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Autore: Winry977    23/10/2012    1 recensioni
"Non sarebbe giusto arrendersi csì facilmente, non trovi? Sarebbe meglio prima combattere per quello che sai. Non dico di attuare una vendetta, ma quasi. Ascolta, Set The World On Fire, per esempio. Per me è sempre stata una fonte di ispirazione."
Genere: Dark, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Passarono tre giorni, e Jeff era già tornato all'attacco. Chi si aspettava che sarebbe stato così veloce? Da quando ci eravamo incontrati nel corridoio, lui, Rosie e tutto il resto dei suoi compari avevano ripreso a tormentarmi, umiliandomi in classe o per i corridoi della scuola e spintonandomi contro gli armadietti se si trovavano a passarmi accanto. Quando mi stancai di essere trattata in quel modo -anche perché io non facevo nulla per togliermeli di dosso-, finalmente decisi che era arrivato il momento di fare entrare in azione Nédim.

Uno dei pomeriggi in cui stavo per uscire da scuola, Nédim mi venne a prendere, attirando subito l'attenzione di chi mi prendeva di mira da giorni.

-Hai deciso di temerci, finalmente?- mi urlò dietro Rosie -Sei addirittura arrivata a farti venire a prendere a scuola? Poverina, chi è? Il tuo ragazzo?- dei passi cominciarono a seguirci. Nédim mi lanciò un'occhiata preoccupata di sbieco, ma io la ricambiai con una rassicurante, e gli feci cenno di svoltare in un vicolo deserto abbastanza lungo e spazioso per compiere quello che progettavo da qualche settimana.

Intanto, Rosie, Jeff e gli altri ragazzi, che erano quattro, continuavano a seguirci, urlandoci insulti e provocazioni. Quando giungemmo a metà vicolo, fermai con uno sguardo Nédim.

-Uh, ti sei fermata! Che vuoi fare ora?- domandò acido Joe.

Ci girammo, mentre gli altri si avvicinavano a grandi passi. Quando mi trovai a un passo da Phil, gli mollai un pugno in piena faccia, buttandolo a terra. Non ci volle molto perché Joe si facesse avanti preparandosi alla battaglia, ma Nédim gli afferrò il polso sinistro e lo fermò dietro la sua schiena, per poi farlo cadere a terra con uno spintone del ginocchio. Rosie gettò un urlo di paura, e io innervosita la spinsi contro un muro, per metterla a tacere. Fu la scintilla che fece scattare Jeff contro di me. Allungò un pugno verso la mia faccia nello stesso momento in cui uno dei ragazzi che non conoscevo ne sferrava uno al mio compagno, che lo parò prontamente. Fu così che cominciò il nostro fatidico scontro, tanto atteso. Nèdim si trovò a combattere contro tre avversari: i due ragazzi che non conoscevo e Phil, che fu il primo ad essere messo al tappeto. Io mi trovai a combattere contro Jeff, Joe e Rosie, che veniva scaraventata in continuazione per terra o contro il muro. Quando cominciai a stancarmi di Rosie, la spinsi così forte contro il muro che cadde per terra svenuta, nello stesso momento in cui il mio compagno scaraventò per terra uno dei suoi avversari. Restammo io, Joe e Jeff, con dall'altra parte della strada Nédim e il suo unico avversario. Mi decisi a dare il colpo di grazia a Joe, che aveva passato tutto il tempo del combattimento a cercare di bloccarmi per dare la meglio al suo “capo”. Gli diedi un calcio nelle parti basse e un pugno nello stomaco, tutti di seguito, in modo da piegarlo in due e da farlo cadere per terra dolorante. Qualche minuto dopo, la stessa sorte toccò all'avversario di Nédim, il quale, ansimante si avvicinò a me e Jeff asciugandosi il labbro inferiore spaccato.

-No!- gli urlai, in modo da fermarlo a metà strada da noi. Volevo metterlo fuori gioco una volta per tutte da sola. Non mi aveva ancora procurato lesioni gravi, e io ero ancora piena di energie, al contrario di chi avevo davanti, che ansimava e sudava, tenendosi una mano sul fianco destro. Assaporavo il suo dolore con rabbia, e non mi lasciai intenerire dalla sua faccia stanca, nonostante fosse ancora piena di disprezzo. Gli mollai un pugno in pieno viso, facendolo voltare. Cercò di riprendersi velocemente e di contrattaccare, ma gli arrivò una sonora ginocchiata nello stesso fianco che gli doleva, facendolo finire a terra. Si rimise in piedi tremante, con il labbro inferiore che sanguinava. Il momento del colpo di grazia era arrivato: un pugno allo stomaco lo costrinse a piegarsi in due e a sputare sangue. Una mia piccola vendetta, ben assaporata. Cadde in ginocchio.

-Basta...- ansimò. Gli alzai la testa con un dito, e lo presi per il colletto della giacca, sollevandolo di poco.

-Questo è quello che ti meriti, per tutto quello che mi hai fatto passare. Ti odio, Jeff, e non mi farò scrupoli a picchiarti di nuovo se oserai rompermi ancora le scatole. Sta alla larga da me, tu e la tua stupida fidanzata. Se questa storia si diffonderà in giro, saranno cavoli amari per te. Quindi giudica bene cosa fare. Le nostre questioni si chiudono qui. Ora, raggruppa i tuoi compari, e sparisci dalla mia vita, specie di insetto.- detto questo lo lasciai ricadere per terra, e feci cenno a Nédim di seguirmi. In silenzio, anche se con aria soddisfatta, ci avviammo verso casa.

 

Quando entrammo nel mio appartamento, proposi al mio compagno di farsi una doccia nel bagno di Jack, mentre io mi rilassavo nell'altro bagno. Concordammo che ci saremmo rivisti un'ora dopo in soggiorno, e io mi andai a rilassare sotto il getto d'acqua calda.

L'ora successiva ci trovammo in salotto, come previsto, e ci sedemmo sul divano.

-Ora? Che farai?

-Oh, mi rilasserò. Finalmente mi sono tolta un peso dalla coscienza.- sorrisi io, mentre mi passavo un asciugamani tra i capelli bagnati.

-E io? Che farò?

-Quello che preferisci. Nei giorni in cui sei stato qui, la tua compagnia mi ha fatto molto piacere, anche se passavamo molto tempo ad allenarci, ma il tuo aiuto oggi ti ha fatto guadagnare la mia totale fiducia. Puoi restare qui o tornare a casa tua, o magari venire qui ogni tanto. Fa come preferisci.- conclusi io.

-Beh, allora credo che prenderò in considerazione l'ultima opzione. Ho un po' di cose da fare a casa... non ti disturba se me ne vado questa sera stessa, vero?

-No, tranquillo.- sorrisi io. -Fa' pure.

Mi sfilai l'asciugamano dai capelli e lui si avviò nella camera di Jack per recuperare le sue cose. Mezzora dopo tornò in soggiorno con il suo borsone, mi salutò e si chiuse la porta alle spalle.

Nel silenzio della casa udii un tuono provenire da fuori. Ciò mi indusse a salire in terrazzo con tutte le infradito e i capelli bagnati a godermi la pioggia. Giunsi lassù nello stesso momento in cui un lampo attraversò il cielo, dal quale cominciò a scendere la pioggia.

Restai col volto alzato verso il cielo per diversi minuti, poi parlai alle nuvole. -Ce l'ho fatta Jack. Scusa se non ti ho mai detto nulla, ma ora sono riuscita a mettere in pratica quello che mi hai insegnato, e magari potrò davvero vivere un'esistenza più serena...

Nello stesso momento in cui terminai questa frase la porta alla mie spalle si aprì lentamente, e ne sbucarono cinque ragazzi incappucciati.

-Marina?- mi nominò Ashley.

-E chi altro?- risi io, correndo ad abbracciarlo.

-Ehi, ma che ti prende?- ricambiò il mio abbraccio.

-Oh, Ash. Sono così felice. Devo raccontarvi tutto.- mi staccai da lui, con un mega sorriso stampato sul viso.

-Beh, allora scendiamo sotto. Non mi sembra proprio il posto adatto per parlare, questo.- commentò Jake. -Però sei fradicia. Ti vuoi cambiare prima?

-Naaah... Andiamo dai.

 

Entrati nell'appartamento dei ragazzi cominciai a starnutire, e mi convinsero a togliermi la felpa bagnata e a metterne una di Christian, che mi stava grandissima. Poi, davanti una tazza fumante di thè al gelsomino -novità di Jake-, cominciai a raccontare per filo e per segno tutto l'accaduto. Quando ebbi finito gli altri avevano un'espressione tra il felice e lo stupito.

-Oddio, sei stata bravissima e fortissima!- esclamò Jinxx.

-Wow!- emise Andy.

-Complimenti! Vedrai che quello lì non ti scoccerà più!- mi sorrise Ashley.

-Già! Finalmente! Ormai posso vivere tranquillamente!- risposi io con entusiasmo. -Ormai mi sento in pace con me stessa, e pure nei confronti di Jack, che ringrazio vivamente di avermi allenata per tutti questi anni. Sono davvero felice.- sorrisi io, alzandomi dalla sedia, dato che non riuscivo a stare ferma e che le mani mi tremavano dalla felicità. -Oddio, non riesco a stare calma dall'entusiasmo.- risi. I ragazzi si alzarono tutti dalle loro sedie, mi si avvicinarono e man mano andammo a creare un abbraccio di gruppo, il più bello mai vissuto. Ora, la mia vita era completa. Con loro al mio fianco sarei potuta andare ovunque, e avrei potuto fare di tutto e di più. Jinxx, Jake, Andy, Ashley e Christian erano la mia famiglia.

  
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