Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Teikci Ni Kare Suh    24/10/2012    2 recensioni
Qui ho raccolto i punti di vista di alcuni tributi che hanno partecipato agli Hunger Games.
Come sono stati estratti, la loro permanenza a capitol city, i loro addestramenti e...l'arena.
Chi sarà il vincitore? Nemmeno io lo so.
Nota: I personaggi sono inventati dalla sottoscritta e da altri utenti, perchè in principio era una storia fai da te.
Ora è solo una semplice storia.
Spero vi piaccia.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caesar Flickerman, Effie Trinket, Presidente Snow
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cody
 
Guardo Alli mentre dorme.
La invidio.
Così piccola, ingenua…felice.
Ma almeno ora è serena e non si deve preoccupare.
Io invece si.
Sono l’unico, ora, della famiglia a partecipare alla mietitura.
Mio fratello se ne sta a costruire uno strano marchingegno in cucina.
So che è sollevato, perché ormai lui non è più in pericolo, ha 19 anni, ma teme per me.
“Cody, quante volte ti ho spiegato come fare il nodo alla cravatta?” sbuffa mia madre entrando nella stanza.
Il nodo è perfetto, ma so che lo fa solo per tenersi occupata e stare vicino a me.
E’ sempre nervosissima il giorno della mietitura, perciò la lascio fare.
Poi guarda l’orologio da taschino che porta sempre con sé.
“E’ meglio che tu vada” mi incita.
“Ci vediamo dopo mamma”
Mi bacia sulla fronte e io esco di casa.
In strada non c’è quasi nessuno: dev’essere più presto di quello che pensavo.
“Sempre in anticipo, elegantone” dice una voce alle mie spalle.
“Colpa di mia madre, sai com’è fatta” sorrido.
Harry, cosa farei senza di te.
Lui si avvicina con il suo passo baldanzoso e il sorriso da spaccone.
“Allora, ci dirigiamo verso la piazza?”
“D’accordo, ma facciamo la strada più lunga”
Mi tolgo la giacca, e me la metto dietro la schiena, sorreggendola con un dito, mentre l’altro braccio lo stringo attorno alle spalle di Harry.
Lui mi scompiglia i capelli e mi guarda imbronciato.
“Che c’è?” gli chiedo curioso.
“Hai di nuovo respinto Blanche, vero?” mi risponde con una domanda.
Io mi metto a ridere, incapace di trattenermi.
“La smetti con questa storia? Lo sai che non è il mio tipo”
“No che non la smetto! Sei il più figo della scuola e sei l’unico a non esserti mai fidanzato! Le ragazze ti sbavano dietro e tu fai come se niente fosse. E poi Blanche è bellissima. Sei uno stupido” sbotta guardandomi di sbieco.
“E tu sei geloso” gli rispondo, sempre ridendo.
“E’ una possibilità” dice
Ridiamo insieme sguaiatamente.
“Ma tu lo sai come la penso,” riprendo io “la ragazza che sceglierò, sarà quella che amerò sin nel profondo del cuore.”
“Si, come no. Fa come ti pare, però..”
“Ora basta. Ne abbiamo già parlato abbastanza” dico senza lasciarlo finire.
Lui si zittisce, e continuiamo a camminare in silenzio.
Ma io so che fa così per non pensarci, per rendere tutto normale,  un giorno uguale ad altri.
Arriviamo poco dopo in piazza, dove non c’è ancora nessuno, tranne qualche pacificatore che si aggira per controllare i tecnici intenti a finire i preparativi.
Ci sediamo sul bordo di un marciapiede.
“Alli come sta?”
“Cresce velocemente. E’ meravigliosa”
Silenzio.
Vediamo disporsi i pacificatori, e ci avviamo per fare il prelievo.
Mentre raggiungiamo l’area dei quindicenni mi rimetto la giacca e attendo.
Perché tutti fanno finta che questo giorno sia…ordinario?
Dobbiamo renderci conto appieno che ci stanno umiliando, uccidendo.
Siamo dei burattini nelle loro mani
Mi arrabbio con mia madre, con Harry.
Poi mi accorgo che la piazza è piena.
Guardo l’orologio della piazza: le due meno cinque.
Tra poco sapremo chi verrà scelto, chi si sacrificherà per la gloria del distretto.
Chi non tornerà più a casa.
 
Briseis
 
“Benvenuti! Giovani del Distretto 3” urlacchia Shilly Obeck sul palco.
Se fossi lì vicino a lei, giuro che le farei ingoiare il suo stupido cappellino che porta.
Sembra una meringa con tutto quel velluto e quel tulle rosa e bianco con cui si veste.
Cammina, o più che altro arranca, sulle enormi zeppe verso la boccia delle ragazze.
“Les Mademoiselles” cinguetta.
Ficca la mano dalle unghie rosa-fucsia nella boccia, e tira su un foglietto
“Fa che non sia io o qualcuno che conosco” continuo a ripetermi nella mente.
La frase echeggia ancora nella mia mente, quando la Obeck apre il biglietto con aria curiosa.
Una risatina nervosa precede il nome “Briseis Bertram”
Mi volto.
Silenzio.
Nessuno si offre volontario?
Perché? Perché?
La connetta ripete il nome, come un invito a raggiungerla.
Fifoni.
Cammino verso il palco, mentre Shilly sorride divertita.
Appena mi trovo davanti a tutti mi estraneo dal mondo e fisso l’orizzonte.
A quel punto non vedo ne sento più niente.
Le immagini di quella mattina mi scorrono davanti agli occhi come un filmato alla tv.
Una bella storia.
Ma destinata a trasformarsi in un incubo.
Vengo riportata alla realtà da un urlo.
Mi volto spaesata dalla parte da cui proveniva.
Un ragazzo ha il viso disperato e segnato dal dolore.
Si trova fuori dall’area dei possibili tributi, ma sono sicura ce non ha più di vent’anni.
I suoi occhi sono puntati su qualcosa e ne seguo la direzione.
Un ragazzo viene verso il palco, ricambiando lo sguardo del disperato, probabilmente un amico o suo fratello.
E’ bellissimo, i capelli biondi gli arrivano poco sotto le orecchie, gli occhi azzurri sono calorosi e amichevoli, ma velati di paura.
Non è molto alto, ma ha un bel fisico.
E’ strano che non lo abbia mai notato.
Poi guardo com’è vestito, mentre lui sale i pochi gradini che portano al paclo.
Camicia bianca, candida e splendente, giacca e cravatta eleganti, quasi più dello stesso sindaco: è un ricco.
Osservo il mio misero vestito verde chiaro, che stona vicino agli abiti di quel ragazzo, e improvvisamente odio quel ragazzo.
Gli stringo la mano e al contempo lo fulmino con uno sguardo.
Lui rimane colpito dal mio comportamento, ma si ricompone immediatamente e s’irrigidisce
Mi pento subito di ciò che o fatto.
Dio Briseis, controlla le tue emozioni!
Ma è troppo tardi.
Ho già un nemico da cui fuggire.
 
 
Cody
 
La mia famiglia piomba nella staza e mia madre mi abbraccia
“Cody, puoi farcela” si allontana un po’ e mi posa le mani sul viso “Sai usare le armi, se veloce e agile. Puoi tornare a casa”
La guardo sconvolto: mi sarei aspettato lacrime e singhiozzi.
Ma lei non piange, è una donna forte.
E crede in me.
Io annuisco e saluto mio padre.
Max mi guarda e ci abbracciamo per l’ultima volta.
“Torna a casa, intesi?”
“Lo farò” fanno uscire tutti.

Faccio appena in tempo a salutare Alli, che i pacificatori portano via tutti

Il silenzio piomba nella stanza.
Sono solo.
E questo mi fa paura.
 
Briseis
 
La porta rimane chiusa.
Mio padre non potrà venire a trovarmi.
Penso alla mamma e a Rose, che mi vegliano dal cielo.
Non mi aspetto nessuno in verità, ma la porta si apre e vedo apparire il dottore del Distretto: Chames Mix.
Mi si avvicina e mi abbraccia.
E’ giovane ed è sempre stato come un fratello più grande per me, e si prende cura gratis di mio padre da quando è malato.
Gli accarezzo la guancia, e la sua barba mi punzecchia il palmo della mano.
“Farò tutto ciò che posso per aiutare tuo padre…e anche te”
I nostri occhi si guardano a lungo.
Ma mi sembra comunque un tempo troppo breve e un pacificatore entra.
Gli bacio delicatamente le labbra.
Lui si alza, leggermente stupito e io gli sorrido
“Va’”
Quando la porta si chiude non riesco a trattenermi e una lacrima mi riga il viso. 

Angolo Autrice

Un altro capitolo!!! Spreo davvero che vi piaccia perchè ciò messo davvero impegno a scriverlo. Ho deciso di continuare lo stesso questa ff fai da te, ma alcuni personaggi li ho inventati io perciò per chi volesse diventarne il mentore sono liberi.





 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Teikci Ni Kare Suh