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Autore: habanerossosangue    23/10/2012    2 recensioni
Ma quel dolore bruciava, più dei carboni ardenti poggiati sulla pelle nuda.
Sentiva andare a fuoco non solo la pelle superficiale, ma ogni strato, ogni muscolo, osso, cellula di quel punto colpito.
Quella fiamma, tanto diversa -praticamente opposta- da quelle che costituiscono una normale tecnica del fuoco,
continuava a estendersi minacciosa lungo il fianco per poi continuare il suo compito attraversando il braccio.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura, Naruto/Sasuke, Sasuke/Sakura
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Naruto Shippuuden
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Il dolore aumentava a velocità impressionante, mentre la sua vista si faceva sempre più offuscata.
Qualcosa la colpì al fianco e si sentì come se mille cani le mangiassero la pelle.
Ma quel dolore bruciava, più dei carboni ardenti poggiati sulla pelle nuda. 
Sentiva andare a fuoco non solo la pelle superficiale, ma ogni strato, ogni muscolo, osso, cellula di quel punto colpito.
Erano passati pochi attimi da quando quella strana, quanto rara, tecnina l'aveva colpita.
Quella fiamma, tanto diversa -praticamente opposta- da quelle che costituiscono una normale tecnica del fuoco, 
continuava a estendersi minacciosa lungo il fianco per poi continuare il suo compito attraversando il braccio. 
E in quella orribile situazione un lampo di genio gli attraversò la mente e sentì ogni speranza abbandonarla al proprio destino.
Si accasciò di colpo a terra, stringendo prepotentemente i denti e i pugni per non far uscire la propria voce, pronta a sfogare il suo dolore. 
Si stese supina lungo l'odioso campo di battaglia, sentendo l'aria cominciargli a mancare. 
E le fiamme continuavano a divamparsi, assetate di quella pelle perfetta. 
Assetate di carne fresca, come se Sakura fosse un animale da macello.
Le lacrime correvano troppo velocemente, come mai prima d'allora avevano fatto, lungo la gote sporca di terra.
E persino le lacrime, che le offuscavano ininterrotamente la vista, le sembravano fuoco vivo.
Stordita da quella sofferenza sovrumana, chissà per quale grazia divina, riusciva a distinguere le voci che la circondavano.
Voci fin troppo familiari.
Voci che non avrebbe dimenticato nemmeno in un'altra vita. 
Voci che urlavano, che pregavano, che ruggivano.
Voci profonde, maschili, che trovarono la compagnia di una voce più alta -acuta-, femminile.
Ed ecco le grida che furiosamente riuscirono ad oltrepassare la sua gola in fiamme.
Urla che chiedevano aiuto.
Urla che temevano la morte imminente.
Urla che si mischiavano ad un pianto disperato. 
Perchè Sakura era disperata.
Disperata per essere stata una stupida per così tanti anni.
Stupida perchè solo qualche minuto prima di quel colpo aveva finalmente aperto gli occhi.
E desiderando ardentemente di averlo accanto in quel momento, di solo posare lo sguardo sul suo, urlò più forte che potè.
Urlò fino a quando la sua voce non divenne rauca, tanto che nemmeno usciva un solo suono da quelle labbra screpolate.
 
«Che sta succedendo? SAKURA!» 
Persino uno sempre pronto ad ogni pericolo come lui, non riuscì a fermarla.
Non riuscì a impedirle di mettersi in mezzo, come al solito.
Perchè lei non aveva mai accettato i loro litigi.
Non aveva mai accettato che alla fine avrebbero dovuto scontrarsi per poi morire insieme.
E preferì mettersi in mezzo lei, piuttosto che vedere uno dei due in punto di morte.
Come fece anni prima, sul tetto dell'ospedale. 
Ma quella volta ci fu Kakashi-sensei, a impedirle di farsi del male. 
E nemmeno lui, il famoso ninja-copiatore, riuscì a prevedere l'improvvisa mossa dell'avversario. 
Come sempre, lo stupido Uzumaki andò in suo soccorso, correndo verso di lei, 
qualche volta inciampango ma rimettendosi subito in piedi.
Due braccia lo presero per le spalle e lo spinsero violentamente a terra, mentre davanti alla sua visuale comparve il suo maestro.
«Non toccarla! La Fiamma Nera brucia tutto quello che incontra! E in nessun modo si può fermare ... »
Improvvisamente il suo petto divenne come un blocco di piombo, che lo spingeva sempre di più verso il suolo. 
Ad un normale ninja il cuore avrebbe cominciato a battere furiosamente, pretendendo di uscire dal petto.
Ma a lui, il cuore rallentò di colpo, facendo un battito dopo quelli che sembravano decenni.
Si sentiva come se stesse morendo insieme a lei.
Si sentiva.
letamente.
bruciare.
vivo.
E poi un'altro fuoco divampò nel suo stomaco.
Un chakra fin troppo conosciuto per i suoi gusti. 
Un chakra che da sedici anni tutti temevano si riscatenasse. 
Un chakra che fino a pochi minuti fa sapeva controllare alla perfezione.
Ma in quel momento, a stento riusciva a comprendere quello che stava succedendo.
Vide solo a pochi centimetri di distanza due occhi di color rosso simili ai suoi, ma con poteri completamente diversi.
Occhi di cui non ebbe mai paura, ma dai quali era alquanto affascinato.
Occhi che però fissavato tutt'altro che i suoi, ma un corpo esile che si dimenava disperatamente a pochi passi da loro.
Occhi di una persona fin troppo vicina a lui, troppo importante da rinunciare a continuare a guardarli.
«Sas'ke! Fermati! FERMATI!»
Gli tirava i capelli, faceva scontrare la propria fronte con la sua.
Ma quegli occhi continuavano a rifiutare di posarsi su di lui.
«SASUKEE!»
 
Come se avesse attraversato un tunnel, accanto al maestro del vecchio team 7, comparve il ninja che fece scoppiare quella guerra.
Il presunto Madara Uchiha silenziosamente afferò il braccio di Kakashi, mentre le sue labbra si curvarono in un sorriso.
«No! Non ora! Sakura sta ...»
«Mi dispiace Kakashi, ma nemmeno questa volta salverai i tuoi compagni di team.»
Cercò di liberarsi da quella presa ferrea, ma quando si sentì strappare i piedi da terra che furono risucchiati da quel misterioso vortice,
guardò per l'ultima volta i suoi amici, in preda al terrore.
Allungò il bracciò come se potesse raggiungerli, prima che venisse completamente risucchiato,
e un urlo, soffocato dalla maschera, uscì dalla sua bocca quando vide anche Naruto accasciato a terra vittima della Fiamma Nera.
E poi, come un soffio di vento, cadde nel buoio.
 
Tutti erano sicuri che Naruto avrebbe sconfitto il nemico.
Tutti erano sicuri che avrebbe portato l'Alleanza Shinobi alla vittoria. 
Tutti sapevano che avrebbe protetto le persone che amava anche a costo di perdere la vita.
Infatti, tutti sapevano che Naruto, avrebbe fatto qualsiasi cosa per riportare Il Traditore Della Foglia a casa.
E tutti sapevano anche per chi, in verità, combatteva quella guerra. 
Per lei.
Per rivederla sorridere. 
Per rivedere quella ragazzina spensierata che lo picchiava violentemente al solo sentire il suono della sua voce.
Ma nessuno avrebbe mai previsto che si sarebbe fatto battere da una semplice fiamma.
Una fiamma che stava portando via la sua Sakura-chan.
Una fiamma che lo rendeva cieco per il forte dolore.
Una fiamma che lo cotrinse ad urlare con tutta l'aria che aveva nei polmoni.
E per quel poco che era riuscito a rimanere cosciente girò lo sguardo verso il corpo di lei.
Il sangue gli si ghiacciò nelle vene guando vide Sakura mancare meno.
Fino a quando non sentì più le sue urla.
Immobile, quasi completamente bersagliata da quelle fiamme nere.
E, finalmente, cedere all'oblio.
«No ...ti prego ... Sas'ke fermati!»
Un pianto disperato si impradronì di lui.
Come un bambino senza i propri giocattoli, si dimenava a terra gemendo e urlando.
«ti prego Sasuke ... BASTAA!»
 
Una voce si sovrappose a quella della Forza Portante.
Una voce profonda, strisciante, gli parlò tranquillamente. 
Una voce che da piccolo rappresentava, per lui, praticamente tutto.
«Fermati Sasuke. Adesso basta.»
Come se fosse caduto in trans, si riscosse con un brivido che gli percorse tutta la spina dorsale.
Respirava a fatica e il suo cuore non riusciva a darsi una calmata. 
I suoi occhi -ritornati neri- lacrimavano sangue caldo e una forte fitta alla testa lo stordì per qualche istante.
Posò lo sguardo sull'ultima preda del potere del suo Sharingan e per la prima volta rimase paralizzato sul posto.
 
All'improvviso sentì un gelido vento attraversagli i punti dove si scatenò la Fiamma Nera. 
Sbarrò gli occhi quando si accorse che le gambe rispondevano a malapena ai suoi comandi.
La sua mente venne immediatamente occupata dal corpo inerme poco lontano da lui.
Se lui non riusciva a muovere le gambe, 
lei in che condizioni poteva essere?
Facendo forza con le braccia, cominciò a strisciare verso Sakura, pregando, ogni dio esistente nell'universo, che fosse ancora in vita.
Quando arrivò accanto a lei, riuscì a sedersi sulle gambe scompostamente per poi prenderla delicatamente tra le braccia. 
La guardò in viso e non riuscì a controllare le lacrime che cadevano sulla gote quasi del tutto bruciata di lei. 
«Sakura ... Sakura-chan ... ti prego ... apri gli occhi ...apri gli occhi Sakura ...»
Sentì dei passi avvicinarsi a loro.
Alzò di scatto la testa, sentendo il suo corpo in fiamme per la Volpe a Nove Code che cercava di scatenare il suo odio.
Guardò furente, con gli occhi del Kyuubi, il suo vecchio compagno di team che con occhi smarriti osservava prima uno e poi l'altro.
Strinse forte i denti, mentre le lacrime continuavano a rigargli il volto sporco di sangue e fango.
«guarda ...
guarda Sasuke ..
GUARDA CHE COSA HAI FATTO!
come hai potuto ...
come hai potuto farle una cosa del genere? ...
lei ti ama ...
ti ha sempre amato ...
no ...
NON TI AZZARDARE AD AVVICINARTI!
non ti permetterò di avvicinarti a lei di nuovo ... »
Un flebile tocco al viso lo interruppe. 
Lentamente spostò lo sguardo verso il corpo che stringeva tra le braccia e vide due occhi verdi fissarlo con tristezza.
 
Quella voce.
Quella voce che da ragazzina considerava irritante per le proprie orecchie.
Quella dolce voce che non poteva fare a meno di ascoltare beata.
Quella voce, rotta dal pianto, la svegliò e si accorse, con terrore, che riusciva a stento a muovere gli arti del corpo.
Le lacrime ricominciarono a scendergli lungo il viso.
Perchè devo sempre piangere?
Allungò la mano verso il suo volto facendola fermarmare sopra un taglio profondo alla tempia.
E con quella piccola, insignificante, quantità di chakra, cominciò a curargliela. 
A chi guardava la scena dall'esterno poteva sembrare un bel 'finale' romantico/drammatico,
ma Sakura non si sentiva altro che una totale idiota!
Era in punto di morte e lei, invece, di confessare, urlare, tutto quello che provava, 
curava un'insignificante ferita che, grazie al Kyuubi, sarebbe guarita da sola in poche ore.
«Sakura ... che stai facendo ... »
Era in preda ai singhiozzi, mentre lottava con le sue corde vocali per parlargli.
Gli pizzicava la gola e quando riuscì a dire una sola parola sentì la sua voce rauca e flebile, quasi come un sussurro.
Ma erano avvolti in un silenzio assordante che anche a dieci metri di distanza Naruto avrebbe sentito quelle parole. 
«Scusa ...
scusa per tutto quello che ti ho fatto passare ...
se ti ho costretto ad arrivare fino a tanto ...»
Vide Naruto chinare la testa per far sfiorare le loro guance e sentì il suo respiro irregolare sull'orecchio.
E sentì un fitta al cuore, quando cercò di trattenere anche lui i singhiozzi tirando su col naso.
«scusa ...
se in questi anni ti ho trattato male ...
se ho ignorato i tuoi sentimenti ...
sono stata un vera stupida ...
«ti prego ... »
«se me ne fossi accorta prima ...»
«no ... non dirlo»
«se me ne fossi accorta prima ...
sarebbe stato tutto diverso ...
ma ...
ormai è troppo tardi ...
«no ... ti prego ... non doveva succedere così ... non in questo modo ...»
lo so ... 
e mi dispiace ...
ma ...»
sprese un grosso sospiro, mentre era scossa dai brividi e un dolore allucinante al torace.
«ti amo Naruto.»
 
Si sentì mancare l'aria ai polmoni. 
E capì che aveva definitivamente raggiunto la fine. 
Pensava che sarebbe arrivata con la morte di suo fratello,
ma il destino ha voluto posticiparla a quel giorno. 
Cadde pesantemente sulle ginocchia, quando vide il suo migliore amico prendere in braccio Sakura,
e chissà con quale forza, riuscì a camminare -strinsciare- per andare a trovare qualche medico-ninja ancora in vita. 
Osservando, con il sangue che gli offuscava la vista, la schiena del suo vecchio compagno allontanarsi,
rivide davanti a se quei ragazzini di dodici anni, che lo guardavano con un sorriso sereno sul volto.
Si ricordò di tutte quelle volte che la ragazza con la fronte spaziosa lo ammirava per qualsiasi cosa faceva, 
lo supportava per ogni sua iniziativa,
lo sosteneva, 
lo aiutava, 
dedicava ogni momento insieme a stargli accanto e cercando di attirare la sua attenzione.
Perchè lei era stata follemente innamorata di lui.
E in cambio cosa le aveva dato?
La Fiamma Nera. 
Portandola quasi alla morte.
Poi vide il ragazzino con la tuta arancione, con il sorriso più gioioso che avesse mai visto in un bambino.
Mostrava i denti e chiudeva gli occhi ogni volta che era emozionato -o quando riusciva a strappargli un sorriso-.
Lo stuzzicava in continuazione per cercare di fargli capire che poteva considerarlo suo pari.
Lo salvò in molte occasioni, perchè, la verità, era che era sempre stato legato al quel moccioso dai capelli biondi. 
Lui era il suo migliore amico.
Era stato un fratello.
Perchè in fin dei conti, a modo suo, riusciva a capire la sua sofferenza.
Perchè anche lui era solo.
Ma ottusamente rifiutò il suo aiuto, la sua amicizia.
E anche a distanza di anni lo cercava, lo pregava, lo costringeva a ritornare a casa -sempre se poteva considerarla tale-.
E in cambio di questo affetto cosa gli aveva dato?
La Fiamma Nera.
Per quale motivo poi l'aveva fatto? Perchè era dovuto ricorrere a quel potere? 
Aveva la mente annebbiata da vari ricordi del team 7 e di lui in compagnia di Itachi impegnato in qualche allenamento.
E si sentì morire quando si rese veramente conto di quello che aveva fatto.
Quel potere, quell'occhio, non era una fortuna o un dono, ma una maledizione.
Vedere il suo migliore amico in quelle condizioni;
Vedere la sua Sakura -perchè sì, un tempo era stata solo sua-, in fin di vita;
Vederla dichiarare il suo amore verso Naruto prima che l'accogliesse la morte;
Vedere la disperazione assalire entrambi;
Vedere le loro speranze, di un futuro migliore, di essere un giorno felici,
abbandonarli lentamente, come se non c'era abbastanza spazio per un sentimento puro come quello.
Vedere per la prima volta Naruto rifiutare la sua presenza, dopo anni che follemente lo cercava, lo desiderava.
Vedere il suo mondo rompersi davanti a una maledetta fiamma nera. 
Tutto per colpa sua.
Ma era sempre stata colpa sua.
Ed era stato troppo tardo per capirlo.
Che stupido! 
Aveva rovinato la vita delle persone che amava di più al mondo, solo per una vendetta vecchia di anni.
Che cosa ho fatto?
Dopo tutte le tragedie che aveva portato,
Con quale coraggio poteva correre verso di loro, per raggiungerli, per ritornare insieme?
Perchè, in realtà, non aveva mai avuto il coraggio di affrontare il suo migliore amico.
Come non aveva avuto il coraggio di tagliare quel legame che Naruto gli ribadiva ogni qualvolta si scontravano.
Lui non aveva il coraggio di incrociare di nuovo il suo sguardo,
non più sereno, accogliente, azzurro, ma freddo, distaccato, rosso.
Non aveva il coraggio di guardare come gli girava le spalle e si allontanava da lui, 
tenendo per mano l'unica ragazza a cui si era affezionato.
Non aveva il coraggio di guardarlo allontanarsi da lui e di rimanere definitivamente solo. 
Non voleva più vedere nessuno. 
Non voleva più vedere alcun shuriken o kunai.
Non voleva più vedere tecniche del vento o del fuoco.
Voleva.
Vedere. 
Solo.
Il.
Vuoto. 
Come se soffrisse di crisi epilettiche, cominciò a sbattere pugni e calci al suolo, urlando e gemendo.
E mentre sentiva il sangue salirgli al cervello per il troppo sforzo di gridare, 
le sue mani graffiavano il viso e strappavano ogni pezzo di stoffa della tuta.
Poi, all'improvviso, un'idea folle balenò in quella mente malata. 
Un'idea che lo fece tremare dalla testa ai piedi per il terrore. 
Un'idea che, però, successivamente, lo avrebbe consolato. 
Di scatto si mise seduto, fece grossi sospiri e cercò di rallentare il suo cuore pazzo.
Con una velocità impressionante, si strappò brutalmente l'occhio destro.
Lo strinse nel pugno fortemente sentendolo frantumarsi tra le dita.
Sangue fresco macchiò quel volto così perfetto, ma tormentato dal dolore e dall'odio.
E prima che potesse fare la stessa operazione con l'altro occhio, 
un braccio gli avvolse le spalle a lo strinse contro il petto del suo possessore.
Per qualche attimo rimase paralizzato, senza emettere un solo respiro e con l'unico occhio sgranato per la sorpresa. 
«Andrà tutto bene, Sasuke.»
E sentendo quella voce, 
quell'inconfondibile voce, 
profonda quanto amichevole, 
autoritaria ma allo stesso tempo con quella sfumatura di ironia,
sussurrare quelle parole vicino al suo orecchio,
si lasciò completamente andare. 
Pianse. 
Fece uscire finalmente quelle lacrime che prepotentemente lo portarono alla rovina. 
Pianse apertamente, afferrando la giacca da jounin del suo caro maestro.
Pianse lasciando che anche la sua anima si sfogasse sfruttando il suono della sua voce.
Pianse, mentre il profumo di Kakashi gli invadeva le radici, mischiato a quello del sangue caldo di entrambi.
Pianse, sentendo che la guerra intorno a loro non stava ancora giungendo al termine.
E pianse ancora mentre il sole si nascondeva lentamente dietro la foresta  salutando addolorato quel campo di battaglia. 

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SPAZIO AUTRICE:
Salve a tutti i lettori,
Prima di tutto vorrei ringraziare chiunque abbia letto l'intera storia.
Poi vorrei dirvi che questa OS l'ho scritta sul momento, e mi scuso vivamente se ci sono errori grammaticali, di logica o cose del genere.
Credo anche che avrete capito che il dettaglio che ho cambiato alla storia originale è che Sasuke mantiene il suo Sharingan.
Ogni recensione cotruttiva è ben accetta!
Alla prossima!
xoxo noe 
  
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