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Autore: Kate_88    06/05/2007    1 recensioni
La Compagnia dell'Anello, la distruzione dell'Anello... tutto come prima se non fosse per Lotho... il mezzelfo!
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aragorn udì il suono del corno di Gondor, e cominciò a farsi strada tra i tanti Uruk. Legolas, Gimli e Lotho continuarono a combattere, ma anche Lotho cominciò a seguire Aragorn e Legolas se ne accorse. *** Tre frecce trafissero il petto di Boromir. Solo poco dopo arrivò Aragorn che con un pò di fatica si sbarazzò di Lurtz. Fu raggiunto subito da Lotho, e poco dopo da Legolas e Gimli. Aragorn si avvicinò a Boromir e tentò di togliere le frecce dal petto di Boromir, ma fu proprio questo a fermarlo affermando che non c’erano speranze. “H- hanno preso i piccoletti!” disse Boromir mentre del sangue cominciava ad uscire dalla sua bocca. “Non preoccuparti! Li riprenderemo!” “Purtroppo non potremmo affacciarci insieme dal balcone di Minas Tirith!” “Mi dispiace!” disse Aragorn stringendo la mano del compagno. “Lotho avvicinati e anche tu Legolas!”. I due si avvicinarono. Lotho capì cosa stava per dire Boromir e disse: “No! Ti prego!” “Credimi! Ti farò un piacere! Mi devo far perdonare tutte le cattiverie!” “Cosa devi dirmi, Boromir!” disse Legolas. “Lotho, in realtà...” Lotho si mise una mano davanti alla bocca e cominciò a singhiozzare. “Lui è una lei! In realtà il suo vero nome e Arya! E ti ha seguito solo... p- p- p...”. Boromir non riuscì a finire la frase. Aragorn si avvicinò al cadavere e ne baciò la fronte. Legolas era pietrificato. Mentre Aragorn e Gimli sistemavano il corpo di Boromir per poi gettarlo nel fiume, Legolas si avvicinò vicino a Arya. “Arya, eh? Perché mi hai mentito per tutti questi anni? Mi fidavo di te! Quando sei arrivata avevi gli atteggiamenti femminili, poi però ti sei sempre comportata da ragazzo, perché eh? Spiegami il perché... voglio capire! A quante pare sono l’unico a non saperlo, perché anche Haldir, Galadriel e Celeborn lo sapevano vero?”. Arya annuì. “Allora? Rispondi?” “Legolas non c’è tempo! Raggiungiamo la sponda del fiume!” disse Aragorn. Aragorn e Legolas si avviarono avanti, mentre Gimli guardò Arya mentre singhiozzava. “Capirà! E comunque io l’avevo capito dall’inizio!” disse Gimli. “Come?” disse la ragazza. “Ti ho visto un giorno, mentre ti mettevi l’armatura... eri già vestita, ma si intravedevano i lineamenti femminili!” disse il nano. *** Frodo stava prendendo una barca. Infilò dentro lo zaino e dandosi una bella spinta salì in barca e cominciò a navigare, quando, all’improvviso, da dietro a una siepe apparve Sam. “Padron Frodo!” urlò l’Hobbit. “Va via Sam! Andrò a Mordor da solo!” “Certo che ci andrete! E io verrò con voi!” disse Sam gettandosi in acqua. “SAM NON SAI NUOTARE!” urlò l’hobbit. Frodo invertì la rotta della barca e afferrandolo per una mano, salvò Sam e insieme arrivarono alla riva opposta. *** Aragorn, Arya, Gimli e Legolas arrivarono dove avevano lasciato le barche e Legolas ne prese una dicendo che dovevano raggiungerli, ma Aragorn non si mosse. “Li lasci andare?” “Non è più compito nostro!” “Allora la Compagnia ha fallito!” disse Gimli. Arya continuava a fissare quella barca. “No! Finche saremo ognuno fedele all’altro! Viaggiate leggeri che andiamo a caccia di orchi!” disse Aragorn sorridendo. Tutti lasciarono le cose più pesanti, tranne Arya che stava ferma a fissare la barca. “E tu?” disse Legolas. “Mi sono finta un ragazzo per te! Avevo deciso che se era l’unico modo per starti vicino ero decisa a sacrificarmi...” Tutti stavano zitti, attenti, soprattutto Legolas che guardava Arya, con gli occhi lucidi. Adesso che lo sapeva, riusciva a guardarla con altri occhi. “Avevo deciso che era più importante starti vicino, anche da ragazzo, invece che non averti mai accanto a me, perché sapevi che ero una ragazza... e così sono partita con la Compagnia!” “Non riesco a capire perché? Perché volevi starmi vicino, eh?” disse Legolas. Mentre Arya preparava la barca, alcune lacrime scendevano dal suo viso. Legolas e gli altri non potevano vederla, perché era girata, ma Legolas lo aveva intuito, sentendo i suoi leggeri e quasi silenziosi singhiozzi. “Perché... sono innamorata di te! Ma non preoccuparti! Tanto lo sapevo da sola che non avrei mai avuto speranze, quindi... adesso mi congedo da tutti voi e vado con Frodo! Forse potrò aiutarli e continuare il mio compito come membro della Compagnia!” disse mentre si apprestava a salire sulla barca. Legolas con uno scatto l’afferrò per una mano e la guardò negli occhi. Aragorn e Gimli cominciarono a incamminarsi, capendo che forse era ora di togliere il disturbo. “Lasciami andare!” “Ho paura di non rivederti... e adesso... sapere che tu sei una ragazza... solo adesso riesco a guardarti negli occhi e vedo che hai sempre avuto uno sguardo femminile... ti prego, vieni con noi... potremmo stare insieme e io capirò se potrò ricambiare i tuoi sentimenti!” disse tirandola a se e abbracciandola. Arya arrossì, ma poco dopo si divincolò da quell’abbraccio. “Lo capirai meglio se non mi vedrai e poi... imbranata come sono ti sarei solo d’intralcio... io vado... spero di rincontrarti!” disse salendo in lacrime sulla barca. Legolas rimase sulla riva a guardare quella barca allontanarsi e approdare sull’altra riva. Arya scese dalla barca e lanciando un ultimo saluto a Legolas, cominciò a correre per raggiungere Frodo e Sam. Legolas si girò e cominciò anche lui a raggiungere Aragorn e Gimli. Li raggiunse e guardando Aragorn disse: “Non so se ho fatto bene... l’ho lasciata andare!” “In cuor tuo lo sapevi... non volevi ammetterlo! Dovevi parlarle!” “Un elfo di 3000 anni che non è stato capace di parlare con una ragazza! Quanto sono stupido!” “Legolas... non dire così! Potrei ricredermi su l’unico elfo che mi sia stato mai simpatico... bhè... e anche Arya!” “Aragorn, adesso però, non perdiamo tempo! Ci sono due Hobbit da salvare!” disse Legolas cominciando a correre. *** “SAM! FRODO! ASPETTATEMI! IO VENGO CON VOI!” urlò Arya. Frodo si girò e vide la figura snella di Lotho correre verso di lui. “Lotho! Ma non sei andato con Aragorn e gli altri?” disse Frodo. “No! Forse qui sono più d’aiuto! E poi... non chiamarmi Lotho... io sono Arya!” disse l’elfo. “Cosa? Ma Arya è un nome da ragazza!” disse Sam. Arya, mentre camminavano, raccontò loro tutta la storia e i due Hobbit alla fine sorrisero. “Una ragazza nella Compagnia... chi l’avrebbe mai detto!” disse Sam. “Arya, Sam... sono contento che voi siate qui con me! Adesso il viaggio si fa molto più pericoloso, e voi siete qui con me!” disse Frodo. I tre si unirono in un grande abbraccio e insieme cominciarono a camminare per le montagne. *** “FERMI TUTTI!” grugnì un Uruk “Qualcuno ci insegue! Affrettiamoci!” «Aragorn!» pensò Pipino e senza farsi notare, strappò dal mantello di Lorién la foglia che teneva unite le due estremità del mantello e la buttò per terra. “Merry!” disse Pipino all’amico che giaceva sulle spalle di un altro Uruk, mentre la foglia di Lorién di Pipino veniva calpestata dal passo pesante degli Uruk. “P- Pipino!”. *** “DEVONO AVERCI FIUTATO! AFFRETTIAMOCI!” disse Aragorn mentre continuò a correre. “Forza Gimli!” disse Legolas stando al passo di Aragorn. Gimli rotolò giù da una montagna e rialzandosi ricominciò a correre dicendo: “Tre giorni e tre notti di inseguimento... niente cibo... solo quella che si può chiamare la nuda roccia!” “ANDIAMO GIMLI!” disse Legolas. *** Arrivò notte, e gli Uruk, per la fame si fermarono. “Ho fame! Perché non mangiamo i piccoletti?” disse un orco dalla voce affilata. “Non toccateli! Questi sono per Saruman! Hanno un oggetto elfico che serve al nostro padrone!” disse l’Uruk capitano. “Magari le gambe! Non ne hanno bisogno!” disse un altro orco dalla voce abbastanza tagliente. “No!” ribatté l’Uruk capitano. La rivolta si era ormai creata e tutti gli orchi e Uruk volevano avventarsi verso i due Hobbit che cominciarono a tremare. Gli orchi volevano mangiare gli Hobbit, quando un Uruk tagliò la testa a un orco che stava per avventarsi verso un Hobbit. “La carne fresca è arrivata!” disse mentre tutti si avventavano sul cadavere. *** Frodo, Sam e Arya stavano camminando da giorni, ma non si allontanavano mai dalla montagna e l’odore fetido delle paludi li accompagnava in quel viaggio che non proseguiva. “Padron Frodo per di qua ci siamo passati!” disse Sam. “Hai ragione Sam! Stiamo girando in tondo!” disse Frodo. “Frodo, scusami se non ti so guidare per questi monti, ma non sono mai stata su queste montagne!” disse Arya. “Non preoccuparti! La colpa non è tua! A proposito, oltre all’odore delle paludi, non avete l’impressione di essere seguiti?” disse Frodo guardandosi intorno. “Hai ragione! Ma non preoccuparti, lo acciufferemo!” disse Arya facendo l’occhiolino a Frodo. *** Aragorn, Legolas e Gimli continuavano a correre, finché non avvistarono un piccolo esercito di uomini a cavallo. Aragorn squadrò bene il piccolo esercito, poi urlò da dietro una collina: “Quali notizie dal Mark, Cavalieri di Rohan?”. Il piccolo esercito rallentò e pian piano si fermò circondando Aragorn, Legolas, e Gimli. Un cavaliere scese da cavallo, si levò l’elmo e guardando i tre, disse: “Cosa ci fanno un nano, un uomo e un elfo qui? Dove state andando? Parlate in fretta!” “Dimmi il tuo nome signore dei cavalli e io ti dirò il mio!” disse Gimli con aria di sfida. “Ti taglierei la testa, nano, se solo si levasse un pò più da terra!”. Legolas con uno scatto puntò una feccia contro l’uomo e disse: “Moriresti prima di vibrare il colpo!” Tutti i cavalieri puntarono le armi contro i tre e questi alzarono le mani in segno di resa. “Sono Aragorn, figlio di Arathorn, lui è Gimli, figlio di Gloin e lui è Legolas del Reame Boscoso! Stiamo andando a caccia di un gruppo di Uruk - Hai. Hanno fatto prigionieri due nostri amici!” “Gli Uruk sono distrutti. Li abbiamo trucidati stanotte! Abbiamo ammassato le carcasse lassù e dato loro fuoco!” disse il comandante del piccolo esercito. “Ma c’erano due Hobbitt! Avete visto due Hobbitt?” disse Gimli con il terrore dipinto sul volto! “Sono dei bambini ai vostri occhi!” disse Aragorn mentre Legolas aveva il dolore negli occhi. “Non ci sono vivi! Mi dispiace!” poi, con un leggero e coinciso fischio, Eomer chiamò due cavalli. “Asufel, Arod! Prendete questi cavalli! Che vi conducano ad una sorte migliore dei loro vecchi padroni!”. Legolas e Aragorn montarono sui cavalli e Gimli montò dietro a Legolas. I tre raggiunsero l’ingresso di una foresta famosa per i suoi misteri. In quel momento l’ansia entrò nel cuore di Gimli tanto era pesante l’aria di quella foresta. Aragorn sopportava quell’aria ma essendo un uomo anche per lui era difficile sopportarla; quello che meglio la sopportava era Legolas che sul cuore portava un altro fardello… un pensiero continuava a vagare per la sua mente Dove sarà? Questo era il suo unico pensiero fisso… da quel giorno pensava solo ai lineamenti dell’elfa… pensava ai momenti passati con lei… Lotho perché non facciamo il bagno insieme? Dai, l’acqua è meravigliosa! No legolas preferisco di no… mi sono appena asciugato! (rispose imbarazzata) Sai che sei proprio strano, se ci penso a volte sembri quasi una donna! <> “Legolas? Su sbrighiamoci, l’aria è molto pesante”. Aragorn lo destò dai suoi pensieri. Continuarono a viaggiare e il viaggio era insostenibile, fin quando davanti a loro si parò uno stregone… bianco! In un frammento di secondo Gimli lanciò la sua ascia, Legolas una freccia e Aragorn tentò di colpirlo con una spada. Tutte le armi furono respinte e Aragorn iniziò a guardare quello stregone finché in sillabe quasi incomprensibili pronunciò: “Tu dovresti essere morto!” “Sono rinato!”. Gandalf si fece avanti e tutti e tre si inginocchiarono poi si rialzarono. “Dobbiamo recarci nel regno di Rohan, a palazzo… re Theoden è sotto il controllo di Saruman…” “Gandalf… hai notizie di Frodo, Sam e Lotho?” disse Legolas. “Lotho? È andato con loro? No, non ne ho notizia!” disse dispiaciuto. “Va bene… corriamo!”. Legolas montò a cavallo e tutti si recarono a Rohan. Per tutto il viaggio era assillato da vari pensieri… “Lotho mi sono innamorato!” correva da lui mentre felice mentre indossava uno dei vestiti regali. “T- ti sei innamorato?” rispondeva il ragazzo balbettando. “Si! Si tratta di quell’Elfa che vive verso il confine… Niere… che bell’Elfa… è così dolce e bella…” parlava l’elfo innamorato. “Bhè… e lei ricambia?” “Credo di si… le sue amiche mi hanno riferito che parla spesso di me… sono felicissimo… e tu non sei felice per me?” “Si come no… adesso ti fidanzi e ti scordi di me…” disse andandosene. <> “Forse non avresti dovuta lasciarla andare… forse lei in questo momento ti vorrebbe al suo fianco, come ha fatto in questi anni!” disse Gimli mentre galoppava con Legolas. “Padron Frodo cosa ne facciamo di questo Gollum?” disse mentre insieme ad Arya teneva legato con una corda elfica il seccatore. “Forse ci conviene tenerlo con noi… lui forse conosce la strada per Mordor?” disse prima rivolto ai due amici e poi verso Gollum con aria interrogativa. “S-si padrone… Gollum conosce strada per Mordor… brutto posto Mordor… pieno di brutti e cattivi orchi!” disse il mostro balbettando. “Io direi di tenerlo… non si sa mai… potrà condurci a Mordor e magari aiutarci ad entrare!” rispose Frodo mentre slegava Gollum. “Non so se sia la scelta migliore ma potremo provare… in fin dei conti nella nostra situazione si può provare tutto!” disse Arya mentre sistemava i capelli legandoli in modo mascolino. “A me quel Gollum proprio non piace… lui vuole solo l’anello!” disse Sam. “T- Tessoro? No! Gollum vuole solo aiutare padrone Tessoro!” disse la creatura come risposta. “Lotho aiutami ti prego… tra pochi minuti devo stare da lei… non sono in me… non vedo l’ora di stare con lei!” diceva Legolas mentre legava i lunghi e biondi capelli. “Ricordati un giorno che hai gli amici, non dimenticarti di me… gradirei essere invitato alle nozze!” lo scherniva Lotho. “Non capisco veramente il motivo del tuo rifiuto nei confronti di Niere… se la vedessi ti innamoreresti anche tu di lei!” sorrideva il bel biondo dando una pacca sulla spalla al ragazzo. “Possibile che a voi ragazzi basti vedere un paio di belle gambe e già vi invaghite?” “Lotho ma stai bene? Anche tu sei un ragazzo…!” «Amore mio dove sei? Mi manchi e ti penso tanto!» “Arya… perché hai deciso di unirti a noi e di non continuare con Aragorn e gli altri?” disse Sam mentre percorrevano una strada che portava alla palude. “Perché ho combinato un guaio… Legolas ha scoperto che sono donna… e gli ho confessato di amarlo!” disse arrossendo. “Ma non preferiresti stare con lui ora?” chiese Frodo. “Certo che vorrei… ma forse standomi lontano capirà se può amarmi o no. Adesso proseguiamo la strada… qui le paludi danno un odore nauseante!” disse cambiando velocemente discorso sentendosi il groppo in gola. Finalmente in groppa ai loro cavalli giunsero nel Mark e raggiunsero re Theoden che regnava in uno stato di infermità. Grima Vermilingua era il suo consigliere che da anni era ormai braccio destro di Saruman. Lo sguardo era cattivo, gli occhi verdi penetranti e i capelli neri e untuosi abbastanza lunghi. Vestito sempre di nero e con un corpo longilineo che dava un’aria ancora più perfida a quell’infida persona. “Theoden, re di Rohan sono giunto qui per potervi dare dei consigli. Saruman ha fatto bruciare l’ovest falda ed ora marcia su rohan. Dovete fare qualcosa” disse Gandalf entrando e chinando il capo in segno di rispetto. “No Gandalf il grigio… io non seguirò i tuoi consigli!” disse muovendoli a mala pena. Gandalf puntò dunque il bastone contro il re spingendolo ancora di più contro lo schienale di pietra. “Rohan è mia!” gridava il re sotto il diretto controllo di Saruman. “Rohan è di Theoden!” e con una spinta ancora più forte del bastone la presenza di Saruman fu allontanata e il re tornò al suo aspetto originario. I capelli biondi come la paglia e la barba del medesimo colore. Una composizione del corpo possente come si addice a quella di un combattente. Appena ripresa conoscenza riconobbe il viso della nipote Eowin che abbracciò a se. Nei giorni che trascorsero lì scoprì il figlio morto sepolto nella tomba dei re della casata e scoprì che Grima Vermilingua, che era stato ormai allontanato dal Mark, aveva allontanato Eomer e i Rohirrim. “Tra non poco Saruman manderà da noi un esercito creato sa lui… bisogna combattere ma qui siamo troppo allo scoperto. C’è un posto dove il tuo popolo potrà rifugiarsi?” diceva Gandalf mentre tutti erano davanti a Theoden. “Non so se andare in guerra sia la scelta migliore… siamo pochi… e Saruman non si limiterà ad un migliaio di orchi… Rohan è distrutta!” rispose il re con tono e pacato. “Così porterai il tuo popolo alla rovina. Devi combattere… almeno potrai dire di aver provato a difendere il tuo casato… vuoi consegnarti in mano del nemico senza combattere?” si alzò Aragorn ribadendo. Legolas intanto stava zitto… non era tanto interessato alla guerra e a quel che si decideva. La guerra sarebbe venuta lo stesso, o prima o poi… ma Arya dov’era? Voleva rivederla… ma non sapeva se abbandonare la Compagnia sarebbe stata la cosa migliore. Forse però portandola con se rohan avrebbe avuto un arciere in più e la vittoria più vicina. Mille scuse si accalcavano nella mente dell’elfo che voleva solo raggiungere l’elfa… perché ormai un sentimento si era fatto spazio nel suo cuore… ormai aveva capito che lui l’aveva amata da una vita perché in fondo lui lo sapeva… non voleva ammettere che il suo amico d’infanzia era una lei… non voleva ammettere che già anni prima si era innamorato. Alla fine si decise per la guerra e tutta Rohan cominciò il lungo viaggio verso il fosso di Helm. “Il mio rimpianto è che sono donna… mio zio non mi fa mai combattere!” diceva Eowin mentre camminava accanto ad Aragorn, che si trovava a cavallo, e Legolas nel medesimo stato di Aragorn. “Non disprezzare il tuo stato…” rispose Legolas senza neanche pensare. Ed in quel momento nell’aria sentì il profumo di Arya. Leggero come la foglia di un bosco e soave come una musica. Abbassò lo sguardo e continuò il viaggio. Nel proseguire la strada verso la distruzione dell’anello trovarono lungo la via un gruppo di uomini che cavalcando degli Olifanti raggiungevano il Signore Oscuro. Lotho, Frodo, Sam e Gollum mentre aspettavano che questo gruppo passava vennero catturati dagli arcieri di Gondor e dal loro capitano Faramir. “Lasciateci!” gridavano gli Hobbit mentre si dimenavano e lanciavano calci a vuoto, mentre Arya cercava di combatterli con l’arco. Al termine di questa dura resistenza vennero legati e portati al loro rifugio. “Ditemi dove andate!!” disse Faramir mentre fissava la mappa delle terre e in contemporanea fissava i prigionieri. “Non te lo diremo perché abbiamo una missione segreta!” disse Arya. “Una ragazza? Una ragazza che mi da ordini? Solo un uomo può permetterselo!” “Davvero? Peccato che l’unico uomo che si è permesso di darmi ordini è morto!” disse senza pensare. “Mio fratello… se mio fratello fosse ancora vivo ti darebbe una bella lezione…” “Davvero? Sai ho conosciuto un tipo che pur di darmi ordini è arrivato a ricattarmi! Anche se poi è diventato buono… mi spiace per Boromir!” “Tu hai conosciuto Boromir? Tu hai conosciuto mio fratello?” “Tuo fratello? Boromir era tuo fratello?” disse Frodo. “Si! Qualche giorno fa però è stato ritrovato il suo corno rotto sulla riva del fiume… è stato uno shock per me e mio padre… ma ora che ho scoperto che portate l’anello del potere… credo che mio padre sarà felice!” disse Faramir guardando l’anello del poter che usciva dalla maglia di Frodo. “L’anello del potere ha il solo scopo di distruggere… Boromir è morto perché ha tentato di prendere l’anello!” disse Sam. “Quello è sempre stato il suo obiettivo!” rispose Frodo mettendo l’anello a posto. “Voi verrete comunque a Gondor con me… che lo vogliate o no!” disse per poi continuare “Arriviamo a chiarire un altro punto. Prima mi avete detto che siete partiti con varie persone da Gran Burrone… ora ditemi, cosa ci fa una signorina tra i combattenti?” “Li aiuto!” disse seccata Arya “e poi il mio nome è Arya non signorina, e per secondo, sono un’abile arciere. Legolas di Bosco Atro è stato il mio maestro si da quando ero ragazzo… e ora sono quel che sono grazi a lui, è il migliore, nessuno lo può battere… “Lei è perfetta… il suo corpo per quel poco che l’ho potuto vedere è fantastico. Ed è dolce, bella… le ho imparato a tirare con l’arco e quando assume quell’espressione seria che dice <> mi fa impazzire… e solo adesso riesco a capire che io ho sempre saputo che lei era donna… che lei mi piaceva… in fondo io…” Legolas stava parlando ad Eowin di Arya, lo sguardo innamorato del ragazzo e quella vena di malinconia che faceva capire quanto gli mancava quella persona che per una vita era stata con lui, poi a distanza di miglia e miglia da lei si ritrovarono a pensare e dire la stessa cosa: “perché io l’ho sempre amata/o” Una lacrima adesso scendeva solitaria sulle gote della ragazza mentre diceva al Capitano quanto amava quell’angelo biondo che ora era distante da lei. Finito il momento di commozione iniziò una marcia lunga che portava gli arciere nel regno di Gondor. “E così l’elfo ha ammesso di essersi innamorato!” disse Gimli ridendo. “Smettila… non ci metto nulla a piantarti qui a piedi e a raggiungere Arya!” rispose Legolas. “Almeno io ci guadagno un elfo in meno e tu ci guadagni la ragazza!” “Gimli taci!” s’innervosì Legolas troncando lì il discorso. “Ultimamente sei abbastanza suscettibile Legolas… cerca di calmarti per la guerra… sangue freddo, ci vuole solo quello!” disse Aragorn. Durante il tragitto tutto sembrava calmo quando un gruppo di mannari cavalcati da Orchi attaccarono i cavalieri di Rohan. Aragorn rimase ferito durante la battaglia e fu dato per morto. Legolas raccolse il ciondolo che dama Arwen gli aveva regalato e lo portò al fosso di Helm. Dama Eowin fu preoccupata dato che in cuor suo cominciava a provare un sentimento per quel ramingo così attraente e il suo cuore fu sollevato quando dal portone della fortezza entrò il ramingo che appena recuperato il ciondolo corse dal re per avvertirlo che dalla fortezza di Saruman giungevano circa 10000 orchi. La battaglia al fosso di Helm iniziò qualche giorno dopo e dopo una lunga notte di battaglia gli orchi vennero sconfitti dai Rohirrim che guidati da Eomer e da Gandalf invasero quel territorio. La battaglia fu vinta anche grazie agli elfi di Dama Galadriel che li aveva inviati come aiuto da parte degli elfi. Una volta finita la battaglia tutti erano distrutti… avevano riportato varie ferite, non gravi naturalmente ma il numero dei morti era veramente alto… ormai però la battaglia era finita… ora andavano incontro alla guerra… la guerra contro l’Occhio. Ora erano a Gondor. Faramir li aveva condotti quasi dal re quando i Nazgul e alcuni orchi attaccarono la città. I prigionieri furono nascosti da una parte e gli arcieri iniziarono a combattere. Mentre tutti combattevano, e Arya dava una mano, Frodo fu attratto dal potere dell’anello e dai Nazgul che lo richiamavo. Salito fino alla cima di un muro stava per consegnare l’anello al nemico quando Sam aiutò Frodo a scendere dal quel muro e lo riportò al coperto distraendo il Nazgul. Ormai l’anello si stava impadronendo sempre di più dell’Hobbitt portatore e questo cominciava a creare dei problemi sia a lui che ai compagni che lo accompagnavano soprattutto a Gollum che dopo aver creduto che il Padrone fosse un traditore ad averlo consegnato ai nemici, voleva assolutamente riavere il Tessoro tutto per se. Si congedarono da Faramir ed ebbero la sua benedizione nel continuare quel viaggio pericoloso e così struggente per tutti. Ora si dirigevano verso la via ancor più pericolosa… il valico di Cirith Ungol… la grande scalinata e poi la grotta oscura. Terminata la battaglia al fosso di Helm tutti marciarono verso la torre di Orthanc dimora del bianco Saruman. Quando arrivarono furono ben lieti di constatare che i due Hobbitt, Merry e Pipino erano ancora vivi. Gustavano del maiale salato e fumavano dell’erba di Piano lungone mentre gli Ent cercavano di sistemare qua e là. Ormai Saruman era imprigionato e questo era un notevole vantaggio per la compagnia che ora doveva contrastare solo l’Occhio. Mentre Gandalf parlava con Barbalbero per sapere come si era svolta la battaglia Pipino raccolse una pietra rotonda ben levigata… un Palantir. Dopo aver toccato questa pietra crebbe in lui la voglia di averla per se, nonostante Gandalf l’aveva requisita. Durante una notte poi… Legolas era fuori e mentre scrutava l’orizzonte venne raggiunto da Aragorn. “Queste notti sono sempre più pesanti… l’Occhio diventa più forte” sospirò Legolas con una vena di malinconia. “Andiamo incontro ad una battaglia catastrofica… speriamo di uscirne indenni!” “Io devo assolutamente rivederla… se penso che sono già tre o quattro mesi che non la vedo… mi sento vuoto… e ogni giorno cresce in me la paura di non rivederla!” “Tu hai una fortuna… sai che forse la rivedrai… io Arwen non la rivedrò mai più!” disse poggiandosi al muro che fungeva da ringhiera. “Perché?” “Parte per Valinor con l’ultima nave… lì avrà una vita immortale… e io non avrò più la possibilità di rivederla!” disse, poi la calma fu interrotta dalle grida di Pipino che avendo illuso la sorveglianza di Gandalf aveva preso possesso del palantir. In breve questo fu a terra privo di conoscenza e il palantir avvolto in un mantello. L’Occhio, che era in contatto con il palantir che apparteneva a Saruman, aveva visto Pipino e ora credeva che lui portava l’Anello. Un aspetto positivo venne pèrò rilevato in ciò che era successo: Pipino aveva visto l’albero bianco di Minas Thirith in fiamme e questo voleva dire che Sauron era pronto a colpire Gondor. Il giorno dopo Pipino partì con Gandalf alla volta di Minas Thirith lasciando una raccomandazione al re di Rohan “Se Gondor manda segnali, Rohan deve rispondere!”. Il portatore e i suoi compagni seguivano la creatura lungo la strada. Arrivarono di fronte alla dimora dei Nazgul e dopo minuti di tentennamenti iniziarono a salire lungo la scalinata. I problemi però erano solo all’inizio, e Gollum, pur di riprendersi l’anello, era disposto a tutto. Durante alcune ore di riposo, silenziosamente, prese tutto il pan di Via che era rimasto e lo buttò, poi sbriciolò alcune briciole sul mantello di Sam, che nell’ultimo periodo avva scoperto il tradimento di Gollum. Al risveglio poi Sam si accorse che il pane era scomparso ma Frodo notò le briciole sul suo mantello e lo considerò un peso per il viaggio dicendo che era meglio se lui tornava indietro e con lui Arya che avrebbe potuto aiutare Sam a tornare a casa. Frodo e Gollum avanzarono verso la scalinata arrivando a termine ed entrando nella galleria, intanto Arya e Sam scesero notando ad un certo punto i pezzi di pan di via che raccolsero e dopo iniziarono nuovamente a salire per salvare Frodo da quella condanna. Dall’altra parte Gandalf e Pipino giunsero a Minas Thirith e trovarono sire Denethor in preda alla rabbia per aver scoperto la morte del figlio adorato Boromir. Dopo aver raccontato la morte di Boromir, Pipino si offrì come servo del sire finchè questo non aveva deciso che il suo compito sarebbe finito. Fu nominato guardia della cittadella e come primo compito da parte di Gandalf, di nascosto, si reco in cima alla torre dove era posizionata la paglia accatastata con il legno per accendere i fuochi che chiedevano aiuto. I fuochi arrivarono fino a Rohan e re Theoden dopo aver un vacillato decide di rispondere alla chiamata Gondor. Partirono lo stesso giorno e la sera si accamparono vicino ad un monte ove gli animali si inquietavano al sol star vicino ad esso. Nella notte poi giunse sire Elrond che riferì ad Aragorn che Arwen non era partita e che ora stava morendo a causa del male che si diffondeva. Diede ad Aragorn una spada forgiata dai resti di Narsil e con questo doveva andare oltre quel monte inquieto e riunire l’esercito dei morti. Partì insieme a Legolas e Gimli e insieme si avviarono oltre il monte. Gandalf intanto a Gondor incontrò Faramir che lo avvertì che aveva incontrato il portatore e i suoi compagni. La battaglia a Gondor iniziò e principalmente era in vantaggio l’esercito nemico, quando poi finalmente arrivarono i cavalieri di Rohan la sorte della battaglia migliorò e fu decisiva quando arrivarono a bordo di navi Legolas, Aragorn, Gimli e l’esercito dei non morti. La battaglia fu vinta da Gondor e alleati. Per re Theoden fu la fine, Merry e Pipino si riconciliarono, Denethor morì bruciato vivo, e Faramir fu salvato per pelo. Poi, dopo che si decise di andare ad aiutare Frodo e gli altri nella loro battaglia, Faramir e Legolas si trovarono a parlare. “Ho incontrato Frodo e gli altri giorni fa” disse Faramir mentre parlavano nella stanza di Legolas. “Hai visto Arya?” disse interessato. “Sarebbe felice della tua reazione… perché l’hai lasciata andare verso la morte? Lei ti ama!” “E io amo lei… ora ne sono più consapevole che mai… l’ho lasciata andare per capire… sono stato un egoista… spero di rivederla!” disse sognante. “Sono diretti alla scalinata… non so le possibilità… spero che tutto si risolva per il meglio!” disse incerto Faramir. “Ora scusa ma devo andare!”. Legolas si alzò e uscì fuori. «La scalinata? Amore mio stai attenta. Voglio abbracciarti ancora. Non morire» e mentre pensava questo una lacrima solcò il viso di porcellana dell’elfo. A distanza di giorni partirono alla volta del nero cancello. La fine della guerra iniziava. Frodo era stato catturato dagli orchi che lo avevano portato nella torre dell’Occhio. Sam e Arya lo seguirono e lo liberarono ammazzando un bel pò di orchi. Iniziarono così a percorrere il Monte Fato seguiti di nascosto da Gollum che, prima che questi entrarono nel monte, li aggredì. Dopo essersi liberati dello scocciatore, senza forze e con molta sete fecero un ultimo sforzo ed entrarono nel monte. Sembrava quasi tutto finito quando Frodo si rifiutò di gettare l’anello e lo indossò Arya e Sam furono messi a terra da Gollum che li colpì dietro alla testa. Dopo una lunga ed estenuante lotta l’anello fu gettato nella lava insieme a Gollum e a un dito di Frodo. Arya e Sam si ripresero e aiutarono Frodo a riprendersi. La guerra era finita e ora tutti si trovavano a Minas Thirith… Frodo era in una stanza con la mano fasciata. Era vestito di bianco con una vestaglia tipica degli elfi. Davanti a lui Gandalf. Lo sguardo si riempì di gioia quando vide il mago ma prima di tutto l’amico che credeva morto. Subito dopo nella stanza entrarono Sam, Merry, Pipino, Gimli, Aragorn ed Elrond. Intanto nella stanza accanto una ragazza dormiva beata. Le coperte erano tirate fino alla vita essendo ormai nella stagione estiva. Aveva una vesta bianca anche lei con le maniche corte e delle rifiniture molto pregiate. Un elfo biondo la fissava. Indossava un abito prettamente elfico. La parte superiore era composta da una vestaglia che arrivava fino sopra le ginocchia ed era a maniche lunghe bianca con delle rifiniture pregiate, la parte inferiore era composta da un pantalone stretto del medesimo colore della parte superiore. L’elfo era seduto su una sedia accanto al letto di lei. Passò qualche minuto quando lei finalmente si destò dal suo sonno… lentamente aprì gli occhi e guardò nel vuoto, poi notò la presenza dell’amato vicino al letto. “Allora sei vivo… meno male!” disse mentre girando la testa nella sua direzione e ruotando il corpo per stare più comoda lo guardava sognante. “Sono io che dovrei dirlo… per un attimo ho temuto il peggio quando l’occhio vi ha individuato sul monte… l’importante però è che tu ora sei qui, sana e salva!” disse carezzando il viso dell’elfa. Lei assaporò quel momento toccando la mano di lui e dicendo: “Mi sei mancato!” poi arrossì pensando a come si erano salutati mesi prima e a come aveva mentito in quegli anni indi si riprese dicendo: “Scusa non dovevo dirlo… ora che la guerra è finita torneremo a casa e immagino che non potrò più vivere a palazzo con te… per tutti questi anni ti ho mentito… ti assicuro però che le mie intenzioni non erano cattive…” finì iniziando a mettersi seduta sul letto e sentendosi tutte le ossa indolenzite. “Stai giù, sei ancora debole!” disse preoccupato. “No, voglio stare un pò seduta sul letto in modo da far stare meglio la mia schiena!” disse non notando che lui si era avvicinato al viso di lei… ora la guardava… “Legolas finalmente sei tornato… credevo mi avessi abbandonato!” diceva Lotho all’entrata del palazzo. “Si… con lei è tutto finito… abbiamo provato questi tre giorni tutti per noi e… sono stati un disastro… sono troppo bello per sprecarmi con lei!” disse Legolas pavoneggiandosi. “Già!” disse a bassa voce, poi Legolas lo guardò e scoppiò a ridere come un bambino dicendo: “Mi sei mancato Lotho!” “Mi sei mancata Arya…” disse serio baciandola delicatamente sulle labbra rosee. Assaporarono quel casto bacio poi lei carezzando il viso di lui disse: “I- io i- insomma…” “Appena sei arrivata sull’altra sponda del fiume sentivo che mi mancavi, volevo già raggiungerti ma non potevo lasciare i miei compagni in guerra da soli. Poi mentre cavalcavamo per il fosso di Helm ho parlato di te a Eowin e lì mi sono sentito sprofondare, avevo finalmente ammesso a me stesso che ti amavo… poi parlai con Faramir e mi disse dove eravate diretti e lì il cuore ha perso battiti… ho versato lacrime per te e ora che ti ho ritrovato voglio solo dirti… ti amo Arya… inconsciamente ti ho sempre amata!” “Ti amo!” sussurrò Arya prima che un nuovo bacio li riunì. Arrivò la cerimonia che incoronò Aragorn re di Minas Thirith e finalmente anche lui si riunì ad Arwen. Finalmente tutti ora potevano vivere in pace, Frodo partì con Gandalf e Galadriel per Valinor ma non prima di essersi riunito con gli altri membri della Compagnia e con gli amici al matrimonio di due loro amici. Dopo quel giorno non si videro più… solo di rado capitava che Aragorn e Gimli si incontravano con Legolas e Arya. Il matrimonio tra i due fu il più felice accanto a quello di Aragorn e Arwen. I genitori di Legolas non desideravano sposa migliore per il figlio, e ringraziavano spesso gli dei che Lotho in realtà fosse Arya… poi ben presto ringraziarono nuovamente il cielo che regalò ai due sposi innamorati un figlio che nacque per regalare gioia e ancora più amore a quella coppia che avrebbe regalato tutto il loro affetto coltivato in tutti quegli anni in cui il loro amore aveva iniziato a gettare le radici di una vita felice. 8 mesi dopo il grande annuncio “Ahhhhhhh! Si sono rotte le acque!” urlava la ragazza mentre respirava affannosamente e chiamava il marito “Legolas… aiutami!”. Il marito accorse e aiutò la ragazza a sdraiarsi. Ben presto fu raggiunto dalle dottoresse e da un’ostetrica che circa due ore dopo teneva in mano il primogenito. “È un maschio!” mettendo il piccolo in braccio alla madre affiancata dal padre. I due si guardarono e annuirono dicendo insieme: “Benvenuto tra noi Lotho!” indi si baciarono. Era l’inizio di una vita… sicuramente non sarebbe stata del tutto tranquilla… questo era quello che affermavano i genitori vedendo Arya e Legolas correre per il prato mentre giocavano con il figlio. “Non metterà mai la testa a posto… non sarà mai un re serio…!” affermò la madre di Legolas ridendo nel vedere quanto il figlio ora fosse felice e scapestrato. The end
   
 
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