Pioveva a dirotto ma i soldati continuavano imperterriti ad
avanzare nel fango. Il generale Rushnak urlava parole dure per esortare i suoi
uomini. Sembrava instancabile con quella sua stazza e quel volto reso duro come
la pietra da innumerevoli battaglie. La spedizione comandata da quell'uomo
aveva come obiettivo stabilire le sorti di un piccolo accampamento nella
foresta che non dava più notizie di se da alcuni giorni. Il piccolo manipolo di
soldati era costituito 20 uomini. I più valorosi fra loro erano Il generale
Rushnak e la sua guardia costituita da Kothern, Bermon e Roftlon. La spedizione
era partita in condizioni avverse. Il maltempo l'aveva accompagnata sin dal suo
inzio. Pioggia e raffiche di vento rallentavano i poveri uomini che nonostante
tutto, inarrendevoli, procedevano verso il loro obiettivo. Quella era l'ultima
delle 3 giornate di viaggio percorse. L'accampamento da raggiungere sarebbe
stato visibile di li a poco. Tutti erano rinfrancati. Presto avrebbero trovato
un rifugio dalle intemperie. All'orizzonte era possibile osservare il muro in
legno la porta più elevata per controllare il passaggio di persone. Man mano
che si avvicinavano però l'umore dei soldati cominciò a cambiare.
Dall'accampamento non provenivano i consueti schiamazzi . Ne si alzavano le
piccole nuvole di fumo di quando sono accesi dei ceppi. Era tutto così
stranamente silenzioso. In un modo alquanto inquietante. Alcuni soldati
cominciavano a bisbigliarsi qualcosa. Segno che fra di loro serpeggiava qualche
brutta idea. Tutti erano in qualche modo turbati dalla cosa anche se i più
forti non lasciavano trasparire nulla. Una volta giunti all'accampamento nulla
era mutato. Il silenzio permaneva. Sembrava tutto disabitato; nessun'anima
viva. Tutti si guardavano attorno con aria attonita. Non potevano essere
spariti tutti nel nulla. "Formerò due gruppi" tuonò improvvisamente
il generale. Poi continuò "Il primo perlustrerà tutta la parte ovest
dell'accampamento. L'altro, la parte est". Guardò alcuni uomini e poi man
mano li indicò formando la prima squadra. Subito dopo disse "Gli altri
saranno la seconda squadra". L'accampamento era a forma circolare. Era
relativamente piccolo. Era come un piccolo porto franco dove l'esercito aveva i
suoi emissari e dove chiunque giungesse da un viaggio estenuante poteva trovare
riparo per un pò. In quel periodo dell'anno però i viaggiatori erano sempre
pochissimi. Avrebbero però dovuto trovare almeno qualche soldato. Detto questo,
il generale, prese la sua squadra e si incamminò verso l'edificio più vicino.
Non aveva alcun connotato particolare.
Sembrava un comune edificio di pietra. Arrivato all'ingresso si accorse che la
porta era socchiusa. Fece segno ad uno dei suoi di entrare. Quello eseguì
repentinamente l'ordine. Ma dall'interno dell'edifico risuonò "Tutto
tranquillo. Quì non c'è nessuno". Quindi entrarono tutti. Quella sembrava
essere una mensa. Tavoli vuoti con qualche scodella capovolta e sedie per
terra. Niente di più. Nessun segno di vita. Solo una piccola bestiolina che
rosicchiava i resti avariati in una scodella. Erano appena usciti da
quest'edifico che uno degli uomini dell'altra corse loro incontro. Aveva corso
a perdifiato nonostante la distanza fosse relativamente breve. Tremava e non
riusciva a parlare. Rushnak gli si avvicinò e gli disse "Cosa
succede?" allorchè il soldato disse"
Anf... Anf... Signore... U... u... una... car... CARNEFICINA!!"
"Cosa diavolo stai dicendo?" rispose Rushnak; il
soldato ancora affannato continuò "Venga al dormitorio. Ci sono alcune
decine di cadaveri!. Il sergente Bermon è rimasto li con il resto della squadra
a perlustrare l'edificio in cerca di sporavvissuti. Mi segua... " Il
soldato condusse l'altra squadra al dormitorio e li si trovarono di fronte una
scena raccapricciante costituita da cadaveri stesi sulle brande contorti in una
smorfia di morte. Il sangue oramai era secco sulle lenzuola grigio sporco. "Tutti
morti nel sonno. Li hanno colti di sorpresa." pensò il generale. Infatti
non avevano avuto nemmeno il tempo di reagire. Solo in pochi avevano le armi in
pugno. Quindi solo in pochi avevano lottato per difendersi. Sembrava un attacco
studiato nei minimi particolari ma non si riusciva a dare un nome ai possibili
fautori di questa carneficina nè un perchè a questo massacro. Infatti
l'appostamento non aveva alcuna rilevante importanza strategica nè custodiva
alcuna ricchezza. Di conseguenza quell'orrendo crimine era stato perpetrato
solo per il gusto di farlo. Dal silenzio disarmante di quella stanza la voce di
Kothern risuonò forte "L'unica cosa che possiamo fare è dare loro una
degna sepostura." . "Sono daccordo. Seppelliteli" disse Rushnak
disgustato per la scena che si trovava di fronte. I corpi erano stati tutti
seppelliti e il sole orami stava tramontando. Rushnak chiamò i suoi uomini a sè
e sentenziò ci accamperemo quì per la notte ma imposteremo turni di guardia nel
caso le"bestie" che hanno compiuto questo massacro fossero quì
intorno."Spiegò anche perchè non voleva fare un viaggio di ritorno
notturno "Saremmo facili prede in una foresta di notte mentre quì
nell'accampamento le torce ci permettono di vedere meglio nonostante
l'oscurità". La notte arrivò in men che non si dica e quando
l'accampamento fu pronto Kothern e Roftlon cominciarono il turno di guardia.
Kothern andava avanti e indietro con in pugno la sua asta magica. Lui era un
mago. Era speciallizzato nel controllare le fonti di energia. Qualunque cosa
fosse vivente poteva essere in pericolo con lui. Perchè poteva sottrargli
energia e addirittura ucciderlo nel caso Kothern si fosse sforzato. Però non
sempre ciò gli riusciva. Se si trovava di fronte ad un altro mago la cosa era
molto più difficile per lui.Roftlon invece
non era un concentrato di forza fisica nè un potente magico ma pochi
erano agili come lui. Era come un'ombra capace di dileguarsi molto facilmente
se ne avesse avuto bisogno. Brandiva un pugnale dal manico allungato e da una
lama decorata e con la falce impressa. La prima parte della notte trascorse
molto tranquilla senza nessun segno di pericolo tanto che i due uomini addetti
alla guarda si erano fin troppo rilassati. Era il momento di dare il cambio ad
altri due soldati quando improvvisamente un soldato non si muoveva più. Aveva
gli occhi persi nel vuoto e non rispondeva se lo si chiamava per nome nè se lo
si toccava. Kothern pensava fra sè e sè "Ho già visto una cosa del genere
ma non ricordo..." Mentre lui era sovrappensiero il soldato
improvvisamente scattò con la spada sguainata verso di lui tanto che Kothern
appena in tempo riusci a spostarsi ma non ad evitare la lama che gli fece un
piccolo taglio sul braccio destro. Il mago non stette con le mani in mano e
reagì prontamente sfoderando l'asta per difendersi. In contemporanea i rumori
del combattimento destarono tutti e mentre tutti assistevano attoniti alla
scena Rushnak prese l'iniziativa e bloccò il soldato che si dibatteva con una
forza impressionante. Rushnak urlava al soldato "COSA DIAVOLO STAVI
FACENDO EH?" e nello stesso momento il soldato parve riprendersi. Sbattè
un paio di volte le palpebre e disse con voce flebile "Signore...Perchè mi
sta bloccando?" e quindi Rushank rispose "Non fare il cretino con me
altrimenti te ne pentirai...Perchè hai aggredito Kothern?. Il povero soldato
ribattè "Signore...Non ricordo niente...Ricordo solo
che...AAAAARGHHH" Il discorso del soldato si interruppe. Era stato
trafitto da una spada di un altro commilitone. Il soldato colpito si portò una
mano tremante al petto e la ritrasse piena di sangue . Si accasciò a terra
senza vita con la spada ancora nel corpo. Bermon allora che era il più vicino
diede una gomitata nel petto all'assassino e lo stordì. Dopodichè lo
immobilizzò e mentre stava urlandogli contro "COSA TI PRENDE?!?"
Rushnak si precipitò verso di lui. Sollevò il soldato di peso e con aria delusa
ma allo stesso tempo irosa gli disse "Adesso te la vedrai con me..."
ma il soldato pareva non ascoltarlo. Aveva la stessa espressione del compagno
che aveva ucciso. Pareva assente e isolato dal mondo. Mentre il generale stava
per sferrare uno dei suoi poderosi pugni al soldato Kothern esclamò
"Venite tutti vicini a me e sfoderate le armi!! Siamo in pericolo!!"
Non aspettò che l'ordine fosse eseguito e piantò l'asta per terra.
Immediatamente essa bruciò di un fuoco fatuo. Era freddo ma generava comunque
fumo. In breve il fumo andò a coprire Kothern e i soldati attorno a lui
coprendo il chiarore della luna e delle stelle. Le uniche luci rimanenti erano
quelle delle torce. Roftlon disse al compagno "Cosa c'è?" e il mago
urlò a tutti " I due nostri compagni sono stati vittime di un controllo
mentale. Qui vicino ci deve essere un mago capace di effettuare una magia del
genere e se non è un mago stupido ci deve essere qualcuno a proteggerlo. Magari
sono quelli che hanno fatto la strage quì all'accampamento quindi sfoderate le
armi e venite vicino a me. Il fumo ostacolerà la magia del mago ma non è una
barriera fisica. Se ci sono dei soldati ci attaccheranno!" La barriera
stava sortendo il suo effetto e l'inconsapevole burattino strillò inorridito
davanti allo spettacolo del suo compagno morto. Tutti gli altri invece erano ad
occhi aperti e non riuscivano a muoversi. Sembravano pietrificati. Rushnak dovette
urlare più di una volta per farli riprendere. Tutti si disposero in cerchio a
Kothern che doveva rimanere immobile per mantenere intatta la barriera. In
prima linea i soldati con le balestre in pugno. Spiccava fra tutti Bermon le
cui lame ancora attaccate al cinturone ma pronte per essere sfoderate
brillavano al fuoco delle torce. Nelle seconde linee invece c'erano Rushnak e
Roftlon. Il primo con in pugno il suo poderoso martello. In pochi erano usciti
solo con qualche osso rotto da uno scontro con Rushnak armato di martello.
Roftlon invece impugnava la sua arma con la lama rivolta verso l'interno era
apparentemente sicuro di se e aveva l'aria di chi aspetta impazientemente
qualcosa. Gli aggressori non si fecero attendere. Dal fumo emersero figure alte
e piazzate. Orchi. Tutti guerrieri e uno sciamano. Era riconoscibile dalle
bardature e dalla singolare arma. Una spada ma con la lama smussata e piena di
amuleti ,fatti di teschi umani, attorno all'elsa. Era lui il responsabile della morte del loro compagno. I loro
nemici erano in superioirà numerica ma non attaccavano. Sembravano studiarli.
Quei secondi passavano interminabili senza che nessuno prendesse un'iniziativa.
Improvvisamente un soldato maldestro fece scattare la sua balestra e la freccia
scoccata andò a conficcarsi nell'occhio di uno degli orchi. Fu il segnale
d'inizio. Altre frecce scattarono e una prima ondata di nemici cadde. Kothern
urlò a Bermon "lo sciamano!!". Il guerriero non se lo fece ripetere
due volte. Mirò al petto e scoccò la freccia ma essa non andò a segno. Si
conficcò in un orco che si era parato per fare da scudo umano. Lo sciamano
sentendosi in pericolo mise in mostra tutta la magia. Sollevò la mano e creò un
vertice col quale spazzò via la barriera di fumo. All'interno di essa era più
facile contrastarla e distruggerla. Kothern affannato cadde in ginocchio e con
una voce flebile disse a Bermon "di nuovo..." Bermon scoccò una nuova
freccia. Stavolta il mago prese possesso di un altro soldato e voleva usarlo
come scudo. Ma Kothern intevenne. Grazie
alla sua magia sottrasse energia al suo compagno facendolo passare in uno stato
di morte apparente. Le gambe si fecero molli al soldato ed egli cadde a terra
in meno di un battito di ciglia. Lo sciamano rimase scoperto e non avendo il
tempo di rimpiazzare lo scudo umano prese la freccia in pieno petto cadendo
mezzo morto per terra. Nel frattempo gli orchi si erano avvicinati troppo e non
era più possibile scoccare frecce. Era il tempo di combattere .
I soldati che avevano impugnato le balestre indietreggiarono
facendo spazio a quelli con le armi da combattimento. Rushank fu fra i primi a
scagliarsi contro il nemico. Impavido come pochi sferrava colpi micidiali che
producevano sonori schricchiolii ogni volta che incontravano i corpi degli orchi.
Non voleva allontanarsi troppo da Kothern che era troppo debole per cavarsela
da solo ma che comunque si stava riprendendo grazie alle sue arti magiche. Agli
orchi che si avvicinavano sottraeva energia per poi trasferirla dentro di se e
riprendersi. Nel frattempo Bermon aveva posato la balestra e aveva sfoderato le
due sciabole. Non ci volle molto perchè si trovasse faccia a faccia con il
primo avversario. Combatteva con uno spadone a due mani ma nonostante la mole
di quell'arma era abbastanza agile. Il primo colpo dell'orco andò a vuoto
poichè Bermon si era abbassato avendo previsto il colpo. Ma il secondo fu più
rapido del previsto e fu costretto a farsi scudo con le sue due lame che
cozzarono violentemente contro lo spadone producendo un forte rumore. La forza
e l'agilità dei colpi che era costretto a parare era maggiore di quanto si
aspettasse ma riusciva a tenere testa al suo avversario. Però se non si fosse
mosso alla svelta si sarebbe trovato in difficoltà. Quindi prese l'inziativa e
fece finta di tentare un affondo. L'orco cadde nel tranello e visto quello che
sembrava un colpo diretto alzò le braccia per tentare un colpo dall'alto
lasciando però scoperto il torace. Bermon ne approfittò trafiggendo con
entrambe le lame il suo avversario che fu stroncato sul colpo. Alle sue spalle
combatteva Roftlon. Non era minimamente impensierito dai colpi orchi troppo
sgraziati e lenti per colpirlo ma la mole dei suoi avversari gli impediva di
portare a segno attacchi efficaci. Il suo primo avversario usava un'ascia
lunga. I suoi colpi erano troppo lenti e ,anche se, il pugnale di Roftlon lo ferì svariate volte lui non mollava.
Però qulla sfida lo eccitava. Sentiva in se il calore, il cuore batteva
fortissimo e il sangue ribolliva nelle vene. Aveva proprio sete di battaglia.
Gli procurava piacere e man mano che questo piacere saliva in lui i sui colpi
si facevano più forti mantendendo però la solita agilità e la solita velocità.
L'orco si trovò in difficoltà di fronte ad un essere umano che sembrava non
differire così tanto da lui per sete di sangue. Preso dalla foga però Roftlon
non vide un cadavere che giaceva innanzi a lui e vi ci inciampò cadendo. L'orco
voleva approfittarne e fece girare con entrambe le braccia l'ascia in modo da
poter assestare un efficace colpo al petto di Roftlon. Ma il guerriero era già
in piedi quando l'ascia finì nel terreno così violentemente da rimanercì
incastrata. Il soldato ne approfittò e malgrado i maldestri tentativi di
schivare i colpi il selvaggio cadde a terra senza vita con le braccia lacerate
da diversi colpi e con la gola completamente squarciata. Rushnak dall'altra
parte combatteva fieramente e già ne aveva fatti fuori tre. Ma nonostante i
suoi sforzi sembrava ne spuntassero sempre di nuovi. Questa volta erano in due
contro di lui che venivano in direzioni opposte. Con l'arma che si ritrovava
però non era abbastanza agile da poterli affrontare entrambi quindi fu cotretto
ad evitare i colpi che venivano contemporaneamente da entrambi i lati senza
però poter fare niente per contrattaccare. Si stava stancando e doveva fare
qualcosa. Allora si portò nei pressi di una fiaccola e con un calcio la fece
cadere facendo andare le ceneri ardenti sui piedi di uno dei suoi avversari.
Quest'ultimo preso dall'istinto abbassò la guardia a causa del dolore ma fu una
mossa maldestra perchè Rushnak senza esitare gli diede un colpo talmente forte
da spezzargli il collo sul colpo. Il secondo avversario che era stato più cauto
teneva la guardia alta sebbene avesse capito che anche parare un colpo di quel
martello significasse rimanere disarmati. Quindi preferiva schivare solamente.
Mentre arretrava però improvvisamente cadde senza vita. Più lontano sorrideva
Kothern che stava sfruttando la sua magia per riprendersi e allo stesso tempo
atterrare i nemici. Visti gli effetti devastanti di essa però sempre più
avversari si riversavano contro di lui e uno gli arrivò alle spalle senza che
lui se ne rendesse conto. Lo disarmò e lo afferrò alla gola ghignando di gusto.
Kothern si dibatteva ma non c'era verso di liberarsi. Il suo avversario disse
con tono sprezzante "Li atre chrenitov..." che nella lingua degli
orchi significa "Sei spacciato". Il mago comprese appieno
l'affermazione e intuì il movimento del suo avversario che stava per conficcargli
la scimitarra nel petto. Senza esitazione prese la mano che lo teneva per la
gola ed effettuò uno degli incantesimi che gli piacevano di più. Dalla sua mano
una fiamma nera come la pece si trasmise alla mano del suo avversario e si
propagò per tutto il corpo. L'orco atterrito lasciò la presa e cominciò a
correre urlando. Appena la bocca si spalancò le fiamme "corsero"
verso la bocca di costui e vi entrarono. Un attimo dopo l'orco si accasciò a
terra freddo come un pezzo di marmo. Bermon e Roftlon continuavano a combattere
l'uno di spalle all'altro. Roftlon era in difficoltà e ogni colpo che assestava gli costava molta
energia. Si trovava di fronte un avversario che sebbene maneggiasse uno spadone
a due mani era molto agile. Riusciva a malapena a schivare i colpi. In condizioni
normali lo avrebbe battuto senza molte difficoltà ma la stanchezza sortiva i
suoi dannati effetti. Non c'era verso di eludere quella ferrea guardia. Quindi
dovette agire di conseguenza e sferrò un colpo alla gamba del nemico. Non era
per fare del male ma per distrarre e ci era riuscito. L'orco aveva abbassato le
difese e Roftlon lanciò un fendente dall'alto verso il basso andando a far
penetrare la lama da sotto al mento e facendola uscire dalla bocca spalancata
dell'orco che lasciò cadere lo spadone ma in compenso, come a voler portare con
se il suo uccisore, gli strinse con forza i polsi impedendogli di recuperare
l'arma e di muoversi agilmente. Si sentì perso quando accorse il suo amico li
vicino a salvarlo. Con una delle sue due lame tagliò di netto entrambi gli
avambracci che tenevano Roftlon il quale si liberò e recuperò il suo pugnale.
Rushnak combatteva vicino a Kothern permettendogli di fare incantesimi mentre
teneva lontani gli avversari. Sotto gli incantesimi del mago i nemici cadevano
come mosche. Prima erano stati spaventati dalla magia, ma poi resisi conto
della seria minaccia costituita da Kothern, accorsero in massa per cercare di
fermarlo e Rushank era venuto a dargli una mano. Nuovamente si trovò due contro
uno ma questa volta erano tutti e due di fronte a lui. Preso dalla foga menò un
colpo. Il primo dei due lo schivò. Il secondo no e prese lo spigolo del
martello in pieno petto. Lo scricchiolio delle costole suonò forte. Ma l'altro
nemico ne approfittò lanciando un colpo dal basso e disarmando Rushnak, si
portò talmente vicino a lui che se il generale non si fosse buttato di lato
avrebbe sicuramente preso la lama della sciabola nemica nel ventre. Ma anche
disarmato continuò la battaglia e con maggiore vigora. L'orco fece un secondo tentativo
e sebbene avesse ferito Rushnak ad un braccio non riuscì ad affondare più di
tanto la lama nella carne. Il generale era deciso a tentare il tutto per tutto.
Afferrò con una mano il braccio dell'avversario col quale era impugnata l'arma
e lo tirò facendo sbilanciare il nemico. A questo punto con l'altro braccio
diede un pugno diretto al gomito che fece scricchiolare le ossa e piegò
l'articolazione del povero orco in un modo innaturale e facendolo urlare di
dolore. Rushnak ne approfittò per recuperare il martello e con esso far fuori
il nemico. Sempre più orchi andavano a cercar di far fuori Kothern e ora erano
cinque contro due. Rushnak e Kothern al centro circondati da cinque orchi che
già pregustavano il sapore del sangue di loro due. Si avvicinavano lentamente.
La sensazione di onnipotenza che gli derivava da una situazione del genere li
inebriava e quindi procedevano a passi piccoli. I due soldati dovevano tentare
il tutto per tutto. Kothern disse al compagno "tienimeli lontani ancora
qualche secondo...Ce la possiamo fare...Ma stai attento...Alla fine di tutto il
tuo pericolo maggiore potrei essere io...". Il generale fece un segno di
assenso mentre osservava i movimenti nemici. Al suo fianco Kothern si preparò
ad un altro incantesimo. Più potente del precedente. Era magia oscura quella e
non andava usata se non in casi particolari. Si aveva a che fare con poteri
molto difficili da controllare. Piantò l'asta in terra e chiuse gli occhi.
Sussurrava sottovoce "Bestie che popolate il fondo di questa terra datemi
il vostro potere distruttivo e divorate coloro che hanno sfidato me, e
attraverso me VOI..." A questo punto riaprì gli occhi ma l'intero occhio
ora era nero. Buio e oscuro. Contemporaneamente l'asta bruciò dello stesso
fuoco nero di prima. La fiamma si propagò velocemente fino alle mani di
Kothern...Il bastone magico fu lasciato cadere e nelle mani di Kothern ardeva
quella fiamma nera dalla quale tutti sembravano spaventati. Il mago aprì la
mano a pugno semi aperto. Immediatamente il fuoco assunse la forma di una lama.
Senza alcun preavviso si scagliò contro un orco senza lasciargli nemmeno il
tempo di urlare. Lo taglio di netto a metà. Gli altri rimasero sbigottiti per
la velocità e la potenza del colpo. Non ebbero nemmeno il tempo di reagire che
caddero a terra senza vita. Il mago correva per il campo con un furore che
lasciava allibiti tutti. In breve il campo fu ripulito. A terra giacevano a
decine i cadaveri di orchi mutilati. Purtroppo
però vi era un numero nutrito anche dei corpi dei soldati. I
sopravvissuti urlarono un grido di vittoria. Rushnak, Roftlon e Bermon
accorsero ad acclamare il loro amico che era stato decisivo nella battaglia.
Nonostante la fine della battaglia però gli occhi di Kothern erano ancora neri.
Era diverso dal solito. Aveva cominciato a ridere. Alcuni cominciavano a
preoccuparsi. Lo chiamavano per nome. Ma lui non si girava. Infastidito, il
mago si girò e gridò "Stolti. Adesso li raggiungerete!" Tutte le
grida di gioia furono smorzate da quella frase. I soldati si guardavano attorno
spaesati chiedendosi se quello fosse realmente il loro compagno Kothern.
Nessuno osava muoversi per paura di poter commettere qualcosa di irreparabile.
Era tutto immobile. L'unica cosa che si muoveva era la fiamma nella mano di
Kothern che aveva la forma di una lama. Pareva avere una consistenza anche
solida visto che essa aveva trapassato i corpi di numerosi orchi. Eppure quel
nero evanescente non pareva poter tagliare. Il mago si guardava attorno.
Cominciò a parlare "Eppure vi facevo più svegli...Possibile che non
l'abbiate capito? Del Kothern di cui invocate il nome per ora rimane solo
l'involucro. Quello sciocco credeva di potersi servire di me per la battaglia e
di ricacciarmi mia. Ma non sapeva che per invocare certe entitàbisogna pagare un
prezzo. Ha chiamato me che sono..."Si interruppe e poi riprese "Ma
cosa perdo a fare il mio prezioso tempo con voi? Finalmente sono tornato in
libertà ed è ora che torni a divertirmi! Vediamo un pochino...Chi faccio fuori
per primo?" Fece un ghigno beffrdo mentre si guardava intorno in cerca
della prima vittima. I soldati si guardavano fra di loro atterriti all'idea di
dover affrontare un essere come quello. La maggior parte dei soldati rimasti in
vita era ferita. Alcuni perdevano ancora molto sangue a causa delle ferite
fresche. Pochi ancora erano in grado si sostenere una battaglia. Mentre i
secondi passavano interminabili Kothern continuava a guardarsi attorno con la
faccia compiaciuta di qualcuno che è consapevole di incutere terrore e
finalmente prese la sua decisione. Puntò un soldato poco distante che sembrava
essere ancora in forze e mentre si scagliò contro di lui a velocità
impressionante disse "Per sgranchirmi un pò...". Nemmeno un battito
di ciglia che il mago si trovò di fronte alla sua vittima che non ebbe nemmeno
il tempo di reagire. Si trovò sollevato a mezz'aria con la lama-fiamma
conficcata nel ventre. Subito
dopo fu scagliato in fin di vita poco distante. L'uccisione
del loro compagno sembrava aver riportato tutti alla realtà. Nessuno aveva
voluto credere ai propri occhi ma ora che un loro compagno era stato ferito in
quel modo tutti imbracciarono le armi per combattere quell'entità. Coloro che
potevano affrontare un corpo a corpo imbracciarono le lame pronti ad affrontare
la morte la quale, sotto le apparenti spoglie di Kothern, stava seminando il
panico. Il bersaglio successivo fu Roftlon che non si fece trovare impreparato.
Schivò il rapido colpo portato al suo petto sebbene con vistosa difficoltà ma
almeno aveva evitato di essere sconfitto al primo colpo. Subito dopo ecco un
altro affondo portato all'altezza della gola. Anche questo fu schivato. Però
Roftlon non voleva stare li a parare e basta. La prospettiva di un avversario
con un'agilità pari alla sua lo metteva in uno stato di eccitazione tale che le
sue prestazioni sembravano apmlificate. Finalmente le due lame cozzarono anche
se non produssero alcun rumore. La volta successiva fu Roftlon a tentare un
colpo ma l'avversario l'aveva previsto e abbassandosi e facendo perno su un
piede fece uno sgambetto a Roftlon, il quale perse l'equilibrio e cadde.
Kothern era già sul punto di conficcare la lama nella spalla del suo
ex-compagno che un grido si levò "ORA!!". Era Bermon che aveva dato
il segnale. Alcune frecce si andarono diritte verso Kothern. Ma il mago porto
la mano con cui impugnava la spada a mezz'aria e la aprì. La fiamma mutò forma
e si trasormò in una barriera sottilissima ma allo stesso tempo resistentissima
tanto che le frecce finirono tutte contro di essa per poi cadere a terra.
Immediatamente dopo la fiamma ritornò ad essere una lama ma adesso Kothern
aveva cambiato obiettivo. Si diresse verso Bermon che aveva ancora la balestra
scarica in mano. Si fermò a pochi centimetri da lui e con la sua arma cercò di
portargli un colpo al volto. Istintivamente il guerriero si protesse con la
balestra che fu distrutta all'impatto. Un altro colpo stava per essere sferrato
quando Kothern si fermò con il braccio sollevato e che immediatamente ricadde
penzoloni lungo il fianco. Sulla sua spalla si era conficcato il pugnale di
Roftlon. Era stato lanciato da lontano per evitare a Bermon la morte anche se
ora l'altro guerriero era disarmato. Colui che aveva lanciato il pugnale disse
con un'espressione fra la soddisfazione e la sfida "Sono ancora io il tuo
avversario. Non mancarmi di rispetto!". Subito l'essere con le spoglie di
Kothern rispose "Potete attaccarmi anche tutti insieme. Per me non fa
differenza. Cadrete lo stesso..." Poi tentò di usare l'arto ferito ma
senza successo "Maledetti umani...Sono così fragili..." Ma nessuno
aspettò che il mago si riprendesse e in molti si lanciarono all'attacco.
Malgrado il braccio ferito però Kothern continuava a schivare i colpi. Roftlon
però non voleva rimanere in disparte e afferrò una sciabola di orco morto li
vicino e si lanciò di nuovo all'attacco. Nel frattempo Kothern aveva portato
l'altra mano all'arto ferito e fece passare quel fuoco nero all'altro braccio
per poter continuare a combattere. Schivava tutti i colpi ma sentiva
l'inferiorità numerica. Non potev portare colpi letali perchè era impegnato a
parare gli altri. Allora con un rapido scatto si portò verso l'asta magica e la
frantumò con un colpo ben assestato. Prese la pietra magica incastonata al suo
interno e la mise alla base della fiamma. Immediatamente in essa mutò il
colore. Passò dal nero al rosso e
con essa anche gli occhi di Kothern si fecero rossi. "Ecco ora va molto meglio...". Menò un fendente in aria ma esso scatenò una violenta onda d'urto diretta verso rushnak. Egli la parò ma con molta difficoltà e dopo quel colpo aveva le mani e le braccia doloranti. Il generale non ebbe il tempo di riprendersi che Kothern gli fu di fronte. Non aspettò però che il suo avversario si muovesse e con uno sforzo estremo cercò di assestargli un colpo. Decisamente troppo lento però per un avversario di quella portata. Con la forza della disperazione continuava a mandare colpi cercando e sperando in un errore dell'avversario. Ma quello sembrava infaticabile. Anzi sembrava non metterci nemmeno impegno. Si stava solo divertendo. Rushnak era ormai in evidente difficoltà e subito i suoi compagni accorsero a dargli una mano. I colpi di Bermon e Roftlon però fendevano solamente l'aria. Kothern rimaneva più veloce e sopratutto dopo l'uso della pietra sembrava rinvigorito. Ma era troppo sicuro di sè. Non si curava quasi dei colpi che gli arrivavano. Forse proprio per questo il calcio diretto al ventre e il successivo pugno di Rushnak lo colpirono senza che lui avesse il tempo di reagire. Era talmente occupato a divertirsi con gli altri due che aveva completamente dimenticato il terzo. Fu steso a terra, immobilizzato e stava per essere trucidato dalle armi di quello che rimaneva del plotone di Rushnak quando la fiamma che aveva sulla mano si estese a tutto il corpo. Kothern fu preso dalle convulsioni e poi ebbe solo il tempo di dire "Sono tornato..." prima di svenire.