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Autore: Tinkerbell92    24/10/2012    1 recensioni
Piccolo avviso: questa ff è stata PUBBLICATA PRIMA DELLA MESSA IN ONDA DELLA SECONDA STAGIONE DI OUAT. Quindi, personaggi come Trilly, Peter Pan, ecc. NON rispecchiano le caratteristiche di quelli del telefilm. Sono puramente di mia invenzione.
La storia si divide principalmente in due parti e racconta le vicende della fatina nel Mondo delle Fiabe (in parte ispirate al film Disney) e della sua controparte a Storybrooke.
Da una parte, Trilly, gelosa di Wendy, decide di tentare il tutto e per tutto per riprendersi l'affetto di Peter Pan (anche a costo di stringere un diabolico patto con Tremotino), mentre a Storybrooke, la sua controparte, Katherine Bowden, dovrà affrontare vari problemi, tra cui la preoccupazione per la figlia di sette anni, apparentemente triste per il divorzio, seppur amichevole, dei genitori (nella prima parte) e l'affiorare di sentimenti contrastanti nei confronti di una determinata persona (nella seconda).
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Archibald Hopper/Grillo Parlante, Emma Swan, Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tinkerbell'
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- Mondo delle Fiabe-

Un attimo di esitazione.
Peter diede un'occhiata dubbiosa a Trilly, come se non fosse molto convinto delle sue parole.
Volse, poi, lo sguardo verso Turchina, che alzò semplicemente le spalle, mentre il piccolo Michael si avvicinava con aria speranzosa al letto della sorella.
Infine, gli occhi di Peter si posarono sul volto pallido di Wendy.
Poteva davvero riportarla in vita?
Inizialmente, la parte razionale, che aveva acquisito da poco, gli suggerì che era un'idea assurda: come si poteva far tornare qualcuno dal Regno dei Morti? Nemmeno Tremotino, per quanto ne sapeva, era mai riuscito a farlo!
Ma poi, il solo pensiero di rivedere un'altra volta il sorriso di quella ragazza, rivedere i suoi occhi ridenti e ascoltare di nuovo la sua voce, gli provocò un forte desiderio di tentare.
Con un po' di esitazione, prese la mano gelida della ragazza, e, piano piano, avvicinò le proprie labbra alle sue.
Un attimo di incertezza.
Una lacrima scivolò lungo la guancia del giovane, che riuscì semplicemente a sussurrare: "Ti amo Wendy." Chiuse gli occhi e la baciò sulle labbra, senza pensare ad altro che al suo sorriso.
Gli attimi che passarono parvero anni.
Peter si rialzò, staccandosi dolorosamente dalla ragazza, che non si mosse. Il ragazzo abbassò lo sguardo, sospirando tristemente, ormai convinto che non ci fosse più nulla da fare.
"Peter..."
Il ragazzo spalancò la bocca per lo stupore, non appena vide gli occhi azzurri di Wendy aprirsi lentamente. Si guardò attorno stranita, cercando di mettere bene a fuoco in luogo in cui si trovava.
Una gioia immensa si impadronì dei presente, mentre la ragazza si metteva a sedere, lasciandosi abbracciare da Peter e dai fratelli.
Trilly sorrise, osservando la scena in disparte. Le cose sarebbero cambiate, da quel momento in poi, e lei lo sapeva.
Si avviò silenziosamente verso l'uscita del covo, evitando di scontrarsi con i Bimbi Sperduti che spintonavano per entrare a vedere Wendy di nuovo in vita.
La fatina si sedette su una delle foglie dell'Albero dell'Impiccato, stringendo le ginocchia al petto e fissando il cielo stellato.
La brezza che sfiorò le sue ali aveva un che di piacevole e rassicurante.
Qualcuno si sedette accanto a lei: "Hai forse bisogno di confidarti?"
Trilly sorrise, fissando benevolmente il piccolo grillo che le stava accanto: "L'ho aiutato a salvarla, facendolo rendere conto dell'amore che li univa. E' stato difficile, ma alla fine ho fatto la mia scelta."
Jiminy Cricket annuì compiaciuto: "Sei stata ammirevole. Mi rendo conto quanto ti sia costato." Trilly si strinse nelle spalle: "A dire il vero, non tanto quanto pensavo. Insomma, credo di dover accettare il fatto che non sarà più il mio 'Bambino' per sempre.
E' stato bello finchè è durato, ma adesso è giusto che vada per la sua strada. Prima o poi doveva succedere. E' la vita."
Il Grillo le toccò una mano con la zampetta: "Hai fatto la cosa giusta. Il tuo comportamento è stato degno del ruolo che ricopri. I tuoi genitori saranno fieri di te... e anche la tua amica Jayne."
Trilly annuì, mentre l'animaletto volgeva lo sguardo verso le stelle: "Adesso, che cosa farai?"
La fata si strinse nelle spalle, sorridendo: "Credo che il mio compito, qui, sia finito. Peter ha trovato l'amore della sua vita, sono sicura che saranno felici insieme. Ogni volta che vorrà, io tornerò a Neverland, e, se mi chiederà aiuto, sarò lieta di darglielo.
Ma, adesso, devo tornare ad occuparmi del mio regno, è tempo che impari come si comporta una vera principessa. Una volta il mio unico scopo era quello di umiliare Turchina, che, tra parentesi, non ho mai sopportato. Ma, adesso, sono cresciuta, e desidero, più di ogni altra cosa, riuscire a dimostrare di essere degna del titolo che porto. Ho ancora tanto da imparare, ma mi impegnerò per riuscirci. Anche se non cambierò mai idea riguardo a Turchina..."
Jiminy Cricket si lasciò sfuggire una risatina, dando una piccola scrollata alle ali: "In effetti, ammetto che, a volte, Turchina è un po' troppo "perfettina"... ma il tuo desiderio è nobile e, di certo, se manterrai questo spirito, ce la farai senza problemi."
Si alzò in piedi, preparandosi a spiccare il volo.
"E ora dove vai?" domandò Trilly, fissandolo con dolcezza. Lui fece una specie di inchino: "Devo tornare alla Foresta Incantata, i miei compagni hanno bisogno di me. Dobbiamo salutarci, purtroppo, ma non temere, ci rincontreremo presto."
"Lo spero" rispose lei, sentendo le proprie guance avvampare leggermente "E... Jiminy" lo chiamò, prima che prendesse il volo "Grazie. Mi hai dato il coraggio per fare la scelta giusta. Sono contenta di averti conosciuto."
"Il piacere è stato mio" rispose lui, cordiale, toccandosi il cilindro in segno di saluto "Arrivederci, Trilly. Sono sicuro che sarai una meravigliosa principessa."
Trilly lo guardò volare via, senza smettere di sorridere, provando un'immensa gratitudine nei confronti di quella creaturina, piccola solo all'apparenza
"Arrivederci... Jiminy Cricket."

Peter raggiunse la spiaggia con la mano di Wendy stretta nella sua.
I due ragazzi si lasciarono investire dalla piacevole brezza marina, correndo per parecchio tempo sulla sabbia illuminata dai raggi della luna.
Si fermarono sulla riva, ridendo, provando un fortissimo senso di libertà e gioia. Si baciarono, per la prima volta senza incertezza, e, quando si staccarono, Wendy fissò il ragazzo con il meraviglioso sorriso che lui amava tanto.
"Non riesco a credere che tu stia per abbandonare il tuo sogno di non crescere soltanto per me" gli sussurrò, posando la fronte su quella del ragazzo "E non credevo che mi amassi come io amo te."
"E' stato anche merito di Trilly, se me ne sono reso conto" rispose lui con un sorriso "Ma sono felice della mia scelta. Non me ne pentirò mai, Wendy."
La ragazza arrossì leggermente, poi, si specchiò negli occhi verdi del ragazzo, fissandolo con amore: "Ma, senti Peter... mi stavo domandando... quando mi raccontasti la storia di Jayne... dicesti anche che, in questo mondo, gli eroi vengono sempre premiati.
Quello che volevo sapere è... che premio ha ricevuto Jayne?"
Peter sorrise, pensando benevolmente alla sua cara amica, poi alzò lo sguardo verso le stelle. Gliene indicò una.
"Vedi, Wendy? Quella stella laggiù, la più luminosa di tutte..."
"Sì" rispose lei, fissandola ammirata.
Peter prese la mano di Wendy nella sua, facendosi accarezzare dalla piacevole brezza marina. Guardò con dolcezza l'astro indicato. Un sorriso affiorò spontaneo sulle sue labbra.
"Quella è lei."

- Storybrooke -

Emma fece accomodare Marge nel proprio ufficio, posando sul tavolo, di fronte alla piccola, la cioccolata calda che le aveva comprato.
Kathy si sedette a fianco dello sceriffo, Lily, invece, prese posto accanto alla bambina.
"Bene, Marge" iniziò Emma, aprendo un block notes "So che forse è ancora un po' presto, però vorrei farti delle domande riguardo a quello che ti è accaduto. Te la senti di parlare?"
La bambina annuì decisa, così Emma fece partire il registratore e prese una penna per appunti.
"Va bene" continuò "Per prima cosa, vorrei che mi raccontassi che cosa è successo all'uscita da scuola. Sei stata avvicinata da qualcuno?" "Sì" rispose subito Marge "Da un signore."
"Un signore?" ripetè Emma "E che aspetto aveva?" "Era anziano" rispose la bambina "Non molto alto e un po' grosso. Stavo passando per il cortile, quando lui mi si è avvicinato. Ha detto che dovevo seguirlo, perchè dovevo aiutare il suo capo. Poi sono arrivati due uomini, che mi hanno presa, mi hanno fatta uscire da dietro il cortile e mi hanno messa in una macchina."
Kathy trasalì, ma cercò di non farlo notare.
Emma scrisse due righe, poi invitò la bambina a continuare: "Nessuno ha visto niente? Ti hanno fatto del male?" "No" rispose Marge "Perchè il signore anziano ha detto di fare piano. Nessuno li ha visti."
"Dove ti hanno portata?" domandò lo sceriffo, senza smettere di scrivere.
Marge ci pensò un attimo: "Siamo scesi vicino al bosco. I due signori sono andati via e l'uomo anziano mi ha portata da J" "J? Tesoro, chi è J?" domandò Katherine con apprensione.
La piccola sorrise: "J è il capo del signore anziano. Quando siamo arrivati, J ha detto al suo amico di lasciarci soli e mi ha detto che dovevo aiutarlo a trovare una cosa." "Che cosa, esattamente?" incalzò Emma.
Marge alzò le spalle: "Non lo so. J non me l'ha detto. Ha detto solo che io potevo trovare la cosa che cercava. Gliel'aveva detto un suo amico." "Un suo amico? Non ti ha detto chi?"
La bambina scosse la testa: "No. Gli ho anche chiesto come si chiamava lui, ma mi ha detto di chiamarlo J." "E... com'era? Non so, era giovane, vecchio..." "Giovane" rispose la bambina. "Giovane... " ripetè Emma, scrivendo "Ma giovane tipo tua zia Lily e Ruby... oppure giovane tipo i tuoi genitori, me..." "No, era un po' più vecchio della zia Lily" rispose Marge "Era come la mamma... o come te..." "Mh... quindi l'età approssimativa di questo J è attorno ai trent'anni?" le domandò Emma. La bambina annuì: "Sì, credo si sì."
Emma appuntò altre righe, poi continuò: "Che aspetto aveva J?" "Era alto" rispose la piccola "Aveva una felpa nera col cappuccio, gli occhi azzurri, la barba e i capelli neri. Ed era bello." "Bello?" si stupì lo sceriffo. Marge assunse un'aria sognante: "Oh sì, molto bello. Assomigliava un po' al signor Booth, solo un poco più giovane..." "Beh, se assomigliava al signor Booth" commentò sovrappensiero Lily "Allora era bello davvero..."
Calò un attimo di silenzio, mentre Emma e Kathy fissarono la ragazza stupite.
Lily si rese conto di aver pensato ad alta voce, e arrossì visibilmente: "M-ma no, che avete capito? Non fraintendetemi, non dico mica che... cioè... sì, quello che intendo è che il signor Booth è un bell'uomo ma... non dicevo mica che..." "Zia Lily" la interruppe Marge "Ti piace il signor Booth?" "Ma no!" si allarmò lei, ancora più rossa "Adesso non si può neanche commentare... e smettetela di ridere voi due! Non era di questo che stavamo parlando..."
Emma cercò di tornare seria, senza grandi risultati: "Sì, hai ragione, scusa Lily... dicevamo, Marge... questo signor J aveva un che di August, solo che più giovane... che cosa è successo, dopo che vi hanno lasciato soli?"
"Abbiamo iniziato a cercare" continuò la bambina "Anche se non sapevo bene cosa. J mi disse di non preoccuparmi, che sarei di sicuro riuscita ad aiutarlo. Abbiamo guardato vicino al fiume, poi nel bosco... ma non siamo riusciti a trovare nulla. Ad un certo punto, J mi ha detto che si era ricordato una cosa, e che dovevo aspettarlo lì. Io sono stata seduta vicino a un albero per un po', ma poi ho visto uno scoiattolo e gli sono corsa dietro. E sono caduta dentro la buca."
"Quella in cui ti abbiamo trovato, suppongo" osservò Emma. Marge annuì: "Pensavo che J sarebbe venuto a prendermi ma non l'ha fatto. Forse non mi ha trovata. Per fortuna che il signor Gold ha detto al dottor Hopper di provare a cercarmi nel bosco con Pongo..." Kathy si stupì: "E' stato il signor Gold a suggerirglielo?" Marge annuì: "Così mi ha detto il dottore mentre vi aspettavamo."
Emma chiuse il block notes e spense il registratore: "Bene, immagino che per ora possa bastare. Farò delle ricerche su questo J, anche se non so quanto riuscirò a scoprire... l'importante è che Marge stia bene. Vi farò sapere non appena troverò qualcosa."
"Grazie Emma" mormorò Kathy "Per tutto."
Uscirono dallo studio, trovando Edward e il dottor Whale che stavano aspettando.
Ed prese in braccio la figlia, mentre Whale si avvicinò a Katherine con aria, insolitamente, seria: "Allora? Mi sembra che la piccola si senta meglio..." "Sì" rispose lei, incrociando le braccia "Grazie per averle dato un'occhiata... è un sollievo che la caviglia non sia fratturata." "Lieve slogatura, fortunatamente" annuì lui "Poteva andare peggio" "Non farmici pensare"
Ed fece un cenno all'ex moglie: "Io e Lily portiamo Marge a casa." "Sì va bene" rispose lei "Io arriverò più tardi"
Whale li osservò mentre si allontanavano, poi domandò: "Il dottor Hopper sta meglio?" "Ehm, credo di sì" rispose lei, abbassando lo sguardo "Anche se si è preso una bella batosta..." "Ci credo" borbottò lui "Guarda che volo che ha fatto..." "Già..."
Kathy diede un'occhiata distratta l'orologio, serrando le labbra in una smorfia dubbiosa: "Oh, cielo, spero che sia ancora aperto... scusa, Whale, devo andare a prendere una cosa. Grazie ancora per avermi aiutata con Marge." "Figurati" sorrise lui "L'ho fatto volentieri. Ci vediamo domani a lavoro, allora."  Kathy rispose al sorriso, avviandosi verso l'uscita: "Certo, a domani!"

Il cartello all'entrata del negozio segnava ancora "Aperto".
Kathy spinse la porta, bloccandosi, però, sulla soglia, quando vide Regina voltarsi verso di lei. Il signor Gold, da dietro il bancone, si espresse in un sorriso mellifluo: "Salve, Katherine"
La donna dai capelli neri sembrò molto sopresa: "Dottoressa Bowden" mormorò. Kathy la squadrò freddamente, rivolgendosi al signor Gold: " Salve... ero venuta a ringraziarla per oggi ma... se vuole passo più tardi..." "Ma si figuri" rispose, viscido, lui "Il Sindaco se ne stava già andando..."
Regina sorrise nervosamente, sembrando, stranamente in imbarazzo: "E' così... io... stavo togliendo il disturbo." "Bene" Kathy si appoggiò alla porta, con le braccia incrociate, come per invitarla ad uscire. Regina fece un passo in avanti, poi, sembrò ritrattare: "In realtà..." mormorò, come se stesse cercando le parole giuste "Volevo scusarmi con Lei per come mi sono comportata oggi..."
Kathy alzò un sopracciglio, per nulla impressionata: "Oh, ma davvero?" "Sì" continuò il sindaco "Ero talmente impegnata a farmi la guerra con lo Sceriffo Swan che non ho pensato prima di agire... o parlare..."
Kathy non si fece scalfire, replicando freddamente: "Eppure, mi sembrava che, al Granny's, le parole le avesse scelte con cura... quando è successo? Ah, sì! Quando mi ha messa in imbarazzo davanti a tutti!"
Regina si ammutolì un istante, sembrando stranamente sincera: "Sono mortificata, mi creda... io... mi sono fatta prendere un po' troppo la mano e ho esagerato. Insomma, ho molte responsabilità che gravano sulle mie spalle, soprattutto in questi giorni... ero nervosa, anche se non lo dimostravo, ed ero preoccupata per la mia città." "Capisco tutto, ma questo non giustifica il suo comportamento" rispose secca Kathy. "Me ne rendo conto" replicò la donna "Vorrei solo trovare il modo per farmi perdonare. Io e Lei non abbiamo mai avuto discussioni prima d'ora, e poi, Lei è il mio medico di fiducia... non vorrei dover cambiare a causa di un dissapore..."
Katherine restò impassibile: "E' fortunata che ho trovato mia figlia, Regina... e non posso farle cambiare medico solo per un litigio. Eviti di tornare sull'argomento e farò finta di essermene dimenticata. Non posso prometterle altro."
Di norma, Regina avrebbe disintegrato chiunque le si fosse rivolto in quel modo. Invece, sorprendentemente, si limitò a rivolgere un sorriso alla donna bionda: "Va bene, non succederà più. Adesso devo andare, Henry mi aspetta per la cena. Ho prenotato una visita per domani pomeriggio, quindi, ci vedremo là..." "Certo" rispose Kathy senza battere ciglio "Arrivederci"
Regina uscì dal negozio, gettando uno sguardo molto strano al signor Gold. La porta si richiuse.
"Ha! Figuriamoci! Chissà che cosa l'ha spinta a scusarsi con me... ha di sicuro in mente qualcosa... e non sogghigni, Lei!" borbottò Katherine, rivolgendo uno sguardo severo al signor Gold.
Quello assunse un'aria innocente: "E chi sta sogghignando? Ero solo interessato al suo sfogo!" "Sì certo" Kathy si avvicinò al bancone "Comunque, sono qui per ringraziarla. Ho saputo che è stato Lei a suggerire al dottor Hopper di controllare nel bosco... Marge era stata portata lì da un certo J, che voleva l'aiutasse a ritrovare una cosa che aveva perduto... lui, naturalmente, è scomparso, ma Marge, per fortuna, è salva... e, in parte, questo è stato possibile grazie a Lei..."
Gold sorrise furbescamente: "Infatti, ho saputo che avete trovato la bambina proprio lì, anche se non sono stato informato riguardo al rapitore... strano che nessuno ci abbia pensato..." "Ma Lei invece sì..." Kathy si appoggiò al bancone, con un mezzo sorrisetto sadico "E, sebbene mi risulti molto strano che  Lei abbia semplicemente tirato a indovinare, per sua fortuna, non infrango mai le promesse che faccio... e sono qui per onorare il mio accordo..."
Il signor Gold sogghignò: "Non si preoccupi. So bene che Lei mantiene le promesse. Dunque, scelga l'oggetto che le piace di più! Sono disposto anche a farle degli sconti..." "Oh, non serve" mormorò lei, iniziando a guardarsi intorno "Sono abituata a pagare a prezzo pieno... ah, eccola qui!" esclamò, non appena vide la piccola corona di diamantini che aveva notato quel pomeriggio "Prendo questa"
Le labbra di Gold si piegarono in uno strano sorriso, come se avesse già previsto una simile mossa: "Immaginavo che l'avrebbe scelta... la guardava in un modo così... assorto, quando l'ha vista per la prima volta..."
Katherine posò la coroncina sul bancone: "In realtà, è per mia figlia. Mary Margaret le ha regatato una bambola a cui starebbe bene, quindi..." "Una bambola?" si interessò lui, mettendo il pagamento in cassa "Quale, se posso sapere?"
"Una bambola di Trilly..." rispose lei, senza darci peso "Ho notato che la coroncina ha una T incisa sopra ed è della dimensione giusta. Credo che sarà perfetta."
Il signor Gold sembrò pensieroso. Poi, le consegnò l'acquisto e sorrise mellifluamente: "La ringrazio. Buona serata."
"Altrettanto" rispose lei, uscendo "E grazie a Lei!"
Gold aspettò che la porta si chiudesse, restando impassibile per qualche secondo.
Si allontanò dal bancone, fissando assorto una piccola teca di vetro. Fece scorrere lo sguardo sugli oggetti contenuti, soffermandosi su uno di essi. Aprì la teca e lo tirò fuori, osservandolo alla luce del lampadario.
Era un luccicante uncino di metallo.
Gettò un'occhiata, apparentemente nervosa, fuori dal vetro della porta, riponendo con cura l'oggetto al suo posto.
Si avvicinò all'ingresso, scrutando, dubbioso, la stradina che passava davanti al proprio negozio.
Era deserta.
Con aria cauta, chiuse a chiave la porta del negozio, sistemò il catenaccio e, dopo aver dato un'ultima occhiata di fuori, girò il cartello appeso davanti al vetro.
"Chiuso"

***

Angolo dell'autrice: Bene, con questo si conclude la prima parte della storia. Ringrazio coloro che sono riusciti a seguire fin qua, spero di non avervi annoiati o di essere risultata troppo pesante.
A breve, inizierò a pubblicare la seconda parte, che suddividerò sempre tra vicende a Storybrooke e nella Foresta Incantata.
Questa volta, i flashback riguarderanno la vita di Trilly al di fuori dell'Isola Che Non C'è, ossia all'interno del suo regno, dove dovrà affrontare i vari problemi che derivano dall'essere principessa.
La parte a Storybrooke, invece, vedrà Katherine alle prese con la propria vita sentimentale, che farà riaffiorare la gelosia che caratterizza tanto la sua controparte magica.
Spero di riuscire a rendere la prossima storia interessante e piacevole. Qualunque appunto o consiglio da parte vostra sarà ben accetto.
A presto
Tinkerbell92

  
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