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Autore: HelixDeath    24/10/2012    1 recensioni
Denise parte per andare a vivere in California. E' sola,senza nessuno e in questo caso si dimostrerà un pò approfittatrice con un ragazzo che invece viene incuriosito da lei,nel vederla spaesata e in difficoltà.Brian si trova di fronte un muro di diffidenza,ma nello stesso tempo Denise sa come lasciarsi andare mantenendo sempre le sue,sfidando il ragazzo ad abbattere questo muro tanto forte quanto debole.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Synyster Gates
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le gambe accavallate accarezzate da delle calze nere,un tubino nero un po’ sgualcito,lo sguardo incorniciato dai soliti occhiali dalla montatura sottile, la collana di perle scivolava nervosamente tra le dita.

In questo modo Denise, si dondolava sulla sedia del suo ufficio fissando il vuoto.
Era una settimana, o forse di più, che durante la giornata, si perdeva tra i pensieri, tra una revisione contabile e un planning.
Bussarono alla porta. Una. Due. Tre.

-Denise,ci sei?posso?-

In quel momento il suo sguardo si spostò sulla porta,come se aspettasse che colui che bussava si facesse avanti.

-Denise,ma non  ti senti bene? E’ da un po’ che busso,alla fine ho aperto.-

La figura avvolta in giacca e cravatta, faceva capolino dalla porta. Alan.

-Alan scusami,ero distratta,oggi vado a rilento-
-Tranquilla,ma mi son preoccupato..qualcosa non va?-
-No,tutto ok..dimmi pure-
-Beh ecco..stavo pensando..tra un po’ si stacca e mi chiedevo se ti andasse di venire a prendere qualcosa da bere..con me-

Denise guardava Alan un po’ perplessa. In tutto quel tempo che era lì nessuno le aveva fatto mai un invito,tanto meno lui. I rapporti si limitavano al semplice saluto e il massimo della trasgressione era un consulto professionale.
Alan.
Ragazzo dai capelli castano chiaro,quasi biondi, occhiali stile nerd, figura esile,ma non molto, slanciato. Occhi chiari. Occhi chiari che ora la guardavano intimiditi. Sorrise.

-Perché no,d’altra parte sono due mesi che son qui e parlare di altro e non di lavoro con un mio collega mi farebbe piacere-

Altro sorriso.
Alan sembrò stupirsi dalla risposta positiva di Denise. Sorrise anche lui.

-Bene..allora ti ci vediamo all’uscita dell’ufficio,nell’atrio.-
-19.00?-
-Ok-
-A dopo-

Si chiuse la porta e si chiusero anche gli occhi di Denise che intanto respirava la fragranza indossata dal ragazzo. Riconoscerebbe quel profumo ovunque.
Era il profumo maschile che più le piaceva.
 

***

 
-Scusami!Ho fatto tardi..il capo mi ha mandata a chiamare per un progetto che a quanto pare mi farà compagnia stanotte!-
-Tranquilla!O’Connor non ha proprio nulla da fare eh?!-
-O’Connor è un capo di merda,che scarica su i suoi dipendenti del lavoro che dovrebbe fare lui invece di andare a cene di gala-
-*ahahah* ti ha scaricato qualcosa che doveva fare lui per andare ad una cena?e gliela devi consegnare domani mattina?-
-Si! È assurdo..vabbè lasciamo stare, dove vogliamo andare?-
-Pensavo di andare allo sky bar..ti va?-
-Si..non so nemmeno cosa sia e dove si trovi..basta però che dobbiamo prendere troppi mezzi perché potrei morire!-
-*ahahah*-
-Beh?perchè ridi?-
-Perché non prenderemo alcun mezzo..ho la macchina-fece indicando un’audi A5 bianca parcheggiata avanti l’ufficio.

La macchina dei sogni di Denise. Alan fino ad ora aveva due cose che incantavano Denise:macchina e profumo.
Ebbene sì signori, Denise è un po’ materialista, ma non ne faceva un qualcosa di essenziale. Se c’era bene, se non c’era non si disperava mica! Le piace il bello, le piace ciò che la rapisce, ciò che riesce a zittirla quando avrebbe poi tante cose da dire.

-Bene!Allora dopo ti scrocco anche un passaggio a casa-
-Era già in progetto signorina-
Fecero qualche chilometro e giunsero dinanzi un palazzo di vetro.
Presero l’ascensore  che li portò all’ultimo piano.
Mentre salivano Denise si guardava intorno e si perse anche allora,nel contemplare una grande palla di fuoco che andava morendo spegnendosi nell’oceano.
Quando le porte dell’ascensore si aprirono,avanti le si parò uno dei locali più belli che avesse mai visto.

-Wow..è..è bellissimo qui Alan,non sapevo potesse esistere un locale così bello-
-Sei qui solo da due mesi nemmeno, hai ancora molto da scoprire-
-Hai ragione-

Un ampio salone con al centro il bancone del bar ed un pianoforte. Divanetti e tavolini tutt’intorno in modo che le persone potessero avere una visione a 360° dello spettacolo naturale. Sembrava di trovarsi tra cielo e oceano senza riuscire a capire dove finisse uno e iniziasse l’altro.
La terrazza invece, dava sul lato moderno della città. Grattacieli e palazzi altissimi si perdevano nell’oceano che cullava il tramonto.

-Cosa prendi Denise?-
-Non saprei..avrei voluto bere una birra,ma non mi sembra il caso-
-*ahahah* guarda che io ne prenderò una eh!-
-Ah..bene,allora vada per la birra..una doppio malto però eh-
-E doppio malto sia-

Bevvero un paio di birre e intanto cadde intorno a loro e alla città,un manto scuro trapuntato da mille lucine che sembravano fossero ad intermittenza.
Lassù il cielo sembrava essere incontaminato dalle luci artificiali ed era qualcosa di cui Denise aveva solo il ricordo di quando viveva in Italia nel suo piccolo paesino.
Le sere d’estate le piaceva salire su in mansarda e stendersi sul terrazzino a guardare il cielo.

-Ti spiace uscire con me in terrazza e farmi compagnia mentre fumo una sigaretta?-
-Fumi?non lo sapevo-
-Infatti non fumo sempre,solo dopo il lavoro e dopo un paio di birre-
-Ora capisco!Denise..parlami un po’ di te,sei sempre così distaccata a lavoro,con l’aria antipatica di una che sta sempre sulle sue. Sembri
inavvicinabile, come se stessi dicendo “Hey tu,non avvicinarti a me altrimenti sei morto”-

Alan mentre le parlava la guardava,ma lei era troppo impegnata a fumare e a guardarsi attorno.
Comportamento al quanto strano dato guardava sempre negli occhi il suo interlocutore. Qualcosa non andava.
Fece un sorriso “ironico”, uno di quelli fatti in una smorfia.

-Alan, sono l’unica donna in quell’ufficio. L’unica donna in mezzo a quanti?15-20 uomini?L’unica donna,appena arrivata,dall’ Italia tra l’altro, che non ha nemmeno 25 anni e già sbriga i progetti del capo. Come dovrei essere in ufficio? Dovrei avere un’aria impaurita? Così potreste sbranarmi alla prima occasione?Nah..mi conviene ecco perché lo faccio,non perché io sia così-
-In effetti hai ragione..dato non sei vista di buon occhio dagli altri-
-Invidiosi?-
-Abbastanza. Nessuno di noi ha un proprio ufficio,nessuno di noi svolge incarichi come i tuoi. Siamo semplici “banchieri” che con sorrisi e raggiri stipuliamo mutui,prestiti e invogliamo le persone a depositare dolsi da noi. Tu ci bruci su tutto. Siamo uomini e vedere tutto ciò da una donna 24enne beh..un po’ ci fa strano,è una ferita nell’orgoglio no?-
-Sei invidioso anche tu?-lo guarda ammiccando un sorriso provocatorio
-Un po’-
-Allora perché mi hai invitata?Per cercare di avere una buona parola con il capo?-
-Con O’ Connor?*ahahah* no..con lui non funzionano le buone parole:o vali o niente. Ti ho invitata perché mi andava. Non sempre c’è un perché a quello che fai, a volte fai qualcosa perché ti va semplicemente di farlo.-

Quella frase. Fece bloccare il respiro a Denise.
Brian. Era un bel po’ che non lo vedeva e l’ultima volta che lo vide lui era in macchina con Michelle e passò avanti casa sua mentre lei usciva per andare a lavoro.
Dopo quella notte, non gli aveva più parlato.
 
FLASHBACK

-Denise..-
-Brian..-

Il respiro di Brian si fermò tra le labbra di Denise.
Il battito di Denise di fermò tra le labbra di Brian.
Le loro mani si tenevano come se avessero paura che qualcuno o qualcosa potesse strappare loro quel momento.
La presa forte di Brian si fece ben presto sentire sui fianchi della ragazza, la prese e la portò su di se. La teneva stretta, quasi a farle male.
Denise si staccò dalla presa del ragazzo, gli sorrise e lo baciò con più foga.
Brian non voleva scoparla e basta, Brian voleva di più, Brian voleva qualcosa che ora non poteva avere.  Che Denise non gli avrebbe permesso di avere.
Caddero sul divano così, avvinghiati l’uno all’altra e si addormentarono.
Ma al mattino seguente,sulla porta, mentre le loro fronti si accarezzavano, sapevano che da quel momento le cose sarebbero state diverse.
 
-Si è fatto tardi, ora è meglio che io torni a casa-
-Ok Denise, ti accompagno-
-Ti ringrazio-

Salita in macchina,guardava silenziosa fuori al finestrino. Pensierosa.

-C’è qualcosa che non va Denise?-
-No,sono solo molto stanca e voglio finire quanto prima per andare a letto-
Giunti avanti casa di Denise,scese chiuse lo sportello e si avvicinò al lato guida.
-Alan,grazie mille per il pomeriggio passato insieme. Son stata bene. A domani-
-Grazie a te Denise per la compagnia, a domani e buon lavoro!-

Un sorriso,un falso sorriso giunse ad Alan.
Lei pensava a Brian, perché quella detta dal ragazzo sulla terrazza dello sky bar,  era la frase che le disse appena arrivò in California, appena lo conobbe avanti casa sua.
Solito.
Accese la luce, posò le chiavi sul comodino all’entrata, si tolse i tacchi e lanciò il cappotto sul divano.
Fece mezzo giro su se stessa per accendere la luce in cucina, aprì il frigo per prendere una birra e..oh no! Niente birra.

-Cazzo,devo uscire a comperare la birra-

Ripetere quel gesto di indossare di nuovo le scarpe e dirigersi alla porta le sembrò molto familiare.
Fortunatamente il market vicino casa sua era ancora aperto, o meglio, stava per chiudere.
Prese le sue due confezioni da sei di birre e tornò a casa.
Di nuovo.
Scarpe,cappotto,cucina,campanello.
Un momento. Qualcuno bussò al campanello, ma non aspettava nessuno.

-Uhm..ed ora chi è?-

Credeva fosse Alan,ma invece…aprì la porta e avanti ai suoi occhi si pararono tre figure.
La prima cosa che vide però fu il petto di un ragazzo,alzò lo sguardo e due occhi di un azzurro impressionante le congelarono il respiro.
Non riusciva a guardare altrove Denise,che aveva assunto intanto l’aria di una babbea,con gli occhi sgranati e la bocca aperta.

-Denise,hei Denise,ci siamo anche noi eh!-

Nulla..Denise guardava ora gli occhi blu ora il sorriso del ragazzo,ma al suo fianco no.
Gli occhi blu si fissarono in quelli della ragazza, e a quanto pare non mollava la presa nemmeno lui.
Per la prima volta qualcosa che non fosse Brian, le aveva fatto lo stesso effetto ma più intenso. Strano.



Chiedo scusa per la mia assenza prolungata fin troppo,ma ho avuto un blocco,più pensavo a cosa scrivere meno ci riuscivo,così stasera ho iniziato a scrivere senza pensare ed ecco questo chap misero…si concretizzerà con l’andar del tempo!ho in mente alcune cosucce che sconvolgeranno tutto. Spero vi piaccia,spero vada bene.
   
 
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