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Autore: _itsnickymine    23/10/2012    7 recensioni
“ha diciotto anni, Nicholas” disse Joseph guardandolo attentamente cercando di capire cosa passasse per la mente del fratello.
“e allora?” chiese il riccio interrogativo
“e allora hai già tuo figlio da crescere, non puoi perdere tempo dietro una ragazzina immatura che frequenta ancora il liceo”
“non la conosci” si difese il ragazzo
“Nick hai venticinque anni, un lavoro che ti richiede tempo e soprattutto un figlio di sei anni e mezzo da crescere solo! È vero meriti anche tu una donna al tuo fianco che ti sappia amare, che ti sappia amare veramente, ma questa donna di certo non sarà una ragazzina di diciotto anni!” disse il fratello
“..forse hai ragione”
“ho ragione, nessun forse” disse Joseph soddisfatto finendo di bere la sua birra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                    'Do you believe in destiny?'



Capitolo 11.

 

“questo posto è molto triste” commentò Nate entrando nel cimitero.

“già” commentò Nicholas incintandolo a svoltare a destra..

Camminarono per vari metri e finalmente arrivarono alla lapide.

Allison Jessica Parker.

02/12/1987 – 10/09/2005

“non capisco.. perché siamo venuti qui? Non mi ci porti quasi mai e la nonna ti ha anche vietato di portarmi qui” disse il piccolo al padre.

“a me fa bene venire qua” disse il riccio

“fa bene? È un posto tristissimo” disse il figlio

“che ne dici di andare a comprare un bel mazzo di fiori da quel signore? Eh? Comprane uno bello” disse Nicholas al figlio dandogli i soldi.

“okay.. d’accordo”

“non ti allontanare troppo” disse poi al figlio voltandosi verso di lui.

Nate lo sorrise per poi andare verso l’uomo che vendeva i fiori.

“ciao allie” disse il riccio sedendosi sul marmo.

“n..non..non vengo da un bel po’, lo so.. Non so da dove cominciare, c..credo che sai già tutto e non c’è bisogno che io parli ma… m..mi dispiace, i..io non merito tutto questo. Non merito la felicità. Non merito un figlio come Nate e una ragazza come Samantha. Non merito di essere felic e Io..io non sono ancora pronto. S..sono stato con tante altre donne dopo di..te… ma nessuno mi ha mai preso sia mentalmente che fisicamente, lei mi sta prendendo troppo ed io sono troppo codardo. Non merito di essere felice, tu lo meritavi. Tu meritavi di conoscere Nate, di quanto è meraviglioso e quanto è intelligente, quanto è spiritoso e… c..credo saresti fiera di lui. Ma di me? Saresti fiera?”

Nicholas non finì di parlare che il piccolo  Nate tornò con un mazzo di rose bianche.

“perché rose bianche?” chiese il riccio

“è il tuo colore preferito, no?” chiese

“sei troppo intelligente per un bambino della tua età, Nate”

“con una famiglia come la mia, almeno uno intelligente doveva esserci” disse il piccolo

Nicholas rise e nate lo seguì subito dopo. Il piccolo poggiò il mazzo di rose sulla lapide e si avvicinò al padre che era ancora seduto sul marmo freddo, si strinse a lui.

“zio kevin dice sempre che somiglia a mia madre, ma io..io voglio somigliare a te”

“assolutamente no. Non dire mai più una cosa del genere, okay? Sentirsi dire ‘somigli a tua madre’ è il complimento migliore che qualcuno potesse farti” disse Nicholas

“io non la conosco”

“l..lo so, Nate e mi-”

Nicholas non riuscì a terminare la frase, le parole si fermarono alla bocca.

Perché aveva portato Nate lì? Era troppo piccolo.

“papà andiamo via, non voglio vederti triste. Io odio questo posto”

Nicholas sospirò, perché gli era ancora difficile parlare di quello che gli era successo?

“d’accordo, comincia ad andare verso la macchina..io…devo..”

“salutarla, si, okay” continuò il piccolo

Nicholas gli scompigliò in capelli alzandosi.

Nate cominciò ad allontanarsi e Nicholas volse lo sguardo di nuovo alla foto di Allison.

“mi dispiace Allison, lui è troppo piccolo ed io troppo irresponsabile. Ti ho promesso di crescere nostro figlio in modo responsabile, non so se ci sto riuscendo. Ciao Allison” disse Nicholas sospirando..

Si diresse verso l’uscita del cimitero e arrivò vicino l’auto dove notò Nate parlare con una donna.

Portava un paio di tacchi altissimi e aveva un cappotto che le arrivava fin sotto le ginocchia color beige. Aveva dei capelli biondi molto corti, quasi a caschetto e aveva tra le mani una pochette marrone.

“Nate” disse Nicholas avvicinandosi al piccolo

Il bambino e la donna si voltarono a guardarlo e Nicholas finalmente la riconobbe.

“avrei dovuto ricordare che prima o poi tutti tornano.. anche strisciando” disse il riccio prendendo per mano il bambino e posizionandosi proprio di fronte la donna.

“Nicholas” disse la donna

“cosa vuoi, Serena? E perché parlavi con mio figlio?” chiese Nicholas stizzito

“caro cognato, volevo ricordarti che sono pur sempre sua zia e lui è pur sempre mio nipote” disse la donna

“stai lontana da lui” disse Nicholas freddo alla donna

“non voglio fargli del male, volevo solo parlargli. Ti rendi conto che lui è pur sempre un nostro parente? È il figlio di mia sorella e noi abbiamo il diritto di parlargli” urlò la donna

“ ma certo, prima non volevate saperne niente di lui ed ora? Volete addirittura conoscerlo”

 La donna sospirò.

“per favore.. non ti chiediamo tanto.. i..i miei genitori vorrebbero solo conoscerlo, in fondo sono pur sempre i suoi nonni. Sii buono, nick, sii buono come lo eri con Allison e come lo sei con Nate, lascia che lui possa conoscere i suoi nonni” lo pregò la bionda

“lascia Allison e Nate fuori da questa storia. Non meritate di conoscerlo e lo sapete benissimo, lei nemmeno lo vorrebbe” disse Nicholas riferendosi ad Allison.

Allison odiava i genitori, li odiava per avergli proibito di vedere Nick quando aveva scoperto di essere incinta, li odiava per averla fatti quasi abortire, li odiava per essere dovuto scappare da loro.

“mi dispiace Nick,  per tutto quello che è successo in passato ma si va avanti, perdonaci” lo pregò ancora Serena

“no. Vai via, non farti vedere e la prossima volta che ti vedo vicino mio figlio giuro che finisce male” disse Nicholas prendendo in braccio il figlio e facendolo sedere in macchina.

Salì velocemente al volante e partì.

“cosa ti ha detto quella donna?” chiese Nicholas mentre guidava al bambino.

“mi ha chiesto se mi chiamavo Nathaniel Paul Kevin Jonas, e mi detto che ero uguale a lei.. Lei credo intendeva mia madre” disse  Nate

“non parlarci più, okay? Se si avvicina una prossima volta, tu allontanati” disse nick al figlio

“perché sei stato cattivo con lei? In fondo voleva solo conoscermi, so di essere una persona importante, potevi dargli questo onore” disse il piccolo sarcastico ridendo.

Seguito a ruota da Nicholas.

“quando sarai grande capirai” disse Nicholas

“uffa” commentò Nate

Serena era la sorella di Allison, la madre di Nate, e Nicholas la odiava come odiava ogni membro della famiglia di Allison.

 

 

Erano le dieci e trenta.

Samantha era uscita con alcune sue amiche, l’aveva costretta perché odiavano vederla chiusa in casa con la sua depressione, o forse malinconia.

Le avevano fatto indossare uno dei loro mini-vestitni, più mini che vestiti, e l’avevano portata in uno dei loro locali preferiti, dove solamente loro si divertivano e come sempre Sam si ritrovava seduta su uno dei tanti sgabelli del bancone a guardare le altre ridere e baciarsi con ragazzi appena conosciuti.

Anche lei avrebbe voluto essere come loro.  Anche lei avrebbe voluto la tranquillità con cui facevano quello che le pareva, senza preoccuparsi di nulla a nessuno.

Ma perché lei non riusciva ad essere così? Proprio non ci riusciva a comportarsi come una semplice teenager americana che va alle feste per ubriacarsi e incontrare ragazzi fighi.

L’unica cosa, o meglio l’unica persona, a cui riusciva a pensare era solamente Nick.

Era entrato così velocemente nella sua vita, sembrava quasi una di quelle storie da film, dove i due s’incontrano e magicamente una strana forza od emozione comincia a nascere dentro di loro, un amore a prima vista forse, ma lei non credeva a questi tipi di amori, lei credeva nell’amore per una persona che cresceva giorno dopo giorno e Nick era una persona troppo strana, misteriosa e soprattutto con tanti segreti. Non sarebbe andata molto lontano con lui.

Sospirò bevendo un po’ d’acqua. E si guardò intorno.

Le parve di rivivere un lungo flashback.

Fissava la pista da ballo dove tutti ballavano e si divertivano e guardandosi intorno notò qualcuno che la stava fissando.

Avrebbe riconosciuto quello sguardo da kilometri.

Il suo sguardo.

I suoi occhi.

Profondi e scuri.

Passarono alcuni secondi e quegli occhi non abbassavano lo sguardo.

Era lui, non c’era alcun dubbio.

Si alzò dallo sgabello e lo stesso fece anche lui, così si avvicinarono

“che fai qui?” chiese Nicholas squadrandola attentamente.

Portava un vestitino blu notte, molto stretto e corto, che metteva in risalto le sue curve, i capelli lasciati come sempre ricadere sulle spalle liscissimi e un po’ di trucco, giusto per mettere in risalto il suo viso e i suoi occhi.

“le mie amiche mi hanno praticamente costretta a venire qui dopo avermi vista per tre giorni non uscire di casa” disse Samantha a Nicholas, guardandolo attentamente.

Cosa ci faceva lui qui? Da solo?

“non voglio” sussurrò il riccio a se stesso, ma la mora lo sentì.

“non vuoi cosa?” chiese la mora curiosa

“non voglio che vieni qui, t..ti stanno guardando tutti” ammise il riccio infastidito

“guardano anche te” controbatté  la mora

“non come guardano te”

“e come mi guardano?” chiese la mora provocandolo

“smettila, Sam” disse il riccio infastidito

Samantha sorrise.

“tu perché sei qui? Non hai un bell’aspetto e non dovresti bere così tanto” disse la mora indicandogli le due bottiglie di birre sul bancone.

Il riccio sospirò.

“..mi dispiace, per … tutto” disse Nicholas quasi balbettando

“sono tutti bravo a dirlo” disse la mora freddamente

“il mio è sincero, io non sono una bella persona e ho fatto così tanti sbagli che adesso dovrei andare all’inferno anche senza essere ancora morto, ma credimi mi dispiace veramente, per tutto. Po..Possiamo cominciare da capo, sarebbe meraviglioso” le disse il riccio passandosi una mano fra i capelli

“come si fa a cominciare da capo un nuovo futuro quando non hai ancora chiuso con il passato?” chiese la mora

Nicholas lo guardò interrogativa.

“devi chiudere con il passato, nick. Devi superarlo, non andrai mai avanti” disse la mora

“n..non..non ti sento… andiamo via” disse il riccio cambiando discorso.

“cosa? Oh..no ..le mie amiche st-” Nicholas non la fece nemmeno finire che la portò fuori.

Fuori c’era un gruppo di ragazzi che stavano bevendo ed una volta che i due furono usciti squadrarono Sam da capo a piedi.

“tieni, metti la mia giacca” disse il riccio infastidito mettendogli la giacca

“ma non sento freddo” protestò la mora

“nemmeno io, quindi mettila”

“sai.. sei molto dolce quando fai il finto geloso” disse Samantha

“l’unica cosa di certo di me è la mia gelosia, sam… non farmi arrabbiare”

“oh che paura, la piccola diciottenne potrebbe far arrabbiare Nicholas” disse la mora, sistemandosi la giacca di Nick che le andava molto larga “io..non ho paura di te” disse poi avvicinando il suo viso al suo.

“mossa sbagliata, piccola diciottenne” disse Nicholas attirandola a se per baciarla ma Samantha si allontanò.

“non è così facile” ammise la mora

Nicholas sorrise.

 

 

 

“non credere che io sia sciocca, ricordo benissimo che prima hai cambiato discorso” disse Samantha entrando in casa, seguita da Nicholas.

Sam si guardò intorno. C’era già stata una volta e si diede della stupida per non aver notato delle foto attaccate al muro di Nicholas e suo figlil. Perché non le aveva notate prima?

Notò anche dei giocattoli per terra accanto al divano, sorrise, Nate doveva esere davvero un bel bambino,

“sam, è.. che..è che io non ce la faccio, tu..non..non sai tutto quello che ho passato e-” Sam non lo fece finire

“lo so” disse scandendo bene le due parole

“cosa?” chiese Nicholas incredulo. Sapeva cosa?

“lui ha sei anni e mezzo e la madre non c’è più, era la tua migliore amica e-” Nicholas non la fece finire

“Sta zitta, tu non sai niente di lei” disse Nicholas abbassando lo sguardo

Perché all’improvviso le parlava in quel modo? ‘Cosa nascondi, Nick?’ continuava a chiedersi la mora.

“So abbastanza da poter capire alcune cose. Le volevi un gran bene, era la donna più importante della tua vita dopo tua madre, vi conoscevate praticamente da sempre.” Disse la mora

“c… chi te le ha dette queste cose?” chiese con un filo di voce Nicholas

“Kevin” disse fredda Samantha poggiandosi al muro di fronte il riccio

“c..cosa? Perché te le ha dette? Lui doveva starne fuori” urlò Nicholas.

Che gli stava succedendo? Perché adesso cominciava ad urlare? Nicholas era troppo lunatico.

“Io gliele ho chieste, stavo male perché non riuscivo a capirti!” urlò Samantha.

Era il momento della verità, Nicholas doveva sapere quello che pensava e Sam doveva aiutarlo.

“Lui mi ha raccontato una parte della tua vita.. sai perché solo una parte? Perché l’altra, la conosci solamente tu e non ne parli, tieni tutto dentro, da anni ormai. Non parli con nessuno di come ti senti, di cos’hai, tieni tutto dentro ma un giorno però scoppierai nick, sarai così pieno di tutto questo dolore che non potrai più tenerlo dentro! Dici di impazzire quando si tratta di me, ma non me lo dimostri. Ti nascondi dietro tuo figlio, dietro la scusa ‘non posso essere felice’. Perché non puoi? Io lo so perché, perché ti sentiresti in colpa. La madre di tuo figlio è morta e tu te la spassi con un’altra, ma non è così, Nick. Non lo è, tu devi andare avanti, perché è così che si fa in queste situazioni, si va avanti. Si cerca di essere felice, anche con tutte le cose che mancano, in questo caso le persone. Tu non c’entri con la sua morte, non è stata colpa tua. L..lei non può che essere orgogliosa di te, perché hai cresciuto vostro figlio in un modo meraviglioso. È un bambino fantastico, con tanti principi ed è grazie a te, solo a te. Io..io sono sicura che lei sarebbe davvero orgogliosa di chi sei ora, io..non so se vi amavate e avreste voluto passare il resto della vita assieme, non lo so e nessuno lo sa, so solo che è passato molto tempo e tu non sei andato ancora avanti. Sei fermo con quello stato d’animo da anni e lei..lei non vorrebbe questo. Cosa insegnerai a tuo figlio quando crescerà? Che quando perdi una persona molto importante, automaticamente perdi anche te stesso? Può esserlo in un primo momento ma poi sai bene chi sei e cosa vuoi farne della vita che ti è stata donata…Forse è meglio se..se rimani un po’ da solo… io… vado a casa”

Finalmente gli aveva detto quello che pensava. Si sentiva libera, quel peso che le riempiva lo stomaco adesso non c’era più.

“aspetta sam” la chiamò il riccio

La ragazza si voltò verso di lui e lo guardò negli occhi, mordendosi le labbra.

Aveva gli occhi lucidi.

Non l’aveva mai visto in quello stato.

“non andare via ti prego, non lasciarmi da solo, resta con me, stanotte” supplicò il riccio prendendole una mano. “per favore, sam, h..ho bisogno di te” disse ancora

“certo che non ti lascio solo, nick” disse abbracciandolo

Nick si lasciò andare e la abbracciò, beandosi di quel contatto.

Sam era la sua medicina.

“s..scusa..se sono stata un po’ dura prima, ma ne avevi bisogno”

Nick la strinse più forte a lui, aveva bisogno di quel contatto, aveva bisogno di lei in quel momento.

“sembra che sia io il diciottenne e tu la venticinquenne” ammise il riccio  baciandole i capelli.

Sam sorrise

“ti dirò tutto, tutto quello che mi è successo ma tu per stanotte, o anche per sempre, rimani con me” sussurrò il riccio.

 

 

Ciao bellissime<3 

..come promesso sono tornata davvero prestissimo, grazie alle CINQUE meravigliose persone che hanno recensito lo scorso capitolo asdfghgfds avevo proprio bisogno di quelle recensioni. Come sempre, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, vi avverto che nel prossimo scoprirete tutta la verità quiiiiiiiiiiiiiiiiiiindi prima recensite prima avrete la verità uhuhuh ripeto che siete MERAVIGLIOSE  e vi ringrazio di nuovo.

Baci, valentina<3




SPOILER.

[…] ‘mi disse che quella era stata la notte più bella della sua vita.. Avrei voluto sprofondare, mi confessò poi di essere innamorata di me da anni e così mi attaccai alla scusa che lei era stata falsa, che la sua amicizia era finta e che mi aveva mentito per tutti quegli anni.. Mi sento male solo a ripensarci, lei non meritava tutto quello che gli ho fatto ma io ero così, davanti agli errori scappavo, non prendendomi le mie responsabilità e facendo ricadere la colpa sugli altri’

  
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