basso andando a far penetrare la lama da sotto al mento e facendola uscire dalla bocca spalancata dell'orco che lasciò cadere lo spadone ma in compenso, come a voler portare con se il suo uccisore, gli strinse con forza i polsi impedendogli di recuperare l'arma e di muoversi agilmente. Si sentì perso quando accorse il suo amico li vicino a salvarlo. Con una delle sue due lame tagliò di netto entrambi gli avambracci che tenevano Roftlon il quale si liberò e recuperò il suo pugnale. Rushnak combatteva vicino a Kothern permettendogli di fare incantesimi mentre teneva lontani gli avversari. Sotto gli incantesimi del mago i nemici cadevano come mosche. Prima erano stati spaventati dalla magia, ma poi resisi conto della seria minaccia costituita da Kothern, accorsero in massa per cercare di fermarlo e Rushank era venuto a dargli una mano. Nuovamente si trovò due contro uno ma questa volta erano tutti e due di fronte a lui. Preso dalla foga menò un colpo. Il primo dei due lo schivò. Il secondo no e prese lo spigolo del martello in pieno petto. Lo scricchiolio delle costole suonò forte. Ma l'altro nemico ne approfittò lanciando un colpo dal basso e disarmando Rushnak, si portò talmente vicino a lui che se il generale non si fosse buttato di lato avrebbe sicuramente preso la lama della sciabola nemica nel ventre. Ma anche disarmato continuò la battaglia e con maggiore vigora. L'orco fece un secondo tentativo e sebbene avesse ferito Rushnak ad un braccio non riuscì ad affondare più di tanto la lama nella carne. Il generale era deciso a tentare il tutto per tutto. Afferrò con una mano il braccio dell'avversario col quale era impugnata l'arma e lo tirò facendo sbilanciare il nemico. A questo punto con l'altro braccio diede un pugno diretto al gomito che fece scricchiolare le ossa e piegò l'articolazione del povero orco in un modo innaturale e facendolo urlare di dolore. Rushnak ne approfittò per recuperare il martello e con esso far fuori il nemico. Sempre più orchi andavano a cercar di far fuori Kothern e ora erano cinque contro due. Rushnak e Kothern al centro circondati da cinque orchi che già pregustavano il sapore del sangue di loro due. Si avvicinavano lentamente. La sensazione di onnipotenza che gli derivava da una situazione del genere li inebriava e quindi procedevano a passi piccoli. I due soldati dovevano tentare il tutto per tutto. Kothern disse al compagno "tienimeli lontani ancora qualche secondo...Ce la possiamo fare...Ma stai attento...Alla fine di tutto il tuo pericolo maggiore potrei essere io...". Il generale fece un segno di assenso mentre osservava i movimenti nemici. Al suo fianco Kothern si preparò ad un altro incantesimo. Più potente del precedente. Era magia oscura quella e non andava usata se non in casi particolari. Si aveva a che fare con poteri molto difficili da controllare. Piantò l'asta in terra e chiuse gli occhi. Sussurrava sottovoce "Bestie che popolate il fondo di questa terra datemi il vostro potere distruttivo e divorate coloro che hanno sfidato me, e attraverso me VOI..." A questo punto riaprì gli occhi ma l'intero occhio ora era nero. Buio e oscuro. Contemporaneamente l'asta bruciò dello stesso fuoco nero di prima. La fiamma si propagò velocemente fino alle mani di Kothern...Il bastone magico fu lasciato cadere e nelle mani di Kothern ardeva quella fiamma nera dalla quale tutti sembravano spaventati. Il mago aprì la mano a pugno semi aperto. Immediatamente il fuoco assunse la forma di una lama. Senza alcun preavviso si scagliò contro un orco senza lasciargli nemmeno il tempo di urlare. Lo taglio di netto a metà. Gli altri rimasero sbigottiti per la velocità e la potenza del colpo. Non ebbero nemmeno il tempo di reagire che caddero a terra senza vita. Il mago correva per il campo con un furore che lasciava allibiti tutti. In breve il campo fu ripulito. A terra giacevano a decine i cadaveri di orchi mutilati. Purtroppo però vi era un numero nutrito anche dei corpi dei soldati. I sopravvissuti urlarono un grido di vittoria. Rushnak, Roftlon e Bermon accorsero ad acclamare il loro amico che era stato decisivo nella battaglia. Nonostante la fine della battaglia però gli occhi di Kothern erano ancora neri. Era diverso dal solito. Aveva cominciato a ridere. Alcuni cominciavano a preoccuparsi. Lo chiamavano per nome. Ma lui non si girava. Infastidito, il mago si girò e gridò "Stolti. Adesso li raggiungerete!" Tutte le grida di gioia furono smorzate da quella frase. I soldati si guardavano attorno spaesati chiedendosi se quello fosse realmente il loro compagno Kothern. Nessuno osava muoversi per paura di poter commettere qualcosa di irreparabile. Era tutto immobile. L'unica cosa che si muoveva era la fiamma nella mano di Kothern che aveva la forma di una lama. Pareva avere una consistenza anche solida visto che essa aveva trapassato i corpi di numerosi orchi. Eppure quel nero evanescente non pareva poter tagliare. Il mago si guardava attorno. Cominciò a parlare "Eppure vi facevo più svegli...Possibile che non l'abbiate capito? Del Kothern di cui invocate il nome per ora rimane solo l'involucro. Quello sciocco credeva di potersi servire di me per la battaglia e di ricacciarmi mia. Ma non sapeva che per invocare certe entitàbisogna pagare un prezzo. Ha chiamato me che sono..."Si interruppe e poi riprese "Ma cosa perdo a fare il mio prezioso tempo con voi? Finalmente sono tornato in libertà ed è ora che torni a divertirmi! Vediamo un pochino...Chi faccio fuori per primo?" Fece un ghigno beffrdo mentre si guardava intorno in cerca della prima vittima. I soldati si guardavano fra di loro atterriti all'idea di dover affrontare un essere come quello. La maggior parte dei soldati rimasti in vita era ferita. Alcuni perdevano ancora molto sangue a causa delle ferite fresche. Pochi ancora erano in grado si sostenere una battaglia. Mentre i secondi passavano interminabili Kothern continuava a guardarsi attorno con la faccia compiaciuta di qualcuno che è consapevole di incutere terrore e finalmente prese la sua decisione. Puntò un soldato poco distante che sembrava essere ancora in forze e mentre si scagliò contro di lui a velocità impressionante disse "Per sgranchirmi un pò...". Nemmeno un battito di ciglia che il mago si trovò di fronte alla sua vittima che non ebbe nemmeno il tempo di reagire. Si trovò sollevato a mezz'aria con la lama-fiamma conficcata nel ventre. Subito

dopo fu scagliato in fin di vita poco distante. L'uccisione del loro compagno sembrava aver riportato tutti alla realtà. Nessuno aveva voluto credere ai propri occhi ma ora che un loro compagno era stato ferito in quel modo tutti imbracciarono le armi per combattere quell'entità. Coloro che potevano affrontare un corpo a corpo imbracciarono le lame pronti ad affrontare la morte la quale, sotto le apparenti spoglie di Kothern, stava seminando il panico. Il bersaglio successivo fu Roftlon che non si fece trovare impreparato. Schivò il rapido colpo portato al suo petto sebbene con vistosa difficoltà ma almeno aveva evitato di essere sconfitto al primo colpo. Subito dopo ecco un altro affondo portato all'altezza della gola. Anche questo fu schivato. Però Roftlon non voleva stare li a parare e basta. La prospettiva di un avversario con un'agilità pari alla sua lo metteva in uno stato di eccitazione tale che le sue prestazioni sembravano apmlificate. Finalmente le due lame cozzarono anche se non produssero alcun rumore. La volta successiva fu Roftlon a tentare un colpo ma l'avversario l'aveva previsto e abbassandosi e facendo perno su un piede fece uno sgambetto a Roftlon, il quale perse l'equilibrio e cadde. Kothern era già sul punto di conficcare la lama nella spalla del suo ex-compagno che un grido si levò "ORA!!". Era Bermon che aveva dato il segnale. Alcune frecce si andarono diritte verso Kothern. Ma il mago porto la mano con cui impugnava la spada a mezz'aria e la aprì. La fiamma mutò forma e si trasormò in una barriera sottilissima ma allo stesso tempo resistentissima tanto che le frecce finirono tutte contro di essa per poi cadere a terra. Immediatamente dopo la fiamma ritornò ad essere una lama ma adesso Kothern aveva cambiato obiettivo. Si diresse verso Bermon che aveva ancora la balestra scarica in mano. Si fermò a pochi centimetri da lui e con la sua arma cercò di portargli un colpo al volto. Istintivamente il guerriero si protesse con la balestra che fu distrutta all'impatto. Un altro colpo stava per essere sferrato quando Kothern si fermò con il braccio sollevato e che immediatamente ricadde penzoloni lungo il fianco. Sulla sua spalla si era conficcato il pugnale di Roftlon. Era stato lanciato da lontano per evitare a Bermon la morte anche se ora l'altro guerriero era disarmato. Colui che aveva lanciato il pugnale disse con un'espressione fra la soddisfazione e la sfida "Sono ancora io il tuo avversario. Non mancarmi di rispetto!". Subito l'essere con le spoglie di Kothern rispose "Potete attaccarmi anche tutti insieme. Per me non fa differenza. Cadrete lo stesso..." Poi tentò di usare l'arto ferito ma senza successo "Maledetti umani...Sono così fragili..." Ma nessuno aspettò che il mago si riprendesse e in molti si lanciarono all'attacco. Malgrado il braccio ferito però Kothern continuava a schivare i colpi. Roftlon però non voleva rimanere in disparte e afferrò una sciabola di orco morto li vicino e si lanciò di nuovo all'attacco. Nel frattempo Kothern aveva portato l'altra mano all'arto ferito e fece passare quel fuoco nero all'altro braccio per poter continuare a combattere. Schivava tutti i colpi ma sentiva l'inferiorità numerica. Non potev portare colpi letali perchè era impegnato a parare gli altri. Allora con un rapido scatto si portò verso l'asta magica e la frantumò con un colpo ben assestato. Prese la pietra magica incastonata al suo interno e la mise alla base della fiamma. Immediatamente in essa mutò il colore. Passò dal nero al rosso e

con essa anche gli occhi di Kothern si fecero rossi. "Ecco ora va molto meglio...". Menò un fendente in aria ma esso scatenò una violenta onda d'urto diretta verso rushnak. Egli la parò ma con molta difficoltà e dopo quel colpo aveva le mani e le braccia doloranti. Il generale non ebbe il tempo di riprendersi che Kothern gli fu di fronte. Non aspettò però che il suo avversario si muovesse e con uno sforzo estremo cercò di assestargli un colpo. Decisamente troppo lento però per un avversario di quella portata. Con la forza della disperazione continuava a mandare colpi cercando e sperando in un errore dell'avversario. Ma quello sembrava infaticabile. Anzi sembrava non metterci nemmeno impegno. Si stava solo divertendo. Rushnak era ormai in evidente difficoltà e subito i suoi compagni accorsero a dargli una mano. I colpi di Bermon e Roftlon però fendevano solamente l'aria. Kothern rimaneva più veloce e sopratutto dopo l'uso della pietra sembrava rinvigorito. Ma era troppo sicuro di sè. Non si curava quasi dei colpi che gli arrivavano. Forse proprio per questo il calcio diretto al ventre e il successivo pugno di Rushnak lo colpirono senza che lui avesse il tempo di reagire. Era talmente occupato a divertirsi con gli altri due che aveva completamente dimenticato il terzo. Fu steso a terra, immobilizzato e stava per essere trucidato dalle armi di quello che rimaneva del plotone di Rushnak quando la fiamma che aveva sulla mano si estese a tutto il corpo. Kothern fu preso dalle convulsioni e poi ebbe solo il tempo di dire "Sono tornato..." prima di svenire.

  
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