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Autore: FiammaRuna    23/10/2012    5 recensioni
“-Draco! Draco! Vieni! - rideva Harry.
Rideva, come sempre, e lo chiamava con quell’enfasi intima e gioiosa che riservava solo per lui.
Draco si avvicinò, camminando a tentoni sulla neve: era pieno inverno e loro avevano accuratamente evitato di andare ad Hogsmede per restare in giardino da soli.
Una volta raggiunto, il moro gli passò la sciarpa attorno al collo e poi la ripiegò sul suo, legandoli in un unico essere.
Il biondo alzò un sopracciglio e il moro rise, dandogli un piccolo bacio.
-Mio… - sussurrò sulle sue labbra e Draco tremò. ”
Genere: Drammatico, Guerra, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Brividi
 
[La luna che mi guarda il viso da  lontano e scruta misteriosamente tutto quanto andare piano…]
Troppo piano.
Draco cammina, a passo lento, cercando di riordinare le idee, di fare spazio a qualcosa di dissimile dalla solita disperazione in cui sta annegando.
Eppure il tempo passa troppo piano e al ragazzo sembra di rivivere in eterno quei momenti. Incisi a fuoco nella memoria.
Guarda  il marchio nero sul suo avambraccio con aria schifata, poi sospira.
La luce della luna batte chiara sulla sua pelle candida, facendo risaltare la sua espressione vacua.
[…E passa in mezzo ai tetti e bussa alle finestre in cerca di una stella …]
Cammina. Cammina ancora ed ancora, cercando di non pensare, ma le sue memorie si fanno spazio nella mente con la forza di tagli che squarciano la quiete.
E col pensiero si ritrova  ad Hogwarts. Un giorno lontano  che Draco non riesce a scordare.
 “-Malfoy! Stupido!  -  urlò una voce da dietro l’angolo.
Ecco spuntare quella testolina disordinata, mentre Draco se la rideva con una cintura stretta in pugno.
Harry si manteneva i pantaloni larghi con una mano, mentre con l’altra cercava di afferrare l’oggetto trafugato.
-Dammela! - disse risentito.
-Prenditela. –
Il tono di sfida fece cambiare espressione al moro.
Lasciò perdere i pantaloni, che ricaddero al suolo, e si spinse verso il biondo, costringendolo contro la parete con tutto il suo  peso.
-Presa! – urlò, vincitore, una volta raggiunto il suo obiettivo.
Poi lo fissò, si rese conto di dove si trovava e del corpo caldo che era a stretto contatto con il suo.
Alzò una mano a sfiorare quel viso sempre così altezzoso, sempre così freddo, distante.
Invece, in quel momento,  erano vicini e caldi. Tanto caldi….”
[…Mentre tu mi sfiori piano…]
Draco si ritrova a passare vicino al paiolo magico, in questa  sera fredda che non porta risposte, ma solo dolore. Accarezza con lo sguardo una finestra al secondo piano, quella da cui solo un anno prima si era affacciato in silenzio, osservando il mondo da lassù con la coscienza del battito forte del suo cuore, incessante,  in subbuglio per gli avvenimenti inconsueti  che avevano preso possesso della sua vita.
Ed ecco ancora i ricordi, forti e indelebili…
***
“Una porta sbatté forte mentre si richiudeva, spinta dal corpo del moro che vi venne buttato contro di peso, mentre Draco posava baci fugaci sul suo collo.
Avevano fretta: la fretta data dalla costante paura dell’esser scoperti. Eppure, a volte, era proprio quella fretta a rendere tutto così maledettamente reale.
Era la solita stanza al paiolo magico, la seconda a destra del secondo piano.
Era quella la sede dei loro sospiri, delle loro manie di odio e amore, dei baci, delle carezze, della passione con cui i loro corpi erano arrivati ad unirsi in un vortice di sentimenti sconosciuti all’uno e all’altro.
Una continua scoperta di loro stessi e di quello che potevano fare se si stringevano un po’.
Sempre un po’ di più. Sempre un po’ più caldi. Più uniti. Fino all’anima.
Prima delicati, poi sempre più violenti. Di quella violenza soddisfacente, che li spingeva a voler di più.”
[…Mentre tu mi sfiori così segretamente, così violentemente piano……Brividi…]
Una folata di vento lo spinge a coprirsi di più, facendolo avvolgere nel cappotto. Fa un altro giro di sciarpa intorno al collo. Stringe gli occhi.
“-Draco! Draco! Vieni! - rideva Harry.
Rideva, come sempre, e lo chiamava con quell’enfasi intima e gioiosa che riservava solo per lui.
Draco si avvicinò, camminando a tentoni sulla neve:  era pieno inverno e loro avevano accuratamente evitato di andare ad Hogsmede per restare in giardino da soli.
Una volta raggiunto,  il moro gli passò la sciarpa attorno al collo e poi la ripiegò sul suo, legandoli in un unico essere.
Il biondo alzò un sopracciglio e il moro rise, dandogli un piccolo bacio.
-Mio… - sussurrò sulle sue labbra  e Draco tremò. ”
[…Brividi…]
E ancora e ancora. Ricordi su ricordi, piccoli sprazzi di felicità nell’oscurità.
“- Potter che fai?! - lo sentì urlare il ragazzo, mentre saliva sulla sua scopa di corsa.
Spiccò il volo e, facendo una pericolosissima inversione ad “U” che fece prendere un mezzo infarto a Malfoy, gli passò davanti, afferrandolo per un braccio. Lo issò  con lui sul retro dell’aggeggio volante.
-Potter!  - urlò Draco mentre si stringeva a lui con forza, per paura di cadere.
Harry accarezzò delicatamente il  braccio con cui il ragazzo gli aveva artigliato la vita e sorrise.
-Mi piace quando ti stringi a me. - sussurrò.
-Non che io abbia molta scelta, stupido! -  disse Malfoy tirandogli un pizzico violento sul ventre.
-Ahi! - ululò di dolore Harry, che scese leggermente di quota.
-Che fai?  -
Harry bloccò la discesa all’improvviso e sobbalzò sulla scopa che prendeva stabilità. Poi girò il viso più che potette e sorrise, indicando un punto all’orizzonte.
Draco sbuffò irritato, ma si costrinse a guardare nella direzione interessata, prima di scatenare una nuova scenata da parte del moro.
Silenzio.
Draco scosse la testa, sorridendo sotto ai baffi.
-Sei proprio uno scemo… - sussurrò, abbracciandolo da dietro.
-E’  bellissimo vero?  -
-Mh… -
Harry sorrise: non si aspettava una reazione esagerata dal compagno, ma sapeva che quel piccolo verso voleva dire molto di più.
Girò mezzo busto, mantenendosi con una mano saldamente al manico della scopa per non perdere l’equilibrio, e lo baciò piano.
Quel bacio, con lo sfondo del lago che rifletteva  tutte le luci del tramonto e un’Hogwarts stranamente calma e piena di colore, divenne, in futuro, uno dei preferiti del biondino.  
Intanto, lì, ad alta quota, stretto al moro, tremava.
[…Brividi….]
Draco tremava sempre quando il ragazzo faceva qualcosa di così inaspettato e dolce.
Al tempo si chiedeva spesso il perché, ora sospira  e continua la sua passeggiata che sembra non avere fine, eppure, forse, è lui a rallentare la corsa, perché non vuole arrivare di nuovo da lui.
Dopo un anno si chiede ancora perché non possa dimenticare e andare avanti come aveva sempre fatto con tutto il resto.
-Perché?- sussurra al vento, che non gli da risposta.
“Draco era in corridoio, con la Parkinson avvinghiata al braccio e un sorriso forzato sulle labbra. Zabini, Crabbe e Goyle accanto che ridevano dei primini incapaci.
Era passato solo un giorno da quando aveva visto il moro che veniva abbracciato dalla cinesina in modo tutt’altro che innocente e gli era ribollito il sangue nelle vene. Per questo aveva accettato di gironzolare con Pansy, per questo aveva sperato di essere visto. Una vendetta? Perché? Gli importava?
Harry passò di lì per caso, con Ron ed Hermione, e si fermò di colpo.
-Harry? Che hai?  - chiese la ragazza preoccupata,  facendo voltare Malfoy, che lo guardò con sguardo stanco.
Harry si voltò e si diresse ai dormitori.
-Harry!  - lo chiamarono all’unisono i suoi amici, ma lui camminava veloce, a pugni stretti.
Draco sospirò e continuò a camminare, facendo cenni d’assenso per lasciar intendere ai compagni che stava seguendo i loro discorsi, mentre la sua mente stava solo vagando alla ricerca di una risposta, una spiegazione, qualcosa, qualunque cosa che gli spiegasse le sue insicurezze.
Ed Harry sentiva un peso sul cuore, qualcosa che lo spingeva a stare male e a pensare e ripensare a quel braccio che veniva toccato da mani che non erano le sue.
Cos’era quella sensazione?”
[…Mentre ti innamori delle mie insicurezze…]
Cammina per Diagon Alley senza essere notato da sguardi indiscreti, osservando la gente allegra e felice. Un bambino cade per terra e inizia a piangere. Sua madre si precipita ad aiutarlo preoccupata.
-Tu non ricordi tua madre…  - sussurra triste.
“-Tu non ricordi nemmeno tua madre! - disse beffardo davanti ai suoi compagni di casa.
-Questo non dovevi dirlo! - urlò Harry, lanciandogli contro uno schiantesimo.
-Potter ti ammazzo!  - 
-Che novità! – rispose, acido, il moro, voltandosi indispettito.
Draco lo fece voltare con violenza verso di lui e lo guardò furente.
-Perché devi sempre rovinare tutto? - gridò.
Gli occhi di Harry luccicarono pericolosamente e Draco mollò la presa sul suo braccio.
Non appena fu libero Harry si girò e se ne andò.
-Stupido. - ringhiò il biondo.
Sul suo letto, Harry maledisse il giorno in cui aveva accarezzato quella pelle per la prima volta.
Poi si maledisse lui stesso per essersi innamorato di una persona del genere.
-Arrogante….stupido….viziato….prepotente….bello…dolce….protettivo….Dio uccidimi!- sbuffò, mettendo la testa sotto al cuscino. ”
[…Delle mie prepotenze…]
Draco si ferma un attimo per respirare. Sente come un sasso che gli opprime i polmoni:  vuole smettere di ricordare, ma è inutile. Quel giorno gli tocca subire. Neanche il pensatoio di Silente può portargli alla mente i ricordi con tanta nitidezza.
Mentre nella sua testa ripete incessantemente:
[…Doveva essere soltanto un gioco, volevo non pensarti troppo…]
“Giocavano ad acchiapparello. Un acchiapparello con i sentimenti.
Draco decise di ignorare i propri e giocare finché poteva. Senza fermarsi. Senza pensare.
Harry era seduto sul davanzale dell’aula di incantesimi vuota.
-Ciao. - disse il biondo entrando, guadagnandosi un’occhiata lasciva da parte del moro.
-Che c’è? – chiese fintamente indifferente.
-E’ tutto così…finto. - sussurrò Harry.
-F-Finto? -
Scese dal parapetto e gli si avvicinò, piano, senza parlare.
-Vuoi rendermi partecipe o preferisci che me ne vada ?- chiese acido.
Harry sorrise amaro, ma evitò di rispondere e prese a baciarlo, lasciandolo interdetto.
Draco non capì, ma preferì continuare l’esplorazione del suo corpo che tormentarsi in dubbi complicati.
Harry, dal canto suo, strinse gli occhi umidi e cerco di concentrarsi su quello che stava facendo.
Un solo pensiero fisso : ”Draco stava giocando.”
Draco non capiva mai.
 Si ferma  di colpo. Osserva la Luna e pensa a quei lunghi interminabili giorni in cui l’aspettava  con brama osservando il cielo.
Perché l’arrivo della Luna voleva dire: Harry.
[…La luna che mi aspetta per un intero giorno….]
Eppure, ricorda ancora la volta in cui l’aveva fatto star male.
Così male da far sparire quel costante sorriso dal suo viso.
“-Draco? - chiede con voce incerta Harry una volta arrivato al solito posto, ma del ragazzo nessuna traccia.
Lo cercò ancora per un po’, poi si arrese e tornò nei suoi dormitori.
La mattina seguente incrociò il ragazzo a pozioni, ma quest’ultimo non lo degnò nemmeno di uno sguardo. Harry non capì.
Draco, dal canto suo, aveva passato la notte insonne a pensare.
Si era ripromesso di non farlo, ma c’erano troppi segnali, troppe sfaccettature del suo inconscio che lo spingevano a credere di essersi…affezionato, in qualche modo, a quel ragazzo.
Non poteva.
Suo padre non gli avrebbe mai perdonato una cosa del genere e allora rifuggire da lui era l’unica soluzione. Col tempo se ne sarebbe fatto una ragione.
In fondo,  era nella sua natura, quando le cose si facevano difficili dava inizio alla fuga.”
[…È il giorno dei ripensamenti che mi dicono vai piano….]
Draco sospira  e avanza imperterrito nella sua camminata e nei suoi ricordi.
È quasi giunto al termine della sua corsa.
“Col passare dei giorni, ogni volta che lo incrociava, non riconosceva più il ragazzo allegro dei loro incontri.
Non c’era più quella bocca piegata a semiluna che lo accoglieva durante le notti più fredde.
Lo vide, un giorno, e gli si gelò il sangue.
Del suo Harry non rimaneva che un involucro vuoto.
Possibile che fosse così indispensabile per lui?
Dopo l’ennesimo giorno passato a far forza su se stesso per non correre da lui e dirgli che era uno stupido, che doveva smetterla di fare la vittima, che doveva andare avanti, che… che… Draco capì  che stava solo prendendo tempo.
Perché anche lui si sentiva svuotato, incompleto da quando non era lì, da quando non sentiva più le sue mani che lo accarezzavano piano, da quando si era accorto di sentire il forte bisogno di averlo per sé.
Da quando si era reso conto di provare qualcosa di più per quell’insopportabile moccioso spettinato.”
[…Ti innamori così segretamente..]
Ciò nonostante continua  ripetersi:
[…Doveva essere soltanto un gioco, volevo non pensarti troppo…]
Ma la guerra non era stata affatto un gioco.
Draco ricorda anche troppo bene quegli occhi giocosi induriti da quello stupido conflitto.
-E’ troppo pericoloso! Non se ne parla! – disse, infervorato, Lupin.
-E’ l’unico modo! – Harry era indaffarato a far capire all’intera scuola che, se volevano salvarsi, lui sarebbe dovuto scendere in campo. Doveva combattere. E con lui anche il resto degli studenti.
-Voi prendete postazione sulle torri e bloccate ogni attacco proveniente dall’esterno. I gemelli si occuperanno di bloccare i passaggi segreti.  – si voltò verso di loro con sguardo serio –Prendete quante persone vi servono e… -
-Harry, stiamo parlando di studenti, non di animali! –
La McGranitt era sconvolta: non voleva che i suoi studenti combattessero, eppure lei stessa non vedeva altra scelta.
-Dicevo… - continuò Harry. –Prendete chi volete. Hermione, occupati degli incantesimi di protezione, so che te la cavi bene. - le sorrise serio.
–Professore, l’aiuti. –un cenno al professore di incantesimi e poi ancora: -I signori Weasley possono occuparsi di far evacuare i minorenni .– disse, lanciando uno sguardo stanco alla professoressa di trasfigurazione.
–Minerva, io ho bisogno di voi insegnanti per gli incantesimi di attacco. Per favore. –
La donna vacillò per un istante, poi acconsentì.
In tutto quel caos, Draco se ne stava lì, fermo, ad aspettare.
Solo quando Harry guardò verso di lui i suoi occhi parvero addolcirsi, lasciando tutti confusi.
Aspettò che la gente iniziasse a muoversi e poi gli si avvicinò piano, come se niente fosse, come se non si fossero mai allontanati.
Eppure, Draco percepiva l’immenso spazio nero che avevano creato per non farsi del male.
-Andrà tutto bene. – sussurrò Harry ai suoi occhi tremanti.
Draco lo fissò spaventato.
-Andrà tutto bene. – ripeté sicuro, forse più per convincere se stesso che il biondo.
Non si toccarono nemmeno, si diressero alle loro postazioni facendosi forza psicologicamente.
Entrambi sapevano che dopo quella sera non si sarebbero fatti ostacolare dai dubbi.
Era insieme che volevano stare.
Avrebbero aspettato la nuova Luna e finalmente si sarebbero ricongiunti.
Con questa convinzione si prepararono alla battaglia.”
[…La luna che mi aspetta per un intero giorno….]
Draco stringe i pugni. Quanto aveva odiato quella guerra?
Una guerra combattuta per cosa poi? Per il sangue?
Lui, in quella guerra, aveva perso più di quanto ci aveva guadagnato.
E allora continua a camminare e stringe i pugni  con più forza.
Cerca disperatamente un ricordo più felice.
“Harry rideva dolcemente, accoccolato accanto a Draco che gli accarezzava piano i capelli.
-Devo andare… - sussurrò, afflitto, poco dopo –Ron mi aspetta per studiare: gli ho detto che avevo lezione con Silente… -
Draco sbuffò stizzito.
-Vai. -  rispose secco.
Harry sospirò e si rivestì alla bell’e meglio.
Si avvicinò e gli posò un bacio sulle labbra a cui il biondo non rispose.
-Ciao stellina. - disse Harry per sdrammatizzare e saltò giù dal letto ridendo.
-Come mi hai chiamato?! - urlò Draco e Harry scoppiò a ridere facendo per andarsene, ma Malfoy si alzò e lo raggiunse con due ampie falcate, fermandolo per un braccio.
-No..no..no…dai Draco era per ridere! - cercò di salvarsi in calcio d’angolo, ma Draco era già sul punto di riempirlo di pugni deboli di forza, ma efficaci a far sorridere il ragazzo tra  le lacrime.
-Io sarei una “stellina”? - sussurrò al suo orecchio con tono minaccioso.
-Bè… -  ma non fece in tempo a rispondere che il ragazzo lo schiacciò al suolo mettendocisi a cavalcioni sopra.
-Ehi! - si lamentò.
-E dimmi Potty… - sussurrò, ad un centimetro dalle sue labbra – Tu dovresti essere la “MIA”, di stellina? -
Harry deglutì a vuoto.
-Bè… di colori ci stai meglio tu. - iniziò indicando i suoi capelli, poi lo guardò negli occhi: -Però sarebbe bello esserlo, per te. – disse, sorridendo imbarazzato.
-Bene. –
Draco si alzò di scatto e lo lasciò lì.
– Allora, ora che so quanto  ti farebbe piacere, non te lo dirò. - disse risoluto, aprendo la porta.
-Vai, il tuo amico straccione ti aspetta. -  finì, con quel suo sorrisetto maligno che Harry ormai amava tanto.
 Quest’ultimo uscì dalla stanza scuotendo la testa mentre sorrideva.
-Sei sempre il solito. – disse, mentre andava via.”
[…Passo tra le case, mi perdo tra la gente in cerca di una stella….]
Finalmente Draco arriva alla sua meta.
Non si accorge nemmeno delle lacrime che gli solcano il viso, troppo abituato al loro percorso da un anno, ormai.
Si avvicina piano, come a non voler svegliare dei fantasmi: i fantasmi del passato.
Il fantasma del suo amore.
Accarezza lentamente la fredda pietra che racchiude l’anima della sua esistenza e sospira.
Eccola lì. La lapide su cui sono incise poche parole:
"Qui giace il coraggioso Harry Potter. Colui che ha dato l’intera vita per salvare i suoi cari e tutto il mondo magico. Uno dei più grandi maghi che abbia mai messo piede sulla terra. Uno dei più grandi uomini  che abbiamo mai  conosciuto. Uno dei più grandi amici che si potessero trovare. Qui giace Harry Potter, figlio, fratello, amico, compagno fidato di molti di noi. Porgete un ultimo saluto al nostro eroe, ma non piangete la sua morte. Sorridete. Sorridete, perché lui c’è stato."
Draco sospira ancora, si inginocchia sorridendo e posa un fiore sulla terra, un lilium.
-Ciao stellina… - sussurra dolcemente.
 
“…Ma le stelle stanno in cielo.”
 
 
 
ANGOLINO:
oook,  so che non dovrei perdermi  a scrivere certe cose:
1)      Perché ci piango su.
2)      Perché ho altro da scrivere.
3)      3) perché bho XD   
 
Comunque…prima di avere polemiche o altro, la storia è scritta in due tempi diversi appositamente (specifico prima che uccidiate la mia piccola beta °_° no vabbè dai non credo XD)
Una piccola songFic su questa canzoncina (molti di voi diranno commerciale °_°) , ma a me piace ç_ç
Credo che diventerò famosa per il maggior numero di FanFic tristi della storia °_° eppure a me restano più queste che quelle del “vissero felici e contenti” …
Però giuro di adoperarmi a scrivere qualcosa di  bello e ottimista XD
Un bacio <3
Ps. Io e i flashback siamo sposati, non posso farci nulla…è il mio stile ç_ç
Spero vi piaccia lo stesso questa mini storia **
 
[Betata da Aiwasleep]
 
 
   
 
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