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Autore: Sallivergron    24/10/2012    1 recensioni
Questa storia parla di una scuola d'arte, la Ohio School of Arts, un istituto che dedicato interamente alle discipline che tutti noi vorremmo fare a scuola- almeno credo - quali il ballo, il canto e la recitazione. I ragazzi saranno sottoposti a due prove e continue novità. Non sempre la loro vita sarà facile. Ogni capitolo sarà narrato in prima persona da un personaggio. Seguite questa storia e fatemi sapere che ne pensate!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel, Noah Puckerman/Puck, Rachel Berry, Santana Lopez, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono momenti nella vita in cui tutto sembra andar male, non hai voglia di lottare, ti senti abbattuto e non riesci a reagire e il sostegno ti arriva dall’unica persona dalla quale non te lo saresti mai aspettato. Nel mio caso arrivò Sam in mio soccorso.
Fino ad allora non avevamo mai conversato molto. Lui era uno di quei ragazzi che preferivo non frequentare, sembrava uno di quei figli di papà con la puzza sotto il naso, chi lo avrebbe mai detto che saremmo diventati amici.
Tutto cominciò un sabato pomeriggio. Santana mi aveva detto da qualche giorno di voler interrompere il nostro rapporto di “amicizia con benefici” ed io c’ero rimasto davvero male. Non perché non volesse più venire a letto con me, ma bensì perché ero innamorato di lei e quello era un modo per starle accanto. Così facendo potevo immaginare di essere il suo uomo.
Mancavo a scuola dal giorno prima. Le avevo detto di non sentirmi bene, il che era vero, ma non per la febbre come lei sapeva, bensì per amore.
Ero a casa e stavo guardando un film in tv abbuffandomi di palline al formaggio quando sentì il campanello della porta. Decisi di non alzarmi, ma la persona che aveva suonato insisteva, così andai ad aprire sbuffando.
Con mia grande sorpresa mi resi conto che non c’era Santana aldilà della porta, ma Sam. Lo guardai.
-Che ci fai qui?- chiesi
-Febbre? Davvero potevi inventarne una migliore - disse
-Credici perché è vero- risposi e mi incamminai verso il salotto
-Puck sii sincero almeno con me. Sono maschio anche io, capisco quando un menti- affermò lui seguendomi
-Ok, è vero non sono malato ma sto male. Tu sai per cosa- risposi scocciato ritornando a mangiare le mie patatine
-Palline al formaggio? Vuoi diventare un ciccione obeso?- chiese guardandomi male e togliendomele -Su forza Puck non ti puoi abbattere, lei se ne accorgerà, ti conosce bene. Ascolta io credo che voi siate sulla stessa barca- disse il biondino. Non appena udì quelle parole cominciai ad interessarmi alla conversazione
-Che intendi dire?- domandai
-Che intendo dire? Semplice, secondo me siete due idioti, vi volete ma avete troppa paura di ammetterlo. Siete così tanto spaventati dalla possibile reazione dell’altro che non volete rischiare- rispose il ragazzo dalle grandi labbra.
-No, ti sbagli, io a lei non interesso, altrimenti perché avrebbe deciso di non venire più a letto con me?- chiesi guardandolo
-Puck per lo stesso motivo per cui avevo consigliato a te di fare la stessa cosa. Ti vuole troppo bene e non vuole perderti. Se essere tua amica è l’unico modo per starti vicino, beh lei sarà tua amica- rispose lui
-Lo credi davvero?- domandai
-Si, certo!- rispose Sam fingendo di non essere al corrente delle emozioni che Santana aveva confessato a Quinn, la quale aveva raccontato tutto al suo fidanzato.
-Cosa dovrei fare?- chiesi
-Digli quello che provi, è la via migliore- rispose e gli sorrisi. Quel ragazzo cominciava ad essermi simpatico. Fu in quel momento che capì che saremmo potuti diventare grandi amici. Senza conoscermi bene si era accorto della bugia che avevo raccontato a Santana. Era venuto a casa mia per discuterne e per aiutarmi, mi aveva dato una speranza.
Passò qualche giorno. Tornai a scuola. Non appena mi vide, Santana corse ad abbracciarmi.
-Puck per fortuna sei tornato- disse stringendomi
-Ehi non mi dirai che hai sentito la mia mancanza?- chiesi ridendo e stringedola
-Certo che l’ho sentita. Ero sempre la terza incomoda in questi giorni, questi due innamorati non fanno altro che sbaciucchiarsi tutto il tempo- rispose lei indicando Sam e Quinn che erano vicino a no. Risi ancora
-Beh possiamo metter fine alle tue pene allora, sono tornato- risposi.
-Devo dirti un sacco di cose- esclamò lei
-Anche io ho da dirti qualcosa- dissi
-Cosa?- domandò curiosa
-Preferisco dirtelo dopo, vieni sul tetto alla solita ora, ne paliamo lì- affermai e guardai Sam il quale mi fece un segno di approvazione. Udita la campanella mi recai in classe.
Averla rivista fece uno strano effetto. Mi sembrò di non vederla da secoli. Mi era mancata un sacco! Quando mi corse incontro ad abbracciarmi mi sentì così contento. Lei era felice, felice per il mio ritorno. Non c’era cosa più bella. Si era avvinghiata a me come mai prima. Mi aveva fatto sentire importante.
Ero a lezione di Arte del travestimento con il professor Cristóbal. Inutile dire che stavo facendo tutto tranne che ascoltare il professore. I miei pensieri erano concentrati su un’unica cosa, le parole giuste che avrei dovuto usare con Santana.
Ero intenzionato a confessarle il mio amore per lei. Dopo aver avuto quella conversazione con Sam avevo ritrovato il coraggio e la spavalderia che mi caratterizzavano prima di Santana. Ero sicuro, dovevo dirle tutta la verità riguardo i miei sentimenti.
Quando suonò la campanella corsi sul terrazzo e quando arrivai lei non c’era ancora. Mi sedetti alla sedia e cominciai giocherellare con le mani cercando di scegliere le parole più adatte.
Quando lei arrivò cominciai a realizzare quello che stavo per fare.
-Devo dirti un sacco di cose, ma anche tu mi avevi detto di volermi dire qualcosa. Allora di cosa devi parlarmi?- domandò
-Prima tu- risposi notando la sua felicità ed il suo entusiasmo
-Oh ok, ho un appuntamento con Mike Chang- esclamò. Mi sentì il mondo crollare addosso, il sorriso che avevo prima della sua esclamazione si tramutò in un’espressione sorpresa. Ero davvero triste, mi sentivo un idiota, avevo creduto che lei potesse provare dei sentimenti per me? Che cretino! Finsi un sorriso per non farle accorgere che in realtà mi sentivo di merda e mi congratulai con lei. Avevo solo una cosa in mente, spaccare la faccia a Sam. Mi aveva detto una cazzata e stavo per fare la cosa più idiota del mondo, stavo per perderla. Lo sapevo, non avrei dovuto fidarmi di lui.
-Tu cosa volevi dirmi?- chiese lei
-Niente di importante- risposi e cambiammo argomento.
Tornato a casa la prima cosa che feci fu chiamare Sam. Non ero riuscito a parlargli a scuola, lui e Quinn erano spariti, sicuramente si erano imboscati da qualche parte a pomiciare.
-Pronto Sam sono Puck dove sei?- chiesi arrabbiatissimo
-Da Quinn perché?- domandò lui
-Hai dieci minuti per venire da me!- risposi e chiusi la chiamata
Una decina di minuti dopo ero seduto sul divano di casa e fissavo il soffitto restando immobile sorseggiando ogni tanto un po’ di birra. Non riuscivo a capire. Sam mi aveva mentito riguardo i sentimenti di Santana. Dovevo capire perché. Quando il campanello suonò andai ad aprire e vidi Barbie e Ken
-Come mai ci hai chiamati qui?- domandò Quinn
-Beh perché oggi ho rischiato di perdere una persona importantissima a causa di un consiglio idiota del tuo fidanzato- risposi
-Cosa?- chiese lui confuso
-Se avessi detto a Santana dei miei sentimenti l’avrei persa, persa per sempre. Tu lo sapevi, voi lo sapevate che aveva un appuntamento con Mike Chang. Siete i suoi migliori amici dovevate saperlo per forza!- esclamai facendo avanti e indietro.  
- Che cosa? Ha deciso che ci andrà per davvero? Anche dopo il mio discorso- esclamò Quinn
-Di quale discorso parli?- chiese Sam poi mi guardò -Puck sul serio credimi io non lo sapevo, la mia fidanzata- disse guardandola male -non mi ha detto nulla riguardo questo appuntamento. Non ti avrei mai fatto fare una figuraccia del genere-
-Scusa Sam ma non potevo dirtelo, Santana mi aveva fatto promettere di tenere la bocca chiusa- disse sospirando e sedendosi composta sul divano. -Vedete io e lei stavamo parlando d’amore e altro e abbiamo discusso. Poi lei è venuta a scusarsi con me, mi ha detto di non condividere le mie idee riguardo una cosa e poi mi ha parlato dell’appuntamento alche io le ho detto di non andarci se lo ama davvero e lei mi aveva detto che non ci sarebbe andata- disse la biondina confondendoci tutti
-Ma di che stai parlando? Non ho capito nulla!- chiese Sam
-Chi è questo ragazzo che ama?- domandai, lei mi guardò ma non disse nulla -Allora? Ti ho fatto una domanda- chiesi avvicinandomi minacciosamente a lei. Non poté fare cosa più sbagliata
-Allontanati subito dalla mia ragazza!- mi ordinò Sam
-Altrimenti?- chiesi. Ero mezzo ubriaco questo è vero ma mi sono comportato da vero idiota
-Puck allontanati subito da lei- continuò il biondino ma io non lo ascoltai.
Arrabbiato si scagliò su di me e cominciò a prendermi a pugni.
-Non azzardarti mai più a rivolgerti così a lei! Devi avere rispetto!- esclamò fermandosi e bloccandomi le mani. Dopodiché prese la mano di Quinn e uscì da casa mia.
Restai sdraiato sul tappeto a fissare il soffitto. Avevo il viso che mi pulsava. Mi faceva male dappertutto mi sentivo uno schifo. Arrabbiato cominciai a piangere come un bambino. Non solo ero stato ferito fisicamente, ma le parole della ragazza mi avevano ferito anche nell’animo. Santana amava un altro ragazzo e non ero io. Come diavolo avevo fatto ad illudermi che lei potesse provare qualcosa di più dell’amicizia nei miei confronti. Io ero solo un idiota a cui piaceva nascondere il suo passato, che si comportava da ribelle e che passava per lo stronzo di turno, lei invece era la ragazza più bella sulla faccia della terra. Era una ragazza divertente e dolce. Amava i suoi amici e si comportava sempre dignitosamente (davanti agli altri). Era una ragazza piena di risorse ed intelligentissima. Perché mai avrebbe dovuto perdere la testa per un idiota come me? Sfinito mi addormentai sul pavimento.



 (Come Puck appare agli occhi di Santana alla notizia del suo appuntamento con Mike)
 (Come Puck vorrebbe reagire alla notizia)
 (Come reagisce Santana alla reazione di Puck)
 (Come reagisce dentro di se Santana alla reazione di Puck)








  
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